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Roberto  Pancheri
  • Trento, Trentino-Alto Adige/Südtirol, Italy
    Castello del Buonconsiglio
    Via Bernardo Clesio 5
    I-38122 TRENTO

Roberto Pancheri

Research Interests:
Giovanni Rasini, a Milanese industrialist, was a refined collector of ancient art and an important patron in the Italy of his time. The essay outlines a biographical and cultural profile starting from the unpublished portrait of him, a... more
Giovanni Rasini, a Milanese industrialist, was a refined collector of ancient art and an important patron in the Italy of his time. The essay outlines a biographical and cultural profile starting from the unpublished portrait of him, a painting by Romualdo Locatelli, and from the archival materials and books preserved in Castel Campo, his summer residence in Trentino. One of the most qualifying nuclei of his famous collection
of drawings – today largely dispersed – was made up of works by Giambattista, Giandomenico and Lorenzo Tiepolo, which he purchased on several occasions from private collections and on the antiques market, thanks to the consultancy of Antonio Morassi. The eleven drawings are here reconsidered and illustrated.
Tra l’età napoleonica e l’avvio della restaurazione furono attivi nell’odierno Trentino alcuni artisti che la storiografia otto e novecentesca non è riuscita a incasellare in scuole nazionali o regionali e sulle cui origini sono perdurati... more
Tra l’età napoleonica e l’avvio della restaurazione furono attivi nell’odierno Trentino alcuni artisti che la storiografia otto e novecentesca non è riuscita a incasellare in scuole nazionali o regionali e sulle cui origini sono perdurati margini di ambiguità fino ai nostri giorni. Tali incertezze furono determinate sia dalla provenienza geografica delle singole personalità, rimasta a lungo imprecisata, sia dalla natura variabile, nei confini e nella denominazione, delle loro patrie di provenienza e d’elezione.
Giovanni Battista Endrici was educated at the German-Hungarian College in Rome, where he served as a librarian. He then moved to Vienna, where he was employed as a tutor by the family of counts Khevenhüller-Metsch and subsequently... more
Giovanni Battista Endrici was educated at the German-Hungarian College in Rome, where he served as a librarian. He then moved to Vienna, where he was employed as a tutor by the family of counts Khevenhüller-Metsch and subsequently appointed to the Apostolic Nunciature. From 1802 until 1824, he was at the service of Archduke Ferdinand III of Habsburg-Lorrain, at first in Salzburg, then in Würzburg and eventually, from 1814 onwards, in Florence, where he acted also as court almoner. Two portraits of him are known, including one painted in Vienna by Giovanni Battista Lampi.
Dal 24 marzo al 6 maggio 1906 nella sede del Museum für Kunst und Industrie di Vienna 1 fu allestita una mostra di beneficenza che ve-deva esposti, accanto a preziosi lavori in piz-zo, numerosi ritratti della "vecchia Vienna" 2.... more
Dal 24 marzo al 6 maggio 1906 nella sede del Museum für Kunst und Industrie di Vienna 1 fu allestita una mostra di beneficenza che ve-deva esposti, accanto a preziosi lavori in piz-zo, numerosi ritratti della "vecchia Vienna" 2. Si trattava, in larga maggioranza, di opere del XVIII e del XIX secolo, che erano state concesse in prestito dai principali musei austriaci e da privati cittadini. Tra i dipinti più ragguardevoli figurava un'opera di Giam-battista Lampi, così descritta nella succin-ta scheda di catalogo: "Josefa v. Würth, geb. Freiin v. Lang, als Juno mit Pfau. Signiert 1807. Öl auf Leinwand. 133 cm hoch, 109 cm breit. Bruno v. Rainer zu Harbach" 3. Il dipinto, che all'epoca era di proprietà di Bruno von Rainer, non è citato nelle fonti biografiche relative al pittore trentino e fino alla sua apparizione alla mostra viennese era rimasto ignoto alla letteratura artistica. Il primo a farne cenno fu Julius Leisching in un saggio sulla ritrattistica d...
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After the exhibition set up in Trento in 2001, which rekindled the attention of the critics on the painter Giovanni Battista Lampi (Romeno 1751 - Vienna 1830), our knowledge of his activity and that of his two sons have greatly expanded,... more
After the exhibition set up in Trento in 2001, which rekindled the attention of the critics on the painter Giovanni Battista Lampi (Romeno 1751 - Vienna 1830), our knowledge of his activity and that of his two sons have greatly expanded, thanks to the emergence of several works from the mare magnum of the art market and to their acquisition by public and private collectors. Six unpublished portraits by Lampi senior, reappeared in the last few years on the international market and now kept in Trentino, are presented in the paper. These are works belonging to the full maturity or to the extreme creative phase of the painter, balanced between neoclassicism and romanticism: they enrich the already big catalogue of one of the main protagonists of the portraiture of his time.
The arrival in Trentino of two important portraits painted by Francesco Lampi (Klagenfurt 1782-Warsaw 1852) and the discovery of an unpublished letter written by him provide the opportunity to reconsider the information available on the... more
The arrival in Trentino of two important portraits painted by Francesco Lampi (Klagenfurt 1782-Warsaw 1852) and the discovery of an unpublished letter written by him provide the opportunity to reconsider the information available on the artist. An Italian translation of his first biography is also included in the article.
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Il primo artista a "vedere le Alpi", intese sia come soggetto autonomo di pittura sia come oggetto di trasfigurazione poetica, fu Giovanni Segantini. Questa, sotto il profilo critico, fu la vulgata largamente condivisa dalla critica... more
Il primo artista a "vedere le Alpi", intese sia come soggetto autonomo di pittura sia come oggetto di trasfigurazione poetica, fu Giovanni Segantini. Questa, sotto il profilo critico, fu la vulgata largamente condivisa dalla critica italiana lungo tutto l'arco del Novecento, frutto della propensione a stabilire primati e svolte epocali nel percorso della storia dell'arte, quasi sempre a discapito della complessità del quadro generale e della reale cronologia dei fenomeni.
L’intervento propone un focus sulla mostra commemorativa di Giovanni Segantini tenutasi ad Arco nel 1958, in occasione del centenario della nascita del pittore. L’iniziativa era stata promossa da un comitato presieduto dal critico d’arte... more
L’intervento propone un focus sulla mostra commemorativa di Giovanni Segantini tenutasi ad Arco nel 1958, in occasione del centenario della nascita del pittore. L’iniziativa era stata promossa da un comitato presieduto dal critico d’arte trentino Giulio De Carli, che fu anche il curatore scientifico dell’esposizione e del catalogo, mentre il progetto di allestimento venne predisposto dall’architetto Luciano Baldessari. A Palazzo Marchetti furono radunate 31 opere del maestro tra dipinti e disegni, cui si aggiunsero riproduzioni fotografiche di altre opere che non fu possibile ottenere in prestito, nonché l’autoritratto giovanile donato al Comune di Arco, a mostra già allestita, dall’architetto milanese Felice Pasquè. Inaugurata il 6 luglio alla presenza di Gottardo Segantini e del presidente della Camera Giovanni Leone, la mostra rimase aperta fino al 7 settembre e fu visitata da oltre trentamila persone. La rassegna ebbe vasta eco sulla stampa nazionale, non senza polemiche sulla sua dislocazione ad Arco anziché a Venezia, nell’ambito della XXIX Biennale. Anche in sede critica i giudizi sul pittore espressi da De Carli nel saggio introduttivo al catalogo della mostra furono contestati, tra gli altri, da Leonardo Borgese e da Corrado Maltese.
L'autore rende noto un inedito dipinto giovanile di Giovanni Segantini raffigurante un "Abbozzo di fiori" (Iris). L'opera, siglata dall'artista, reca a tergo una dichiarazione di autenticità firmata da Gottardo Segantini in data 23 maggio... more
L'autore rende noto un inedito dipinto giovanile di Giovanni Segantini raffigurante un "Abbozzo di fiori" (Iris). L'opera, siglata dall'artista, reca a tergo una dichiarazione di autenticità firmata da Gottardo Segantini in data 23 maggio 1940.
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The article presents an unknown portrait of the sculptor Antonio Dal Zotto (1841-1918), by the American painter Charles Frederic Ulrich (1858-1908). The painting shows two bozzettos for the monument to Carlo Goldoni erected in Venice in... more
The article presents an unknown portrait of the sculptor Antonio Dal Zotto (1841-1918), by the American painter Charles Frederic Ulrich (1858-1908). The painting shows two bozzettos for the monument to Carlo Goldoni erected in Venice in 1883: they present the same variants of the first plaster model, dating back to 1876, and of the subsequent editions of the work in bronzetto format. A letter sent by the sculptor to Domenico Trentacoste (1859-1933) is also published.
After the symposium about art and book collections belonged to Count Carlo Gottardo Firmian (1716-1782), held in Trent and Rovereto in 2013, the paper examines some new information about the collecting inclination of the plenipotentiary... more
After the symposium about art and book collections belonged to Count Carlo Gottardo Firmian (1716-1782), held in Trent and Rovereto in 2013, the paper examines some new information about the collecting inclination of the plenipotentiary minister of Austrian Lombardy. Particularly, it considers the failed attempt to acquire an altarpiece - at that time attribu-
ted to Paolo Veronese - from the parish church of Cremia, on Lake Como. It is also assumes that the Milanese abbot Francesco Maria Gallarati (1729-1806) played the role of artistic advisor of the minister. Finally, the paper discusses a painting by Paolo Farinati depicting Saint John the Evangelist, which can be identified with the one mentioned in 1782 in the sales catalogue of the Firmian collection.
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The author presents an unpublished painting depicting the personification of Winter, which derives from the famous prototype created in 1563 by Giuseppe Arcimboldi (1526-1593). The work, which appeared on the Italian antique market in the... more
The author presents an unpublished painting depicting the personification
of Winter, which derives from the famous prototype created in 1563 by Giuseppe Arcimboldi (1526-1593). The work, which appeared on the Italian antique market in the 1960s, is preserved in a private collection in Trentino.
The paper presents some works by Pompeo Marchesi (1783-1858) and two portraits by Giuseppe Molteni (1800-1867) rediscovered in Austria and Bohemia.
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L’intervento ripercorre le tappe delle approfondite ricerche intraprese da Nicolò Rasmo sul celebre ritrattista Giovanni Battista Lampi (Romeno, 1751 – Vienna, 1830) e sul padre di questi, Matthias Lamp (San Lorenzo di Sebato, 1698 ca. –... more
L’intervento ripercorre le tappe delle approfondite ricerche intraprese da Nicolò Rasmo sul celebre ritrattista Giovanni Battista Lampi (Romeno, 1751 – Vienna, 1830) e sul padre di questi, Matthias Lamp (San Lorenzo di Sebato, 1698 ca. – Romeno, 1780). In una serie di articoli apparsi su “Cultura Atesina” lo studioso chiarì su base documentaria la genealogia dei Lamp/Lampi, originari della Val Pusteria ma naturalizzati trentini con il trasferimento di Matthias a Romeno, all’epoca territorio del principato vescovile di Trento. Nel 1951 Rasmo allestì a Trento la prima mostra monografica dedicata a Giovanni Battista Lampi, fornendo un primo inquadramento critico della produzione del pittore, specialmente per quanto concerne la fase giovanile della sua attività. Ulteriori scoperte e precisazioni confluirono nella monografia del 1957, predisposta dallo studioso per la “Collana Artisti Trentini” promossa da Riccardo Maroni. Una revisione dei suoi studi s’impone oggi alla luce della generale rivalutazione della pittura neoclassica e delle novità emerse in occasione della mostra svoltasi al Castello del Buonconsiglio nell’estate del 2001, che ha riportato alla ribalta i capolavori creati da Lampi durante i suoi soggiorni in Polonia e in Russia. Nel contributo, infine, vengono resi noti alcuni ritratti inediti, di cui si conserva documentazione fotografica presso l’archivio della Fondazione Rasmo-Zallinger di Bolzano.
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The paper discloses and analyzes a correspondence between the poetess Ada Negri (1870-1945) and the sculptress Thea Rasini Casalbore (1893-1939) from 1933 to 1938 and an unpublished poem composed by Ada Negri in 1939 in the death of her... more
The paper discloses and analyzes a correspondence between the poetess Ada Negri (1870-1945) and the sculptress Thea Rasini Casalbore (1893-1939) from 1933 to 1938 and an unpublished poem composed by Ada Negri in 1939 in the death of her friend.
The paper provides a first critical analysis of Teresa (Thea) Casalbore's production as a sculptor active in Milan between the second and the third decades of the twentieth century. The research concerns the works and the unpublished... more
The paper provides a first critical analysis of Teresa (Thea) Casalbore's production as a sculptor active in Milan between the second and the third decades of the twentieth century. The research concerns the works and the unpublished photographic documentation discovered at Castel Campo in Trentino, formerly residence of the artist, and other sculptures preserved in Milan, including two funerary monuments realized for the Monumental Cemetery. It also presents an unknown portrait of the artist, painted by Giuseppe Amisani.

And 72 more

The volume explores the history of the relations between patrons, intermediaries, and Venetian artists in Vienna and in the domains of the Holy Roman Empire between 1650 and 1750. In that period, there was no break between the performing... more
The volume explores the history of the relations between patrons, intermediaries, and Venetian artists in Vienna and in the domains of the Holy Roman Empire between 1650 and 1750. In that period, there was no break between the performing and figurative arts. Based on the studies of Francis Haskell, it can also be said that patronage in Vienna in the Baroque age was part of a cosmopolitan network in which intermediaries were key players. The twenty-five essays are case studies of these relationships that took place both in the territories of the House of Habsburg and in the imperial fiefs, as well as in the rest of Europe, including some non-Venetian artists.
Gli ingredienti per il perfetto ménage a trois ci sono tutti: un pittore di grido, un’avvenente ballerina francese, un aristocratico di mezza età che l’adora. E sullo sfondo una sonnacchiosa città di provincia, italiana solo a metà, nota... more
Gli ingredienti per il perfetto ménage a trois ci sono tutti: un pittore di grido, un’avvenente ballerina francese, un aristocratico di mezza età che l’adora. E sullo sfondo una sonnacchiosa città di provincia, italiana solo a metà, nota al mondo per essere stata la sede di un concilio. Davvero nulla di straordinario, se da queste premesse non fosse scaturito uno dei capolavori della pittura italiana dell’Ottocento: la "Venere che scherza con due colombe" di Francesco Hayez. Esposta nell’estate del 1830 all’Accademia di Brera, l’opera divise l’opinione pubblica e suscitò sulla stampa un mare di polemiche, avendo il pittore osato conferire alla dea della bellezza le sembianze imperfette di una donna reale. Giunta a destinazione a Trento, l’opera fu gelosamente custodita in casa del suo committente, il conte Girolamo Malfatti, e rimase inaccessibile al pubblico per quasi un secolo, fino alla sua casuale riscoperta e alla sua esposizione a Venezia nel 1923, che ne consentì la rivalutazione in sede critica.
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Restituire una visibilità storiografica e critica alle donne che hanno “fatto arte” in Trentino tra la fine dell’Ottocento e la fine del Novecento: questo è lo scopo fondamentale di questo libro, frutto di una ricerca intrapresa... more
Restituire una visibilità storiografica e critica alle donne che hanno “fatto arte” in Trentino tra la fine dell’Ottocento e la fine del Novecento: questo è lo scopo fondamentale di questo libro, frutto di una ricerca intrapresa dall’autore a tutto campo, su materiali spesso inediti e in una prospettiva dichiaratamente “di genere”. Nel volume sono confluiti i risultati di un’indagine effettuata a più riprese nei musei, in archivi pubblici e privati e soprattutto nelle collezioni private del Trentino, da cui sono emersi nomi e volti di una compagine finora invisibile: quella delle numerose pittrici e delle rare scultrici attive in Trentino nel corso del XX secolo. Si è trattato, per molti aspetti, di un lavoro di scavo effettuato ex novo, alla ricerca di vicende e carriere artistiche completamente dimenticate. Per alcune delle personalità considerate mancavano, infatti, i dati minimi per poterle valutare o rivalutare in sede critica: assenti o lacunosi i dati anagrafici, ignoti o mal delineati i percorsi formativi, sconosciute le opere e la loro ubicazione. Il volume vuole dunque essere soprattutto un compendio di dati e un repertorio di immagini, vale a dire uno strumento di consultazione destinato non solo ai cultori di storia dell’arte, ma anche a tutti coloro che intendono approfondire il contributo offerto dalle donne allo sviluppo culturale e sociale del Trentino.
il lavoro fa parte di un volume curato da Roberto Pancheri che prende in esame una statua di De Gasperi che si trova a Matera; lo scritto a firma Paolo D. Malvinni inquadra la possibilità e le modalità di analizzare un'opera di quel tipo,... more
il lavoro fa parte di un volume curato da Roberto Pancheri che prende in esame una statua di De Gasperi che si trova a Matera; lo scritto a firma Paolo D. Malvinni inquadra la possibilità e le modalità di analizzare un'opera di quel tipo, illustra il contesto storico sociale e culturale concludendo con una illuminante provocazione: mettere in mano a De Gasperi il romanzo Cristo si è fermato a Eboli, testo ispiratore delle innovazioni occorse a Matera nel dopoguerra.
Nel 2017, in occasione del centenario della morte di Luigi de Campi (Cles 1846 - Losanna 1917), la Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento, d’intesa con il Comune di Cles, ha organizzato una giornata di... more
Nel 2017, in occasione del centenario della morte di Luigi de Campi (Cles 1846 - Losanna 1917), la Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento, d’intesa con il Comune di Cles, ha organizzato una giornata di studi volta a ricordarne la figura. Personalità eclettica, studioso, saggista, uomo politico, pittore dilettante e collezionista, de Campi dedicò impegno costante alla ricerca archeologica e alla tutela del patrimonio storico, artistico e monumentale del Trentino. Il volume, che accoglie i contributi di dieci autori di diversa formazione e vocazione, fornisce un quadro aggiornato delle conoscenze a nostra disposizione sulle indagini archeologiche e sulle azioni di tutela dei beni culturali intraprese dallo studioso tra la fine dell’Ottocento e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, anche in qualità di corrispondente e poi conservatore della imperial regia Commissione Centrale per la conservazione dei monumenti di Vienna. Gli Atti della giornata di studi qui riuniti accolgono inoltre importanti approfondimenti sulla famiglia dell’archeologo clesiano e sulla sua attività politica nella veste di deputato alla Dieta provinciale del Tirolo e al Parlamento dell’Impero.
Catalogo della mostra tenutasi a Trento nel 2004 per iniziativa del Comune di Trento
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Se le statue fanno notizia solo quando le si vuole abbattere, bisogna riconoscere che il concetto stesso di monumento è entrato profondamente in crisi. La crisi riguarda anzitutto il nostro rapporto con le memorie del passato, ma è ben... more
Se le statue fanno notizia solo quando le si vuole abbattere, bisogna riconoscere che il concetto stesso di monumento è entrato profondamente in crisi. La crisi riguarda anzitutto il nostro rapporto con le memorie del passato, ma è ben percepibile anche nella progettualità monumentale del tempo presente.
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L’intervento segnala e approfondisce due episodi finora sconosciuti della biografia di Bartolomeo Bezzi, entrambi legati al suo interesse per la pittura antica. Nel settembre del 1901 sulla stampa italiana compare la notizia del... more
L’intervento segnala e approfondisce due episodi finora sconosciuti della biografia di Bartolomeo Bezzi, entrambi legati al suo interesse per la pittura antica. Nel settembre del 1901 sulla stampa italiana compare la notizia del ritrovamento di un dipinto su tavola del XV secolo raffigurante Cristo deposto, nel quale il pittore trentino ravvisa “senza alcun dubbio” la mano del Mantegna. La tavola viene esposta al pubblico per due soli giorni a Milano nella sede della Società Permanente e subito dopo Bezzi ne propone la vendita, senza successo, alla National Gallery di Londra. Lo stesso anno l’artista dona al Museo Poldi Pezzoli di Milano un piccolo dipinto a tempera attribuito a Francesco Guardi: l’opera si conserva oggi nelle collezioni del Castello Sforzesco, dove venne trasferita nel 1902 su istanza dello storico dell’arte Gustavo Frizzoni, che ne riconobbe l’appartenenza a una serie di capricci donata in precedenza al museo civico milanese dal pittore Ludovico Pogliaghi. A distanza di oltre un secolo, queste scoperte di Bezzi nell’ambito dell’arte antica ci appaiono piuttosto improbabili: nel primo caso l’attribuzione a Mantegna venne immediatamente messa in dubbio in una cronaca anonima comparsa sull’autorevole periodico “Rassegna d’arte”; nel secondo caso l’opera è stata da tempo espunta dal catalogo di Francesco Guardi ed è attualmente assegnata dubitativamente al figlio Giacomo. I due episodi rivelano tuttavia un risvolto inedito della personalità di Bezzi e attestano il suo coinvolgimento, sia pure marginale, nelle dinamiche del collezionismo e del mercato antiquariale di primo Novecento.
Ideale figura mitologica o "schifosa donna del volgo"? Il più celebre pittore dell'epoca, una seducente ballerina e un collezionista trentino innamorato? A questi e altri interrogativi rispondono, in un dialogo coinvolgente, le voci... more
Ideale figura mitologica o "schifosa donna del volgo"? Il più celebre pittore dell'epoca, una seducente ballerina e un collezionista trentino innamorato? A questi e altri interrogativi rispondono, in un dialogo coinvolgente, le voci esperte dei due relatori, Alessandra Tiddia e Roberto Pancheri
L’intervento propone un focus sulla mostra commemorativa di Giovanni Segantini tenutasi ad Arco nel 1958, in occasione del centenario della nascita del pittore. L’iniziativa era stata promossa da un comitato presieduto dal critico d’arte... more
L’intervento propone un focus sulla mostra commemorativa di Giovanni Segantini tenutasi ad Arco nel 1958, in occasione del centenario della nascita del pittore. L’iniziativa era stata promossa da un comitato presieduto dal critico d’arte trentino Giulio De Carli, che fu anche il curatore scientifico dell’esposizione e del catalogo, mentre il progetto di allestimento venne predisposto dall’architetto Luciano Baldessari. A Palazzo Marchetti furono radunate 31 opere del maestro tra dipinti e disegni, cui si aggiunsero riproduzioni fotografiche di altre opere che non fu possibile ottenere in prestito, nonché l’autoritratto giovanile donato al Comune di Arco, a mostra già allestita, dall’architetto Felice Pasquè. Inaugurata il 6 luglio alla presenza di Gottardo Segantini e del presidente della Camera Giovanni Leone, la mostra rimase aperta fino al 7 settembre e fu visitata da oltre trentamila persone. La rassegna ebbe vasta eco sulla stampa nazionale, non senza polemiche sulla sua dislocazione ad Arco anziché a Venezia, nell’ambito della XXIX Biennale.
Settimana della Cultura 2009 -
Milano, Palazzo Litta, 23 aprile 2009
In occasione dell’Anno europeo del patrimonio culturale, la Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento e l’Associazione Dimore Storiche Italiane - Sezione Trentino Alto Adige/Südtirol organizzano congiuntamente... more
In occasione dell’Anno europeo del patrimonio culturale, la Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento e l’Associazione Dimore Storiche Italiane - Sezione Trentino Alto Adige/Südtirol organizzano congiuntamente un convegno di studi sul tema delle dimore storiche di proprietà privata, con uno sguardo che dall’ambito regionale si estende al vicino Land del Tirolo e ad altre realtà italiane. L’iniziativa vuole essere un’occasione di conoscenza, aggiornamento e rifl essione, tramite la ricerca di metodologie e soluzioni compatibili con le diverse esigenze, sulle problematiche connesse alla conservazione, all’utilizzo e alla valorizzazione di castelli, palazzi, ville e giardini storici intesi sia come componente essenziale del patrimonio culturale di pubblico interesse, sia come risorsa strategica per lo sviluppo sociale ed economico del Paese.
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Icone del potere. I ritratti di Maria Teresa dalla Corte di Vienna alle quadrerie del Trentino
Tutela e restauro di altari lignei, affreschi e iscrizioni in Val di Non tra il 1900 e il 1914. Notizie inedite dall'archivio di Luigi de Campi
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Tra l’età napoleonica e l’avvio della restaurazione furono attivi in Trentino tre artisti ‘a patria variabile’. Il pittore Domenico Zeni, che fu l’ultimo ritrattista dei principi vescovi, era nato nel 1762 a Bardolino, territorio della... more
Tra l’età napoleonica e l’avvio della restaurazione furono attivi in Trentino tre artisti ‘a patria variabile’. Il pittore Domenico Zeni, che fu l’ultimo ritrattista dei principi vescovi, era nato nel 1762 a Bardolino, territorio della Repubblica di Venezia, ed era poi cresciuto a Riva del Garda. Dopo aver cantato in sonetti celebrativi le vittorie asburgiche sulle armate rivoluzionarie aderì alla causa napoleonica e immortalò in un grandioso quadro la Guardia Civica di Trento. Nel 1812 si trasferì a Brescia, all’epoca città del Regno d’Italia, dove morì sette anni dopo, suddito del Regno Lombardo-Veneto. Lo scultore Salvatore de Carlis, nativo di Villamontagna presso Trento, nel 1806 si trasferì a Roma grazie al sostegno economico di un gruppo di concittadini capitanati dal conte Benedetto Giovanelli. Fu poi patrocinato dalla Corona bavarese, di cui era diventato suddito dopo la pace di Presburgo, senza tuttavia mai lasciare l’Urbe, divenuta nel frattempo la seconda capitale dell’Impero napoleonico. Nel 1839 viveva ancora a Roma, regnante papa Gregorio XVI. Giovanni Pock, nato a Dešenice in Boemia nel 1786, esordì come pittore in Val Rendena, dove il padre si era trasferito nel 1805 per lavoro, e quindi a Trento, all’epoca “città d’Italia”. Dopo varie peregrinazioni nel 1825 si stabilì definitivamente a Milano, recuperando così lo status di suddito asburgico che aveva acquisito alla nascita. Ciascuno dei tre artisti venne definito “trentino” e/o “tirolese”.
Conferenza tenuta al Castello Visconteo di Pavia il 28 marzo 2012 in occasione dell'esposizione del dipinto alla mostra "La Pittura italiana del XIX secolo. Dal neoclassicismo al simbolismo"
L'intervento focalizza l'attenzione sui rapporti intercorsi tra il grande giurista e il principato vescovile di Trento, sua terra d'origine. Viene inoltre analizzata la sua iconografia, che vanta testimonianze artistiche di notevole... more
L'intervento focalizza l'attenzione sui rapporti intercorsi tra il grande giurista e il principato vescovile di Trento, sua terra d'origine. Viene inoltre analizzata la sua iconografia, che vanta testimonianze artistiche di notevole interesse.
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Dimora storica del XVIII secolo - Casa natale di Celestino Endrici
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