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Questo articolo prende in esame la Loggia del cardinale e vescovo di Vicenza Giovanni Battista Zeno, portata a termine nel 1494 e situata all’interno del Palazzo Vescovile vicentino. Il monumento non ha goduto di particolari attenzioni... more
Questo articolo prende in esame la Loggia del cardinale e vescovo di Vicenza Giovanni Battista Zeno, portata a termine nel 1494 e situata all’interno del Palazzo Vescovile vicentino. Il monumento non ha goduto di particolari attenzioni critiche dal momento che è rimasto ai margini del più ampio dibattito sull’architettura vicentina del tardo Quattrocento. Attraverso dati d’archivio inediti il saggio indaga le modifiche occorse al complesso vescovile nell’ultimo quarto del Quattrocento, concentrandosi sull’edificazione della loggia che si affaccia sul cortile interno. L’indagine è stata condotta seguendo il doppio filo del lessico architettonico e della scultura decorativa, al fine di restituire al monumento la giusta importanza all’interno del panorama architettonico non solo vicentino, ma veneto in senso lato.
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in "La città medievale è la città dei frati?", a cura di S. Beltramo, G. Guidarelli, in "La condizione urbana come fenomeno pervasivo", 11-14 settembre 2 0 1 9 | B O LO G N A IX CONGRESSO AISU PROGRAMMA / PROGRAM The global city The urban... more
in "La città medievale è la città dei frati?", a cura di S. Beltramo, G. Guidarelli, in "La condizione urbana come fenomeno pervasivo", 11-14 settembre 2 0 1 9 | B O LO G N A IX CONGRESSO AISU PROGRAMMA / PROGRAM The global city The urban condition as a pervasive phenomenon S e p t e m b e r 1 1 t h-1 4 t h , 2 0 1 9 | B O LO G N A
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André Corboz utilizzò il termine palinsesto per proporre un'efficace metafora (Le territoire comme palimpseste) tra il documento pergamenaceo e la città e/o il territorio su cui l'uomo applica il proprio fare. La pergamena, che dal... more
André Corboz utilizzò il termine palinsesto per proporre un'efficace metafora (Le territoire comme palimpseste) tra il documento pergamenaceo e la città e/o il territorio su cui l'uomo applica il proprio fare. La pergamena, che dal Medioevo ha tramandato le scritture, era un materiale di grande pregio e veniva più volte riutilizzato, abraso, talvolta invertito e riscritto, pur non perdendo mai la propria 'stratificazione', di cui rimanevano leggibili le tracce. La città e il suo territorio sono come una pergamena, trasformati dall'azione della natura e dell'uomo, e dotati nei secoli di significati differenti in relazione alle società che li modificano, senza però cancellare i segni del tempo, sia naturali sia antropici. Gli studi, che si sono perfezionati nel corso degli anni, sono ancora attuali? La risposta è chiaramente affermativa e i layer che appaiono oggi sovrapponibili nei tessuti urbani e nei loro territori rappresentano per la nostra società un'eredità da non cancellare, ma, anzi, da conoscere ed esaltare. Ci vorremmo interrogare su questo complesso patrimonio di tracce, di immagini, di narrazioni: come siamo arrivati all'attuale complessità urbana? come possiamo descrivere le nostre città? come le vediamo e le rappresentiamo? come possiamo recuperarle e valorizzarle?