Torino

A Cortina è vecchia e da rifare la pista da bob scelta dal Coni contro Cesana

Polemico il presidente Chiamparino: "Valutare i costi in modo omogeneo senza limitarsi alle stime indicate nei dossier"

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Riprendere in mano l’elenco degli impianti per le Olimpiadi del 2026 e "valutare i costi in modo omogeneo e non basandosi solo sui dossier presentati dalle città". Il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, parte da questo punto per stilare le richieste da presentare al Coni che dovranno essere concordate martedì nell’incontro con i sindaci olimpici, cui dovrebbe partecipare anche Chiara Appendino. Da qualche tempo nei cellulari degli amministratori piemontesi circola la foto della pista da bob di Cortina coperta di erbacce. Ed è proprio quella che secondo il piano presentato dal Coni dovrebbe ospitare le gare dei Giochi invernali diffusi tra Torino, Milano e Cortina appunto.

Rispetto a quella foto di luglio, ora la pista sembra meglio: "Ci siamo messi in 40 a ripulirla perché fosse decente almeno alla vista, ma è chiaro che non è utilizzabile — spiega Gianfranco Rezzadore, ex bobbista e presidente del Bob Club Cortina — Noi abbiamo un preventivo per la riapertura che ha fatto l’agenzia tedesca che si è occupata per anni di questi impianti che ipotizza un costo minimo di 14 milioni". Nel budget del dossier presentato da Cortina però si parla di soli 2 milioni: "Non sono in grado di dire se e quanto costi davvero rimettere in funzione il loro impianto — ragiona Chiamparino — Bisogna lasciar la parola agli esperti però perché tutti hanno fatto il dossier tirando l’acqua al proprio mulino".
Fin da subito il presidente aveva parlato di una scelta "irrazionale" da parte del Coni nel non dare a Cesana le gare di bob e slittino: "Ma può valere anche per altri impianti — dice ora — Il punto non è fare un braccio di ferro con il Coni. Quello che chiediamo, e spero che Appendino sia d’accordo, è che le proposte del Coni siano vagliate tenendo conto di costi valutati in modo omogeneo e non limitandosi alle stime dei dossier".

Nelle scorse settimane il sindaco di Cesana, Lorenzo Colomb, aveva scritto a Chiamparino perché ci fosse un’inversione di rotta sulla gestione della trattativa con il Coni. Posizione condivisa anche da altri primi cittadini, come quello di Sestriere Valter Marin e quello di Bardonecchia, Francesco Avato. "Una proposta c’è e nessuno vuole metterla in discussione, ma il dossier del tridente deve essere valutato con dei criteri omogenei — ammette il presidente — Noi speriamo che dopo un’analisi approfondita si arrivi ad assegnare altre gare a Torino e alle sue valli". Una posizione condivisa anche da Alberto Sasso, l’architetto vicino ai 5stelle che ha preparato il dossier di Torino. I costi per rimettere in funzione la pista di Cesana non sono così distanti da quelli di Cortina: si va dagli 8 milioni per farla ripartire, fino ai 35 milioni per renderla efficiente sul piano energetico-ambientale. Dal Veneto però sostengono di avere maggior appeal per le gare extra olimpiche: "Siamo in grado assicurare molti eventi, dalla coppa del Mondo a quella d’Europa — aggiunge Rezzadore — Chiudere la pista è stata una scelta politica sbagliata". Chiamparino pensa che anche la Valsusa potrebbe ospitare altre specialità: "Dipende dalle federazioni dove vanno le gare — dice — Se il Coni decide che per tradizione è necessario puntare su Cortina deve dirlo e sugli impianti della Valsusa si dovranno fare valutazioni diverse, ma è chiaro che le cose non possono restare come adesso".