The Wayback Machine - https://web.archive.org/web/20071130031634/http://www.lager.it:80/bolzano.html
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Campo di concentramento-transito di BOLZANO-GRIES (Italia)

La struttura del lager di Bolzano comprendeva due capannoni che furono suddivisi in vani separati fra di loro da tramezzi . All'inizio i blocchi erano circa sei . Gli internati da 100 a 250 per blocco , dormivano su tavolati coperti di sacchi ripieni di truccioli di legno . Progettato per 1.500 prigionieri su di un'area di due ettari, con un blocco esclusivamente femminile, fu successivamente ampliato e raggiunse una capienza massima di circa 4.000 prigionieri , con 10 baracche per soli uomini . Dal campo di Bolzano dipendevano altri campi di concentramento : Bressanone, Merano, Sarentino, Campo Tures, Certosa di Val Senales, Colle Isarco, Moso in val Passiria e Vipiteno. .
Il campo era gestito dalle SS di Verona, comandato dal tenente Titho e dal maresciallo Haage che già avevano svolto gli stessi incarichi a Fossoli. Alle loro dipendenze una guarnigione di tedeschi, sudtirolesi ed ucraini (questi ultimi, giovanissimi, tristemente ricordati per il loro sadismo). Furono internati a Gries soprattutto prigionieri politici, partigiani (o familiari di partigiani presi in ostaggio), ebrei, zingari e prigionieri alleati. Tra le donne molte le militanti antifasciste, le ebree, le zingare, le slave e le mogli, le sorelle, le figlie di perseguitati antifascisti. Infine i bambini, provenienti da famiglie ebree, zingare e slave già deportate per motivi razziali .
Gli internati , appena arrivavano dovevano spogliarsi . Ricevevano una divisa e degli zoccoli , e a ognuno veniva assegnato un numero di matricola e un triangolo , a seconda della loro appartenenza (come in tutti i lager nazisti) .
I blocchi erano suddivisi per lettere : al blocco A erano alloggiati i lavoratori fissi , elettricisti , muratori e meccanici (questi erano trattati leggermente meglio) , le baracche D ed E , divise dalle altre baracche da un filo spinato , erano riservate ai cosidetti <<pericolosi>> , mentre nel blocco F erano rinchiusi donne e bambini . Poi , c'era il blocco con una cinquantina di celle anguste , destinate a chi doveva essere interrogato o comunque avere un trattamento più duro e rigoroso rispetto agli altri internati . Pessime le condizioni di vita, massacranti i tempi di lavoro, numerosi i casi di tortura ed assassinio. Il numero di matricola più alto assegnato in questo campo è stato 11.115, ma numerosi deportati - a cominciare dagli ebrei - non ricevettero un numero di matricola.
Numerosi furono i trasporti che tra l'estate 1944 e il febbraio 1945 partirono per Ravensbrück, Flossenbürg, Dachau, Auschwitz, e per Mauthausen. portando migliaia di deportati che non fecero più ritorno.
Le giornate nel campo avevano degli orari molto precisi . La sveglia era all'alba , il lavoro iniziava alla 7 fino almeno alle 16.30 . Il vitto era quasi inesistente .
La mattina , una tazza di caffè nero zuccherato , a pranzo e a cena , una scodella di rape o di verza . Il pane era quasi sempre raffermo e in modeste quantita . I prigionieri che non erano considerati <<pericolosi>> , venivano utilizzati per sgomberare le macerie dalle vie cittadine , fare scavi per la posa di cavi telefonici , svolgere lavori di falegnameria e sartoria .
Nel campo fu attivissima una organizzazione di resistenza, in stretto contatto con una struttura di appoggio esterna. Decine di persone, dentro e fuori del campo, furono impegnate in una pericolosissima attività di assistenza ai deportati, con particolare attenzione a coloro che venivano inseriti nei trasporti verso i campi di sterminio. Alcune centinaia di deportati ricevettero in questo modo notizie dalla famiglia, viveri, vestiario e denaro. Molti tra coloro che si impegnarono in questa coraggiosa opera di assistenza e di organizzazione pagarono con l'arresto, l'isolamento e anche con le torture il proprio impegno.
Il 12 settembre 1944, prelevati alle 4 del mattino, 23 giovani italiani furono condotti alle Caserme Mignon e assassinati a colpi di pistola. Altri morirono sotto le sevizie degli aguzzini, e in particolare di una coppia di giovanissimi ucraini. Uno di questi, Michael Seifert, rintracciato in Canada, è stato condannato all'ergastolo dal Tribunale Militare di Verona per i crimini commessi nel Lager. A Gries morirono diverse decine di persone: deportati politici, ebrei e prigionieri di guerra alleati.
Tra il 29 e il 30 aprile 1945 gli internati ricevettero un regolare permesso firmato dal comandante del campo e furono accompagnati, a scaglioni, ad alcuni chilometri dalla città e rilasciati. Tra la fine di aprile e i primi di maggio 1945 i deportati vennero progressivamente liberati e il Lager chiuso, mentre le SS si davano alla fuga, non prima di avere distrutto praticamente tutti i documenti del campo, cancellando così la gran parte delle prove dei loro misfatti.
Delle costruzioni dell'area del campo di Bolzano-Gries, purtroppo, oggi non rimane praticamente più traccia. Abbattuti i "blocchi" e le "celle", sull'area del Kz sorgono diversi palazzi di abitazione. La Provincia di Bolzano ha posto sotto tutela l'ampia porzione del muro di cinta originale, fin qui presso che intatto. Sul fianco del muro, un piccolissimo tratto in mattoni forati indica la vecchia apertura con passo carraio dalla quale uscivano i deportati costretti al lavoro coatto nei dintorni .
Si stima che in territorio italiano esistettero più di 400 campi di concentramento .

BOLZANO
Via Resia - Bolzano (Italia)
Il lager venne demolito per questioni igienico-sanitarie , rimane solo un tratto di muro di cinta
Dal 1995 il comune del capoluogo altoatesino sta cercando di ricostruire la memoria

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