Tempo delle donne: da Cremonini al concerto con Brunori Sas e Annalisa. E oggi ci sono Al Bano e Sangiorgi

Renato Franco

I brividi di Cremonini, l’energia delle Vibrazioni, l’ironia di Pupo, l’attesa per Giuliano Sangiorgi, la felicità — chi se non lui — di Al Bano. Il Tempo delle Donne è idee, passioni e storie. Parole declinate in pensieri e (anche) in musica perché i cantanti sono una delle tante anime di questa festa-festival dove il ritmo si è alzato venerdì sera con il set tirato delle Vibrazioni, energia rock e bis fuori programma.

Pupo ha un nome d’arte che non rende giustizia al suo non essere mai banale: «La felicità per me significa soffrire e attendere. Ho avuto molti bassi, quando sono caduto tanti godevano della mia disgrazia, ma io non me ne sono andato dal mio Paese, dovevo dimostrare che si sbagliavano». Cesare Cremonini ha toccato il cuore anche senza cantare: «Il primo ricordo netto che ho di felicità sono io che torno a casa da scuola con un bel voto. Oggi ho 38 anni e so che non posso essere felice se non ondeggio tra i sentimenti della vita: se mi togliessero la malinconia, il fallimento, la possibilità di sbagliare, la felicità non avrebbe lo stesso sapore».

Lorenzo Fragola senza rinnegare il talent che lo ha lanciato, ha raccontato di come la macchina televisiva sia difficile da maneggiare: «Ho capito che bisogna imparare a dire dei no: ora sono in grado di riconoscermi di più nelle scelte che faccio». Francesco Gabbani ha toccato la felicità vincendo due volte Sanremo: «Siamo al Tempo delle Donne, vi siete mai chiesti perché si dice la felicità e non il felicitò? È bello che sia una parola al femminile». Alessandra Amoroso è felice, perché «per la prima volta nel mio nuovo disco ci sarà una canzone scritta anche da me». In serata le parole sono state accompagnate dalla musica con il concerto Il nostro canto libero - Parte 1. Apertura con la voce di Maria Antonietta, poi Brunori e Annalisa si sono passati il testimone con la canzone che è il simbolo di questa manifestazione: La libertà. Dall’impegno e partecipazione di Gaber si scivola a un cambio di emozione: resta l’impegno ma si aggiunge la goliardia dello Stato Sociale per un finale con «sondaggio vivente»: 10 persone del pubblico salgono sul palco per rispondere a diverse domande sulla felicità (da «Il lavoro ti rende felice?» a «I soldi fanno la felicità?»), con le persone che si muovono a seconda delle risposte verso il sì o il no. Poi fuochi d’artificio dance del loro pezzo più ballato, «Una vita in vacanza», chiudono un’esibizione da applausi.

Oggi si chiude. Alle 13 Al Bano, alle 21 la Parte 2 del concerto con la sperimentazione pop di Viito, il nuovo cantautorato di Motta, l’intensità di Arisa, la sensibilità di Riccardo Sinigallia e il calore «negramaro» di Giuliano Sangiorgi con omaggio a Genova.

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