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Vetrina

La battaglia delle Alpi Occidentali (in francese Bataille des Alpes) avvenne sul confine fra il Regno d'Italia e la Repubblica francese tra il 10 e il 25 giugno 1940, durante la seconda guerra mondiale. All'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania nazista e la dichiarazione di guerra a Francia e Regno Unito non corrispose un piano preordinato: il Regio Esercito, ammassato lungo la frontiera, intraprese disordinate azioni offensive che furono efficacemente contrastate dall'esercito francese, trincerato sulle posizioni difensive della Linea Maginot. Solo la sconfitta dell'Armée française a opera dell'esercito tedesco mascherò in parte la notevole impreparazione militare italiana; il governo di Philippe Pétain, infatti, sottoscrisse il secondo armistizio di Compiègne il 22 giugno, nel quale la Germania impose alla Francia di arrendersi entro pochi giorni anche all'Italia, nonostante sul campo di battaglia si stesse delineando l'effettivo fallimento tattico-strategico delle forze armate italiane e una sostanziale vittoria difensiva francese. L'armistizio di Villa Incisa, nei pressi di Roma, firmato il 24 giugno ed entrato in vigore il giorno successivo, sancì l'annessione di alcune porzioni di territorio francese all'Italia, la creazione di una zona demilitarizzata lungo il confine e l'inizio dell'occupazione italiana della Francia meridionale.

L'aggressione italiana fu percepita come una «pugnalata alla schiena» a una nazione ormai allo stremo, oltre che un atto moralmente dubbio, dato che la dichiarazione di guerra avvenne in contemporanea con le fasi finali della campagna di Francia, quando ormai le sorti della Repubblica francese erano segnate di fronte all'avanzata inarrestabile della Wehrmacht. Oltre a essere stati alleati durante la prima guerra mondiale, i due paesi avevano una fitta rete di relazioni sociali ed economiche, soprattutto nelle zone di confine, che furono sconvolte dalla guerra. La battaglia delle Alpi dunque ruppe definitivamente queste relazioni, facendo nascere il risentimento delle popolazioni francesi che si sentirono tradite dall'attacco italiano.

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Voci di qualità

Il Gran Premio del Belgio 2001 è stato la quattordicesima prova del Campionato mondiale di Formula 1 2001. Disputata il 2 settembre sul circuito di Spa-Francorchamps, la corsa fu vinta da Michael Schumacher su Ferrari; il pilota tedesco conquistò così la cinquantaduesima vittoria in carriera, superando Alain Prost nella graduatoria dei piloti più vincenti di sempre. Dietro di lui giunsero David Coulthard e Giancarlo Fisichella, che completarono il podio. A punti arrivarono anche Mika Häkkinen, Rubens Barrichello e, per l'ultima volta in carriera, Jean Alesi.

Il Gran Premio fu caratterizzato da un incidente occorso a Luciano Burti, che, a causa di una collisione con Eddie Irvine, perse l'alettone della propria vettura schiantandosi contro una barriera di gomme ad oltre 250 chilometri orari. Il pilota brasiliano ne uscì senza gravi lesioni, riportando solamente una commozione cerebrale.

A livello di audience la gara fece registrare ascolti elevatissimi: in Italia tenne davanti alla tv oltre 11 milioni di persone con uno share vicino al 70%, mentre la televisione belga RTBF fece segnare uno dei picchi d'ascolto più alti di tutto l'anno con oltre 600.000 spettatori e il 53% di share.

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Lo sapevi che...

I Coreani di Sachalin (AFI: /ˌsækəˈliːn kəˈɹɪən/; in coreano: 사할린 한인?, 사할린 韓人?, Sahallin HaninLR, Sahallin Han-inMR; in russo Сахалинские корейцы?, Sachalinskie Korejcy), sono un gruppo etnico di Sachalin con cittadinanza russa, discendenti dei coreani provenienti dalle province di Gyeongsang (oggi Gyeongsang Settentrionale e Gyeongsang Meridionale) e Jeolla (oggi Jeolla Settentrionale e Jeolla Meridionale) che furono deportati durante il dominio coloniale giapponese.

Le prime migrazioni di coreani nell'isola di Sachalin avvennero attorno alla metà degli anni 1860, con un grande incremento a partire dagli anni 1910: l'isola, conosciuta allora come "prefettura di Karafuto", era nella sua parte meridionale sotto il dominio dei giapponesi, che obbligarono numerosi coreani a migrarvi per colmare la crescente richiesta di manodopera nelle miniere di carbone e nei depositi di legname. Successivamente, quando l'Armata Rossa invase Sachalin, una numerosa minoranza dei residenti coreani non ebbe modo di rimpatriare, e coloro che rimasero vissero in esilio per quattro decenni. Con la successiva dissoluzione dell'Unione Sovietica diversi paesi (quali Corea del Nord, Corea del Sud e Giappone) iniziarono a occuparsi del rimpatrio dei coreani di Sachalin.

A causa della diversa lingua e della storia dell'immigrazione, i coreani di Sachalin possono o meno identificarsi come Koryo-saram, altro gruppo etnico di origine coreana, con cui fanno parte della cosiddetta comunità subetnica dei "coreani post-sovietici", della quale rappresentano il gruppo meno popoloso.

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Ricorrenze del 24 aprile

Philippe Pétain

Nati...

...e morti

In questo giorno accadde...

Ricorre oggi: la Chiesa cattolica celebra la memoria dei santi Fedele da Sigmaringen, Benedetto Menni e Maria di Sant'Eufrasia Pelletier.

 

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Dagli altri progetti

Questa settimana la voce da tradurre è:

(versione in italiano: Debora Ascarelli)

La nostra personalità è fragile, è molto più in pericolo che non la nostra vita; e i savi antichi, invece di ammonirci «ricordati che devi morire», meglio avrebbero fatto a ricordarci questo maggior pericolo che ci minaccia.
Primo Levi

Bruco tigrato dall'asta dorata (Xylena solidaginis) che si nutre di una Dactylorhiza russowii nella palude di Niitvälja, Estonia nordoccidentale. Questo bruco si trasforma poi in una falena (Lithomoia solidaginis) della famiglia delle Noctuidae. Si trova nella maggior parte dell'Europa, ad eccezione della penisola iberica, dell'Irlanda, dell'Islanda e delle parti occidentali e meridionali della penisola balcanica. Poi verso est è diffusa negli Urali, nella Kamčatka e in Giappone. Sulle Alpi si trova fino a circa 1.500 metri di altitudine. È diffusa principalmente nei terreni paludosi, nelle foreste miste umide, nella tundra e nella taiga.

L'indomani
Neera, Milano, 1889.

Pesaro

È la seconda città più popolosa delle Marche, dopo Ancona. Affacciata sul Mare Adriatico e attraversata dal fiume Foglia, Pesaro è un centro balneare e industriale situato tra due colline costiere, il San Bartolo e l'Ardizio. Il suo centro storico è ricco di elementi di interesse, specie del periodo rinascimentale. Pesaro è stata eletta capitale italiana della cultura 2024.

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