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Documento della Segreteria Generale del Sinodo: Gruppi di studio su questioni emerse nella Prima Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi da approfondire in collaborazione con i Dicasteri della Curia romana, 14.03.2024


Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Testo in lingua italiana

SEGRETERIA GENERALE DEL SINODO

Gruppi di studio su questioni emerse nella Prima Sessione

della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi

da approfondire in collaborazione con i Dicasteri della Curia romana

Traccia di lavoro

1. Secondo il compito che le era stato affidato, la Prima Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2023) ha affrontato gli interrogativi emersi dal Popolo di Dio nella fase della consultazione e dell’ascolto del Sinodo 2021-2024, con l’obiettivo di proseguire nella messa a fuoco dei passi che «lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale»[1]. I frutti del lavoro della Prima Sessione sono raccolti nella Relazione di Sintesi (RdS), che li articola attorno a venti nuclei, a ciascuno dei quali dedica un capitolo. In ogni capitolo, la RdS evidenzia convergenze, questioni da affrontare e proposte.

2. Tra i frutti della Prima Sessione va registrato l’emergere di una serie di rilevanti questioni concernenti la vita e la missione della Chiesa in prospettiva sinodale, su cui l’Assemblea ha raggiunto un consenso consistente, quasi sempre superiore al 90%. Si tratta di materie che «richiedono di essere trattate a livello della Chiesa intera e in collaborazione con i Dicasteri della Curia romana»[2], con tempi adeguati. Esse mantengono un duplice legame con il processo del Sinodo 2021-2024. Da un lato, infatti, impattano sulla fisionomia e sullo stile di una Chiesa sinodale; dall’altro, il loro approfondimento richiede di essere portato avanti con modalità autenticamente sinodali, coinvolgendo Esperti di tutti i continenti, valorizzando la collaborazione interdicasteriale e configurando in questo modo un laboratorio pratico di sinodalità. Non sono importanti solo i temi, ma come si fa la riflessione, ascoltando insieme la voce dello Spirito Santo. È Lui infatti il vero maestro di armonia e di comunione, che spiazza le nostre previsioni e aspettative per creare qualcosa di nuovo; è Lui che ci guida nella missione e sa ciò di cui in ogni epoca e in ogni momento c’è bisogno.

3. Nella Lettera inviata al Segretario Generale del Sinodo il 22 febbraio 2024, il Santo Padre ha raccolto in dieci punti questi temi, indicandoli come questioni che, «per loro natura, esigono di essere affrontate con uno studio approfondito» da parte di Gruppi di studio appositamente costituiti. Li riportiamo qui di seguito:

1. Alcuni aspetti delle relazioni tra Chiese orientali cattoliche e Chiesa latina (RdS 6).

2. L’ascolto del grido dei poveri (RdS 4 e 16).

3. La missione nell’ambiente digitale (RdS 17).

4. La revisione della Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis in prospettiva sinodale missionaria (RdS 11).

5. Alcune questioni teologiche e canonistiche intorno a specifiche forme ministeriali. (RdS 8 e 9).

6. La revisione, in prospettiva sinodale e missionaria, dei documenti che disciplinano le relazioni fra Vescovi, Vita consacrata, Aggregazioni ecclesiali (RdS 10).

7. Alcuni aspetti della figura e del ministero del Vescovo (in particolare: criteri di selezione dei candidati all’episcopato, funzione giudiziale del Vescovo, natura e svolgimento delle visite ad limina Apostolorum) in prospettiva sinodale missionaria (RdS 12 e 13).

8. Il ruolo dei Rappresentanti Pontifici in prospettiva sinodale missionaria (RdS 13).

9. Criteri teologici e metodologie sinodali per un discernimento condiviso di questioni dottrinali, pastorali ed etiche controverse (RdS 15).

10. La recezione dei frutti del cammino ecumenico nelle prassi ecclesiali (RdS 7).

Il Santo Padre ha altresì affidato alla Segreteria Generale del Sinodo il compito di «predisporre la traccia di lavoro che precisi il mandato dei Gruppi». Adempiendo a tale mandato, la Segreteria Generale presenta di seguito, per ciascuna di tali questioni, una Scheda che indica sinteticamente l’ambito specifico dei temi oggetto di approfondimento e i soggetti prioritari da coinvolgere.

4. Dall’elenco indicato dal Santo Padre sono escluse le tematiche presenti nella RdS che saranno oggetto del discernimento della Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2024). Secondo quanto indicato nel Documento Verso ottobre 2024 della Segreteria Generale del Sinodo dell’11 dicembre 2023, questa si concentrerà su «Come essere Chiesa sinodale in missione?» per identificare «forme concrete dell’impegno missionario a cui siamo chiamati, nel dinamismo tra unità e diversità proprio di una Chiesa sinodale». Si affronterà così il tema della partecipazione, che valorizza «l’originalità di ogni battezzato e di ogni Chiesa nell’unica missione di annunciare il Signore risorto e il suo Vangelo al mondo di oggi», in rapporto all’esercizio dell’autorità, come espressione della comunione a servizio della missione. In particolare, questa specifica dinamica della Chiesa sinodale sarà approfondita nel suo significato teologico, nelle sue concrete configurazioni canoniche e nelle sue modalità pratiche di attuazione, su tre livelli: quello di ciascuna Chiesa locale, quello dei raggruppamenti di Chiese (nazionali, regionali, continentali), quello della Chiesa intera nella relazione tra il primato del Vescovo di Roma, la collegialità episcopale e la sinodalità.

A riguardo di queste tematiche è già stato avviato un processo di consultazione delle Chiese locali di tutto il mondo, sui cui contributi si baserà la redazione dell’Instrumentum laboris della Seconda Sessione. Il documento Verso ottobre 2024 dettaglia i passaggi e i tempi di questo importante lavoro. Non è possibile tracciare una netta linea di demarcazione tra le materie oggetto del lavoro della Seconda Sessione e quelle comprese nell’elenco di cui al n. 3; numerosi sono i punti di contatto, le interconnessioni, le sovrapposizioni. La suddivisione risponde soprattutto a criteri di praticità operativa. Sarà quindi fondamentale che i lavori lungo i diversi assi procedano in modo coordinato e in ascolto dei risultati via via raggiunti nei diversi ambiti.

5. Per questo, oltre che in ragione del duplice legame delle tematiche dell’elenco di cui al n. 3 con il processo del Sinodo 2021-2024, è affidato alla Segreteria Generale del Sinodo il compito di coordinare e animare il loro approfondimento, vigilando in particolare sulla qualità sinodale del metodo di lavoro, come pure sui tempi e modalità di composizione dei Gruppi. Nello svolgere questo compito, essa sarà affiancata dalla Commissione teologica internazionale, dalla Pontificia Commissione Biblica e da una Commissione canonistica istituita a servizio del Sinodo d’intesa con il Dicastero per i Testi Legislativi, secondo quanto già stabilito nell’Udienza del 18 dicembre 2023. I Dicasteri della Curia romana, convocati sulle singole tematiche in ragione delle loro specifiche competenze, parteciperanno al coordinamento dei lavori od offriranno la propria collaborazione, dando così specifica attuazione all’art. 33 della Costituzione Apostolica “Praedicate Evangelium” sulla Curia Romana e il suo servizio alla Chiesa e al Mondo.

6. I Gruppi di studio che saranno costituiti per affrontare le diverse tematiche avranno cura di coinvolgere Esperti e Vescovi delle diverse parti del mondo, individuati in ragione delle loro competenze e avendo cura di rispettare la varietà di provenienze geografiche, ambiti disciplinari, genere e condizione ecclesiale necessaria per un approccio autenticamente sinodale; raccoglieranno e valorizzeranno i contributi già esistenti sulle tematiche loro assegnate; gli approfondimenti che forniranno dovranno essere informati non solo dallo studio e dalla ricerca, ma anche dalla considerazione dei frutti dell’ascolto attivo in una diversità di situazioni pastorali e dalle considerazioni delle Chiese locali.

I responsabili del coordinamento di ciascun Gruppo di studio definiranno più precisamente i partecipanti, la metodologia e il calendario dei lavori in modo adeguato alle materie trattate e garantendo l’adozione di modalità autenticamente sinodali. Ogni Gruppo dovrà elaborare all’inizio un piano di lavoro e consegnare un breve report con un’istruzione della tematica entro il 5 settembre 2024, in modo che possa essere presentato alla Seconda Sessione dell’Assemblea sinodale, seguendo le indicazioni che saranno fornite dalla Segreteria Generale del Sinodo. I Gruppi dovranno terminare i loro lavori possibilmente entro la fine del mese di giugno 2025.

7. Inoltre, a servizio del processo sinodale in senso più ampio, la Segreteria Generale del Sinodo attiverà un “Forum permanente” per approfondire gli aspetti teologici, giuridici, pastorali, spirituali e comunicativi della sinodalità della Chiesa, anche per rispondere alla richiesta formulata dalla RdS «di promuovere, in sede opportuna, il lavoro teologico di approfondimento terminologico e concettuale della nozione e della pratica della sinodalità» (RdS 1p). Nel proprio lavoro, il «Forum permanente» porrà attenzione anche a: «chiarire il rapporto tra sinodalità e comunione, così come quello tra sinodalità e collegialità» (RdS 1j); far «emergere le molte espressioni della vita sinodale in contesti culturali in cui le persone sono abituate a camminare insieme come comunità» (1l); studiare «l’apporto che l’esperienza delle Chiese orientali cattoliche può offrire alla comprensione e alla pratica della sinodalità» (RdS 6d; cfr anche 1k); «approfondire le diverse concezioni e pratiche della sinodalità nelle varie tradizioni ecclesiali d’Oriente e d’Occidente, in uno spirito di scambio dei doni» (RdS 7g). Dello stato di avanzamento dei lavori di questo «Forum» si riferirà durante la Seconda Sessione dell’Assemblea sinodale.

1. Alcuni aspetti delle relazioni tra Chiese orientali cattoliche e Chiesa latina

L’Assemblea sinodale ha evidenziato la necessità di una maggiore conoscenza reciproca e di un dialogo tra i membri delle Chiese orientali cattoliche e della Chiesa latina. In un contesto di crescente migrazione, che ha visto lo sviluppo di comunità cristiane orientali in diaspora, le comunità di tradizioni orientali e latina coesistono oggi nella maggior parte del mondo. A riguardo, la RdS sottolinea che «Per diversi motivi, la costituzione di gerarchie orientali nei Paesi di immigrazione non è sufficiente per risolvere il problema, ma occorre che le Chiese locali di rito latino, in nome della sinodalità, aiutino i fedeli orientali emigrati a preservare la loro identità e a coltivare il loro patrimonio specifico, senza subire processi di assimilazione» (RdS 6c).

Sulla scia di quanto proposto dalla RdS (RdS 6j), si dà vita a un Gruppo di studio formato da teologi e canonisti orientali e latini, coordinato dalla Segreteria Generale del Sinodo e dal Dicastero per le Chiese orientali, che, dopo il necessario approfondimento, possa formulare indicazioni:

· relative alla partecipazione alle Conferenze Episcopali dei Vescovi orientali al di fuori del territorio canonico (RdS 19l);

· relative a linee guida per le Diocesi latine sul cui territorio vivano presbiteri e fedeli orientali (cfr. RdS 6c), in modo da aiutarli «a preservare la loro identità e a coltivare il loro patrimonio specifico» (RdS 6c), e con lo scopo di «trovare modalità che rendano visibile e sperimentabile una effettiva unità nella diversità» (RdS 6f).

Tale Gruppo potrebbe inoltre istruire i dossier riguardanti la richiesta di «istituire un Consiglio dei Patriarchi e Arcivescovi Maggiori delle Chiese orientali cattoliche presso il Santo Padre» (RdS 6h), e l’adeguata rappresentanza di membri delle Chiese orientali cattoliche nei Dicasteri della Curia romana, «per arricchire la Chiesa intera con il contributo della loro prospettiva, favorire la soluzione dei problemi rilevati e partecipare al dialogo ai diversi livelli» (RdS 6k).

2. L’ascolto del grido dei poveri

Il cap. 16 della RdS esprime la consapevolezza che «Ascolto è il termine che meglio esprime l’esperienza più intensa che ha caratterizzato i primi due anni del percorso sinodale e anche i lavori dell’Assemblea» (RdS 16a), e afferma che «Una Chiesa sinodale non può rinunciare a essere una Chiesa che ascolta, e questo impegno deve tradursi in azioni concrete» (RdS 16n).

Mettersi in ascolto consente alla comunità cristiana di «assumere l’atteggiamento di Gesù nei confronti delle persone che incontrava» (RdS 16d). «Lungo il processo sinodale, la Chiesa ha incontrato molte persone e molti gruppi che chiedono di essere ascoltati e accompagnati» (RdS 16e). Ciascuno ha la propria storia; ad accomunare tutti è l’esperienza di essere vittima di forme di emarginazione, esclusione, abuso od oppressione, in molte situazioni diverse e anche nella comunità cristiana. Per queste persone, ricevere ascolto è una esperienza di affermazione e riconoscimento della propria dignità profondamente trasformativa (cfr. RdS 4a e 16b). Per la Chiesa, dare loro ascolto consente «di rendersi conto del loro punto di vista e di mettersi concretamente al loro fianco» (RdS 16i). Inoltre, «Stare al fianco dei poveri significa impegnarsi con loro anche nella cura della nostra casa comune: il grido della terra e il grido dei poveri sono lo stesso grido» (RdS 4e).

Proprio per la valenza teologica dell’ascoltare, «a mettersi in ascolto è la Chiesa» (RdS 16d). Concretamente questo avviene grazie all’azione di quanti, spesso all’interno di progetti, organizzazioni o istituzioni, provano ad accompagnare le persone in situazione di povertà. Fondamentale è promuovere la consapevolezza che ascolto e accompagnamento sono un’azione ecclesiale e non un compito delegato ad alcuni (cfr. RdS 16n).

Si istituisce un Gruppo di studio incaricato di approfondire come potenziare la capacità di ascolto della Chiesa, ai diversi livelli e soprattutto a quello locale, nei confronti delle diverse forme di povertà e marginalità. Il Gruppo di studio affronterà domande come:

· Di quali strumenti la Chiesa già dispone per andare incontro a quanti chiedono di essere ascoltati? Quali nuovi strumenti sarebbe utile introdurre?

· Come rinsaldare il legame tra la comunità cristiana che ascolta, e coloro che concretamente operano a servizio della carità, della giustizia e dello sviluppo integrale, per evitare forme di delega e di deresponsabilizzazione? Può essere utile pensare all’istituzione di un ministero dell’ascolto e dell’accompagnamento (cfr RdS 16p)?

· In che modo si possono meglio mettere in rete le iniziative di accoglienza e di promozione umana? Come meglio affiancare all’ascolto l’azione di tutela dei «diritti di poveri ed esclusi, e […] la denuncia pubblica delle ingiustizie» (RdS 4f)?

· In che modo la ricerca teologica può imparare quello che i poveri hanno da insegnarci poiché «attraverso le loro sofferenze hanno una conoscenza diretta del Cristo sofferente (cfr. Evangelii gaudium, n. 198)» (RdS 4h)?

· Con quali strumenti è possibile dare risposta ai bisogni formativi di coloro che sono direttamente impegnati nel servizio della carità e nella promozione della giustizia e dello sviluppo umano integrale? Come possiamo sviluppare una spiritualità che li sostenga?

Il Gruppo di studio sarà coordinato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale insieme alla Segreteria Generale del Sinodo; parteciperà anche il Dicastero per il Servizio della Carità e saranno coinvolti persone, progetti, organizzazioni e reti rilevanti per gli ambiti trattati.

3. La missione nell’ambiente digitale

Il cap. 17 della RdS costituisce l’orizzonte al cui interno cogliere l’importanza per la Chiesa di portare avanti la missione di annuncio del Vangelo anche nell’ambiente digitale, che coinvolge ogni aspetto della vita umana e va quindi riconosciuto come una cultura e non solo come un’area di attività. Tuttavia la Chiesa stenta a riconoscere l’azione nell’ambiente digitale come una dimensione cruciale della propria testimonianza nella cultura contemporanea (cfr. RdS 17b).

Pur riguardando tutti, l’azione nel mondo digitale è contrassegnata da un’attenzione particolare al mondo giovanile: molti giovani «hanno abbandonato gli spazi fisici della Chiesa in cui cerchiamo di invitarli a favore degli spazi online» (RdS 17k); al tempo stesso, «i giovani, e tra di loro i seminaristi, i giovani preti e i giovani consacrati e consacrate, che spesso ne hanno una esperienza diretta, sono i più adatti per aiutare la Chiesa a portare avanti la missione nell’ambiente digitale» (RdS 17d).

Oltre a incoraggiare le Chiese locali a una maggiore attenzione all’ambiente digitale (cfr. Verso ottobre 2024, n. 2), è opportuna la costituzione di un Gruppo di studio per approfondire le implicazioni a livello teologico, spirituale e canonico e identificare i requisiti a livello strutturale, organizzativo e istituzionale per svolgere la missione digitale. «È pure necessaria una rinnovata attenzione alla questione dei linguaggi che utilizziamo per parlare alle menti e ai cuori delle persone in una grande diversità di contesti, in un modo che risulti accessibile e bello» (RdS 5l). Il Gruppo lavorerà affrontando domande quali:

Che cosa può imparare a una Chiesa sinodale missionaria da una maggior immersione nell'ambiente digitale? Con quali criteri possiamo valutare le molte esperienze che hanno avuto luogo durante la pandemia, così da individuare quali possono essere «i benefici duraturi per la missione della Chiesa nell’ambiente digitale» (RdS 17j)?

Come è possibile integrare in maniera più ordinaria la missione digitale nella vita della Chiesa e nelle strutture ecclesiali, approfondendo le implicazioni della nuova frontiera missionaria digitale per il rinnovamento delle strutture parrocchiali e diocesane esistenti (cfr. RdS 17j)?

Quali adattamenti all’ambiente digitale richiede la nozione di giurisdizione? Infatti «le iniziative apostoliche online hanno una portata e un raggio d’azione che si estende oltre i confini territoriali tradizionalmente intesi. Questo solleva importanti quesiti su come possano essere regolamentate e a quale autorità ecclesiastica competa la vigilanza» (RdS 17h).

Il Gruppo di studio sarà coordinato dal Dicastero per le comunicazioni e dalla Segreteria Generale del Sinodo; saranno coinvolti anche il Dicastero per la Cultura e l’Educazione e il Dicastero per l’Evangelizzazione. Le persone che si sono impegnate nell’iniziativa “La Chiesa ti ascolta” sono disponibili a offrire il loro contributo.

4. La revisione della Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis in prospettiva sinodale missionaria

La RdS segnala la necessità di prestare una particolare attenzione alla formazione dei diaconi e dei presbiteri e formula esplicitamente la richiesta «che i seminari o altri percorsi di formazione dei candidati al ministero siano collegati alla vita quotidiana delle comunità» (RdS 11e). Chiede inoltre che «i candidati al ministero prima di intraprendere cammini specifici, abbiano maturato una reale, sebbene iniziale, esperienza di comunità cristiana» e che il cammino formativo non crei «un ambiente artificiale, separato dalla vita comune dei fedeli» (RdS 14n). Sottolinea inoltre l’importanza che «L’esperienza dell’incontro, della condivisione della vita e del servizio ai poveri e agli emarginati diventi parte integrante di tutti i percorsi formativi […] in particolare per i candidati al ministero ordinato e alla vita consacrata» (RdS 4o).

La formazione al ministero ordinato e nel ministero ordinato (cioè la formazione permanente) va inserita nella trama di relazioni che costituiscono la Chiesa e che la rendono “segno e strumento” dell’unione di Dio con l’umanità e degli esseri umani tra loro.

Per quanto concerne le Chiese orientali cattoliche, in questa materia devono preparare le proprie norme, a partire dal proprio patrimonio liturgico, teologico, spirituale e disciplinare.

Per quanto riguarda la Chiesa latina, attualmente, per i Paesi di competenza del Dicastero per il Clero, e parzialmente per i territori di competenza del Dicastero per l’Evangelizzazione (Sezione per la Prima Evangelizzazione e le Nuove Chiese Particolari), per gli Istituti di vita consacrata e per le Società di vita apostolica, per le Associazione clericali che possono incardinare chierici, per gli Ordinariati militari e gli Ordinariati personali, nonché per le Case di formazione dei movimenti e delle nuove comunità ecclesiali, il profilo della formazione al ministero ordinato è indicato dalla Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis. Il dono della vocazione, pubblicata nel 2016 dall’allora Congregazione per il Clero. Le Conferenze Episcopali hanno il compito di stilare una propria Ratio Nationalis (cfr. Optatam totius 1; CIC can. 242, § 1).

Appare ora opportuno formare un Gruppo di studio che proceda a una verifica della formazione al ministero ordinato e a una revisione della Ratio Fundamentalis nella prospettiva della Chiesa sinodale missionaria (RdS 11j), a servizio delle Conferenze Episcopali, affrontando almeno questi interrogativi:

Quali aspetti, criteri, disposizioni dell’attuale Ratio Fundamentalis corrispondono al volto delle Chiesa sinodale missionaria e quali hanno maggiormente bisogno di essere ripensati?

Quali scelte vanno fatte per raccordare meglio i cammini formativi al ministero ordinato con quelli proposti per le altre figure ministeriali (ministeri istituiti e “di fatto”)?

Quali modifiche potrebbero essere previste al fine di riconoscere in modo adeguato, nei diversi contesti, le competenze delle Conferenze Episcopali?

Il compito di verifica e revisione sarà coordinato dal Dicastero per il Clero con la Segreteria Generale del Sinodo, ma richiede anche la partecipazione dei Dicasteri per l’Evangelizzazione; per le Chiese Orientali; per i Laici, la Famiglia e la Vita; per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica; per la Cultura e l’Educazione. Considerando l’importanza dell’argomento si richiede una valutazione e approfondimento del tema a livello interdicasteriale.

5. Alcune questioni teologiche e canonistiche intorno a specifiche forme ministeriali

La Relazione di Sintesi ha segnalato la necessità di «continuare ad approfondire la comprensione teologica delle relazioni tra carismi e ministeri in prospettiva missionaria» (RdS, 8i). Le dimensioni carismatica e ministeriale della Chiesa non si contrappongono né si sovrappongono. In modi differenziati e con diversi livelli di consapevolezza e di visibilità, entrambe fanno parte della vita di ciascun membro del Popolo di Dio e di ogni realtà ecclesiale.

La Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi affronterà la domanda «Come essere Chiesa sinodale in missione?». L’Assemblea sarà chiamata a proporre vie praticabili, dal punto di vista teologico e canonico, al fine di promuovere e sostenere nei diversi contesti la partecipazione di tutti i battezzati alla missione della Chiesa. Se da una parte occorre evitare che la partecipazione dei fedeli laici si limiti «a compliti intraecclesiali senza un reale impegno per l’applicazione del Vangelo alla trasformazione della società» (Evangelii gaudium, n. 102), dall’altra è necessario proseguire la ricerca sulle relazioni tra diverse forme di ministerialità ecclesiale.

Anche a servizio di questo impegno, appare importante approfondire fin d’ora alcune questioni teologiche e canonistiche legate ai seguenti temi: la specificità della potestà sacramentale; il rapporto esistente tra la potestà sacramentale (specialmente quella derivante dalla potestà di amministrare l’Eucarestia) e i servizi ecclesiali necessari per la custodia e la crescita del Santo Popolo di Dio in vista della missione; l’origine dei ministeri; la dimensione carismatica della vita della Chiesa; le funzioni e i servizi ecclesiali che non richiedono il sacramento dell’ordine; l’Ordine sacro come servizio ed i problemi derivanti di un’errata concezione dell’autorità ecclesiale; il posto delle donne nella Chiesa e la loro partecipazione ai processi decisionali e alla guida delle comunità.

È questo il contesto in cui può essere posta in maniera adeguata la questione sull’eventuale accesso delle donne al diaconato: a questo Gruppo di lavoro è affidato il compito di proseguire «la ricerca teologica e pastorale sull’accesso delle donne al diaconato, giovandosi dei risultati delle commissioni appositamente istituite dal Santo Padre» (cfr. RdS 9n).

Il lavoro avrà anche lo scopo di rispondere al desiderio espresso dall’Assemblea sinodale di «un maggiore riconoscimento e valorizzazione del contributo delle donne e di una crescita delle responsabilità̀ pastorali loro affidate in tutte le aree della vita e della missione della Chiesa» (RdS 9i).

In coordinamento con la Segreteria Generale del Sinodo, lo studio di queste tematiche è affidato al Dicastero per la Dottrina della Fede, in dialogo con i diversi Dicasteri competenti

6. La revisione, in prospettiva sinodale e missionaria, dei documenti sulle relazioni fra Vescovi, Vita consacrata, Aggregazioni ecclesiali.

La sinodalità va di pari passo con il riconoscimento e la valorizzazione dei carismi di tutti i membri del Popolo di Dio. L’Assemblea ha evidenziato l’importanza dell’articolazione dei doni gerarchici e doni carismatici nella vita e nella missione della Chiesa. Il Magistero della Chiesa ha sviluppato un ampio insegnamento a riguardo; durante la Prima Sessione è emersa chiaramente la necessità di interrogarsi sul significato ecclesiologico e sulle implicazioni canoniche e pastorali di queste acquisizioni (RdS 10e).

All’interno di questa prospettiva, la RdS riconosce la realtà e l’apporto della vita consacrata, e delle diverse forme di aggregazioni ecclesiali allo sviluppo della vita sinodale della Chiesa e chiede di approfondire in che modo i rapporti tra pastori, consacrati e consacrate, membri di movimenti ecclesiali e nuove comunità possano meglio articolarsi e porsi insieme a servizio della comunione e missione (RdS 10f).

Si istituisce a questo scopo un Gruppo di studio che approfondisca tematiche quali:

La revisione dei «“criteri direttivi sui rapporti tra i Vescovi e i Religiosi nella Chiesa” proposti nel documento Mutuae relationes del 1978» (RdS 10g).

L’identificazione, anche a partire dallo studio di buone pratiche già esistenti, di luoghi e strumenti per promuovere «incontri e forme di collaborazione in spirito sinodale tra le Conferenze Episcopali e le Conferenze delle Superiore e dei Superiori Maggiori degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica» (RdS 10h).

L’identificazione, anche sulla base dello studio di buone pratiche già esistenti, di luoghi e strumenti per promuovere relazioni organiche tra Associazioni laicali, Movimenti ecclesiali e nuove Comunità e la vita delle Chiese locali, a partire dalla configurazione delle Consulte e dei Consigli in cui convergono i rappresentanti delle Aggregazioni ecclesiali (RdS 10i)

Il Gruppo di studio sarà coordinato dalla Segreteria Generale del Sinodo, in collaborazione con i Dicasteri per i Vescovi, per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, per l’Evangelizzazione (Sezione per la Prima Evangelizzazione e le Nuove Chiese Particolari), per i Laici, la Famiglia e la Vita; dovrà anche coinvolgere le istanze internazionali di rappresentanza della vita consacrata (UISG e USG) e delle diverse aggregazioni ecclesiali.

7. Alcuni aspetti della figura e del ministero del vescovo (in particolare: criteri di selezione dei candidati all’episcopato, funzione giudiziale del Vescovo, natura e svolgimento delle visite ad limina Apostolorum).

La figura e il ruolo del Vescovo è stato uno dei temi centrali dei lavori della Prima Sessione dell’Assemblea sinodale, vista l’abbondanza di riferimenti che si trovava nell’Instrumentum laboris. Tale centralità emerge anche nella RdS, sia nei capp. 12 e 13, dedicati esplicitamente all’episcopato, sia negli altri capitoli la cui materia implica il ruolo del Vescovo, quali ad esempio i capp. 8, 10, 11, 18, 19, 20. L’approfondimento e l’esame di molti aspetti del ministero episcopale saranno oggetto del lavoro della Seconda Sessione.

Questo lavoro potrà sicuramente beneficiare di uno sforzo di preparazione e, d’altro canto, non sarà verosimilmente possibile esaurire la trattazione di tutti gli aspetti della figura e del ministero del Vescovo in sede assembleare. Per questo è opportuno affidare l’approfondimento di alcune di esse a specifici Gruppi di studio.

Un primo Gruppo, coordinato dal Dicastero dei Vescovi e dalla Segreteria Generale del Sinodo, con il coinvolgimento dei Dicasteri per l’Evangelizzazione e per le Chiese Orientali, affronterà temi come:

In una Chiesa sinodale, quali sono i criteri per la selezione dei Vescovi? (cfr. RdS 12l) Come può o deve entrare nel processo di scelta la Chiesa locale: il Popolo di Dio in tutte le sue componenti, il Presbiterio, gli organismi di partecipazione e le Conferenze Episcopali?

In questa attività di selezione che coinvolge soggetti istituzionali diversi, il Nunzio svolge un ruolo delicato, rappresentando la prossimità locale della cura universale: come può il suo servizio crescere nel coinvolgimento di tutti i membri del Popolo di Dio delle Diocesi interessate, in una prospettiva autenticamente sinodale e avendo cura di evitare pressioni inopportune? (cfr. RdS 12l).

Come possono le visite ad limina diventare un momento e strumento di esercizio di collegialità e sinodalità, nella logica dello scambio dei doni a servizio della comunione? (cfr RdS 13g)

Un secondo Gruppo, coordinato da Dicastero per i Testi Legislativi e Segreteria Generale del Sinodo, con la partecipazione dei Dicasteri per i Vescovi e per l’Evangelizzazione, approfondirà il tema della funzione giudiziale del Vescovo, già sollevata dal Motu proprio Vos estis lux mundi (25 marzo 2023):

Come promuoverne l’esercizio in una logica sinodale (cfr. RdS 12c), anche per andare incontro alla difficoltà, manifestata nel corso della Prima Sessione, di conciliare in alcuni casi il ruolo di padre e quello di giudice (cfr. RdS 12i)?

8. Il ruolo dei Rappresentanti Pontifici in prospettiva sinodale missionaria

Nel quadro della proposta della cultura della trasparenza e del rendiconto come «parte integrante di una Chiesa sinodale che promuove la corresponsabilità, oltre che un possibile presidio contro gli abusi» (RdS 12j; cfr. anche 12i e 11k), l’Assemblea ritiene «opportuno prevedere forme di valutazione dell’operato dei Rappresentanti Pontifici da parte delle Chiese locali dei Paesi dove svolgono la loro missione, al fine di agevolare e perfezionare il loro servizio» (RdS 13i).

I Nunzi svolgono un ruolo fondamentale nel processo di scelta dei Vescovi (cfr supra, la Scheda n. 7), ma ancora più rappresentano uno snodo fondamentale dell’articolazione tra il livello locale e quello universale della vita della Chiesa. Il loro ministero e il modo con cui è svolto vanno quindi sintonizzati con l’attenzione alle Chiese locali tipica di una Chiesa sinodale (cfr RdS 13c). Questa spinta mette in evidenza «il ruolo determinante delle Conferenze Episcopali» (RdS 19d), di cui occorre ripensare prerogative e competenze in chiave sinodale, fa emergere «la necessità di una istanza di sinodalità e collegialità a livello continentale» (ibid.) e motiva la proposta di «rafforzare la provincia ecclesiastica o metropolia, come luogo di comunione delle Chiese locali di un territorio» (RdS 19i). Il modificarsi in chiave sinodale dell’ambiente con cui i Nunzi Apostolici si interfacciano, nella linea di una maggiore ricchezza di istanze intermedie, richiede di ricomprendere come il loro ministero possa oggi aiutare a consolidare i legami di comunione tra le Chiese locali e il Successore di Pietro, per permettergli di conoscere, in modo più sicuro, le loro necessità e aspirazioni.

A questo compito sarà dedicato un Gruppo di studio, imperniato sul coordinamento da parte della Segreteria di Stato e della Segreteria Generale del Sinodo, con il coinvolgimento dei Dicasteri per i Vescovi e per l’Evangelizzazione. Appare altresì utile il coinvolgimento di alcuni rappresentanti delle Chiese locali e dei loro episcopati, ad esempio valorizzando i raggruppamenti di Chiese a livello continentale.

9. Criteri teologici e metodologie sinodali per un discernimento condiviso di questioni dottrinali, pastorali ed etiche controverse

Sulla scorta del dibattito assembleare, la RdS afferma che «Tra le questioni su cui è importante continuare la riflessione, vi è quella della relazione tra amore e verità e le ricadute che essa ha su molte questioni controverse» (RdS 15d), riconoscendo che «Talora le categorie antropologiche che abbiamo elaborato non sono sufficienti a cogliere la complessità degli elementi che emergono dall’esperienza o dal sapere delle scienze e richiedono affinamento e ulteriore studio» (RdS 15g). Perciò «Riconosciamo la necessità di proseguire la riflessione ecclesiale sull’intreccio originario di amore e verità testimoniato da Gesù, in vista di una prassi ecclesiale che ne onori l’ispirazione» (RdS 15h), investendovi «il tempo necessario [e…] le energie migliori, senza cedere a giudizi semplificatori che feriscono le persone e il Corpo della Chiesa» (RdS 15g).

In questa prospettiva l’Assemblea ha formulato la proposta «di promuovere iniziative che consentano un discernimento condiviso su questioni dottrinali, etiche e pastorali che sono controverse, alla luce della Parola di Dio, dell’insegnamento della Chiesa, della riflessione teologica e valorizzando l’esperienza sinodale» (RdS 15k). Ne indica anche il possibile metodo: «Ciò può essere realizzato attraverso approfondimenti tra esperti di diverse competenze e provenienze in un contesto istituzionale che tuteli la riservatezza del dibattito e promuova la schiettezza del confronto, dando spazio, quando appropriato, anche alla voce delle persone direttamente toccate dalle controversie menzionate» (ibid.) e richiede esplicitamente che tale percorso sia «avviato in vista della prossima Sessione sinodale» (ibid.).

Si può dare seguito a tale richiesta attraverso la formazione di un Gruppo di studio che sulla base di un’impostazione complessiva condivisa rilegga le categorie tradizionali dell’antropologia, della soteriologia e dell’etica teologica in vista di chiarire meglio i rapporti tra carità e verità, nella fedeltà alla vita e all’insegnamento di Gesù, e di conseguenza anche tra pastorale e dottrina (morale). In questo lavoro sarà opportuno articolare meglio la relazione di circolarità tra dottrina e pastorale: la prima viene associata abitualmente alla verità e la seconda alla misericordia, come se pratiche che sembrano pastoralmente sensate non avessero nessuna ripercussione sulla sistematizzazione dottrinale. Inoltre ci si dovrà interrogare su come, nei diversi discernimenti, prestare «una maggiore attenzione alle diversità di situazioni e un ascolto più attento della voce delle Chiese locali» (RdS 13h).

Tenendo conto dell’autorevolezza necessaria per affrontare questo compito, la regia di questo Gruppo è affidata al Prefetto del Dicastero della Dottrina della Fede e al Segretario della Commissione Teologica Internazionale, con il supporto della Segreteria Generale del Sinodo. La Pontificia Accademia per la Vita è invitata a fornire il proprio contributo.

In questo ambito, forse ancora più che in altri, si avverte l’urgenza di procedere verso una maggiore collaborazione tra gli Enti che, pur a diverso titolo, parlano a nome della Santa Sede in vista di una maggior coralità nelle loro prese di posizioni. Le dissonanze, e ancora di più le contrapposizioni, rischiano infatti di favorire la divisione e il disorientamento più che il confronto e la riflessione. Un approccio sinodale punta non all’omogeneità, ma all’armonia.

10. La recezione dei frutti del cammino ecumenico nelle prassi ecclesiali

Che «il cammino della sinodalità, che la Chiesa cattolica sta percorrendo, è e dev’essere ecumenico, così come il cammino ecumenico è sinodale»[3], non è solo un auspicio: il processo sinodale della Chiesa Cattolica sta rivestendo una grande rilevanza ecumenica e diverse Chiese e Comunità ecclesiali hanno espresso un sincero apprezzamento rispetto a quanto avvenuto. La Prima Sessione è stata segnata da due importanti novità: è stata introdotta, e non in modo decorativo, dalla veglia ecumenica di preghiera “Together”, cui hanno partecipato capi e leader delle diverse Chiese; i Delegati fraterni hanno partecipato attivamente, con diritto di parola, al dialogo e al discernimento svolti nei circoli minori e in plenaria.

Dobbiamo cogliere le opportunità che si aprono a partire della ricchezza delle convergenze raggiunte, nella puntualità delle questioni da affrontare segnalate nel cap. 7 della RdS e nella concretezza delle proposte lì avanzate. A questo scopo è opportuna l’istituzione di un Gruppo di studio che affronti le seguenti tematiche:

Alla luce dei dialoghi teologici, e prestando attenzione alle concrete ricadute ecclesiali, approfondire la reciproca interdipendenza tra sinodalità e primato ai diversi livelli ecclesiali con particolare riferimento al «modo di intendere il ministero petrino al servizio dell’unità» (RdS 7h) come auspicato da San Giovanni Paolo II nell’Enciclica Ut unum sint.

L’approfondimento sotto il profilo teologico, canonico e pastorale della questione dell’ospitalità eucaristica (communicatio in sacris), alla luce del nesso tra comunione sacramentale ed ecclesiale, con particolare riferimento all’esperienza e al significato ecumenico delle coppie e famiglie interconfessionali (cfr. RdS 7i).

Una riflessione approfondita e aperta «sul fenomeno delle comunità “non denominazionali” e dei movimenti di “risveglio” di ispirazione cristiana» carismatico/pentecostale (RdS 7j).

Il Gruppo di studio sarà coordinato congiuntamente dalla Segreteria Generale del Sinodo e dal Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

Vaticano, 14 marzo 2024

___________________________

[1] SEGRETERIA GENERALE DEL SINODO, Per una Chiesa sinodale. Comunione, partecipazione, missione. Documento Preparatorio (2021), n. 2.

[2] SEGRETERIA GENERALE DEL SINODO, Verso ottobre 2024, 11 dicembre 2023.

[3] PAPA FRANCESCO, Discorso a Sua Santità Mar Awa III Catholicos-Patriarca della Chiesa Assira dell’Oriente, 19 novembre 2022, cit. in XVI ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI, Instrumentum laboris per la Prima Sessione (ottobre 2023), B 1.4.

[00454-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

SECRETAIRERIE GENERALE DU SYNODE

Groupes d'étude sur des questions soulevées

lors de la Première Session de la XVIe Assemblée Générale Ordinaire du Synode des Évêques à approfondir en collaboration avec les Dicastères de la Curie romaine

Plan de travail

1. Conformément à la tâche qui lui avait été confiée, la Première Session de la XVIe Assemblée Générale Ordinaire du Synode des Évêques (octobre 2023) a abordé les questions qui avaient émergé au cours de la phase de consultation et d'écoute du Peuple de Dieu du Synode 2021-2024, dans le but de continuer à se concentrer sur les pas que « l'Esprit nous invite à faire pour grandir en tant qu'Église synodale»[1] . Les fruits des travaux de la Première Session sont rassemblés dans le Rapport de Synthèse (RdS), qui les articule autour de vingt noyaux, à chacun desquels il consacre un chapitre. Dans chaque chapitre, le RdS met en évidence les convergences, les questions à traiter et les propositions.

2. Parmi les fruits de la Première Session, on peut noter l'émergence d'un certain nombre de questions pertinentes concernant la vie et la mission de l'Église dans une perspective synodale, sur lesquelles l'Assemblée est parvenue à un consensus cohérent, presque toujours supérieur à 90 %. Il s'agit de questions qui «doivent être traitées au niveau de toute l'Église et en collaboration avec les Dicastères de la Curie romaine»[2] , avec un temps de travail adéquat. Ces questions ont un double lien avec le processus du Synode 2021-2024. D'une part, en effet, elles ont un impact sur la physionomie et le style d'une Église synodale ; de l'autre, leur étude approfondie exige d'être réalisée de manière authentiquement synodale, en impliquant des Experts de tous les continents, en renforçant la collaboration interdicastérielle et en configurant ainsi un laboratoire pratique de synodalité. Ce ne sont pas seulement les thèmes à être importants, mais comment nous réfléchissons, en écoutant ensemble la voix de l'Esprit Saint. C'est Lui, en effet, qui est le véritable maître de l'harmonie et de la communion, qui bouleverse nos prévisions et nos attentes pour créer quelque chose de nouveau ; c'est Lui qui nous guide dans la mission et qui sait ce qui est nécessaire à chaque époque et à chaque moment.

3. Dans la Lettre envoyée au Secrétaire Général du Synode le 22 février 2024, le Saint-Père a rassemblé ces questions en dix points, les indiquant comme des questions qui, «de par leur nature, requièrent d'être abordées avec une étude approfondie» par des Groupes d'étude spécialement constitués. Nous les reproduisons ci-dessous :

1. Quelques aspects des relations entre les Églises catholiques orientales et l'Église latine (RdS 6).

2. L’Écoute du cri des pauvres (RdS 4 et 16).

3. La mission dans l'environnement numérique (RdS 17).

4. La révision de la Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis dans la perspective synodale missionnaire (RdS 11).

5. Quelques questions théologiques et canoniques au sujet de formes ministérielles spécifiques (RdS 8 et 9).

6. La révision, dans une perspective synodale et missionnaire, des documents sur les relations entre les Évêques, la Vie Consacrée et les Agrégations Ecclésiales (RdS 10).

7. Quelques aspects de la figure et du ministère de l’Évêque (en particulier : les critères de sélection des candidats à l'Épiscopat, la fonction judiciaire de l'Évêque, la nature et le déroulement des visites ad limina Apostolorum) (RdS 12 et 13).

8. Le rôle des Représentants Pontificaux dans la perspective synodale missionnaire (RdS 13).

9. Critères théologiques et méthodologies synodales pour un discernement partagé des questions doctrinales, pastorales et éthiques controversées (RdS 15).

10. La réception des fruits du cheminement œcuménique dans les pratiques ecclésiales (RdS 7).

Le Saint-Père a également confié à la Secrétairerie Générale du Synode la tâche de «préparer le projet de travail qui spécifie le mandat des Groupes». En exécution de ce mandat, la Secrétairerie Générale présente ci-dessous, pour chacune des questions indiquées, une Fiche qui indique brièvement l'étendue spécifique des thèmes à étudier et les sujets prioritaires à impliquer.

4. La liste indiquée par le Saint-Père ne comprend pas les thèmes du RdS qui feront l'objet du discernement de la Deuxième Session de la XVIe Assemblée Générale Ordinaire du Synode des Évêques (octobre 2024). Selon le document de la Secrétairerie Générale du Synode du 11 décembre 2023, ce discernement portera sur «comment être une Église synodale en mission ?» afin d'identifier «les formes concrètes de l'engagement missionnaire auquel nous sommes appelés, dans le dynamisme entre unité et diversité propre à une Église synodale». Le thème de la participation, qui met en valeur «l'originalité de chaque baptisé et de chaque Église dans l'unique mission d'annoncer au monde d'aujourd'hui le Seigneur ressuscité et son Évangile», par rapport à l'exercice de l'autorité, comme expression de la communion au service de la mission, sera ainsi abordé. En particulier, cette dynamique spécifique de l'Église synodale sera approfondie dans sa signification théologique, dans ses configurations canoniques concrètes et dans ses modalités pratiques de mise en œuvre, à trois niveaux : celui de chaque Église locale, celui des regroupements d'Églises (nationaux, régionaux, continentaux), celui de l'Église tout entière dans le rapport entre primauté de l'évêque de Rome, collégialité épiscopale et synodalité.

Un processus de consultation avec les Églises locales du monde entier a déjà été lancé sur ces questions, sur les contributions desquelles se fondera la rédaction de l'Instrumentum laboris de la Deuxième Session. Le document Vers octobre 2024 détaille les étapes et le calendrier de cet important travail. Il n'est pas possible de tracer une ligne de démarcation claire entre les sujets couverts par les travaux de la Deuxième Session et ceux figurant dans la liste du point n. 3 ; les points de contact, les interconnexions et les chevauchements sont nombreux. La subdivision répond avant tout à des critères de praticité opérationnelle. Il sera donc essentiel que les travaux des différents axes se déroulent de manière coordonnée et à l'écoute des résultats progressivement obtenus dans les différents domaines.

5. Pour cette raison, ainsi qu'en raison du double lien des thèmes de la liste du point n. 3 avec le processus du Synode 2021-2024, la Secrétairerie Générale du Synode est chargée de coordonner et d'animer leur étude approfondie, en veillant en particulier à la qualité synodale de la méthode de travail, ainsi qu'au calendrier et au mode de composition des groupes. Dans l'accomplissement de cette tâche, elle sera assistée par la Commission Théologique Internationale, par la Commission Biblique Pontifical et par une Commission de Droit Canonique constituée pour servir le Synode en accord avec le Dicastère pour les Textes Législatifs, selon ce qui a déjà été établi lors de l'Audience du 18 décembre 2023. Les Dicastères de la Curie romaine, convoqués sur les différents sujets en fonction de leurs compétences spécifiques, participeront à la coordination des travaux ou offriront leur collaboration, donnant ainsi une application spécifique à l'article 33 de la Constitution Apostolique «Praedicate Evangelium» sur la Curie romaine et son service à l'Église et au monde.

6. Les Groupe d’étude qui seront constitués pour traiter les différents thèmes auront soin d’inclure des Experts et des Évêques des différentes parties du monde, identifiés sur la base de leur expertise et en veillant à respecter la variété des origines géographiques, des domaines disciplinaires, du genre et de la condition ecclésiale nécessaire pour une approche authentiquement synodale ; ils recueilleront et enrichiront les contributions existantes sur les sujets qui leur sont confiés ; les éclairages qu'ils apporteront devront être nourris non seulement par l'étude et la recherche, mais aussi par la prise en compte des fruits de l'écoute active dans une diversité de situations pastorales et à partir des réflexions des Églises locales.

Les responsables de la coordination de chaque Groupe d’étude définiront plus précisément les participants, la méthodologie et le calendrier des travaux de manière appropriée aux sujets traités et en veillant à l'adoption de modalités authentiquement synodales. Chaque Groupe devra établir un plan de travail au début et remettre un bref rapport avec une instruction sur le sujet avant le 5 septembre 2024, afin qu'il puisse être présenté lors de la Deuxième Session de l'Assemblée synodale, en suivant les indications qui seront fournies par la Secrétairerie Générale du Synode. Les Groupes devraient achever leurs travaux, si possible, avant la fin du mois de juin 2025.

7. En outre, au service du processus synodal au sens large, la Secrétairerie Générale du Synode activera un «Forum permanent» pour approfondir les aspects théologiques, juridiques, pastoraux, spirituels et communicatifs de la synodalité de l'Église, et pour répondre également à la demande, formulée dans le RdS, «le travail théologique d'approfondissement de la terminologie et de la compréhension conceptuelle de la notion et de la pratique de la synodalité […] soit promu dans un lieu approprié» (RdS 1p). Dans son travail, le «Forum permanent» sera également attentif à : «clarifier le rapport entre synodalité et communion, ainsi que la relation entre synodalité et collégialité» (RdS 1j) ; à mettre en évidence «les nombreuses expressions de la vie synodale dans des contextes culturels où les gens sont habitués à marcher ensemble en tant que communauté» (1l) ; à étudier «la contribution que l'expérience des Églises catholiques orientales peut apporter à la compréhension et à la pratique de la synodalité» (RdS 6d ; cf. aussi 1k) ; à «approfondir les différentes conceptions et pratiques de la synodalité dans les diverses traditions ecclésiales d'Orient et d'Occident, dans un esprit d'échange de dons» (RdS 7g). L'état d'avancement des travaux de ce «Forum» fera l'objet d'un rapport lors de la Deuxième Session de l'Assemblée synodale.

1. Quelques aspects des relations entre les Églises orientales catholiques et l'Église latine

L'Assemblée synodale a souligné la nécessité d'une meilleure compréhension mutuelle et d'un plus grand dialogue entre les membres des Églises catholiques orientales et l'Église latine. Dans un contexte de migration croissante, qui a vu le développement de communautés chrétiennes orientales en diaspora, des communautés de traditions orientales et latines coexistent aujourd'hui dans la plupart des régions du monde. À cet égard, le Rds souligne que « pour diverses raisons, l'établissement de hiérarchies orientales dans les pays d'immigration ne suffit pas à résoudre le problème, mais il est nécessaire que les Églises locales de rite latin, au nom de la synodalité, aident les fidèles orientaux qui ont émigré à préserver leur identité et à cultiver leur patrimoine spécifique, sans subir de processus d'assimilation» (RdS 6c).

Dans le sillage de ce qui a été proposé par le Rds (RdS 6j), un Groupe d’étude composé de théologiens et de canonistes orientaux et latins, coordonné par la Secrétairerie Générale du Synode et le Dicastère pour les Églises Orientales, sera mis en place pour formuler, après une étude approfondie qui s'impose, des indications :

en relation à la participation aux Conférences épiscopales des Évêques orientaux en dehors du territoire canonique (RdS 19l) ;

en relation à des lignes-guides pour les diocèses latins sur le territoire desquels vivent les presbytres et les fidèles orientaux (cf. RdS 6c), afin de les aider à «préserver leur identité et à cultiver leur patrimoine spécifique» (RdS 6c) et dans le but de «de rendre visible et de faire vivre l'unité effective dans la diversité» (RdS 6f).

Ce groupe pourrait également instruire les dossiers concernant la demande «d'établir un Conseil des patriarches et archevêques majeurs des Églises catholiques orientales auprès du Saint-Père» (RdS 6h), et la représentation adéquate des membres des Églises orientales catholiques dans les Dicastères de la Curie romaine, «afin d'enrichir l'Église tout entière de leur perspective, de faciliter la solution des problèmes identifiés et de participer au dialogue aux différents niveaux» (RdS 6k).

2. L’Écoute du cri des pauvres

Le chapitre 16 du RdS exprime la conscience que «l'écoute qualifie parfaitement bien ce qui a été vécu de manière intense lors des deux premières années du processus synodal ainsi que lors des travaux de l'Assemblée» (RdS 16a), et affirme que «une Église synodale ne peut renoncer à être une Église qui écoute, et cet engagement doit se traduire par des actions concrètes» (RdS 16n).

Pour la communauté chrétienne, l'écoute «consiste à adopter l’attitude de Jésus envers les personnes qu’il a rencontrées» (RdS 16d). «Tout au long du processus synodal, l’Église a rencontré de nombreuses personnes et de nombreux groupes demandant à être écoutés et accompagnés» (RdS 16e). Chacun a sa propre histoire, mais tous ont en commun d'avoir été victimes de formes de marginalisation, d'exclusion, d'abus ou d'oppression, dans des situations très diverses, mais aussi dans la communauté chrétienne. Pour ces personnes, recevoir une écoute est une expérience profondément transformatrice, d'affirmation et de reconnaissance de leur dignité (cf. RdS 4a et 16b). «L’écoute permet à l’Église de prendre conscience de leur point de vue et d’être à leurs côtés» (RdS 16i). De plus, «se tenir aux côtés des pauvres, c'est aussi s'engager avec eux à prendre soin de notre maison commune : le cri de la terre et le cri des pauvres sont le même cri» (RdS 4e).

C'est précisément en raison de la valeur théologique de l'écoute que «c'est l'Église qui écoute» (RdS 16d). Concrètement, cela se produit grâce à l'action de ceux qui, souvent dans le cadre de projets, d'organisations ou d'institutions, tentent d'accompagner les personnes en situation de pauvreté. Il est fondamental de promouvoir la conscience que l'écoute et l'accompagnement sont une action ecclésiale et non une tâche déléguée à quelques-uns (cf. RdS 16n).

Un Groupe d’étude est mis en place pour examiner comment renforcer la capacité de l'Église à écouter, à différents niveaux et en particulier au niveau local, les différentes formes de pauvreté et de marginalité. Le Groupe d’étude se penchera sur des questions telles que:

Quels sont les instruments dont l'Église dispose déjà pour répondre à ceux qui demandent à être entendus ? Quels sont les nouveaux outils qu'il serait utile d'introduire ?

Comment renforcer le lien entre la communauté chrétienne qui écoute et ceux qui travaillent concrètement au service de la charité, de la justice et du développement intégral, afin d'éviter des formes de délègues et de déresponsabilisation ? Serait-il utile de réfléchir à la mise en place d'un ministère de l'écoute et de l'accompagnement (cf. RdS 16p) ?

Comment mieux mettre en réseau les initiatives d'accueil et de promotion humaine ? Comment mieux accompagner l'écoute par des actions de défense des «droits des pauvres et des exclus, et [...] une dénonciation publique des injustices» (RdS 4f) ?

Comment la recherche théologique peut-elle apprendre ce que les pauvres ont à nous enseigner puisque «à travers leurs souffrances, ils ont une connaissance directe du Christ souffrant (cf. Evangelii gaudium, n.198)» (RdS 4h) ?

Par quels moyens pouvons-nous répondre aux besoins de formation de ceux qui sont directement impliqués dans le service de la charité et la promotion de la justice et du développement humain intégral ? Comment développer une spiritualité qui les soutienne ?

Le Groupe d’étude sera coordonné par le Dicastère pour le Service du Développement Humain Intégral, en collaboration avec la Secrétairerie Générale du Synode ; le Dicastère pour le Service de la Charité y participera également, ainsi que des personnes, des projets, des organisations et des réseaux pertinents pour les domaines abordés.

3. La mission dans l'environnement numérique

Le chapitre 17 du Rds constitue l'horizon dans lequel on peut saisir l'importance pour l'Église d'accomplir la mission de l'annonce de l'Évangile également dans l'environnement numérique, qui concerne tous les aspects de la vie humaine et doit donc être reconnu comme une culture et pas seulement comme un domaine d'activité. Cependant, l'Église peine à reconnaître l'action dans l'environnement numérique comme une dimension cruciale de son témoignage dans la culture contemporaine (cf. RdS 17b).

Bien qu'elle concerne tout le monde, l'action dans le monde numérique est marquée par une attention particulière au monde de la jeunesse : de nombreux jeunes «ont abandonné les espaces physiques de l’Église où nous cherchons à les inviter au profit d’espaces en ligne» (RdS 17k) ; en même temps, «et parmi eux les séminaristes, les jeunes prêtres et les jeunes consacrés, qui en ont souvent une expérience directe et profonde, sont les mieux placés pour mener à bien la mission de l’Église dans le monde numérique» (RdS 17d).

En plus d'encourager les Églises locales à accorder plus d'attention à l'environnement numérique (cf. Vers octobre 2024, n° 2), il convient de mettre en place un Groupe d’étude pour examiner les implications au niveau théologique, pastoral, spirituel et canonique et identifier les exigences au niveau structurel, organisationnel et institutionnel pour remplir la mission numérique. Il faudra également aborder «la question du langage que nous utilisons pour parler à l'esprit et au cœur des gens dans une grande variété de contextes, d'une manière qui soit accessible et belle» (RdS 5l). Le groupe travaillera en abordant des questions telles que :

Que peut apprendre une Église synodale missionnaire d'une plus grande immersion dans l'environnement numérique ? Avec quels critères pouvons-nous évaluer les nombreuses expériences qui ont eu lieu pendant la pandémie, afin d'identifier quels peuvent être « les bénéfices durables pour la mission de l’Église dans le domaine numérique » (RdS 17j) ?

Comment la mission numérique peut-elle être intégrée de manière plus routinière dans la vie de l'Église et dans les structures ecclésiales, et comment les implications de la nouvelle frontière missionnaire numérique pour le renouvellement des structures paroissiales et diocésaines existantes peuvent-elles être approfondies (cf. RdS 17j) ?

Quelles adaptations à l'environnement numérique la notion de juridiction requiert-elle ? En effet, «les initiatives apostoliques en ligne ont une portée et un rayonnement qui dépassent les frontières territoriales traditionnelles. Cela soulève des questions importantes sur la manière dont elles peuvent être réglementées et sur l'autorité ecclésiastique responsable de la supervision» (RdS 17h).

Le Groupe d’étude sera coordonné par le Dicastère pour la communication et la Secrétairerie Générale du Synode. Le Dicastère pour la Culture et l'Éducation, et le Dicastère pour l’Évangélisation seront également impliqués. Les personnes impliquées dans l'initiative «L'Église vous écoute» sont disponibles pour offrir leur contribution.

4. La révision de la Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis dans la perspective synodale missionnaire

Le Rds souligne la nécessité d'accorder une attention particulière à la formation des diacres et des prêtres et formule explicitement «le désir que les séminaires ou autres parcours de formation pour les candidats au ministère soient liés à la vie quotidienne des communautés» (RdS 11e). Elle demande également que «les candidats au ministère, avant de s’engager dans des parcours spécifiques, aient mûri une expérience réelle, quoiqu’initiale, de la communauté chrétienne» et que le parcours de formation ne crée pas «un environnement artificiel, séparé de la vie commune des fidèles» (RdS 14n). Elle souligne également l'importance que «l'expérience de la rencontre, du partage de la vie et du service des pauvres et des marginalisés devienne partie intégrante de tous les parcours de formation [...] Ceci est particulièrement vrai pour les candidats au ministère ordonné et à la vie consacrée» (RdS 4o).

La formation au ministère ordonné et dans le ministère ordonné (c'est-à-dire la formation continue) doit s'inscrire dans le réseau de relations qui constituent l'Église et en font un «signe et un instrument» de l'union de Dieu avec l'humanité et des êtres humains entre eux.

Quant aux Églises catholiques orientales, elles doivent élaborer leurs propres normes en la matière, à partir de leur patrimoine liturgique, théologique, spirituel et disciplinaire.

En ce qui concerne l'Église latine, actuellement, pour les pays sous la juridiction du Dicastère pour le Clergé, et partiellement pour les territoires sous la juridiction du Dicastère pour l'Évangélisation (Section pour la Première Évangélisation et les Nouvelles Églises Particulières), pour les Instituts de Vie Consacrée et les Sociétés de Vie Apostolique, pour les Associations cléricales qui peuvent incardiner des clercs, pour les Ordinariats militaires et les Ordinariats personnels, ainsi que pour les maisons de formation des mouvements et des nouvelles communautés ecclésiales, le profil de la formation au ministère ordonné est indiqué par la Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis. Le don de la vocation, publié en 2016 par la Congrégation pour le Clergé. Les Conférences épiscopales ont la tâche de rédiger leur propre Ratio Nationalis (cf. Optatam totius 1 ; CIC can. 242, § 1).

Il semble maintenant opportun de constituer un Groupe d’étude chargé d'effectuer une révision de la formation au ministère ordonné et une révision de la Ratio fundamentalis dans la perspective de l'Église synodale missionnaire (RdS 11j), au service des Conférences épiscopales, en abordant au moins ces questions :

Quels sont les aspects, les critères, les dispositions de l'actuelle Ratio fundamentalis qui correspondent au visage de l'Église synodale missionnaire et quels sont ceux qui ont le plus besoin d'être repensés ?

Quels choix opérer pour mieux articuler les parcours de formation au ministère ordonné avec ceux proposés aux autres figures ministérielles (ministères institués et «de facto») ?

Quels changements pourraient être envisagés afin de reconnaître de manière adéquate les compétences des Conférences épiscopales dans les différents contextes ?

La tâche de vérification et de révision sera coordonnée par le Dicastère pour le Clergé et la Secrétairerie Générale du Synode, mais requiert également la participation des Dicastères pour l'Évangélisation, pour les Églises Orientales, pour les Laïcs, la Famille et la Vie, pour les Instituts de Vie Consacrée et les Sociétés de Vie Apostolique, pour la Culture et l'Éducation. Compte tenu de l'importance du sujet, une évaluation interdicastèrielle et une étude approfondie de la question s'imposent.

5. Quelques questions théologiques et canoniques au sujet de formes ministérielles spécifiques

Le Rapport de Synthèse a indiqué la nécessité de «continuer à approfondir la compréhension théologique des relations entre les charismes et les ministères dans une perspective missionnaire » (RdS, 8i). Les dimensions charismatique et ministérielle de l'Église ne sont ni opposées ni superposées. Elles font partie de la vie de chaque membre du Peuple de Dieu et de chaque réalité ecclésiale, de différentes manières et avec différents niveaux de conscience et de visibilité.

La Deuxième Session de la XVIe Assemblée Générale Ordinaire du Synode des Évêques abordera la question suivante : «comment être une Église synodale en mission ?». L'Assemblée sera appelée à proposer des pistes praticables, d'un point de vue théologique et canonique, afin de promouvoir et de soutenir dans différents contextes la participation de tous les baptisés à la mission de l'Église. Si, d'une part, il faut éviter que la participation des fidèles laïcs ne se limite «à des tâches internes à l’Église sans un réel engagement pour la mise en œuvre de l’Évangile en vue de la transformation de la société» (Evangelii gaudium, n° 102), d’autre part, il est nécessaire de poursuivre la recherche sur les relations entre les différentes formes de ministérialité ecclésiale.

Aussi pour servir cet engagement, il semble important d'approfondir, dès à présent, certaines questions théologiques et canoniques liées à ces thèmes : la spécificité du pouvoir sacramentel ; la relation entre le pouvoir sacramentel (en particulier celui qui découle du pouvoir d'administrer l'Eucharistie) et les services ecclésiaux nécessaires au soin et à la croissance du Peuple saint de Dieu en vue de la mission ; l'origine des ministères ; la dimension charismatique de la vie de l'Église;les fonctions et services ecclésiaux qui ne nécessitent pas le sacrement de l'ordre ; l’Ordre sacré en tant que service et les problèmes découlant d'une conception erronée de l'autorité ecclésiale; la place des femmes dans l'Église et leur participation aux processus décisionnels et à la direction des communautés.

C’est dans ce contexte que la question de la possibilité de l’accès des femmes au diaconat (cf. RdS 9n) peut être correctement posée : à ce Groupe est confiée la tâche de poursuivre « La recherche théologique et pastorale sur l’accès des femmes au diaconat […], en profitant des résultats des commissions spécialement mises en place par le Saint Père » (cf. RdS 9n).

Le travail de ce groupe visera également à répondre au vœu exprimé par l'Assemblée du Synode «à une reconnaissance et une mise en valeur plus grandes de la contribution des femmes, ainsi qu’à un accroissement des responsabilités pastorales qui leur sont confiées dans tous les domaines de la vie et de la mission de l’Église» (RdS 9i).

En coordination avec la Secrétairerie Générale du Synode, l'étude de ces questions est confiée au Dicastère pour la Doctrine de la Foi, en dialogue avec les différents Dicastères compétents.

6. La révision, dans une perspective synodale et missionnaire, des documents sur les relations entre les Évêques, la Vie Consacrée et les Agrégations Ecclésiales.

La synodalité va de pair avec la reconnaissance et la mise en valeur des charismes de tous les membres du Peuple de Dieu. L'Assemblée a souligné l'importance de l’articulation des dons hiérarchiques et des dons charismatiques dans la vie et la mission de l'Église. Le Magistère de l'Église a développé un vaste enseignement à ce sujet. Au cours de la Première Session est apparue clairement la nécessité de s'interroger sur la signification ecclésiologique et les implications canoniques et pastorales de ces acquisitions.

Dans cette perspective, le RdS reconnaît la réalité et la contribution de la vie consacrée et des différentes formes d'agrégations ecclésiales au développement de la vie synodale de l'Église et demande d'approfondir comment les relations entre les pasteurs, les hommes et les femmes consacrés, les membres des mouvements ecclésiaux et les communautés nouvelles peuvent être mieux articulées et mises au service de la communion et de la mission (RdS 10f).

À cette fin, un Groupe d’étude est en train d'être mis en place pour étudier des sujets tels que:

La révision des «critères d’orientation sur les rapports mutuels entre les Évêques et les religieux dans l’Église» proposés dans le document Mutuae relationes de 1978 (RdS 10g).

L'identification, également à partir de l'étude des bonnes pratiques existantes, de lieux et d'outils pour promouvoir «des rencontres et des formes de collaboration dans un esprit synodal» entre les Conférences épiscopales et les Conférences des Supérieurs et Supérieures Majeurs des Instituts de Vie Consacrée et des Sociétés de Vie Apostolique (RdS 10h).

L'identification, également sur la base de l'étude des bonnes pratiques déjà existantes, des lieux et des outils pour promouvoir les relations organiques entre les Associations de Laïcs, les Mouvements ecclésiaux et les nouvelles Communautés et la vie des Églises locales, à partir de la configuration des Comité et des Conseils dans lesquels convergent les représentants des Agrégations ecclésiales (RdS 10i).

Le Groupe d’étude sera coordonné par la Secrétairerie Générale du Synode, en collaboration avec les Dicastères pour les Évêques, pour les Instituts de Vie Consacrée et les Sociétés de Vie Apostolique, pour l'Évangélisation (Section pour la Première Évangélisation et les Nouvelles Églises Particulières), pour les Laïcs, la Famille et la Vie ; il devra également impliquer les instances internationales représentatives de la vie consacrée (UISG et USG) et les différentes agrégations ecclésiales.

7. Quelques aspects de la figure et du ministère de l’Évêque (en particulier : les critères de sélection des candidats à l'Épiscopat, la fonction judiciaire de l'Évêque, la nature et le déroulement des visites ad limina Apostolorum) (RdS 12 et 13)

La figure et le rôle de l'Évêque ont été l'un des thèmes centraux des travaux de la Première Session de l'Assemblée synodale, étant donné l'abondance des références que l'on trouve dans l'Instrumentum laboris. Cette centralité apparaît également dans le Rds, tant dans les chapitres 12 et 13, explicitement consacrés à l'épiscopat, que dans les autres chapitres dont le sujet concerne le rôle de l'évêque, tels que les chapitres 8, 10, 11, 18, 19, 20. L'approfondissement et l'examen de nombreux aspects du ministère épiscopal feront l'objet des travaux de la Deuxième Session.

Ce travail bénéficiera certainement d'un effort de préparation et, d'autre part, il ne sera probablement pas possible d'épuiser tous les aspects de la figure et du ministère de l'évêque dans l'Assemblée. C'est pourquoi il convient de confier l'approfondissement de certains d'entre eux à des groupes d'étude spécifiques.

Un premier groupe, coordonné par le Dicastère des Évêques et la Secrétairerie Générale du Synode, avec la participation des Dicastères pour l'Évangélisation et pour les Églises Orientales, abordera des thèmes tels que:

Dans une Église synodale, quels sont les critères de sélection des Évêques (cf. RdS 12l) ? Comment l'Église locale peut-elle ou doit-elle entrer dans le processus de sélection : le Peuple de Dieu dans toutes ses composantes, le Presbyterium, les organes de participation et les Conférences épiscopales ?

Dans cette activité de sélection impliquant différents sujets institutionnels, le Nonce joue un rôle délicat, représentant la proximité locale de l’attention de la part de la dimension universelle : comment son service peut-il grandir dans l'implication de tous les membres du Peuple de Dieu des diocèses concernés, dans une perspective authentiquement synodale et en veillant à éviter les pressions inappropriées ? (cf. RdS 12l).

Comment les visites ad limina peuvent-elles devenir un temps et un instrument d'exercice de la collégialité et de la synodalité, dans la logique de l'échange de dons au service de la communion (cf. RdS 13g) ?

Un deuxième groupe de travail, coordonné par le Dicastère pour les Textes Législatifs et la Secrétairerie Générale du Synode, avec la participation des Dicastères pour les Évêques et pour l'Évangélisation, approfondira le thème de la fonction judiciaire de l'Évêque, déjà évoqué par le Motu proprio Vos estis lux mundi (25 mars 2023) :

Comment en favoriser l’exercice dans une logique synodale (cf. RdS 12c), ainsi que pour répondre à la difficulté, manifestée au cours de la Première Session, de concilier dans certains cas le rôle de père et celui de juge? (cf. RdS 12i)

8. Le rôle des Représentants Pontificaux dans la perspective synodale missionnaire

Dans le cadre de la proposition de la culture de la transparence et de la responsabilité comme «partie intégrante d’une Église synodale qui promeut la coresponsabilité, et peut prémunir d’éventuels abus» (RdS 12j ; cf. aussi 12i et 11k), l'Assemblée considère «qu'il semble opportun de prévoir des formes d’évaluation du travail des Représentants Pontificaux par les Églises locales des pays où ils exercent leur mission, afin de faciliter et d’améliorer leur service» (RdS 13i).

Les Nonces jouent un rôle fondamental dans le processus de sélection des Évêques (cf. fiche n.7 ci-dessus), mais plus encore ils représentent un point de jonction fondamental de l'articulation entre les niveaux local et universel de la vie de l'Église. Leur ministère et la manière dont il est exercé doivent donc s'accorder avec l'attention aux Églises locales typique d'une Église synodale (cf. RdS 13c). Cette orientation met en évidence «le rôle décisif des Conférences épiscopales» (RdS 19d), dont les prérogatives et les compétences doivent être repensées dans une clé synodale, elle fait ressortir «la nécessité d'une instance de synodalité et de collégialité au niveau continental» (ibid.) et motive la proposition de «de renforcer la province ecclésiastique ou la métropolie, en tant que lieu de communion des Églises locales d’un territoire» (RdS 19i). Le changement de l'environnement avec lequel les Nonces Apostoliques interagissent, dans la ligne d'une plus grande richesse d'instances intermédiaires, nous oblige à reconsidérer comment leur ministère peut aujourd'hui contribuer à consolider les liens de communion entre les Églises locales et le Successeur de Pierre, pour lui permettre de connaître, de manière plus confiante, leurs besoins et leurs aspirations.

Un Groupe d’étude se consacrera à cette tâche, en mettant l'accent sur la coordination par la Secrétairerie d'État et la Secrétairerie Générale du Synode, avec la participation des Dicastères pour les Évêques et pour l'Évangélisation. L'implication de certains représentants des Églises locales et de leurs épiscopats, par exemple en renforçant les regroupements d'Églises au niveau continental, semble également utile.

9. Critères théologiques et méthodologies synodales de discernement partagé des questions doctrinales, pastorales et éthiques controversées

Sur la base du débat de l'assemblée, le Rds affirme «la réflexion doit se poursuivre, notamment à propos de la relation entre l’amour et la vérité, avec les conséquences sur de nombreuses questions controversées» (RdS 15d), reconnaissant que parfois «les catégories anthropologiques que nous avons développées ne sont pas toujours suffisantes pour saisir la complexité des réalités qui émergent de l’expérience ou de la connaissance des sciences et nécessitent d’être affinées et approfondies» (RdS 15g). Par conséquent,«nous reconnaissons la nécessité de poursuivre la réflexion ecclésiale sur l’imbrication originelle de l’amour et de la vérité dont Jésus a été le témoin, en vue d’une praxis ecclésiale qui respecte son inspiration» (RdS 15h), en investissant «le temps nécessaire pour cette réflexion et d’y investir toute notre énergie, sans céder à des jugements simplificateurs qui blessent les personnes et le Corps de l’Église» (RdS 15g).

Dans cette perspective, l'Assemblée a formulé la proposition «d’encourager les initiatives qui permettent un discernement partagé sur des questions doctrinales, pastorales et éthiques controversées, à la lumière de la Parole de Dieu, de l’enseignement de l’Église et de la réflexion théologique, en tirant profit de l’expérience synodale» (RdS 15k). Il indique également la méthode possible : «Ce chemin nécessite la réflexion approfondie d’experts de compétences et d’horizons divers, dans un cadre institutionnel qui préserve la confidentialité des débats et encourage la franchise des échanges, en donnant également la parole, le cas échéant, aux personnes directement concernées par ces questions controversées» (ibid.) et demande explicitement que ce chemin «être mis en route en vue de la prochaine session du Synode» (ibid.).

Cette demande pourrait être suivie par la constitution d'un Groupe d’étude qui, sur la base d'une approche globale partagée, réinterpréterait les catégories traditionnelles de l'anthropologie, de la sotériologie et de l'éthique théologique en vue de mieux clarifier le rapport entre la charité et la vérité, dans la fidélité à la vie et à l'enseignement de Jésus, et par conséquent aussi entre la pastorale et la doctrine (morale). Dans ce travail, il conviendra de mieux articuler la relation circulaire entre la doctrine et la pastorale : la première est généralement associée à la vérité et la seconde à la miséricorde, comme si les pratiques qui semblent pastoralement sensées n'avaient pas de répercussions sur la systématisation doctrinale. En outre, il faut se demander comment donner, dans les différents discernements, «une plus grande attention à la diversité des situations et d’écouter plus attentivement la voix des Églises locales» (RdS 13h).

Compte tenu de l'autorité requise pour mener à bien cette tâche, la direction de ce Groupe est confiée au Préfet du Dicastère de la Doctrine de la Foi et au Secrétaire de la Commission Théologique Internationale, avec le soutien de la Secrétairerie Générale du Synode. L'Académie Pontificale pour la Vie est invitée à apporter sa contribution.

Dans ce domaine, peut-être plus encore que dans d'autres, il est urgent de s'orienter vers une plus grande collaboration entre les Organismes qui, bien qu'à des titres différents, parlent au nom du Saint-Siège, en vue d'une plus grande choralité dans leurs positions. Les dissonances, et plus encore les oppositions, risquent en effet de favoriser la division et la désorientation plutôt que la confrontation et la réflexion. Une approche synodale ne vise pas l'homogénéité, mais l'harmonie.

10. L'accueil des fruits du cheminement œcuménique dans les pratiques ecclésiales

Que «le chemin de la synodalité, sur lequel s'engage l'Église catholique, soit et doit être œcuménique, tout comme le chemin œcuménique est synodal»[3] , n'est pas un simple souhait : le processus synodal de l'Église catholique revêt une grande importance œcuménique, et plusieurs Églises et Communautés ecclésiales ont exprimé leur sincère appréciation de ce qui s'est passé. La Première Session a été marquée par deux nouveautés importantes : elle a été introduite, et non de manière décorative, par la veillée de prière œcuménique «Together», à laquelle ont participé les chefs et responsables des différentes Églises; et les délégués fraternels ont participé activement, avec droit de parole, au dialogue et au discernement menés dans les cercles restreints et en séance plénière.

Nous devons saisir les opportunités qui s'ouvrent dans la richesse des convergences atteintes, dans la ponctualité des questions à traiter indiquées dans le chapitre 7 du Rds et dans le caractère concret des propositions qui y sont formulées. À cette fin, il est opportun de constituer un Groupe d’étude pour aborder les questions suivantes :

Tenant compte des dialogues théologiques et en prêtant attention aux répercussions ecclésiales concrètes, approfondir l'interdépendance mutuelle entre synodalité et primauté aux différents niveaux de l’Église, avec une référence particulière à la «manière de comprendre le ministère pétrinien au service de l'unité» (RdS 7h), comme l'a préconisé saint Jean-Paul II dans l'encyclique Ut unum sint.

L’approfondissement d'un point de vue théologique, canonique et pastoral de la question de l'hospitalité eucharistique (communicatio in sacris), à la lumière du lien entre communion sacramentelle et communion ecclésiale, avec une référence particulière à l'expérience et à la signification œcuménique des couples et des familles interconfessionnels (cf. RdS 7i).

Une réflexion «sur le phénomène des communautés ‘non confessionnelles’ et des mouvements de ‘réveil’ d'inspiration chrétienne» charismatique/pentecôtiste (RdS 7j).

Le Groupe d’étude sera coordonné conjointement par la Secrétairerie Générale du Synode et le Dicastère pour la Promotion de l'Unité des Chrétiens.

Vatican, le 14 mars 2024

_________________________________

[1] SECRÉTAIRERIE GÉNÉRALE DU SYNODE, Pour une Église synodale. Communion, participation, mission. Document préparatoire (2021), n° 2.

[2] SECRÉTAIRERIE GÉNÉRALE DU SYNODE, octobre 2024, 11 décembre 2023.

[3] PAPE FRANCOIS, Discours à Sa Sainteté Mar Awa III Catholicos-Patriarche de l'Église assyrienne de l'Orient, 19 novembre 2022, cité dans XVIe ASSEMBLÉE GÉNÉRALE ORDINAIRE DU SYNODOXE DES ÉVÊQUES, Instrumentum laboris pour la Première Session (octobre 2023), B 1.4.

[00454-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

GENERAL SECRETARIAT OF THE SYNOD

Study Groups for questions raised in the First Session

of the XVI Ordinary General Assembly of the Synod of Bishops

to be explored in collaboration with the Dicasteries of the Roman Curia

Work outline

1. In according with the task that had been entrusted to it, the First Session of the XVI Ordinary General Assembly of the Synod of Bishops (October 2023) addressed questions that had emerged from the People of God during the consultation and listening phase of the Synod 2021-2024. The aim of the First Session was to continue focusing on steps that “the Spirit invites us to take in order to grow as a synodal Church”[1] . The outcomes of the First Session’s work are collected in the Synthesis Report (SR), grouping them around twenty nuclei. Each chapter of the SR is dedicated to one of these nuclei, highlighting the areas of convergence, issues still to be addressed, and proposals.

2. The fruits of the First Session include the emergence of various relevant issues concerning the life and mission of the Church in a synodal perspective, regarding which the Assembly consistently reached a consensus that was almost always above 90%. These are matters that “require to be dealt with at the level of the whole Church and in collaboration with the Dicasteries of the Roman Curia”[2] with appropriate timeframes. In addition, they maintain a twofold connection with the 2021-2024 Synod process. On the one hand, they have an impact on the shape and style of a synodal Church; on the other hand, their in-depth study will need to be carried out in an authentically synodal manner, involving experts from all continents, enhancing inter-dicasterial collaboration and thus constituting a hands-on workshop of synodality. It is not only the topics that are important, but how the reflection is carried out, listening together to the voice of the Holy Spirit. For it is He who is the true master of harmony and communion, who disrupts our predictions and expectations to create something new; it is He who guides us in the mission and knows what is needed in every age and at every moment.

3. In the Letter sent to the Secretary General of the Synod on 22 February 2024, the Holy Father gathered these issues into ten points, indicating them as questions that, "by their nature, must be addressed with in-depth study” by specially constituted Study Groups. We reproduce these points below:

1. Some aspects of the relationship between the Eastern Catholic Churches and the Latin Church. (SR 6)

2. Listening to the Cry of the Poor (SR 4 and 16)

3. The mission in the digital environment. (SR 17)

4. The revision of the Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis in a missionary synodal perspective. (SR 11)

5. Some theological and canonical matters regarding specific ministerial forms. (SR 8 and 9)

6. The revision, in a synodal missionary perspective, of the documents touching on the relationship between Bishops, consecrated life, and ecclesial associations. (SR 10)

7. Some aspects of the person and ministry of the Bishop (criteria for selecting candidates to Episcopacy, judicial function of the Bishops, nature and course of ad limina Apostolorum visits) from a missionary synodal perspective. (SR 12 and 13)

8. The role of Papal Representatives in a missionary synodal perspective. (SR 13)

9. Theological criteria and synodal methodologies for shared discernment of controversial doctrinal, pastoral, and ethical issues. (SR 15)

10. The reception of the fruits of the ecumenical journey in ecclesial practices. (SR 7)

The Holy Father also entrusted the General Secretariat of the Synod with the task of “preparing the outline of the work specifying the mandate of the Groups”. In fulfilment of this mandate, the General Secretariat presents below an outline for each of these issues that briefly states the specific scope of the topics to be studied and the subjects whose involvement is to be prioritized.

4. Excluded from this list established by the Holy Father are those subjects appearing in the SR that will be entrusted to the discernment of the Second Session of the XVI Ordinary General Assembly of the Synod of Bishops (October 2024). According to the Towards October 2024 Document issued by the General Secretariat of the Synod on 11 December 2023, this will focus on “How to be a synodal Church on mission” in order to identify “concrete forms of the missionary commitment to which we are called, in the dynamism between unity and diversity proper to a synodal Church”. The theme of participation will thus be addressed, enhancing “the originality of every baptised person and every Church in the unique mission of proclaiming the Risen Lord and his Gospel to the world today” in relation to the exercise of authority as an expression of communion at the service of mission. In particular, this specific dynamic of the synodal Church in its concrete canonical configurations and in its practical implementation will be deepened in its theological meaning on three levels: that of each local Church, that of the groupings of Churches (national, regional, continental), and that of the whole Church in the relationship between the primacy of the Bishop of Rome, episcopal collegiality and synodality.

A process of consultation with the local Churches around the world has already been launched on these issues, on whose contributions the drafting of the Instrumentum laboris of the Second Session will be based. The document Towards October 2024 details the steps and timing of this important work. It is not possible to draw a clear line of demarcation between the subjects covered by the work of the Second Session and those included in the above list in paragraph n. 3; there are many points of contact, interconnections and overlaps. The subdivision responds above all to criteria of operational practicality. It will therefore be essential that the work along the various axes proceeds in a coordinated manner and in an attitude of listening to the results being achieved in the various areas.

5. For this reason, and because of the twofold connection of the topics listed in paragraph n. 3 to the Synod 2021-2024 process, the General Secretariat of the Synod is entrusted with the task of coordinating and animating their in-depth study, overseeing in particular the synodal quality of the method of work, as well as the timing and manner of composition of the Groups. In carrying out this task, it will be assisted by the International Theological Commission, the Pontifical Biblical Commission, and by a Canon Law Commission established at the service of the Synod in agreement with the Dicastery for Legislative Texts, as already established at the Audience of 18 December 2023. The Dicasteries of the Roman Curia, convened on individual topics within their specific competencies, will participate in the coordination of the work or offer their collaboration, thus giving specific implementation to Article 33 of the Apostolic Constitution “Praedicate Evangelium” on the Roman Curia and its service to the Church and the World.

6. The Study Groups that will be set up to handle the various themes will take care to involve Bishops and Experts from the different parts of the world, identified on the basis of their expertise and taking care to respect the variety of geographical origins, disciplinary areas, gender and ecclesial condition necessary to favour an authentically synodal approach. They will collect and develop the already existing contributions on the themes assigned to them; the insights they will provide should be informed not only by study and research, but also by consideration of the fruits of active listening in a variety of pastoral situations and by the considerations of the local Churches.

Those responsible for the coordination of each Study Group will define more precisely the participants, the methodology, and the timetable of the work in a way that is suitable for the subjects or the matter to be dealt with, making sure that authentically synodal methods are adopted. Each Group will initially need to design a work plan at the beginning and submit a brief report with an outline of the topic by 5 September 2024, so that it can be presented to the Second Session of the Synodal Assembly, following the instructions that the General Secretariat of the Synod will provide. The Groups should finish their work, if possible, by the end of June 2025.

7. In addition, and at the service of the synodal process in a broader sense, the General Secretariat of the Synod will activate a “permanent Forum” to deepen the theological, juridical, pastoral, spiritual and communicative aspects of the Church’s synodality. This “permanent forum” will also respond to the request formulated by the SR “to promote, in an appropriate forum, the theological work of deepening the terminological and conceptual understanding of the notion and practice of synodality” (SR 1p). In its own work, the “permanent Forum” will also be attentive to “clarifying the relationship between synodality and communion, and between synodality and collegiality” (SR 1j).; to bringing out the many expressions of synodal life in cultural contexts where people are accustomed to walking together as a community (SR 11); to studying the “contribution that the experience of the Eastern Catholic Churches can offer to the understanding and practice of synodality” (SR 6d; cf. also 1k); to deepening the different conceptions and practices of synodality in the various ecclesial traditions of East and West, in a spirit of an exchange of gifts” (SR 7g). During the Second Session of the Synodal Assembly, a report will be given on the progress of the work of this “Forum”.

1. Some aspects of relations between the Eastern Catholic Churches and the Latin Church

The Synod Assembly highlighted the need for greater mutual understanding and dialogue between members of the Eastern Catholic Churches and the Latin Church. In a context of increasing migration, which has seen the development of Eastern Christian communities in the diaspora, communities of Eastern and Latin traditions coexist in most parts of the world today. In this regard, the SR stresses that “For various reasons, the establishment of Oriental hierarchies in the countries of immigration is not sufficient to solve the problem, but it is necessary that the local Churches of the Latin rite, in the name of synodality, help the Oriental faithful who have emigrated to preserve their identity and cultivate their specific heritage, without undergoing processes of assimilation” (SR 6c).

In the wake of what was proposed by the SR (cf. SR 6j), a Study Group made up of Oriental and Latin theologians and canonists, coordinated by the General Secretariat of the Synod and the Dicastery for the Oriental Churches, is to be set up to formulate indications after the necessary in-depth study:

relative to participation in Episcopal Conferences of Bishops of Eastern Catholic Churches outside their canonical territory (cf. SR 19l);

relative to guidelines for pastoral action of Latin dioceses in whose territory Oriental presbyters and faithful live (cf. SR 6c), in order to help them “preserve their identity and cultivate their specific heritage” (SR 6c) and with the aim of “finding ways to make visible and experienceable an effective unity in diversity” (SR 6f).

This Group could also examine the dossiers concerning the request to “establish a Council of Patriarchs and Major Archbishops of the Eastern Catholic Churches to the Holy Father” (SR 6h), and the adequate representation of members of the Eastern Catholic Churches in the Dicasteries of the Roman Curia, “to enrich the entire Church with the contribution of their perspective, to favour the solution of the problems detected and to participate in dialogue at the different levels” (SR 6k).

2. Listening to the Cry of the Poor

Chapter 16 of the SR expresses the awareness that “Listening is the term that best expresses the most intense experience that has characterized the first two years of the synodal journey and also the work of the Assembly” (SR 16a), and affirms that “A synodal Church cannot renounce being a Church that listens, and this commitment must be translated into concrete actions” (SR 16n).

Listening allows the Christian community to “assume the attitude of Jesus towards the people he met” (SR 16d). “Along the synodal process, the Church has met many people and groups who ask to be listened to and accompanied” (SR 16e). Each person has his or her own story; what unites them all is the experience of being victims of forms of marginalization, exclusion, abuse or oppression, in many different situations and even in the Christian community. For these people, being listened to is an experience of affirmation and recognition of their own dignity that is deeply transformative (cf. SR 4a and 16b). For the Church, listening to them allows the Church “to understand their point of view and to concretely place herself at their side” (SR 16i). Furthermore, “Standing by the side of the poor means also joining with them in our commitment to the care of our common home: the cry of the earth and the cry of the poor are the same cry” (SR 4e).

Precisely because of the theological value of listening, “it is the Church that listens” (SR 16d). Concretely, this happens thanks to the action of those who, often within projects, organizations or institutions, try to accompany people in situations of poverty. Fundamental is the task of promoting awareness that listening and accompaniment are an ecclesial action and not a task relegated to only a few instead of embraced by all (cf. SR 16n).

A Study Group is established to investigate how to strengthen the Church’s capacity to listen to the different forms of poverty and marginalization at different levels and, above all, at the local level. The Study Group will address questions such as:

What means does the Church already have at her disposal to reach out to those who ask to be listened to? What new ones would be useful to introduce?

How can we reinforce the link between the Christian community that listens and those who work concretely in the service of charity, justice and integral development, in order to avoid abdication of responsibilities and illegitimate delegation? Could it be useful to think about instituting a ministry of listening and accompaniment (cf. SR 16p)?

How can we better network initiatives of welcome, human promotion and charity? How can we better combine listening and services of charity with protecting the “rights of the poor and excluded, and [...] the public denunciation of injustices” (SR 4f)?

How can theological research listen to what the poor have to teach us since “through their sufferings they have a direct knowledge of the suffering Christ (cf. Evangelii gaudium, n. 198)” (SR 4h)?

How can the Church respond to the formational and spiritual needs of those who are directly involved in the service of charity, the promotion of justice and integral human development? How can we develop a spirituality that sustains them?

The Study Group will be coordinated by the Dicastery for Promoting Integral Human Development together with the General Secretariat of the Synod; the Dicastery for the Service of Charity will also participate along with individuals, projects, organizations and networks concerned with the various areas of poverty.

3. The mission in the digital environment

Chapter 17 of the SR constitutes the horizon within which to grasp the importance for the Church of carrying out the mission of proclaiming the Gospel also in the digital environment, which involves every aspect of human life and must therefore be recognised as a culture and not only as an area of activity. However, the Church is struggling to recognise action in the digital environment as a crucial dimension of its witness in contemporary culture (cf. SR 17b).

Although it concerns everyone, action in the digital world is marked by a special attention to the world of youth: many young people “have abandoned the physical spaces of the Church to which we try to invite them in favour of online spaces” (SR 17k); at the same time, “young people, and among them seminarians, young priests and young consecrated men and women, who often have direct experience of it, are the best suited to help the Church carry out its mission in the digital environment” (SR 17d).

In addition to encouraging the local Churches to pay more attention to the digital environment (cf. Towards October 2024, n. 2), it is appropriate to set up a Study Group to investigate the implications at the theological, spiritual and canonical level and identify the requirements at the structural, organisational and institutional level to fulfil the digital mission. “Renewed attention is needed to the question of the languages we use to speak to people's minds and hearts in a wide diversity of contexts in a way that is both beautiful and accessible” (SR 5l). The Group will work by addressing questions such as:

What can a missionary synodal Church learn from greater immersion in the digital environment? With what criteria can we evaluate the many experiences that have taken place during the pandemic, so as to identify what can be “the lasting benefits for the mission of the Church in the digital environment” (SR 17j)?

How can digital mission be integrated more routinely into the life of the Church and into Church structures, deepening the implications of the new digital missionary frontier for the renewal of existing parish and diocesan structures (cf. SR 17j)?

What adaptations to the digital environment does the notion of jurisdiction require? Indeed, “online apostolic initiatives have a scope and reach that extend beyond the traditionally understood territorial boundaries. This raises important questions about how they can be regulated and which ecclesiastical authority is responsible for supervision” (SR 17h).

The Study Group will be coordinated by the Dicastery for Communications and the General Secretariat of the Synod; the Dicastery for Culture and Education and the Dicastery for Evangelization will also be involved. Those involved in the initiative “The Church listens to you” are available to offer their contribution.

4. The revision of the Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis in a missionary synodal perspective

The SR points out the need to pay special attention to the formation of deacons and priests and explicitly formulates the request “that seminaries or other courses of formation for candidates for the ministry be linked to the daily life of the communities” (SR 11e). It also asks that “candidates for ministry, before embarking on specific paths, should have matured a real, albeit initial, experience of Christian community” and that the formation path should not create “an artificial environment, separate from the common life of the faithful” (SR 14n). Finally, it emphasises the importance that “the experience of encounter, of sharing life and of service to the poor and the marginalised should become an integral part of all formation paths [...] especially for candidates to the ordained ministry and consecrated life” (SR 4o)

Formation for ordained ministry and in ordained ministry (i.e. ongoing formation) must be embedded in the web of relationships that make up the Church and make it a “sign and instrument” of the union of God with humanity and of human persons with each other.

The Eastern Catholic Churches must prepare their own norms on this matter, starting from their liturgical, theological, spiritual and disciplinary heritage.

Currently for the Latin Church, the profile of formation for ordained ministry is indicated by the Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis. The gift of vocation, published in 2016 by the then Congregation for the Clergy. This applies to countries under the jurisdiction of the Dicastery for the Clergy, and partially for the territories under the jurisdiction of the Dicastery for Evangelisation (Section for First Evangelisation and the New Particular Churches), for Institutes of Consecrated Life and Societies of Apostolic Life for Clerical Associations that can incardinate clerics, for Military Ordinariates and Personal Ordinariates, as well as for houses of formation for movements and new ecclesial communities. Episcopal Conferences have the task of drafting their own Ratio Nationalis (cf. Optatam totius 1; CIC can. 242, § 1).

It now seems appropriate to form a Study Group to carry out a review of formation to the ordained ministry and a revision of the Ratio Fundamentalis in the perspective of a synodal missionary Church (cf. SR 11j), at the service of the Episcopal Conferences, addressing at least these questions:

Which aspects, criteria, provisions of the current Ratio Fundamentalis correspond to a missionary synodal Church, and which are most in need of being rethought?

What choices should be made to better connect the training programs for ordained ministry with those proposed for other ministerial figures (both instituted and ‘de facto’ ministries)?

What changes could be envisaged in order to adequately recognise the competences of the Episcopal Conferences in the different contexts?

The task of verification and revision will be coordinated by the Dicastery for the Clergy with the General Secretariat of the Synod, but also requires the participation of at least the Dicasteries for Evangelisation; for the Eastern Churches; for the Laity, Family and Life; for Institutes of Consecrated Life and Societies of Apostolic Life; for Culture and Education. Considering the importance of the topic, an inter-dicasterial evaluation and deeper exploration of the theme is required.

5. Some theological and canonical questions about specific ministerial forms

The Synthesis Report highlighted the need to “continue to deepen the theological understanding of the relationship between charisms and ministries in a missionary perspective” (SR 8i). The charismatic and ministerial dimensions of the Church are not opposed to each other, nor do they overlap. In different ways and with different levels of awareness and visibility, both are part of the life of each member of the People of God and of every ecclesial reality.

The Second Session of the XVI Ordinary General Assembly of the Synod of Bishops will address the question “How can we be a synodal Church in mission?”. The Assembly will be asked to propose practical ways, from a theological and canonical point of view, to promote and support the participation of all the baptized in the mission of the Church in different contexts. On the one hand, it is necessary to avoid limiting the participation of the lay faithful to “intra-ecclesial tasks without a real commitment to applying the Gospel to the transformation of society” (Evangelii gaudium, n. 102). On the other hand, it is necessary to continue the research on the relationships between the different forms of ecclesial ministry.

Also in view of this commitment, it seems important to delve into some theological and canonical questions related to these matters now, including: the specificity of the sacramental munus (capacity); the relationship between the sacramental munus (capacity) (especially that deriving from the capacity to administer the Eucharist) and the ecclesial services necessary for the care and growth of God’s Holy People in view of mission; the origin of ministries; the charismatic dimension of the Church’s life; ecclesial roles and services that do not require the sacrament of Holy Orders; Holy Orders as a service and the problems arising from an erroneous conception of ecclesial authority; the role of women in the Church and their participation in decision-making/taking processes and community leadership.

It is in this context that the question of women’s possible access to the diaconate can be properly posed: to this Group is entrusted the task to continue “Theological and pastoral research on the access of women to the diaconate […], benefiting from consideration of the results of the commissions specially established by the Holy Father” (SR 9n).

This Group will also aim to respond to the Synodal Assembly’s desire for “a greater recognition and appreciation of the contribution of women and a growth in the pastoral responsibilities entrusted to them in all areas of the life and mission of the Church” (SR 9i).

In coordination with the General Secretariat of the Synod, the study of these themes is entrusted to the Dicastery for the Doctrine of the Faith, in dialogue with the various relevant Dicasteries.

6. The revision, in a synodal missionary perspective, of the documents on the relations between Bishops, Consecrated life, Ecclesial aggregations

Synodality goes hand in hand with the recognition and enhancement of the charisms of all members of the People of God. The Assembly highlighted the importance of the articulation of hierarchical and charismatic gifts in the life and mission of the Church. The Magisterium of the Church has developed a broad teaching on this subject; during the First Session it clearly emerged the need to question the ecclesiological meaning and the canonical and pastoral implications of these acquisitions (cf. RdS 10e).

Within this perspective, the RdS recognizes the reality and the contribution of consecrated life, and of the different forms of ecclesial aggregations to the development of the synodal life of the Church and asks for a more profound exploration of the way the relationships between pastors, consecrated men and women, members of ecclesial movements and new communities can better explain themselves and stand together at the service of communion and mission (cf. RdS 10f).

A Study Group is to be established for the purpose of exploring themes such as:

The revision of the “guiding criteria on the relations between Bishops and Religious in the Church proposed in the 1978 document Mutuae relations (SR 10g).

The identification, beginning with the study of already existing best practices, of places and means to promote “meetings and forms of collaboration in a synodal spirit between Episcopal Conferences and the Conferences of Superiors and Major Superiors of Institutes of Consecrated Life and Societies of Apostolic Life” (SR 10h).

The identification, on the basis of the study of already existing best practices, of places and means to promote organic relations between Lay Associations, Ecclesial Movements and new Communities and the life of the local Churches, starting from the configuration of the Councils and Councils in which the representatives of the Ecclesial Aggregations converge (cf. SR 10i)

The Study Group will be coordinated by the General Secretariat of the Synod, in collaboration with the Dicasteries for Bishops, for Institutes of Consecrated Life and Societies of Apostolic Life, for Evangelization (Section for the First Evangelization and the New Particular Churches), and for the Laity, Family and Life; it should also involve and include the international bodies of representation of consecrated life (UISG and USG) and the different ecclesial aggregations.

7. Some aspects of the person and ministry of the Bishop (criteria for selecting candidates for episcopacy, judicial function of the Bishops, nature and course of ad limina Apostolorum visits) from a missionary synodal perspective

The figure and role of the Bishop was one of the central themes of the work of the First Session of the Synodal Assembly, given the abundance of references found in the Instrumentum laboris. This centrality also emerges in the SR, in chapters 12 and 13 explicitly dedicated to the episcopate, and in other chapters the subject matter of which involves the role of the Bishop, such as chapters 8, 10, 11, 18, 19, 20. The deepening and examination of many aspects of episcopal ministry will be the subject of the work of the Second Session.

This work will certainly benefit from an effort of preparation. More than likely, it will not be possible for the Assembly to exhaust all aspects of the figure and ministry of the Bishop. This is why it is appropriate to entrust their in-depth study to specific Study Groups.

A first Group, coordinated by the Dicastery of Bishops and the General Secretariat of the Synod, with the involvement of the Dicastery for Evangelisation and the Dicastery for the Oriental Churches, will address topics such as:

In a synodal Church, what are the criteria for the selection of Bishops (cf. SR 12l)? How can or should the local Church enter the selection process: the People of God in all its components? the presbyterate? participatory bodies and the Episcopal Conferences?

In this activity of selecting that involves different institutional subjects, the Nuncio plays a delicate role, representing the in local church the closeness of universal care: how can his service grow in the involvement of all the members of the People of God of the dioceses concerned, in an authentically synodal perspective and taking care to avoid inappropriate pressures? (cf. SR 12l).

How can ad limina visits become an opportunity and instrument for exercising collegiality and synodality, in the logic of exchanging gifts in the service of communion? (cf. SR 13g)

A second Study Group, coordinated by the Dicastery for Legislative Texts and the General Secretariat of the Synod, with the participation of the Dicasteries for Bishops and for Evangelisation, will delve into the topic of the Bishop’s judicial function, already raised by Motu proprio Vos estis lux mundi (25 March 2023):

How to promote its exercise within a synodal rationale (cf. SR 12c), also in order to meet the difficulty, manifested during the First Session, of reconciling in some cases the role of father and that of judge (cf. SR 12i)?

8. The role of Papal Representatives in a missionary synodal perspective

Within the framework of the proposed culture of transparency and accountability as “an integral part of a synodal Church that promotes co-responsibility, as well as a possible safeguard against abuses” (SR 12j; cf. also 12i and 11k), the Assembly considers “it opportune to envisage forms of evaluation of the work of the Pontifical Representatives by the local Churches of the countries where they carry out their mission, in order to facilitate and perfect their service” (SR 13i).

Nuncios play a fundamental role in the process of choosing Bishops (cf. Sheet 08 above), but even more so they represent a fundamental link of the interplay between the local and universal levels of the Church’s life. Their ministry and the way it is carried out must therefore be attuned to the attention to the local Churches typical of a synodal Church (cf. SR 13c). This thrust highlights “the decisive role of the Episcopal Conferences” (SR 19d), whose prerogatives and competences need to be rethought in a synodal key. It also brings out “the need for an instance of synodality and collegiality at a continental level” (ibid.) and motivates the proposal to “strengthen the ecclesiastical province or metropolia, as a place of communion of the local Churches of a territory” (SR 19i). Following the path of a growing abundance of intermediate bodies, the changing synodal environment with which the Apostolic Nuncios interface requires that we reconsider how their ministry today can help to consolidate the bonds of communion between the local Churches and the Successor of Peter, enabling him to know, with more certainty, their needs and aspirations.

A Study Group will be dedicated to this task, with coordination by the Secretariat of State and the General Secretariat of the Synod, and with the involvement of the Dicasteries for Bishops and for Evangelisation. The involvement of some representatives of the local Churches and their episcopates, for example by enhancing the groupings of Churches on a continental level, also seems useful.

9. Theological criteria and synodal methodologies as a basis for shared discernment of controversial doctrinal, pastoral and ethical issues

On the basis of the Assembly debate, the SR affirms that “Among the questions on which it is important to continue reflection, there is that of the relationship between love and truth and the repercussions that it has on many controversial issues” (SR 15d), recognising that “Sometimes the anthropological categories that we have elaborated are not sufficient to grasp the complexity of the elements that emerge from experience or from the knowledge of the sciences and require refinement and further study” (SR 15g). Therefore “We recognise the need to continue ecclesial reflection on the original interweaving of love and truth witnessed to by Jesus, with a view to an ecclesial praxis that honours his inspiration” (SR 15h), investing “the necessary time [and...] the best energies, without giving in to simplistic judgements that injure individuals and the Body of the Church” (SR 15g).

In this perspective, the Assembly formulated the proposal “to promote initiatives that allow for a shared discernment on doctrinal, ethical and pastoral issues that are controversial, in the light of the Word of God, the Church’s teaching, theological reflection and valuing synodal experience” (SR 15k). It also indicated a possible method: “This can be done through in-depth discussions between experts of different skills and backgrounds in an institutional context that protects the confidentiality of the debate and promotes frankness of confrontation, giving space, when appropriate, also to the voices of the people directly affected by the controversies mentioned” (ibid.) and explicitly requests that this path be “initiated in view of the next Synodal Session” (ibid.).

This request could be followed up by forming a study group which, on the basis of a shared overall approach, would reinterpret the traditional categories of anthropology, soteriology and theological ethics with a view to better clarifying the relationship between charity and truth in fidelity to Jesus’s life and teaching, and consequently also between pastoral care and (moral) doctrine. In this work it will be appropriate to better articulate the circular relationship between doctrine and pastoral care: the former is usually associated with truth and the latter with mercy, as if practices that seem pastorally sensible had no repercussions on doctrinal systematisation. Moreover, in the various discernments one must ask oneself how we can pay “greater attention to the diversity of situations and a more attentive listening to the voice of the local Churches” (SR 13h).

Bearing in mind the authority required to tackle this task, the direction of this Group is entrusted to the Prefect of the Dicastery of the Doctrine of the Faith and the Secretary of the International Theological Commission, with the support of the General Secretariat of the Synod. The Pontifical Academy for Life is invited to make its contribution.

In this sphere, perhaps even more than in others, there is an urgent need to move towards greater collaboration between those entities that, albeit in different capacities, speak on behalf of the Holy See with a view to greater harmony in their positions. Dissonances, and even more so oppositions, risk fostering division and disorientation rather than confrontation and reflection. A synodal approach aims not at homogeneity, but at harmony.

10. The reception of the fruits of the ecumenical journey in ecclesial practices

The observation that “the path of synodality, which the Catholic Church is on, is and must be ecumenical, just as the ecumenical path is synodal”[3] is not just a wish: the Catholic Church’s synodal process is of great ecumenical significance, and several Churches and Ecclesial Communities have expressed sincere appreciation for what has taken place. The First Session was marked by two important novelties: it was introduced, and not merely in an ornamental manner, by the ecumenical prayer vigil “Together”, attended by heads and leaders of the different Churches, and Fraternal Delegates actively participated, with speaking rights, in the dialogue and discernment conducted in the small groups and in the plenary.

We must seize the opportunities that open up from the richness of the convergences reached, in the timeliness of the issues to be addressed indicated in Chapter 7 of the SR, and in the concreteness of the proposals put forward there. To this end, it is appropriate that a Study Group be set up to address the following issues:

In light of theological dialogues and paying attention to the concrete ecclesial repercussions deepening the mutual interdependence between synodality and primacy at different ecclesial levels, with particular reference to “the way of understanding the Petrine ministry at the service of unity” (SR 7h);

In-depth study from a theological, canonical and pastoral point of view of the issue of Eucharistic hospitality (communicatio in sacris), in light of the connection between sacramental and ecclesial communion, with particular reference to the experience and ecumenical significance of interchurch couples and families (cf. SR 7i);

An in-depth and open reflection “on the phenomenon of ‘non-denominational’ communities and ‘revival’ movements of Christian [charismatic/Pentecostal] inspiration” (SR 7j).

The Study Group will be coordinated by the General Secretary of the Synod and the Dicastery for the Promotion of Christian Unity.

Vatican, 14 March 2024

_________________________________

[1] GENERAL SECRETARIAT OF THE SYNOD, For a Synodal Church. Communion, participation, mission. Preparatory Document (2021), n. 2.

[2] SECRETARIAT GENERAL OF THE SYNOD, October 2024, 11 December 2023.

[3] POPE FRANCIS, Address to His Holiness Mar Awa III Catholicos-Patriarch of the Assyrian Church of the East, 19 November 2022, cited in XVI ORDINARY GENERAL ASSEMBLY OF THE SYNODOX OF BISHOPS, Instrumentum laboris for the First Session (October 2023), B 1.4.

[00454-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua spagnola

SECRETARÍA GENERAL DEL SÍNODO

Grupos de Estudio sobre temas surgidos de la Primera Sesión

de la XVI Asamblea General Ordinaria del Sínodo de los Obispos

a profundizar en colaboración con los Dicasterios de la Curia Romana

Pistas de trabajo

1. De acuerdo con la tarea que le fue encomendada, la Primera Sesión de la XVI Asamblea General Ordinaria del Sínodo de los Obispos (octubre de 2023) abordó las cuestiones que emergieron del Pueblo de Dios durante la fase de consulta y de escucha del Sínodo 2021-2024, con el objetivo de seguir centrándose en los pasos que “el Espíritu nos invita a dar para crecer como Iglesia sinodal”[1]. Los frutos del trabajo de la Primera Sesión se recogen en el Informe de Síntesis (IdS), que los articula en torno a veinte núcleos, a cada uno de los cuales dedica un capítulo. En cada capítulo, el IdS pone en evidencia las convergencias, las cuestiones que deben abordarse y las propuestas.

2. Entre los frutos de la Primera Sesión se destaca la aparición de una serie de cuestiones relevantes concernientes a la vida y a la misión de la Iglesia en una perspectiva sinodal, sobre las que la Asamblea alcanzó un consenso consistente, casi siempre superior al 90%. Se trata de asuntos que “requieren ser tratados a nivel de toda la Iglesia y en colaboración con los Dicasterios de la Curia Romana”[2], con plazos adecuados. Estos mantienen una doble conexión con el proceso del Sínodo 2021-2024: por una parte, de hecho, inciden en la fisonomía y el estilo de una Iglesia sinodal; por otra, su profundización requiere ser llevada a cabo de manera auténticamente sinodal, involucrando a Expertos de todos los continentes, reforzando la colaboración interdicasterial y configurando así un laboratorio práctico de sinodalidad. No sólo los temas son importantes, sino cómo se reflexiona, escuchando juntos la voz del Espíritu Santo. Él es, en efecto, el verdadero maestro de armonía y comunión, quien descoloca nuestras previsiones y expectativas para crear algo nuevo; es Él quien nos guía en la misión y sabe lo que en cada época y en cada momento se necesita.

3. En la Carta enviada al Secretario General del Sínodo el 22 de febrero de 2024, el Santo Padre reunió estas cuestiones en diez puntos, indicándolas como cuestiones que, “por su naturaleza, requieren ser afrontadas con un estudio en profundidad” por Grupos de Estudio especialmente constituidos. Los reproducimos a continuación:

1. Algunos aspectos referentes a las relaciones entre las Iglesias orientales católicas y la Iglesia latina (IdS 6).

2. La escucha del grito de los pobres (IdS 4 y16).

3. La misión en el espacio digital (IdS 17).

4. La revisión de la Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis en perspectiva sinodal misionera (IdS 11)

5. Algunas cuestiones teológicas y canónicas en torno a formas ministeriales específicas (IdS 8 y 9).

6. La revisión, en perspectiva sinodal y misionera, de los documentos sobre las relaciones entre Obispos, Vida Consagrada, Agregaciones eclesiales (IdS 10).

7. Algunos aspectos de la figura y del ministerio del Obispo (en particular: los criterios de selección de los candidatos al episcopado, la función judicial del Obispo, la naturaleza y el desarrollo de las visitas ad limina Apostolorum) en una perspectiva sinodal misionera (IdS 12 y 13).

8. El rol de los Representantes Pontificios desde una perspectiva sinodal misionera (IdS 13).

9. Criterios teológicos y metodologías sinodales para un discernimiento compartido de cuestiones doctrinales, pastorales y éticas controvertidas (IdS 15).

10. La recepción de los frutos del camino ecuménico en la praxis eclesial (IdS7).

El Santo Padre ha confiado asimismo a la Secretaría General del Sínodo la tarea de “preparar el esquema de trabajo que precise el mandato para los Grupos”. En cumplimiento de este mandato, la Secretaría General presenta a continuación, para cada uno de estos temas, un esquema que indica brevemente el alcance específico de los temas que se examinarán y los temas prioritarios que se tratarán.

4. Quedan excluidos de la lista indicada por el Santo Padre, los temas del IdS que serán objeto de discernimiento en la Segunda Sesión de la XVI Asamblea General Ordinaria del Sínodo de los Obispos (octubre 2024). Según las indicaciones del Documento Hacia octubre de 2024 de la Secretaría General del Sínodo del 11 de diciembre de 2023, ésta se centrará en “¿Cómo ser una Iglesia sinodal en misión?” para identificar “formas concretas del compromiso misionero al que estamos llamados, en el dinamismo entre unidad y diversidad propio de una Iglesia sinodal”. Se abordará así el tema de la participación, que valoriza “la originalidad de cada bautizado y de cada Iglesia en la misión única de anunciar al Señor resucitado y su Evangelio al mundo de hoy”, en relación con el ejercicio de la autoridad, como expresión de comunión al servicio de la misión. En particular, esta dinámica específica de la Iglesia sinodal se profundizará en su significado teológico, en sus configuraciones canónicas concretas y en sus modos prácticos de aplicación, en tres niveles: el de cada Iglesia local, el de las agrupaciones de Iglesias (nacional, regional, continental), el de toda la Iglesia en la relación entre el primado del Obispo de Roma, la colegialidad episcopal y la sinodalidad.

Respecto a estas temáticas ya se ha puesto en marcha un proceso de consulta a las Iglesias locales de todo el mundo, cuyas aportaciones servirán de base para la redacción del Instrumentum laboris de la Segunda Sesión. El documento Hacia octubre de 2024 detalla los pasos y el calendario de este importante trabajo. No es posible trazar una línea clara de demarcación entre los temas que abarcan los trabajos de la Segunda Sesión y los incluidos en la lista del punto n° 3; son numerosos los puntos de contacto, las interconexiones y las superposiciones. La subdivisión responde sobre todo a criterios de practicidad operativa. Por lo tanto, será esencial que los trabajos en torno a los distintos ejes se desarrollen de forma coordinada y en la escucha de los resultados obtenidos progresivamente en los distintos ámbitos.

5. Por esta razón, así como por la doble conexión de los temas de la lista del punto nº 3 con el proceso del Sínodo 2021-2024, se encomienda a la Secretaría General del Sínodo la tarea de coordinar y animar su profundización, velando en particular por la calidad sinodal del método de trabajo, así como por el calendario y el modo de composición de los grupos. Para llevar a cabo esta tarea, contará con la asistencia de la Comisión Teológica Internacional, la Pontificia Comisión Bíblica y de una Comisión de Derecho Canónico establecida al servicio del Sínodo de acuerdo con el Dicasterio para los Textos Legislativos, como ya se estableció en la Audiencia del 18 de diciembre de 2023. Los Dicasterios de la Curia Romana, convocados sobre cada uno de los temas en base a sus competencias específicas, participarán en la coordinación de los trabajos u ofrecerán su colaboración, dando así aplicación concreta al artículo 33 de la Constitución Apostólica “Praedicate Evangelium” sobre la Curia Romana y su servicio a la Iglesia y al Mundo.

6. Los Grupos de Estudio que se constituirán para tratar los diversos temas, procurarán implicar Obispos y Expertos de las distintas partes del mundo, identificados en función de su competencia y teniendo cuidado de respetar la variedad de procedencias geográficas, áreas disciplinares, género y condición eclesial necesaria para un enfoque auténticamente sinodal; recogerán y enriquecerán las contribuciones existentes sobre los temas que se les asignen; las ideas que aporten deberán basarse no sólo en el estudio y la investigación, sino también en la consideración de los frutos de la escucha activa en una diversidad de situaciones pastorales y a partir de las consideraciones de las Iglesias locales.

Los responsables de la coordinación de cada Grupo de Estudio definirán con mayor precisión los participantes, la metodología y el calendario de los trabajos de manera adecuada a los temas tratados y garantizando la adopción de modalidades auténticamente sinodales. Cada Grupo deberá elaborar un plan de trabajo al inicio y entregar un breve informe con una instrucción sobre el tema antes del 5 de septiembre de 2024, para que pueda ser presentado en la Segunda Sesión de la Asamblea sinodal, siguiendo las indicaciones que proporcionará la Secretaría General del Sínodo. Los Grupos deberán concluir sus trabajos, si es posible, antes de finales de junio de 2025.

7. Además, al servicio del proceso sinodal en un sentido más amplio, la Secretaría General del Sínodo activará un “Forum permanente” para profundizar los aspectos teológicos, jurídicos, pastorales, espirituales y comunicativos de la sinodalidad de la Iglesia, también para responder a la petición de “promover, en lugar oportuno, el trabajo teológico de profundización terminológica y conceptual de la noción y de la práctica de la sinodalidad” (IdS, 1p). En su trabajo, el “Forum permanente” también prestará atención a: “clarificar la relación entre sinodalidad y comunión, así como entre sinodalidad y colegialidad” (IdS 1j); poner de relieve “las múltiples expresiones de la vida sinodal en contextos culturales en los que la gente está acostumbrada a caminar junta como comunidad” (1l); estudiar “la contribución que la experiencia de las Iglesias orientales católicas puede ofrecer a la comprensión y a la práctica de la sinodalidad” (IdS 6d; cf. también 1k); “profundizar en las diferentes concepciones y prácticas de la sinodalidad en las diversas tradiciones eclesiales de Oriente y Occidente, en un espíritu de intercambio de dones” (IdS 7g). Se informará sobre la marcha de los trabajos de este “foro” durante la Segunda Sesión de la Asamblea sinodal.

1. Algunos aspectos referentes a las relaciones entre las Iglesias orientales católicas y la Iglesia latina

La Asamblea sinodal evidenció la necesidad de un mayor conocimiento mutuo y de diálogo entre los miembros de las Iglesias orientales católicas y de la Iglesia latina. En un contexto de creciente emigración, que ha visto el desarrollo de comunidades cristianas orientales en la diáspora, comunidades de tradiciones orientales y latinas coexisten hoy en la mayor parte del mundo. Al respecto, el IdS subraya que “Por diversos motivos, la constitución de jerarquías orientales en los países de inmigración no es suficiente para resolver el problema, se necesita que las Iglesias locales de rito latino, en nombre de la sinodalidad, ayuden a los fieles orientales migrantes a perseverar en su identidad y a cultivar su patrimonio específico, sin someterlos a procesos de asimilación” (IdS 6c). A raíz de lo propuesto por el IdS (IdS 6j), se constituirá un Grupo de Estudio formado por teólogos y canonistas orientales y latinos, coordinado por la Secretaría General del Sínodo y el Dicasterio para las Iglesias Orientales, que, tras el necesario estudio en profundidad, podrá formular indicaciones:

relativas a la participación en las Conferencias Episcopales de los Obispos orientales fuera del territorio canónico (IdS 19l);

relativas a líneas guía para las diócesis latinas en cuyo territorio viven presbíteros y fieles orientales (IdS 6c), para ayudarles a “perseverar en su identidad y a cultivar su patrimonio específico” (IdS 6c), y con el fin de “encontrar modalidades que hagan visible y experimentable una efectiva unidad en la diversidad” (IdS 6f).

Patriarcas y Arzobispos Mayores de las Iglesias orientales católicas junto al Santo Padre” (IdS 6h), y a la adecuada representación de miembros de las Iglesias Orientales Católicas en los Dicasterios de la Curia Romana, “para enriquecer a la Iglesia entera con la aportación de su perspectiva, favorecer la solución de problemas y participar en el diálogo a diversos niveles” (IdS 6k).

2. La escucha del grito de los pobres

El capítulo 16 del IdS expresa la conciencia de que “es la palabra que mejor expresa la experiencia más intensa que ha caracterizado los primeros dos años del itinerario sinodal y también los trabajos de la Asamblea” (IdS 16a), y afirma que “Una Iglesia sinodal no puede renunciar a ser una Iglesia que escucha, y este compromiso debe traducirse en acciones concretas” (IdS 16n). La escucha permite a la comunidad cristiana “asumir la actitud de Jesús hacia las personas que encontraba” (IdS 16d). “A lo largo del proceso sinodal, la Iglesia se ha encontrado con muchas personas y grupos que quieren ser escuchados y acompañados” (IdS 16e). Cada uno tiene su propia historia; lo que todos tienen en común es la experiencia de ser víctimas de formas de marginación, exclusión, abuso u opresión, en situaciones muy diversas y también en la comunidad cristiana. Para estas personas, recibir una escucha es una experiencia profundamente transformadora de afirmación y reconocimiento de su dignidad (cf. IdS 4a y 16b). Para la Iglesia, escucharles permite “caer en la cuenta de su punto de vista y, en concreto, de ponerse a su lado” (IdS 16i). Además, “estar al lado de los pobres significa empeñarse con ellos también en el cuidado de la Casa común: el grito de la tierra y el grito de los pobres son el mismo grito” (IdS 4e).

Precisamente por el valor teológico de la escucha, “la Iglesia se pone a la escucha” (IdS 16d). En concreto, esto sucede gracias a la acción de quienes, a menudo dentro de proyectos, organizaciones o instituciones, tratan de acompañar a las personas en situación de pobreza. Es fundamental promover la conciencia de que la escucha y el acompañamiento son una acción eclesial y no una tarea delegada a unos pocos (cf. IdS 16n).

Se va a crear un Grupo de Estudio para examinar cómo fortalecer la capacidad de la Iglesia para escuchar, a diferentes niveles y especialmente a nivel local, las diferentes formas de pobreza y marginalidad. El Grupo de Estudio abordará cuestiones como:

¿De qué instrumentos dispone ya la Iglesia para salir al encuentro de quienes piden ser escuchados? ¿Qué nuevos instrumentos sería útil introducir?

¿Cómo reforzar el vínculo entre la comunidad cristiana que escucha y quienes trabajan concretamente al servicio de la caridad, la justicia y el desarrollo integral, para evitar formas de deslegitimación y de desresponsabilización? ¿Sería útil pensar en la creación de un ministerio de la escucha y del acompañamiento (cf. IdS 16p)?

¿Cómo conectar mejor en red las iniciativas de acogida y de promoción humana? ¿Cómo acompañar mejor la escucha con acciones de protección de los “derechos de los pobres y excluidos, y [...] la denuncia pública de las injusticias” (IdS 4f)?

¿Cómo puede la investigación teológica aprender lo que los pobres tienen que enseñarnos, ya que “a través de sus propios dolores tienen conciencia directa del Cristo sufriente (cf. Evangelii gaudium, n. 198)” (IdS 4h)?

¿Con qué medios podemos responder a las necesidades formativas de quienes están directamente comprometidos en el servicio de la caridad y la promoción de la justicia y el desarrollo humano integral? ¿Cómo podemos desarrollar una espiritualidad que les apoye?

El Grupo de Estudio estará coordinado por el Dicasterio para el Servicio del Desarrollo Humano Integral junto con la Secretaría General del Sínodo; también participará el Dicasterio para el Servicio de la Caridad, y se implicarán personas, proyectos, organizaciones y redes relevantes para las áreas abordadas.

3. La misión en el entorno digital

El capítulo 17 del IdS constituye el horizonte dentro del cual captar la importancia que tiene para la Iglesia llevar a cabo la misión de anunciar el Evangelio también en el entorno digital, que implica todos los aspectos de la vida humana y, por tanto, debe ser reconocido como una cultura y no sólo como un ámbito de actividad. Sin embargo, a la Iglesia le cuesta reconocer la acción en el entorno digital como una dimensión crucial de su testimonio en la cultura contemporánea (cf. IdS 17b).

Aunque concierne a todos, la acción en el mundo digital está marcada por una especial atención al mundo juvenil: muchos jóvenes “han abandonado los espacios físicos de la Iglesia a los que intentamos invitarlos, y se han quedado en los espacios online” (IdS 17k); al mismo tiempo, “Los jóvenes, entre ellos los seminaristas, los sacerdotes jóvenes y los jóvenes consagrados y consagradas, que con frecuencia tienen de ella una experiencia profunda, son los más adecuados para llevar adelante la misión de la Iglesia en el ambiente digital” (IdS 17d).

Además de animar a las Iglesias locales a estar más atentas al entorno digital (cf. Hacia octubre de 2024, n. 2), es oportuno crear un Grupo de Estudio para investigar las implicaciones a nivel teológico, pastoral, espiritual, canónico e identificar los requisitos a nivel estructural, organizativo e institucional para llevar a cabo la misión digital. Para ello, también será necesario abordar la “cuestión de los lenguajes que utilizamos para hablar a las mentes y corazones de las personas en una gran diversidad de contextos, para hacerlo de un modo que resulte accesible y bello” (IdS 5l). El Grupo trabajará abordando cuestiones como:

¿Qué puede aprender una iglesia sinodal misionera de una mayor inmersión en el entorno digital? ¿Con qué criterios podemos evaluar las numerosas experiencias que han tenido lugar durante la pandemia, a fin de identificar cuáles pueden ser “los beneficios permanentes para la misión de la Iglesia en el ambiente digital” (IdS 17j)?

¿Cómo puede integrarse la misión digital de forma más rutinaria en la vida de la Iglesia y en las estructuras eclesiales, profundizando las implicaciones de la nueva frontera digital misionera para la renovación de las estructuras parroquiales y diocesanas existentes (cf. IdS 17j)?

¿Qué adaptaciones al entorno digital requiere la noción de jurisdicción? En efecto, “Las iniciativas apostólicas online tienen un alcance y un radio de acción que se extiende más allá de los tradicionales confines territoriales. Esto conlleva importantes cuestiones sobre la manera en que pueden ser reguladas y a qué autoridad eclesiástica competa la vigilancia” (IdS 17h).

El Grupo de Estudio estará coordinado por el Dicasterio para la Comunicación y la Secretaría General del Sínodo, serán implicados también el Dicasterio para la Cultura y la Educación y el Dicasterio para la Evangelización. Las personas implicadas en la iniciativa “La Iglesia te escucha” están disponibles para ofrecer su contribución.

4. La revisión de la Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis en perspectiva sinodal misionera

El IdS señala la necesidad de prestar especial atención a la formación de los diáconos y presbíteros y formula explícitamente la petición de “que los seminarios u otros recorridos de formación de los candidatos al ministerio estén muy ligados a la vida cotidiana de la comunidad” (IdS 11e). También pide que “los candidatos al ministerio, antes de emprender los caminos específicos, hayan madurado una real, aunque inicial, experiencia de comunidad cristiana” y que el itinerario formativo no cree “un ambiente artificial, separado de la vida común de los fieles” (IdS 14n). También subraya la importancia de que “Que la experiencia del encuentro, del compartir la vida y el servicio a los pobres y a los marginados se convierta en parte integrante de todos los recorridos formativos [...] de manera especial para los candidatos al ministerio ordenado y a la Vida Consagrada” (IdS 4o).

La formación al ministerio ordenado y en el ministerio ordenado (es decir, la formación permanente) debe insertarse en la red de relaciones que constituyen la Iglesia y hacen de ella un “signo e instrumento” de la unión de Dios con la humanidad y de los seres humanos entre sí.

Por lo que respecta a las Iglesias orientales católicas, en esta materia deben elaborar sus propias normas, partiendo de su propio patrimonio litúrgico, teológico, espiritual y disciplinar.

Por lo que se refiere a la Iglesia latina, actualmente, para los países bajo la jurisdicción del Dicasterio para el Clero, y parcialmente para los territorios bajo la jurisdicción del Dicasterio para la Evangelización (Sección para la Primera Evangelización y las Nuevas Iglesias Particulares), para los Institutos de Vida Consagrada y para las Sociedades de Vida Apostólica, para las Asociaciones clericales que pueden incardinar clérigos, para los Ordinariatos militares y los Ordinariatos personales, así como para las casas de formación de los movimientos y de las nuevas comunidades eclesiales, el perfil de la formación para el ministerio ordenado está indicado por la Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis. El don de la vocación, publicada en 2016 por la entonces Congregación para el Clero. Las Conferencias Episcopales tienen la tarea de elaborar su propia Ratio Nationalis (cf. Optatam totius 1; CIC can. 242, § 1).

Ahora parece oportuno constituir un Grupo de Estudio que realice una verificación de la formación al ministerio ordenado y una revisión de la Ratio Fundamentalis en la perspectiva de la Iglesia sinodal misionera (IdS 11j), al servicio de las Conferencias Episcopales, abordando al menos estas cuestiones:

¿Qué aspectos, criterios, disposiciones de la actual Ratio Fundamentalis corresponden al rostro de la Iglesia sinodal misionera y cuáles necesitan mayormente ser replanteados?

¿Qué opciones habría que tomar para conectar mejor los itinerarios de formación al ministerio ordenado con aquellos propuestos para las otras figuras ministeriales (ministerios instituidos y “de hecho”)?

¿Qué modificaciones podrían preverse para reconocer adecuadamente, en los distintos contextos, las competencias de las Conferencias Episcopales?

La tarea de verificación y revisión será coordinada por el Dicasterio para el Clero con la Secretaría General del Sínodo, pero requiere también la participación de los Dicasterios para la Evangelización; para las Iglesias Orientales; para los Laicos, la Familia y la Vida; para los Institutos de Vida Consagrada y las Sociedades de Vida Apostólica; para la Cultura y la Educación. Teniendo en cuenta la importancia del tema, se pide una evaluación interdicasterial y un estudio en profundidad de la cuestión.

5. Algunas cuestiones teológicas y canónicas en torno a formas ministeriales específicas.

El Informe de Síntesis señalaba la necesidad de “continuar profundizando en la comprensión teológica de las relaciones entre carismas y ministerios en perspectiva misionera” (IdS 8i). Las dimensiones carismática y ministerial de la Iglesia no son opuestas ni se solapan. De diferentes maneras y con diferentes niveles de conciencia y visibilidad, ambas forman parte de la vida de cada miembro del Pueblo de Dios y de cada realidad eclesial.

La Segunda Sesión de la XVI Asamblea General Ordinaria del Sínodo de los Obispos abordará la cuestión “¿Cómo ser una Iglesia sinodal en misión?”. La Asamblea será llamada a proponer caminos practicables, desde un punto de vista teológico y canónico, para promover y sostener en los diversos contextos la participación de todos los bautizados en la misión de la Iglesia. Si, por una parte, es necesario evitar que la participación de los fieles laicos se limite a “tareas intraeclesiales sin un compromiso real por la aplicación del Evangelio a la transformación de la sociedad “ (Evangelii gaudium, n. 102), por otra es necesario continuar la investigación sobre las relaciones entre las diversas formas de ministerialidad eclesial.

También al servicio de este compromiso parece importante profundizar desde ahora en algunas cuestiones teológicas y canónicas relacionadas con estos temas: la especificidad del poder sacramental; la relación entre el poder sacramental (especialmente el que deriva del poder de administrar la Eucaristía) y los servicios eclesiales necesarios para el cuidado y el crecimiento del Pueblo santo de Dios con vistas a la misión; el origen de los ministerios; la dimensión carismática de la vida de la Iglesia; las funciones y servicios eclesiales que no requieren el sacramento del Orden; el Orden Sagrado como servicio y los problemas derivados de una concepción errónea de la autoridad eclesial; el lugar de la mujer en la Iglesia y su participación en los procesos de toma de decisiones y en el liderazgo comunitario.

En este contexto puede plantearse adecuadamente la cuestión del posible acceso de las mujeres al diaconado: a este Grupo se le confía la tarea de seguir adelante “la investigación teológica y pastoral sobre el acceso de las mujeres al diaconado, ayudándose de los resultados de las comisiones instituidas a este propósito por el santo Padre” (IdS 9n).

Los trabajos de este Grupo tendrán asimismo como objetivo responder al deseo expresado por la Asamblea sinodal de “un mayor reconocimiento y valoración a la aportación de las mujeres y de un aumento de las responsabilidades pastorales que se les confían en todas las áreas de la vida y de la misión de la Iglesia” (RdS 9i).

En coordinación con la Secretaría General del Sínodo, el estudio de estas cuestiones se confía al Dicasterio para la Doctrina de la Fe, en diálogo con los diversos Dicasterios competentes.

6. La revisión, en una perspectiva sinodal y misionera, de los documentos sobre las relaciones entre Obispos, Vida Consagrada, Agregaciones eclesiales.

La sinodalidad va de la mano con el reconocimiento y la valorización de los carismas de todos los miembros del Pueblo de Dios. La Asamblea evidenció la importancia de los dones jerárquicos y de los dones carismáticos en la vida y en la misión de la Iglesia. El Magisterio de la Iglesia ha desarrollado una amplia enseñanza sobre este tema; durante la Primera Sesión, surgió claramente la necesidad de interrogarse sobre el significado eclesiológico y sobre las implicaciones canónicas y pastorales de estas adquisiciones (IdS 10e).

El IdS reconoce la realidad y el aporte de la Vida Consagrada y de las diferentes formas de agregaciones eclesiales al desarrollo de la vida sinodal de la Iglesia y pide que se examine en profundidad cómo las relaciones entre pastores, consagrados y consagradas, miembros de los movimientos eclesiales y de las nuevas comunidades pueden articularse mejor y ponerse juntos al servicio de la comunión y de la misión (IdS 10f).

Con este fin, se ha constituido un Grupo de Estudio, que investigará en temas como:

La revisión de los «“criterios sobre las relaciones entre los Obispos y los Religiosos en la Iglesia”, propuestas en el documento Mutuae Relationes del 1978» (IdS 10g).

La identificación, también a partir del estudio de buenas prácticas ya existentes, de lugares e instrumentos para promover con “las Conferencias Episcopales y las Conferencias de las Superioras y de los Superiores Mayores de los Institutos de Vida Consagrada y de las Sociedades de Vida Apostólica pongan en marcha lugares e instrumentos adecuados para promover encuentros y formas de colaboración con espíritu sinodal” (IdS 10h).

La identificación, también a partir del estudio de las buenas prácticas ya existentes, de lugares e instrumentos para promover las relaciones orgánicas entre las Asociaciones Laicales, los Movimientos Eclesiales y las nuevas Comunidades y la vida de las Iglesias locales, a partir de la configuración de los Consejos y de las Juntas en las que convergen los representantes de las Agregaciones eclesiales (IdS 10i).

El Grupo de Estudio será coordinado por la Secretaría General del Sínodo, en colaboración con los Dicasterios para los Obispos, para los Institutos de Vida Consagrada y las Sociedades de Vida Apostólica, para la Evangelización (Sección para la Primera Evangelización y las Nuevas Iglesias Particulares), para los Laicos, la Familia y la Vida; deberá implicar también a las instancias internacionales representativas de la Vida Consagrada (UISG y USG) y a las diversas agregaciones eclesiales.

7. Algunos aspectos de la figura y del ministerio del Obispo (en particular: los criterios de selección de los candidatos al episcopado, la función judicial del Obispo, la naturaleza y el desarrollo de las visitas ad limina Apostolorum) en una perspectiva sinodal misionera

La figura y el rol del Obispo fue uno de los temas centrales de los trabajos de la Primera Sesión de la Asamblea Sinodal, dada la abundancia de referencias que se encuentran en el Instrumentum laboris. Esta centralidad emerge también en el IdS, tanto en los capítulos 12 y 13, explícitamente dedicados al episcopado, como en los demás capítulos cuya temática involucra el rol del Obispo, como por ejemplo los capítulos 8, 10, 11, 18, 19, 20. La profundización y el examen de muchos aspectos del ministerio episcopal serán el objeto de los trabajos de la Segunda Sesión.

Estos trabajos se beneficiarán ciertamente de un esfuerzo de preparación y, por otra parte, probablemente no será posible agotar en la Asamblea todos los aspectos de la figura y del ministerio del Obispo. De ahí la conveniencia de encomendar el estudio en profundidad de algunos de esos aspectos a Grupos de Estudio específicos.

Un primer Grupo, coordinado por el Dicasterio para los Obispos y la Secretaría General del Sínodo, con la participación del Dicasterio para la Evangelización y para las Iglesias Orientales, abordará temas como:

En una Iglesia sinodal, ¿cuáles son los criterios de selección de los Obispos? (cf. IdS 12l). ¿Cómo puede o debe entrar la Iglesia local en el proceso de selección: el Pueblo de Dios en todos sus componentes, los Presbiterios, los órganos de participación y las Conferencias Episcopales?

En esta actividad de selección que implica a diferentes sujetos institucionales, el Nuncio desempeña un papel delicado, representando la proximidad local de la solicitud universal: ¿cómo puede crecer su servicio en la implicación de todos los miembros del Pueblo de Dios de las diócesis interesadas, en una perspectiva auténticamente sinodal y prestando atención para evitar presiones inadecuadas? (cf. IdS 12l).

¿Cómo pueden las visitas ad limina convertirse en momento e instrumento para el ejercicio de la colegialidad y la sinodalidad, en la lógica del intercambio de dones al servicio de la comunión? (cf. IdS 13g).

Un segundo Grupo de Estudio, coordinado por el Dicasterio para los Textos Legislativos y la Secretaría General del Sínodo, con la participación de los Dicasterios para los Obispos y para la Evangelización, profundizará en el tema de la función judicial del Obispo, ya planteado por el Motu proprio Vos estis lux mundi (25 marzo 2023):

¿Cómo promover su ejercicio en una lógica sinodal (cf. IdS 12c), también para abordar la dificultad, manifestada durante la Primera Sesión, de conciliar en algunos casos el papel de padre y aquel de juez? (cf. IdS 12i).

8. El rol de los Representantes Pontificios en una perspectiva sinodal misionera

En el marco de la propuesta de la cultura de la transparencia y de la rendición de cuentas como “parte integrante de una Iglesia sinodal que promueve la corresponsabilidad, además de un posible baluarte contra los abusos” (IdS 12j; cf. también 12i y 11k), la Asamblea considera “oportuno prever formas de evaluación de la tarea de los Representantes Pontificios por parte de las Iglesias locales de los países donde desarrollan su misión, con el fin de facilitar y perfeccionar su servicio” (IdS 13i).

Los Nuncios desempeñan un papel fundamental en el proceso de elección de los Obispos (cf. supra Ficha n. 7), pero aún más representan un nudo fundamental en la articulación entre los niveles local y aquel universal de la vida de la Iglesia. Por tanto, su ministerio y el modo de llevarlo a cabo deben estar en sintonía con la atención a las Iglesias locales típica de una Iglesia sinodal (cf. IdS 13c). Este impulso pone de relieve “el papel determinante de las Conferencias Episcopales” (IdS 19d), cuyas prerrogativas y competencias deben ser repensadas en clave sinodal, pone de manifiesto “la necesidad de una instancia de sinodalidad y colegialidad a nivel continental” (ibid.) y motiva la propuesta de “reforzar la provincia eclesiástica o metropolitana, como lugar de comunión de las Iglesias locales de un territorio” (IdS 19i). La modificación desde una perspectiva sinodal del entorno con el que se relacionan los Nuncios Apostólicos, en la línea de una mayor riqueza de instancias intermedias, nos obliga a reconsiderar cómo su ministerio puede ayudar hoy a consolidar los lazos de comunión entre las Iglesias locales y el Sucesor de Pedro, para permitirle conocer, de manera más segura, sus necesidades y aspiraciones.

A esta tarea se dedicará un Grupo de Estudio, centrado en la coordinación por parte de la Secretaría de Estado y la Secretaría General del Sínodo, con la participación de los Dicasterios para los Obispos y para la Evangelización. También parece útil la implicación de algunos representantes de las Iglesias locales y de sus episcopados, potenciando, por ejemplo, las agrupaciones de Iglesias a nivel continental.

9. Criterios teológicos y metodologías sinodales para un discernimiento compartido sobre las cuestiones doctrinales, pastorales y éticas controvertidas

Sobre la base del debate de la asamblea, la IdS afirma que “Entre las cuestiones sobre las que es importante continuar reflexionando, está la de la relación entre amor y verdad y las repercusiones que tiene en otras muchas cuestiones controvertidas” (IdS 15d), reconociendo que “A veces, las categorías antropológicas que hemos elaborado no son suficientes para acoger la complejidad de los elementos que emergen de la experiencia y del saber de las ciencias y requieren maduración y un estudio ulterior” (IdS 15g). Por lo tanto, “Reconocemos la necesidad de proseguir la reflexión eclesial sobre la mezcla originaria de amor y verdad realizada por Jesús, en vistas a una praxis eclesial que haga honor a esta inspiración” (IdS 15h), invirtiendo “el tiempo necesario [y] las mejores energías, sin ceder a juicios simplistas que hieren a las personas y al cuerpo de la Iglesia” (IdS 15g).

En esta perspectiva, la Asamblea formuló la propuesta de “promover iniciativas que permitan un discernimiento compartido sobre cuestiones doctrinales, pastorales y éticas controvertidas, a la luz de la Palabra de Dios, de la enseñanza de la Iglesia, de la reflexión teológica y valorando la experiencia sinodal” (IdS 15k). Asimismo, indica el posible método: “Esto puede realizarse a través de la profundización entre Expertos de diversas materias, en un contexto institucional que tutele lo reservado del debate y promueva la exquisitez de la confrontación, dando lugar también, cuando se vea apropiado, a la voz de las personas directamente afectadas por las controversias mencionadas” (ibid.) y pide explícitamente que tal itinerario sea “puesto en marcha en vistas a la próxima Sesión sinodal” (ibid.).

Se puede dar seguimiento a esta petición mediante la formación de un Grupo de Estudio que, a partir de un enfoque amplio compartido, relea las categorías tradicionales de la antropología, soteriología y ética teológica con vistas a clarificar mejor la relación entre caridad y verdad, en la fidelidad a la vida y a la enseñanza de Jesús y, por consiguiente, también entre pastoral y doctrina (moral). En este trabajo, convendrá articular mejor la relación circular entre doctrina y pastoral: la primera suele asociarse a la verdad y la segunda a la misericordia, como si las prácticas que parecen pastoralmente sensatas no tuvieran repercusiones en la sistematización doctrinal. Además, habrá que preguntarse cómo prestar, en los distintos discernimientos, “una mayor atención a la diversidad de situaciones y una escucha más atenta de la voz de las Iglesias locales” (IdS 13h).

Teniendo en cuenta la autoridad necesaria para afrontar esta tarea, la dirección de este Grupo está confiada al Prefecto del Dicasterio para la Doctrina de la Fe y al Secretario de la Comisión Teológica Internacional, con el apoyo de la Secretaría General del Sínodo. La Pontificia Academia para la Vida está invitada a aportar su contribución.

En este ámbito, quizá más que en otros, urge avanzar hacia una mayor colaboración entre los Entes que, aunque a título diverso, hablan en nombre de la Santa Sede, con vistas a una mayor coralidad en sus posiciones. De hecho, las disonancias, y más aún las contraposiciones, corren el riesgo de fomentar la división y la desorientación en lugar de la confrontación y la reflexión. Un enfoque sinodal no aspira a la homogeneidad, sino a la armonía.

10. La recepción de los frutos del camino ecuménico en la praxis eclesial

Que “el camino de la sinodalidad, que la Iglesia católica está recorriendo, es y debe ser ecuménico, así como el camino ecuménico es sinodal”[3] no es sólo un anhelo: el proceso sinodal de la Iglesia católica está revistiendo un gran significado ecuménico y varias Iglesias y Comunidades eclesiales han expresado su sincero aprecio por lo que ha tenido lugar. La Primera Sesión estuvo marcada por dos importantes novedades: fue introducida, y no de manera decorativa, por la vigilia ecuménica de oración “Together”, a la que asistieron jefes y líderes de las diferentes Iglesias; y los Delegados Fraternos participaron activamente, con derecho a voz, en el diálogo y el discernimiento llevados a cabo en los círculos más pequeños y en la plenaria.

Debemos aprovechar las oportunidades que se abren a partir de la riqueza de las convergencias alcanzadas, en la puntualidad de los temas a tratar indicados en el Capítulo 7 del IdS y en la concreción de las propuestas allí presentadas. A tal fin, es oportuno constituir un Grupo de Estudio, para abordar las siguientes cuestiones:

A la luz de los diálogos teológicos y prestando atención a las repercusiones eclesiales concretas, profundizar en la mutua interdependencia entre sinodalidad y primado en los distintos niveles eclesiales, con particular referencia al “modo de entender el ministerio petrino al servicio de la unidad” (IdS 7h) como pedía San Juan Pablo II en la Encíclica Ut unum sint.

Un estudio en profundidad, desde el punto de vista teológico, canónico y pastoral, de la cuestión de la hospitalidad eucarística (communicatio in sacris), a la luz del vínculo entre comunión sacramental y eclesial, con particular referencia a la experiencia y al significado ecuménico de las parejas y familias interconfesionales (cf. IdS 7i).

Una reflexión profunda y abierta “sobre el fenómeno de las comunidades ‘no denominacionales’ o de los movimientos de ‘despertar’ de inspiración cristiana” carismática/pentecostal (IdS 7j).

El Grupo de Estudio estará coordinado conjuntamente por la Secretaría General del Sínodo y el Dicasterio para la Promoción de la Unidad de los Cristianos.

Vaticano, 14 de marzo del 2024.

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[1] SECRETARÍA GENERAL DEL SÍNODO, Por una Iglesia sinodal. Comunión, participación, misión. Documento preparatorio (2021), nº 2.

[2] SECRETARÍA GENERAL DEL SINODO, octubre de 2024, 11 de diciembre de 2023.

[3] PAPA FRANCISCO, Discurso a Su Santidad Mar Awa III Catholicos-Patriarca de la Iglesia Asiria de Oriente, 19 de noviembre de 2022, citado en XVI ASAMBLEA GENERAL ORDINARIA DE LA SYNODOX DE LOS OBISPOS, Instrumentum laboris para la Primera Sesión (octubre de 2023), B 1.4.

[00454-ES.01] [Texto original: Italiano]

[B0212-XX.01]