Milano, 12 marzo 2017 - 23:06

Volare a 2.700 all’ora, ecco «Boom»
il jet passeggeri più veloce del mondo

Coprirà la distanza Roma-Sydney in 7 ore. Il test sul prototipo entro la fine dell’anno. All’interno solo posti in Business. Parla Erin Fisher, head of flight controls

Il rendering di «Boom», l’aereo supersonico (foto Boom Technology) Il rendering di «Boom», l’aereo supersonico (foto Boom Technology)
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Da Milano a New York in centottanta minuti. Il tempo di guardarsi due partite di calcio. Da Roma a Sydney in sette ore. Cioè un paio di film della trilogia del Signore degli anelli. Bisognerà aspettare ancora qualche anno, ma in Boom Technology ne sono convinti: dopo tre lustri è finito il purgatorio dei voli supersonici. Da quando, era il 2003, il Concorde venne relegato in un hangar per essere mostrato soltanto ai visitatori dei musei. Ora la start up americana — finanziata da diversi fondi d’investimento e da Richard Branson, patron di Virgin — ha raccolto alcune delle menti più brillanti di Nasa, Boeing, SpaceX, Lockheed Martin e Gulfstream per farle lavorare su un nuovo jet supersonico. Ecco allora «Boom» col suo muso affusolato, lungo 52 metri, apertura alare di 18 e una velocità massima di 2.2 Mach, cioè 2.716 chilometri orari, oltre il doppio della velocità del suono.

Sedili e prezzi

Erin Fisher, head of flight control di «Boom»
Erin Fisher, head of flight control di «Boom»

«All’interno ci saranno 42-50 sedili e il biglietto avrà gli stessi prezzi di un tradizionale volo in classe Business, 5 mila euro andata e ritorno nei voli transatlantici, anche se ovviamente la tariffa la sceglieranno le singole compagnie», spiega al Corriere Erin Fisher, head of flight controls del progetto, la responsabile di tutti gli aspetti relativi al volo. Dall’hangar numero 14 del Centennial Airport, in Colorado, entro la fine dell’anno spunterà XB-1, il prototipo biposto, che inizierà a effettuare i voli di prova richiesti per ottenere certificazioni e risultati. Nel 2020 sono previsti i test — prima vicino a Denver poi in una base militare nel Sud della California — di quello che diventerà il primo esemplare del velivolo supersonico «e poco dopo “Boom” entrerà in servizio», anticipa Fisher. Gli acquirenti ci sono già. «Virgin Group ha opzionato 10 pezzi, un’altra compagnia aerea europea — che però chiede l’anonimato — ne vuole 15», continua Fisher. Il prezzo di ogni jet si aggira attorno ai 187 milioni di euro (un Boeing 787-8 ne costa 206). Secondo un’analisi di Boyd Group nel periodo 2023-2032 il mercato richiederà 1.317 bolidi.

L’esperienza del Concorde

Come sarà l’interno del jet
Come sarà l’interno del jet

Il declino del Concorde iniziò nel 2000 quando il jet precipitò subito dopo il decollo da Parigi (113 morti). Poi vennero l’11 settembre 2001, l’aumento del prezzo del petrolio, le spese di manutenzione sempre più elevate e i vincoli di legge imposti per ridurre l’inquinamento acustico. Alla fine un biglietto andata e ritorno Londra-New York toccò i 18 mila euro (ai valori attuali) e la domanda crollò. Negli anni non sono mancati i tentativi di cerare eredi del jet supersonico anglo-francese, senza successo. Oggi, grazie alla tecnologia e al calo del prezzo del petrolio, «Boom» è uno dei progetti più promettenti e avanzati (l’altro è «QueSST» di Nasa e Lockheed Martin). Oltre all’aerodinamica, il jet può contare su materiali come la fibra di carbonio, leggeri e resistenti, e sull’impiego di motori più efficienti e silenziosi.

Volo ad altissima quota

Ma i passeggeri potranno viaggiare in tranquillità a bordo di «Boom»? «Certo, il volo supersonico è sicuro e la nostra azienda rispetta tutte le norme», risponde l’ingegnera. Non solo. Secondo lei, «come accadeva con il Concorde, volare a una velocità superiore a quella del suono non avrà alcun impatto su chi è all’interno di “Boom”, non se ne accorgeranno proprio». Più veloce, ma anche più in alto. Il nuovo jet avrà una quota di crociera di 60 mila piedi, cioè 18,3 chilometri, contro i 35-40 mila (10,7-12,2 chilometri) degli aerei di lungo raggio oggi in servizio. «Il jet consente di dimezzare i tempi di volo di oltre 500 rotte», sottolinea Fisher. «Da San Francisco a Tokyo basteranno 5 ore e mezza contro le 11 di oggi, da Los Angeles a Sydney 6 ore e 45 minuti e non 15». Con la conseguenza che su alcune tratte — per esempio Milano-New York — potrebbero persino comparire i pendolari transatlantici.

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