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SE PERDIAMO QUESTI ANNI Il baby boom, che è avvenuto nell’ambito di un modello di famiglia “tradizionale”, con il padre fuori a lavorare e la madre a casa, su cui si è costruito il welfare; la spirale di alto debito, bassa natalità,... more
SE PERDIAMO QUESTI ANNI

Il baby boom, che è avvenuto nell’ambito di un modello di famiglia “tradizionale”, con il padre fuori a lavorare e la madre a casa, su cui si è costruito il welfare; la spirale di alto debito, bassa natalità, forte invecchiamento e bassa occupazione femminile; il degiovanimento e il fenomeno dei “parentari”, giovani la cui unica ricchezza è costituita dalla famiglia d'origine. Il rischio che sempre più giovani se ne vadano. Intervista a Alessandro Rosina.

Alessandro Rosina è professore ordinario di demografia all’Università Cattolica di Milano, dove dirige il Center for Applied Statistics in Business and Economics. Scrive per varie testate nazionali e riviste politico-culturali, tra cui “Neodemos”, “Le Scienze”, “Il Sole 24 Ore”, “La Stampa”. Fra le sue pubblicazioni: "L’Italia che non cresce" (Laterza, 2013), "Neet. Giovani che non studiano e non lavorano" (Vita e Pensiero, 2015), "Crisi demografica. Politiche per un paese che ha smesso di crescere" (Vita e Pensiero, 2021) e il recente "Storia demografica d’Italia" (con Roberto Impicciatore, Carocci, 2022).
UNA NOZIONE DI VERITÀ L’horror vacui di manuali che vanno da Talete a Heidegger e il modello storicista nello studio della filosofia che provoca una sfiducia sostanziale nella verità, sempre relativa; l’antica tripartizione fra “logica,... more
UNA NOZIONE DI VERITÀ

L’horror vacui di manuali che vanno da Talete a Heidegger e il modello storicista nello studio della filosofia che provoca una sfiducia sostanziale nella verità, sempre relativa; l’antica tripartizione fra “logica, metafisica, etica” e la lettura di un classico almeno; l’approccio sistematico nell’insegnamento della filosofia e la pedagogia delle competenze, secondo cui si deve poter mettere in pratica da subito ciò che si è appreso. Intervista a Massimo Mugnai.

Massimo Mugnai è professore emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa, dove ha insegnato Filosofia e Storia della logica. Nella sua attività di ricerca si è occupato di Storia della logica, del rapporto fra logica e metafisica e del pensiero di Leibniz, del quale è considerato uno dei massimi esperti a livello internazionale. Fra le sue pubblicazioni: "Introduzione alla filosofia di Leibniz" (Einaudi, 2001), "Possibile/Necessario" (il Mulino, 2013) e il recente "Come non insegnare la filosofia" (il Mulino, 2023).
LA SATURAZIONE Sono “operatori tecnico-subacquei”, lavoratori, cioè, che fanno manutenzione e riparazioni nelle piattaforme in mare a una profondità anche di centocinquanta metri; la “campana” con cui si scende e la necessità, prima di... more
LA SATURAZIONE

Sono “operatori tecnico-subacquei”, lavoratori, cioè, che fanno manutenzione e riparazioni nelle piattaforme in mare a una profondità anche di centocinquanta metri; la “campana” con cui si scende e la necessità, prima di farlo, di “saturarsi”, cioè di abituarsi, anche per settimane, in un ambiente ermetico, alla pressione che ti starà addosso una volta sceso; le cozze e i pesci che mai hanno visto un uomo. Intervista a Daniele Galvani e Germano Venturi.

Daniele Galvani, classe ’58, di Ravenna, e Germano Venturi, classe ’47, di Sant’Alberto (Ra), sono operatori tecnici subacquei. Il primo ha lavorato per Eni; il secondo per la Rana, per la Saipem e per la Micoperi. Sono entrambi in pensione.
IL CERVELLO DEL MOSCERINO La strategia riduzionista, che tanto successo ha avuto nella storia della scienza, ci dice che, al fondo, il principio costruttivo di un cervello umano è simile a quello di un moscerino; la diversità sta nella... more
IL CERVELLO DEL MOSCERINO

La strategia riduzionista, che tanto successo ha avuto nella storia della scienza, ci dice che, al fondo, il principio costruttivo di un cervello umano è simile a quello di un moscerino; la diversità sta nella quantità di neuroni necessari a svolgere funzioni molto diverse; il grande problema della “coscienza”, del “sentire”: cos’è e quando si sviluppa? La distinzione fra sensazione e percezione; la grande importanza della “copia efferente”. Intervista a Giorgio Vallortigara.

Giorgio Vallortigara è professore di neuroscienza e cognizione animale presso l’Università di Trento. È stato il primo scienziato a fornire prove sulla lateralizzazione funzionale nel cervello degli uccelli. È autore di più di 250 articoli scientifici su riviste internazionali. Tra i suoi lavori: "Nati per credere" (con V. Girotto e T. Pievani, Codice, 2008), "Cervelli che contano" (Adelphi, 2014), "Da Euclide ai neuroni. La geometria nel cervello" (Castelvecchi, 2017) e il recente "Pensieri della mosca con la testa storta" (Adelphi, 2021).
IL MINIMO DI BENESSERE La poca considerazione dell’importanza della demografia, a causa della sua “lentezza”; anche l’India ormai ai “due figli”; i meccanismi delle migrazioni di massa fra Europa e America avvenute fra XIX e XX secolo e... more
IL MINIMO DI BENESSERE

La poca considerazione dell’importanza della demografia, a causa della sua “lentezza”; anche l’India ormai ai “due figli”; i meccanismi delle migrazioni di massa fra Europa e America avvenute fra XIX e XX secolo e il riconoscimento del “diritto di emigrare”; l’importanza di considerare l’immigrazione come un fenomeno strutturale e il problema, enorme, di come regolare i flussi, che non può essere lasciato ai singoli stati. Intervista a Massimo Livi Bacci.

Massimo Livi Bacci, demografo, è professore emerito dell’Università di Firenze e Socio dell’Accademia dei Lincei. Tra i suoi libri "Storia minima della popolazione del mondo" (il Mulino, 1998), "Amazzonia. L’impero dell’acqua" (il Mulino 2012), "Il pianeta stretto" (il Mulino, 2015), "In cammino. Breve storia delle migrazioni" (il Mulino, 2019), "I traumi d’Europa" (il Mulino, 2020) e il recente "Per terre e per mari" (il Mulino, 2022).
UNA VOLTA APERTA LA PORTA... I passaggi dall’era della caccia e raccolta a quella dell’agricoltura e dell’allevamento, a quella dell’industria hanno segnato gli incrementi di popolazione; regolare l’istinto riproduttivo, una costante... more
UNA VOLTA APERTA LA PORTA...

I passaggi dall’era della caccia e raccolta a quella dell’agricoltura e dell’allevamento, a quella dell’industria hanno segnato gli incrementi di popolazione; regolare l’istinto riproduttivo, una costante delle culture del passato; lo stigma fascista della demografia e la sensibilità femminile diffidente di ogni politica “della fecondità”; il problema decisivo della qualità della vita degli anziani e l’inevitabile apertura all’immigrazione. Intervista a Massimo Livi Bacci.

Massimo Livi Bacci, demografo, è professore emerito dell’Università di Firenze e Socio dell’Accademia dei Lincei. Tra i suoi libri "Storia minima della popolazione del mondo" (il Mulino, 1998), "Amazzonia. L’impero dell’acqua" (il Mulino 2012), "Il pianeta stretto" (il Mulino, 2015), "In cammino. Breve storia delle migrazioni" (il Mulino, 2019), "I traumi d’Europa" (il Mulino, 2020) e il recente "Per terre e per mari" (il Mulino, 2022).
FARE BENE LE COSE SEMPLICI Il rischio che nella scuola, invece di spiegare che le cose sono complesse, ambigue, si scelga la via della “sensibilizzazione” alle buone cause, secondo una specie di catechismo civile; l’importanza della... more
FARE BENE LE COSE SEMPLICI

Il rischio che nella scuola, invece di spiegare che le cose sono complesse, ambigue, si scelga la via della “sensibilizzazione” alle buone cause, secondo una specie di catechismo civile; l’importanza della libertà di discutere su tutto, anche, per esempio, se si può essere fascisti; un linguaggio, quello delle leggi, ridondante, complicato, una lingua italiana “colta“ nella sua accezione peggiore; l’insegnamento di Guido Calogero. Intervista a Claudio Giunta.

Claudio Giunta (Torino, 1971) insegna letteratura italiana all’Università di Trento. È autore di due manuali di letteratura per il triennio delle superiori e collabora regolarmente con “Il Sole 24 Ore”, “Il Foglio”, “Il Post”.
Fra i suoi libri più recenti: "E se non fosse la buona battaglia? Sul futuro dell’istruzione umanistica" (Il Mulino, 2017), "Come non scrivere" (Utet, 2018), "Le alternative non esistono. La vita e le opere di Tommaso Labranca" (il Mulino, 2020) e “Ma se io volessi diventare una fascista intelli- gente? L’educazione civica, la scuola, l’Italia" (Rizzoli, 2021).
LA FAME DI STUDIO I dubbi su una scuola sempre più vocata all’accoglienza, all’aiuto per gli alunni in difficoltà, e che per rispondere a tale vocazione, ha smesso di chiedere agli studenti di fare fatica, di offrire loro obiettivi... more
LA FAME DI STUDIO

I dubbi su una scuola sempre più vocata all’accoglienza, all’aiuto per gli alunni in difficoltà, e che per rispondere a tale vocazione, ha smesso di chiedere agli studenti di fare fatica, di offrire loro obiettivi ambiziosi; la convinzione che allargare la platea non comporti affatto l’abbassamento di livello; la proposta di una scuola dell’obbligo fino a 16 anni uguale per tutti e di alto livello dove anche il futuro falegname impari il latino. Intervista a Paola Mastrocola.

Paola Mastrocola, classe ’56, è scrittrice. Ha lavorato nei licei piemontesi come insegnante di italiano e latino. Fra i suoi libri più famosi "Una barca nel bosco" (Guanda, 2004), "Non so niente di te" (Einaudi, 2013) e "L’amore prima di noi" (Einaudi, 2016). Si è occupata a lungo di scuola pubblica, scrivendo fortunati saggi come "Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare" (Guanda, 2011), "La passione ribelle" (Laterza, 2017) e il recente "Il danno scolastico. La scuola progressista come macchina della disuguaglianza" (La nave di Teseo, 2021), scritto con Luca Ricolfi.
50 CENTESIMI L'ORA, 14 ORE AL GIORNO La scoperta, a partire da un episodio banale, un sikh che per stanchezza scivola dalla bicicletta, di un mondo terribile, quello dello sfruttamento e del caporalato nell’Agro pontino, il quale... more
50 CENTESIMI L'ORA, 14 ORE AL GIORNO

La scoperta, a partire da un episodio banale, un sikh che per stanchezza scivola dalla bicicletta, di un mondo terribile, quello dello sfruttamento e del caporalato nell’Agro pontino, il quale tuttavia è solo un pezzetto di un sistema che da tempo è entrato anche nelle città e che riguarda il Nord quanto il Sud; la lezione della “sociologia del riscatto” di Freire e Dolci; la questione ambientale e le speranze riposte nella nuova legge 199. Intervista a Marco Omizzolo.

Marco Omizzolo, classe ’75, è sociologo. Ricercatore Eurispes e docente a contratto in Sociopolitologia delle migrazioni per l’Università La Sapienza di Roma, affianca all’attività accademica l’impegno civile come presidente dell’associazione Tempi Moderni e responsabile scientifico della cooperativa In Migrazione. Collabora con numerose testate giornalistiche (“L’Espresso”, “il manifesto”, “Il Venerdì”). Nel 2019 ha pubblicato il volume "Sotto padrone. Uomini, donne e caporali nell’agromafia italiana" (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli). Nello stesso anno il Presidente della Repubblica Mattarella lo ha nominato Cavaliere della Repubblica per meriti di ricerca e impegno contro le agromafie e lo sfruttamento del lavoro.
CATTURARE L'ANIDRIDE CARBONICA? Catturare l’anidride carbonica prodotta dagli impianti industriali e dalle centrali termiche e iniettarla sotto terra, nei giacimenti di gas ormai vuoti: una tecnica già in uso nelle installazioni... more
CATTURARE L'ANIDRIDE CARBONICA?

Catturare l’anidride carbonica prodotta dagli impianti industriali e dalle centrali termiche e iniettarla sotto terra, nei giacimenti di gas ormai vuoti: una tecnica già in uso nelle installazioni petrolifere, ma che ora l’Eni propone di utilizzare per tutta la pianura padana; ma vale continuare a produrre anidride carbonica per poi spendere soldi ed energia per riprenderla, quando invece si potrebbe, con altre fonti, smettere di produrla? Intervista a Marina Forti.

Marina Forti è una giornalista. Nel 1999 ha vinto il Premiolino, fra i più importanti premi giornalistici italiani. Per quasi trent’anni ha lavorato nella redazione de “il manifesto” e collabora oggi con “Internazionale” e altre testate. Fra i suoi libri, "La signora di Narmada" (Feltrinelli 2004), "Il cuore di tenebra dell’India" (Bruno Mondadori, 2012) e "Malaterra. Come hanno avvelenato l’Italia" (Laterza, 2018).
LE TRE “C” Il digitale, la quarta rivoluzione umana, dopo la copernicana, la darwiniana, la freudiana; Internet non è un aggiornamento di Gutenberg, ma un vero e proprio nuovo habitat, fondato sulle relazioni, sulla rete e i suoi nodi,... more
LE TRE “C”

Il digitale, la quarta rivoluzione umana, dopo la copernicana, la darwiniana, la freudiana; Internet non è un aggiornamento di Gutenberg, ma un vero e proprio nuovo habitat, fondato sulle relazioni, sulla rete e i suoi nodi, in cui siamo immersi; un progetto comunitario umano basato sul verde e il blu, sull’ambiente e sul digitale; coordinamento, collaborazione, cooperazione, le “tre c” decisive; la privacy e i dati personali. Intervista a Luciano Floridi.

Luciano Floridi è professore ordinario di Filosofia ed Etica dell’informazione all’Università di Oxford, dove dirige il Digital Ethics Lab, e chairman del Data Ethics Group dell’Alan Turing Institute. Dal 2021 è anche professore all’Università di Bologna. Fra i suoi saggi: "La rivoluzione dell’informazione" (Codice, 2012), "La quarta rivoluzione" (Raffaello Cortina, 2017), "Pensare l’infosfera. La filosofia come design concettuale" (Raffaello Cortina, 2020) e il recente "Il verde e il blu. Idee ingenue per migliorare la politica" (Raffaello Cortina, 2020).
IL PASSATO CANCELLATO IL FUTURO SMARRITO Con la fine della lotta politica, la rinuncia ai progetti di trasformazione della società, il trionfo del neoliberismo e la rivoluzione dell’informatica, la perdita di fiducia in un progresso... more
IL PASSATO CANCELLATO IL FUTURO SMARRITO

Con la fine della lotta politica, la rinuncia ai progetti di trasformazione della società, il trionfo del neoliberismo e la rivoluzione dell’informatica, la perdita di fiducia in un progresso della storia e la cancellazione del passato; il dominio ossessivo del presente; la sfiducia, anche, nell’utilità del sapere per organizzare la propria vita; il fallimento di un’Europa agglomerato di stati, già annunciato dal trattamento riservato alla Grecia. Intervista ad Adriano Prosperi.

Adriano Prosperi è professore emerito di Storia moderna presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei, ha scritto per le pagine culturali del Corriere della Sera e de Il Sole 24 Ore. Tra le sue opere "Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari" (Einaudi, 1996), "Giustizia bendata. Percorsi storici di un’immagine" (Ei- naudi, 2008), "Delitto e perdono. La pena di morte nell’orizzonte mentale dell’Europa cristiana. XIV-XVIII" (Einaudi, 2013) e il recente "Un tempo senza storia. La distruzione del passato" (Einaudi, 2021).
LA NOZIONE DI REALTÀ Le conseguenze nefaste della svolta linguistica novecentesca, un relativismo culturale radicale per cui non c’è più una realtà oggettiva a cui ancorarsi, ma dove ognuno resta chiuso nella sua mente; d’altra parte i... more
LA NOZIONE DI REALTÀ

Le conseguenze nefaste della svolta linguistica novecentesca, un relativismo culturale radicale per cui non c’è più una realtà oggettiva a cui ancorarsi, ma dove ognuno resta chiuso nella sua mente; d’altra parte i rischi di un realismo scientifico per cui c’è una realtà che non percepiamo all’origine di ogni cosa; la posizione del “realista ordinario”; il grande dilemma della volontà, quando c’è o quando solo crediamo che ci sia. Intervista a Mario De Caro.

Mario De Caro è professore ordinario di filosofia morale all’Università Roma Tre. Già visiting scholar al Mit, Fulbright Fellow a Harvard e presidente della Società Italiana di Filosofia Analitica (Sifa), è collaboratore de “Il Sole 24 Ore” e tra i divulgatori del programma “Rai Zettel. Filosofia in movimento”. Tra le sue pubblicazioni "Il libero arbitrio. Una introduzione" (Laterza, 2004), "Bentornata realtà. Il nuovo realismo in discussione" (con Maurizio Ferraris, Einaudi, 2012), "Siamo davvero liberi? Le neuroscienze e il mistero del libero arbitrio" (con Andrea Lavazza e Giuseppe Sartori, Codice, 2019) e il recente "Realtà" (Bollati Boringhieri, 2020).
IL SENSO DEL TEMPO Cos’è il tempo, questione che da sempre attanaglia fisica e neurobiologia, la prima convinta che il tempo non esista, che sia un’illusione che ci impedisce di capire la natura dell’universo, la seconda convintissima... more
IL SENSO DEL TEMPO

Cos’è il tempo, questione che da sempre attanaglia fisica e neurobiologia, la prima convinta che il tempo non esista, che sia un’illusione che ci impedisce di capire la natura dell’universo, la seconda convintissima che il senso del tempo risieda fisicamente nel cervello; il richiamo a Kant dei fisiologi; l’elettroencefalografia e la risonanza permettono ora di vedere il tempo che passa dalla decisione incosciente alla volontà cosciente. Intervista ad Arnaldo Benini.

Arnaldo Benini è professore emerito di neurochirurgia e neurologia all’Università di Zurigo. Divulgatore di neuroscienze, collabora da anni alle pagine culturali de “Il Sole 24 Ore” e ha scritto vari libri, fra cui "La coscienza imperfetta" (Garzanti, 2012), "La mente fragile. L’enigma dell’Alzheimer" (Raffaello Cortina, 2018), e la recente seconda edizione di "Neurobiologia del tempo" (Raffaello Cortina, 2020).
LA PIETRA D’ISTRIA La lezione di Braudel e i tre tempi della “lunga durata”, quello geografico, quello sociale e quello degli eventi storici; la storia di un mare, quello Adriatico, che è storia di intrecci e contaminazioni, di... more
LA PIETRA D’ISTRIA

La lezione di Braudel e i tre tempi della “lunga durata”, quello geografico, quello sociale e quello degli eventi storici; la storia di un mare, quello Adriatico, che è storia di intrecci e contaminazioni, di interdipendenza fra diverse realtà; i romani che fecero del “Mare nostrum” un lago; l’Italia che con la sua politica creò le premesse della nascita della Jugoslavia; il mito di Tito e della resistenza iugoslava ai nazisti. Intervista a Egidio Ivetic.

Egidio Ivetic, storico, insegna Storia moderna e Storia del Mediterraneo nell’Università di Padova. Tra i suoi libri, "Jugoslavia sognata. Lo jugoslavismo delle origini" (Angeli, 2012), "Un confine nel Mediterraneo. L’Adriatico orientale tra Italia e Slavia" (Viella, 2014), "Le guerre balcaniche" (il Mulino, 2016) e il recente "Storia dell’Adriatico. Un mare e la sua civiltà" (il Mulino, 2019).
QUEI VAGONI Un binario sotterraneo, sotto la Centrale di Milano, destinato ai treni merci, di cui nessuno conosceva l’esistenza; da lì partirono gli ebrei italiani con destinazione Auschwitz; un museo nato con poche risorse, ma la cui... more
QUEI VAGONI

Un binario sotterraneo, sotto la Centrale di Milano, destinato ai treni merci, di cui nessuno conosceva l’esistenza; da lì partirono gli ebrei italiani con destinazione Auschwitz; un museo nato con poche risorse, ma la cui forza sta nell’essere un posto “vero”, dove le cose sono successe; il legame fra razzismo e antisemitismo: se cresce uno inevitabilmente crescerà anche l’altro; l’impegno ad allargare la “categoria dei giusti”. Intervista a Marco Vigevani.

Marco Vigevani è uno dei più importanti agenti letterari italiani. Da due anni è il presidente del comitato eventi del Memoriale della Shoah di Milano, sorto lungo il binario 21 della Stazione Centrale; lo stesso dal quale, fra il dicembre 1943 e il gennaio 1945, partirono i vagoni piombati destinati ai campi di sterminio nazisti.
MERITOCRAZIA Meritocrazia, una parola nata negativa, distopica, che via via ha preso un’accezione opposta; l’ideologia del merito naturalizza la diseguaglianza, la spoglia della sua dimensione sociale, riconduce tutto all’azione degli... more
MERITOCRAZIA

Meritocrazia, una parola nata negativa, distopica, che via via ha preso un’accezione opposta; l’ideologia del merito naturalizza la diseguaglianza, la spoglia della sua dimensione sociale, riconduce tutto all’azione degli individui; non bisogna identificare la scuola pubblica con quella statale, che può essere assai classista; l’impoverimento a cui andrà incontro la scuola dei test valutativi; combinare uguaglianza e diversità è la strada maestra. Intervista a Mauro Boarelli.

Mauro Boarelli, storico e ricercatore indipendente, si occupa di progettazione culturale presso un ente pubblico a Bologna e collabora con la rivista “Gli asini”. Si è occupato prevalentemente di storia dell’Italia contemporanea. Fra i suoi libri: "La fabbrica del passato. Autobiografie di militanti comunisti" (Feltrinelli, 2007) e il recente "Contro l’ideologia del merito" (Laterza, 2019).
LA RICCHEZZA DI BABELE L’ecolinguistica, una disciplina che si occupa del rapporto, fra lingua e ambiente circostante, che ha prodotto la diversificazione babelica; la pluralità di lingue che va considerata una ricchezza, così come il... more
LA RICCHEZZA DI BABELE

L’ecolinguistica, una disciplina che si occupa del rapporto, fra lingua e ambiente circostante, che ha prodotto la diversificazione babelica; la pluralità di lingue che va considerata una ricchezza, così come il bilinguismo o trilinguismo di una persona, il che non significa opporsi alla globalizzazione; il rapporto fra linguaggio e razzismo, il linguaggio d’odio e il modo per contrastarlo e la questione del politicamente corretto. Intervista a Federico Faloppa.

Federico Faloppa, linguista, insegna Storia della lingua italiana e Sociolinguistica all’Università di Reading. Consulente di Amnesty International Italia su hate speech e coordinatore del Tavolo nazionale contro i discorsi d’odio. Fra le sue pubblicazioni, "Parole contro. La rappresentazione del diverso nell’italiano e nei dialetti" (Garzanti, 2004), "Razzisti a parole (per tacer dei fatti)" (Laterza, 2011), l’intervento "Per un linguaggio non razzista", raccolto in "Contro il razzismo. Quattro ragionamenti" (Einaudi, 2016) e l’ultimo, fortunato saggio di introduzione alla linguistica "Brevi lezioni sul linguaggio" (Bollati Boringhieri, 2019).
DERIVE IDENTITARIE Il micidiale cortocircuito tra una sinistra che, in nome di un malinteso senso di rispetto per l’altro e nel terrore di essere accusata di razzismo, sembra aver totalmente abbandonato il tema della laicità, e una... more
DERIVE IDENTITARIE

Il micidiale cortocircuito tra una sinistra che, in nome di un malinteso senso di rispetto per l’altro e nel terrore di essere accusata di razzismo, sembra aver totalmente abbandonato il tema della laicità, e una destra che invece si appella alla laicità e alla “nostra” cultura per far passare posizioni in realtà xenofobe; com’è stato possibile che tante donne e uomini musulmani e laici abbiano smesso di “sentirsi a casa” a sinistra? Intervista a Cinzia Sciuto.

Cinzia Sciuto, filosofa, è redattrice di “Micromega”. Si occupa di diritti civili, femminismo e laicità. Il suo ultimo libro, "Non c’è fede che tenga. Manifesto laico contro il multiculturalismo" (Feltrinelli, 2018) ha avuto una forte eco nel panorama culturale italiano ed è stato tradotto in tedesco.
LE REAZIONI DELL’AMIGDALA A differenza del Pangloss di Voltaire che crede nella sua perfezione, in natura non esistono tipi, norme, standard o essenze, che fra l’altro giustificherebbero una società illiberale, ma errori, imperfezioni,... more
LE REAZIONI DELL’AMIGDALA

A differenza del Pangloss di Voltaire che crede nella sua perfezione, in natura non esistono tipi, norme, standard o essenze, che fra l’altro giustificherebbero una società illiberale, ma errori, imperfezioni, tra condizioni di esistenza esterne che cambiano in continuazione e vincoli strutturali frutto di una storia pregressa; un progresso dovuto non all’aumento del cervello, ma al bipedismo, fattore di complessità sociale. Intervista a Telmo Pievani.

Telmo Pievani, professore all’Università di Padova dove ricopre la prima cattedra italiana di Filosofia delle Scienze Biologiche, si occupa di evoluzionismo e filosofia della biologia ed è stato fra i primi a diffondere in Italia le teorie di Stephen Jay Gould, Niles Eldredge e Ian Tattersall.
Da più di dieci anni è tra i più apprezzati divulgatori del panorama italiano, grazie a libri come "Introduzione alla filosofia della biologia" (Laterza, 2005), "Nati per credere" (Codice Edizioni, 2008), "La vita inaspettata" (Raffaello Cortina, 2011), e il recente "Imperfezione" (Raffaello Cortina, 2019) che, illustrando l’enorme ruolo della contingenza nelle teorie scientifiche, mette in crisi i nostri pregiudizi sulla perfezione della natura.
Diario di viaggio filosofico in Grecia
Research Interests:
Grecia
Per il pensiero occidentale il caso rappresenta un oggetto problematico. Se la conoscenza razionale si è tradizionalmente identificata nell'adagio "rerum cognoscere causas", e se il caso è, per definizione, la mancanza di causalità,... more
Per il pensiero occidentale il caso rappresenta un oggetto problematico. Se la conoscenza razionale si è tradizionalmente identificata nell'adagio "rerum cognoscere causas", e se il caso è, per definizione, la mancanza di causalità, allora non esiste alcun modo di conoscere razionalmente il caso.

Eppure, per un peculiare paradosso, quanto più la conoscenza scientifica è andata approfondendosi, tanto più il ruolo del caso in natura si è allargato: dalla biologia evolutiva alla meccanica statistica, dalla psicologia sperimentale fino alla meccanica quantistica, dove il caso "entra" addirittura nella costituzione fisica delle cose.

Per questa ragione è forse giunto il momento di ridefinire filosoficamente il caso, rovesciando la tradizionale definizione di caso come "mancanza di causa", che squalifica a priori qualsiasi pensiero razionale attorno ad esso, per porre il caso come elemento primo della definizione.

In questa tesi di filosofia della scienza tento di percorrere questa strada, alternando riflessioni storiche ad analisi filosofiche, partendo dai risultati teorici del gruppo di studio attorno alla "rivoluzione probabilistica" guidato da Lorenz Krüger a Bielefeld nel 1982-1983.

La tesi è il risultato di uno sforzo che deve molto al prof. Giulio Giorello (relatore) e a dott. Luca Guzzardi, che mi hanno seguito con attenzione e acume durante i mesi di stesura.
Research Interests:
È ormai da cinquant'anni che in ambito storico e filosofico si è mostrato in modo convincente quanta parte e importanza abbiano metodologie di tipo extra-scientifico, non solo nello sviluppo di ipotesi teoriche, ma anche... more
È ormai da cinquant'anni che in ambito storico e filosofico si è mostrato in modo convincente quanta parte e importanza abbiano metodologie di tipo extra-scientifico, non solo nello sviluppo di ipotesi teoriche, ma anche nell'interpretazione del dato sperimentale. Metafisiche personali, teologie, atteggiamenti filosofici, forse persino convinzioni politiche; questa sfera di considerazioni, benché estranee al metodo scientifico empiricamente inteso, hanno avuto – e hanno tutt'ora – un ruolo non secondario nello sviluppo di ipotesi teoriche, influenzando gli scienziati e le loro ricerche, che l'ortodossia empirista vorrebbe al contrario totalmente al sicuro da influenze esterne.

Con questo lavoro intendo inserire la mia riflessione in questo filone di ricerca, sostenendo, per quanto mi è possibile, un punto di vista aperto e pluralistico, che debbo in primo luogo alla lettura dei testi di Popper e Feyerabend.

Il mio interesse si è rivolto non tanto a portare alla luce le surrettizie componenti teologiche o filosofiche in ambito scientifico – lavoro che, prima e meglio di me hanno affrontato i giganti della filosofia della scienza contemporanea. L'attenzione si è piuttosto concentrata sui giudizi estetici che, nella passata e nella più recente ricerca scientifica, continuano a orientare le decisioni degli scienziati, senza essere debitamente rilevati e giustificati. Ho cercato, insomma, di analizzare quando e secondo quali modalità il giudizio (o meglio, il pregiudizio) estetico è diventato parte integrante della ricerca scientifica classica e contemporanea.

Il fisico Carlo Rovelli sulla mia tesi: « (...) trovo la coerenza dell'esposizione davvero stringente, la grande parte di tutte le cose dette è molto precisa, e l'argomento della tesi fila benissimo ed è molto convincente dall'inizio alla fine. Complimenti, per me è stata una bellissima lettura e ho imparato un sacco di cose».
Research Interests:
Ho cominciato a scrivere di teatro con una certa continuità alla fine del 2015, mentre curavo per il quotidiano online Ravennanotizie una rubrica intitolata "Moderato cantabile". Dall'autunno del 2017 la rubrica si è spostata sul... more
Ho cominciato a scrivere di teatro con una certa continuità alla fine del 2015, mentre curavo per il quotidiano online Ravennanotizie una rubrica intitolata "Moderato cantabile".

Dall'autunno del 2017 la rubrica si è spostata sul settimanale Ravenna&dintorni, specializzandosi sul teatro e cambiando il nome nell'aristofanesco "Le nuvole".

Nel 2018 ho partecipato al concorso nazionale indetto dall'associazione Lettera 22 per critici teatrali under 35. Ho voluto integrare in questa raccolta i pezzi scritti durante quella trasferta, nonché il breve contributo di ringraziamento che inviai per ripagare la fiducia di chi aveva voluto onorarmi col primo premio: il lettore lo ritroverà qui al posto di una postfazione.

Le recensioni selezionate per questa raccolta, lo si noterà, sono in genere piuttosto lunghe e articolate; cosa inusuale se si pensa allo spazio solitamente dedicato alla critica teatrale in Italia, che negli ultimi due decenni si è contratta in sparuti trafiletti da 1000 battute. Devo il lusso di tanta prodigalità, oltre che al mezzo digitale, ai caporedattori dei giornali per cui ho lavorato: Pier Giorgio Carloni per Ravennanotizie e Fausto Piazza per Ravenna&dintorni.
Questo breve saggio è stato concepito in occasione di una lezione per liceali. Affronta i temi e le questioni principali della critica estetica in maniera aperta e accessibile a chiunque, senza la presunzione di aggiungere nulla di... more
Questo breve saggio è stato concepito in occasione di una lezione per liceali. Affronta i temi e le questioni principali della critica estetica in maniera aperta e accessibile a chiunque, senza la presunzione di aggiungere nulla di inedito sul tema, ma con l'impegno di una argomentazione serrata e conseguente.

Che cos'è la critica? Cosa critica la critica, e perché? Quali sono i suoi obiettivi? Ne abbiamo davvero bisogno? Qual è il rapporto fra critica, artista e pubblico? Cosa ci si può ragionevolmente aspettare dal lavoro del critico? Queste sono alcune delle domande affrontate nel saggio.
Research Interests:
Questo dossier è il risultato di un percorso di ricerca critica e giornalistica commissionato dalla Regione Emilia-Romagna attorno al tema della gig economy. L'intenzione è quella di fotografare lo stato attuale dell’arte dell'economia... more
Questo dossier è il risultato di un percorso di ricerca critica e giornalistica commissionato dalla Regione Emilia-Romagna attorno al tema della gig economy. L'intenzione è quella di fotografare lo stato attuale dell’arte dell'economia digitale nelle aree geografiche prese in esame, con un fuoco particolare sulle province di Bologna e di Ravenna.

Gli ambiti esplorati saranno due: il food delivery, ovvero l’economia che ruota attorno alla distribuzione nel settore alimentare e l’accoglienza turistica alternativa al sistema alberghiero.

Il dossier sarà perciò diviso in due parti: la prima si concentrerà sul lavoro dei rider, ovvero dei fattorini impiegati per le maggiori piattaforme del food delivery, come Deliveroo, JustEat, Glovo, Sgnam e Uber Eats. Particolare spazio sarà dedicato all’esperienza di Riders Union Bologna, il primo sindacato informale nato in Italia dai lavoratori della gig economy.
La seconda parte è dedicata invece all’analisi del nuovo mercato dell’accoglienza online, ponendo al centro della ricerca uno dei nuovi colossi del turismo planetario, Airbnb, e farà largo uso dei dati raccolti da Confesercenti Emilia-Romagna, da AssoHotel e dal Centro Studi Turistici di Firenze.

Attorno a questo cuore documentale si è deciso di inserire due parti teoriche, accessibili per lessico e contenuto a qualsiasi lettore. La prima introduce al tema della gig economy raccogliendo dati e teorie dalle pubblicazioni più recenti; la seconda conclude il dossier e si concentra sullo stato della giurisprudenza attuale.


A un tema composto e multidisciplinare come quello della gig economy non poteva essere applicato un solo metodo di lavoro. Per questa ragione, accanto a momenti più teorici, si è deciso di affiancare parti apertamente giornalistiche, raccogliendo la viva voce e l’opinione di esperti del settore, autorità e lavoratori.