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Il libro ovidiano delle Heroides ha suggestionato per secoli autori e pubblico: non poco, poi, ha interferito nella tradizione delle arti figurative e in quella musicale di tipo melodrammatico. Con progressivo scarto rispetto... more
Il libro ovidiano delle Heroides ha suggestionato per secoli autori e pubblico: non poco, poi, ha interferito nella tradizione delle arti figurative e in quella musicale di tipo melodrammatico. Con progressivo scarto rispetto all’archetipo latino, la riscrittura moderna delle lettere fittizie ha investito, di volta in volta, la lirica, l’epica e la tragedia. Il volume ripercorre in modo agile la storia di questo antico genere nella letteratura italiana e svela al lettore di oggi la ricchezza di testimonianze ispirate, nel tempo, al genio creativo di Ovidio.
La Pronea è l’ultima opera di Melchiorre Cesarotti (1730-1808). L’autore, attraverso una finzione derivata dalla figura degli antichi profeti, rappresenta se stesso nell’atto di trascrivere la parola della Provvidenza, che gli appare in... more
La Pronea è l’ultima opera di Melchiorre Cesarotti (1730-1808). L’autore, attraverso una finzione derivata dalla figura degli antichi profeti, rappresenta se stesso nell’atto di trascrivere la parola della Provvidenza, che gli appare in visione per svelare i princìpi sovrastanti al grande disegno della storia terrena. In questo senso i successi militari e diplomatici di Napoleone, che all’altezza del 1807 sembrano promettere una stabilità politica di lunga durata, e su scala europea, nell’ottica cesarottiana diventano anche l’occasione per convocare a giudizio le impietose degenerazioni della Rivoluzione francese: l’epoca del Terrore e lo spargimento di sangue protrattosi per anni sono finalmente ‘rivelati’ come martirio collettivo e pur necessario nell’imminenza del passaggio redentore al tempo nuovo. La Pronea nelle intenzioni di Cesarotti ambisce da subito alla dignità di testamento filosofico e letterario, al di sopra persino dei più celebri Canti di Ossian. Del componimento possediamo una stesura preparatoria di mano autografa e otto edizioni a stampa fatte circolare tra il 1807 e i primi mesi del 1808.
L’epiteto di ‘decima Musa’, com’è noto, venne conferito a Saffo dagli antichi stessi, a tal punto preda dell’incanto soffuso nei suoi versi da ricondurli a un’origine divina, olimpia. La decima Musa ebbe tuttavia un differente destino,... more
L’epiteto di ‘decima Musa’, com’è noto, venne conferito a Saffo dagli antichi stessi, a tal punto preda dell’incanto soffuso nei suoi versi da ricondurli a un’origine divina, olimpia. La decima Musa ebbe tuttavia un differente destino, rispetto alle sue nove ‘sorelle’: divenne infatti fonte di ispirazioni innumerevoli non solo in virtù della facoltà poetica, ma anche grazie alla sua persona (o meglio, personaggio), che fu ri-creato – spesso in chiave leggendaria – dagli autori che a lei si volsero. Seguire nel tempo le orme di una Musa è impresa sempre ardua; particolarmente ardua, nel caso in cui la Musa risorga di continuo, non esclusivamente come spirito e afflato di bellezza, ma, si è detto, anche e soprattutto in qualità di personaggio.
I testi riuniti nel presente volume, che risalgono tutti ai decenni fra Settecento e Ottocento, offrono una testimonianza (senza pretese di esaustività, ma rappresentativa della coeva scena letteraria italiana) delle continue rinascite del personaggio-Saffo. Lo studio e la cura di tali opere costituiscono un attraversamento di generi letterari molteplici e compositi: dalle traduzioni ai liberi rifacimenti delle liriche attribuite a Saffo sino alle biografie, dal teatro tragico al ballo mitologico (con varie ibridazioni e contaminazioni) è la storia di un’intera stagione di cultura a dispiegarsi, sul filo di un unico motivo conduttore, sotto gli occhi di chi legge, specialista o appassionato che sia, a conferma della vitalità inesauribile di Saffo quale sorgente non solo di racconto, ma anche di nuove idee sulla poesia, di nuovi modi di fare poesia.
"La leggenda della Saffo abbandonata e del promontorio di Leucade ha generato (e ancora genera) un immaginario artistico senza confini. Il volume, con occhio alla tradizione letteraria italiana, attraverso un’inedita antologia di... more
"La leggenda della Saffo abbandonata e del promontorio di Leucade ha generato (e ancora genera) un immaginario artistico senza confini. Il volume, con occhio alla tradizione letteraria italiana, attraverso un’inedita antologia di componimenti poetici illustra la fortuna moderna di un’icona il cui successo deriva dall’inalterata capacità di suggestionare autori e pubblico."
Questa nuova edizione delle Epistole e dei Sermoni di Ippolito Pindemonte (1753-1828) presenta una serie di testi che, rimasti per lungo tempo al di fuori degli interessi della filologia e della critica letteraria, arricchiscono... more
Questa nuova edizione delle Epistole e dei Sermoni di Ippolito
Pindemonte (1753-1828) presenta una serie di testi che, rimasti per lungo tempo al di fuori degli interessi della filologia e della critica letteraria, arricchiscono notevolmente le attuali indagini sulla figura del poeta veronese e sulle sensibilità artistiche coeve. Dalla lettura di questi componimenti, percorsi da una costante mediazione fra l’esperienza del mondo antico e quella del mondo moderno, emerge il profilo di un autore che annuncia con discrezione le inquietudini del mutamento storico ovvero la complessa tensione fra continuità e discontinuità agli albori di una nuova epoca.
Il volume raccoglie gli atti del convegno Sopravvivere al principe. Ovidio e Livio tra integrazione e contestazione, svoltosi a Pescara e promosso dall’Istituto nazionale di Studi crociani e dalla Fondazione Edoardo Tiboni, per celebrare... more
Il volume raccoglie gli atti del convegno Sopravvivere al principe. Ovidio e Livio tra integrazione e contestazione, svoltosi a Pescara e promosso dall’Istituto nazionale di Studi crociani e dalla Fondazione Edoardo Tiboni, per celebrare il bimillenario della morte del poeta e dello storico, proponendo una lettura delle rispettive personalità e opere a partire dall’analisi del contesto storico e ambientale (anche archeologico), valorizzando, inoltre, il tema del rapporto tra intellettuali e potere. Ovidio e Livio, infatti, si confrontano con le scelte politiche di Augusto, elaborando strategie finalizzate a guadagnare spazi di libertà per esprimere il proprio sentire evitando lo scontro diretto col princeps. La prospettiva interdisciplinare dei contributi qui pubblicati consente non solo di illuminare le tracce di dissenso nelle opere di Ovidio e, più velatamente, di Livio di fronte alla propaganda augustea, ma anche di riscoprire l’influenza di queste esperienze nelle epoche successive. Scorrendo l’indice, si possono così apprezzare i lavori su Ovidio e Livio (Braccesi), su Ovidio e la sua fortuna (Berardi, Benedicenti), su Livio e la sua fortuna (Centanni, Puggioni), sulla patria di Ovidio (Bencivegna, Tuteri), sulla patria di Livio (Veronese), o su tematiche strettamente connesse, quali l’analisi di Strabone quale parallelo storiografico (Raviola), l’indagine sul profilo di Augusto come pater e come legislatore in tema di famiglia (Agnati) e la riproposizione della battaglia ‘liviana’ di Zama in un affresco cinematografico di età fascista (Danese).

The volume is conceived as a tribute to the conclusion of the bi-millennium of the death of Livy and Ovid. It explores the relationship of these extraordinary authors with the Augustan power, investigating through a multidisciplinary approach the different and complex dynamics of adhesion, conformism, distance, dissent, opposition that are now explicit, now evoked in their texts and in their personal life-events. The openness to the diachronic dimension, which characterizes the contributions, makes it possible to verify the echo of this perspective in the lasting fortune of the works of Ovid and Livy up to the present day. The contributions, originally proposed at the conference of the same name held in Pescara on 16 and 17 October 2018, have been revised and reworked by their authors.
Il saggio prende in esame la metaforica nautica e il genere della poesia piscatoria che Gian Vincenzo Imperiali recupera copiosamente nel suo poema "Lo stato rustico", dato alle stampe in tre edizioni via via ampliate tra il 1607 e il... more
Il saggio prende in esame la metaforica nautica e il genere della poesia piscatoria che Gian Vincenzo Imperiali recupera copiosamente nel suo poema "Lo stato rustico", dato alle stampe in tre edizioni via via ampliate tra il 1607 e il 1613. Il confronto con la tradizione antica e la rifunzionalizzazione della stessa in termini moderni sono un dato essenziale che interessa non solo questa specifica metafora, ma lo stesso impianto ideologico dell'opera.
Nell'ampio e affollato panorama degli studi che intrecciano Bibbia e letteratura italiana mancava un'opera in grado di offrire un quadro sistematico e il più possibile completo del legame che le opere e gli autori della nostra tradizione... more
Nell'ampio e affollato panorama degli studi che intrecciano Bibbia e letteratura italiana mancava un'opera in grado di offrire un quadro sistematico e il più possibile completo del legame che le opere e gli autori della nostra tradizione letteraria hanno intrattenuto con la sacra Scrittura. Il Dizionario biblico della letteratura italiana ha coinvolto con tale intento circa 150 studiosi, di grande prestigio e di molte Università, che hanno realizzato 270 voci, alcune delle quali si configurano come lemmi collettivi. L'opera spazia dalle origini della produzione letteraria in volgare fino al Novecento, con un'incursione nel terzo millennio. Oltre all'indubbio valore scientifico, il Dizionario biblico della letteratura italiana costituisce un viaggio nelle pieghe più e meno remote della nostra storia letteraria, nella quale le parole della Bibbia rappresentano spesso un riferimento essenziale. Non si può non ri-cominciare, ogni volta, da Dante, sotto il cui segno si è sempre collocata la produzione letteraria in lingua volgare. Ciò significa riconoscere che la letteratura italiana vanta nel proprio genoma una condizione peculiare: quella di un laico credente autore di un'opera che si propone esplicitamente come una scrittura sacra, come una seconda Bibbia; e gli autori della nostra letteratura si sono costantemente richiamati alla Commedia. La letteratura ottocentesca, soprattutto risorgimentale, predilige l'Antico Testamento, o quella che si potrebbe chiamare una "religione del Padre"; nel Novecento, e non a caso con particolare insistenza dopo il Concilio Vaticano II, punto di riferimento diventano i Vangeli, con il predominio della figura del Figlio. Il Dizionario permette di registrare un considerevole incremento di conoscenze in ordine alla persistenza della Bibbia nella modernità letteraria. Non solo e non tanto in autori le cui vicende biografiche e la cui produzione artistica testimoniano di una fede; ma, con maggiore significatività, in scrittori "laici", in cui il riferimento biblico non segnala la pacifica adesione ai contenuti della Parola depositata nel libro, ma certo suggerisce che secondo questi autori la secolarizzazione è ben lontana dal fornire una risposta soddisfacente alla ricerca di senso.
Il libro ovidiano delle Heroides ha suggestionato per secoli autori e pubblico: non poco, poi, ha interferito nella tradizione delle arti figurative e in quella musicale di tipo melodrammatico. Con progressivo scarto rispetto all'... more
Il libro ovidiano delle Heroides ha suggestionato per secoli autori e pubblico: non poco, poi, ha interferito nella tradizione delle arti figurative e in quella musicale di tipo melodrammatico. Con progressivo scarto rispetto all' archetipo latino, la riscrittura moderna delle lettere fittizie ha investito, di volta in volta, la lirica, l' epica e la tragedia. Il volume ripercorre in modo agile la storia di questo antico genere nella letteratura italiana e svela al lettore di oggi la ricchezza di testimonianze ispirate, nel tempo, al genio creativo di Ovidio.

Salvatore Puggioni (Università di Padova) tra i suoi ambiti di interesse predilige la ricezione delle forme letterarie antiche in età moderna e la poesia tra Sette e Ottocento. È recente la sua edizione commentata della Pronea di Melchiorre Cesarotti (Padova, 2016). Per questa medesima collana ha curato il volume Saffo nella tradizione poetica italiana dal Sei all' Ottocento (2014).
Puggioni Salvatore

Anno di Edizione: 2017
Edizione: L'ERMA di BRETSCHNEIDER
Collane:
L'Eredità dell'Antico. Passato e Presente, 15
Research Interests:
The essay proposes the analysis of Il Genio dell’Adria, a Melchiorre Cesarotti’s poem, which binds the fate of Venice to the suggestions of a sapiential myth of the Adriatic sea. From a critical and philological point of view, the... more
The essay proposes the analysis of Il Genio dell’Adria, a Melchiorre
Cesarotti’s poem, which binds the fate of Venice to the suggestions of a
sapiential myth of the Adriatic sea. From a critical and philological point of
view, the author also considers the poem into the complex relationship with
Cesarotti whole work and in the perspective of the late Eighteenth century
background. The election of the CXVIIth Doge of the Serenissima, Marco
Foscarini, represents the biographical and historical coordinates within which
the poem is conceived.
Il Genio dell’Adria can be also considered an example of early civil poetry
which still promotes a triumphant Venice image reflecting on the Adriatic
water at the height of its civilization, without seeing the obvious signs of its
structural fragility. Myth and history or mythography and official history of the
Serenissima develop the warp of the poem into an historical context that is
tragically changing.
In Italy, the heroic epistle, conceived and developed on the basis of the antique and illustrious Ovidian model, witnessed a resurgence at the start of the 18th century through the remarkable work of cultural mediation undertaken by the... more
In Italy, the heroic epistle, conceived and developed on the basis of the antique and illustrious Ovidian model, witnessed a resurgence at the start of the 18th century through the remarkable
work of cultural mediation undertaken by the Paduan poet Antonio Conti. His Italian version of Pope’s epistle Eloisa to Abelard (1717) together with his original composition of Abelard’s reply to Eloisa, in which early indications of a Romantic sensibility already emerge, appeared many years before the diffusion of this notable literary genre. In fact, the genre did not become widespread in Europe until 1758, the year of the publication of the renowned Lettre d’Héloïse à Abailard by the French poet and playwright Colardeau. Conti’s free translation, the felicitous product of a dynamic dialogue both with the tradition of the well-known Latin epistles and the composition of the English poet, represents a work of great critical interest in modern Italian literature. Later, in 1798, the Veronese poet Ippolito Pindemonte produced his Lettera di una monaca a Federico IV re di Danimarca (Letter from a nun to Frederick IV, King of Denmark), a heroic epistle written in terza rima, a poetic mixing of mediaeval and almost contemporary history. Pindemonte’s work scrupulously adheres to Conti’s version of Eloisa to Abelard: there are numerous intertextual connections and structural similarities. This, therefore, is the most noteworthy case of the literary fortune of Conti’s poetic genius.