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Estate 2019: grazie anche al supporto dei media, le atlete della nostra Nazionale, impegnate nei Mondiali di calcio femminile in Francia, espugnano finalmente il cuore di italiani e italiane. Sebbene alla vigilia nessuno avrebbe scommesso... more
Estate 2019: grazie anche al supporto dei media, le atlete della nostra Nazionale, impegnate nei Mondiali di calcio femminile in Francia, espugnano finalmente il cuore di italiani e italiane. Sebbene alla vigilia nessuno avrebbe scommesso neanche sul passaggio del girone, la cavalcata di Sara Gama e compagne si ferma solo ai quarti di finale. Mentre le azzurre vengono ricevute dal presidente Mattarella, le statunitensi, guidate da una Megan Rapinoe in stato di grazia, vanno a vincere la loro quarta Coppa del Mondo. Nel farlo, litigano con tutti, dalla federazione, che non riconosce il loro diritto a un equal pay rispetto ai loro (assai più scarsi) colleghi maschi, al presidente Trump, irritato per la sfrontatezza della capitana, attivista LGBTQ+ e icona di un’America opposta a quella del tycoon. Così, mentre a New York Rapinoe arringa la folla agitando questa visione alternativa, al Quirinale Gama ricorda più sommessamente, ma con grande fermezza e decisione, che le sportive italiane hanno le stesse prerogative dei loro colleghi: cosa aspetta l’Italia a riconoscere il diritto al professionismo anche alle donne? In occasione della nuova, attesissima edizione del Mondiale femminile, Capitane coraggiose racconta i diversi contesti in cui si collocano le storie e le strategie comunicative di queste due grandi leader sportive. Un viaggio nel mondo dello sport femminile di squadra (tuttora ignorato da una narrazione ancorata alla figura della sportiva singola, eroica ma isolata) che mette a nudo i pregiudizi ancora vivi e pulsanti nel cuore dell’Occidente e ci ricorda come il coraggio non incida mai nella Storia se non è accompagnato da una sana dose di realismo, cioè di politica.
"Paolo Paruta (1540-1598) could be considered the mouthpiece of late XVI century Venetian political thought. Careful reader of Machiavelli and Guicciardini, he tried to mix together the new ideas from Florence and the Venetian and... more
"Paolo Paruta (1540-1598) could be considered the mouthpiece of late XVI century Venetian political thought. Careful reader of Machiavelli and Guicciardini, he tried to mix together the new ideas from Florence and the Venetian and classical tradition he belonged to. This research would like to explore the lexicon used by Paruta, in order to reach a better historical and semantic interpretation. It is composed by: a bio-bibliographical introduction; a general summary; a selected lexicon from Paruta's political works (with occurrences); conclusions.
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Paolo Paruta (1540-1598) può essere considerato il portavoce del pensiero politico veneziano di fine XVI. Lettore attento di Machiavelli e di Guicciardini, provò a far incontrare le novità fiorentine con le tradizioni cittadine e classiche da cui proveniva, giungendo ad una sintesi originale. La ricerca intende scandagliare il lessico utilizzato da questo scrittore, al fine da darne una più chiara caratterizzazione semantica e storica. Ad una parte introduttiva bio-bibliografica segue un profilo contenutistico generale, un lessico politico parutiano ragionato (allegate le occorrenze), delle conclusioni sintetiche."
La torinese Marina Zanetti (1904-1953) fu la prima vera dirigente sportiva che l’Italia ebbe, nonché una figura interessante per capire l’ambigua valorizzazione dello sport femminile operata dal regime durante il Ventennio fascista. In... more
La torinese Marina Zanetti (1904-1953) fu la prima vera dirigente sportiva che l’Italia ebbe, nonché una figura interessante per capire l’ambigua valorizzazione dello sport femminile operata dal regime durante il Ventennio fascista. In gioventù, nella Torino degli anni Venti, Marina fu una sportiva di discreto livello: si dedicò a livello agonistico all’atletica leggera (1922-1927) e alla pallacanestro (1924-1925), e solo in un secondo momento alla scherma (1931-1937). A partire dall’estate 1929 Marina incominciò la propria carriera dirigenziale nel campo dell’atletica leggera, che mantenne fino al 1933; fra il 1930 e il 1931 si occupò anche della pallacanestro. Grazie al suo ruolo, Marina aiutò molto lo sviluppo dell’atletica leggera, e si spese per le proprie atlete, ad es. accompagnandole durante le trasferte internazionali; d’altra parte, sostenne con convinzione sulla stampa le ragioni ideologiche ed eugenetiche del regime sul tema dello sport femminile. Figura assimilabile per molti aspetti a quella della francese Alice Milliat (con la quale collaborò, all’interno della FSFI), Marina Zanetti terminò bruscamente la propria carriera dirigenziale nel campo dell’atletica nel 1933, probabilmente perché troppo legata politicamente a Leandro Arpinati.
Come risaputo, il regime fascista propose (e impose, a scapito di altre discipline, come il calcio) la pallacanestro come sport femminile di squadra in un’Italia nella quale la pallavolo era ancora un sport semi-sconosciuto, relegato di... more
Come risaputo, il regime fascista propose (e impose, a scapito di altre discipline, come il calcio) la pallacanestro come sport femminile di squadra in un’Italia nella quale la pallavolo era ancora un sport semi-sconosciuto, relegato di fatto ad alcune esperienze dopolavoristiche. La vittoria dell’Europeo 1938, ospitato a Roma, è giustamente ricordata come un grande successo internazionale dello sport azzurro di questo periodo, frutto di un movimento nazionale incarnato nella massima serie in quegli anni dominato dalle squadre milanesi.
Nell’intervento si proporranno alcuni spunti di ricerca utili ad approfondire meglio perché sia corretto affermare dal punto di vista storiografico che la pallacanestro, fra 1922 e 1943, abbia avuto “un sensibile impatto sulla nascita dell’emancipazione di genere attraverso lo sport”. Prima di tutto, si uscirà dalla storia agonistica propriamente detta per alcuni affondi di storia sociale, utili a comprendere come l’esperienza sportiva delle cestiste le emancipasse realmente a livello sociale: nelle testimonianze superstiti molte di loro sottolineano l’eccezionalità della possibilità di viaggiare in lungo e in largo per l’Italia (le trasferte), del far parte di un collettivo al femminile relativamente più libero ed autogestito di quanto avvenisse in uno spogliatoio “singolare” di atletica o di nuoto (la squadra), dell’essere riconosciute pubblicamente per le loro vittorie sportive (i premi). In secondo luogo si affronteranno alcuni ambiti ancora poco studiati dal punto di vista agonistico, come quello delle associazioni giovanili di regime (ONB, poi GIL), e quello universitario (i GUF): per comprendere la porosità fra questi mondi e quello del Campionato nazionale organizzato dalla FIP verrà analizzato il ruolo di “apostola” del basket svolto dall’azzurra Bruna Bertolini fra le universitarie del GUF Milano all’inizio del 1933. Si proporranno poi alcuni interessanti carotaggi provenienti dal mondo della pallacanestro femminile delle periferie d’Italia (province, ma anche colonie), raggiunti solo negli anni Trenta e negli anni Quaranta da quel movimento che negli anni Venti aveva già toccato le grandi metropoli dell’Italia Settentrionale. Infine, si accennerà ai rapporti che la pallacanestro femminile (comunque in mano a dirigenti maschili, nell’Italia del Ventennio, e quindi soggiacente alle loro direttive) intratteneva a livello sistemico con gli altri sport femminili all’epoca diffusi nel nostro paese.
Articolo per L'Ultimo Uomo. La presente versione, rispetto a quella pubblicata on-line (https://www.ultimouomo.com/calcio-femminile-dovrebbe-avere-regole-diverse-dibattito-mondiale-donne/ ), è arricchito dai riferimenti bibliografici, e... more
Articolo per L'Ultimo Uomo. La presente versione, rispetto a quella pubblicata on-line (https://www.ultimouomo.com/calcio-femminile-dovrebbe-avere-regole-diverse-dibattito-mondiale-donne/ ), è arricchito dai riferimenti bibliografici, e da due citazioni più lunghe.
Articolo monografico sul significato del sostantivo "neutralità" nel lessico politico del veneziano Paolo Paruta (1540-1598).
Articolo per Ultimo Uomo di approfondimento sul calcio femminile in Russia, fra persistenza degli stereotipi sessisti di era sovietica, tentativi di globalizzazione e esclusione dall'Europeo di Inghilterra 2022
Traducción al castellano de Estefanía Asins del apéndice incluido en la novela histórica de Federica Seneghini "Las futbolistas que desafiaron a Mussolini" (título original: "Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il Duce"). Obra... more
Traducción al castellano de Estefanía Asins del apéndice incluido en la novela histórica de Federica Seneghini "Las futbolistas que desafiaron a Mussolini" (título original: "Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il Duce"). Obra dedicada a la historia italiana de los prejuicios machistas contra las mujeres futbolistas.

Índice del ensayo: [1] ¿El fútbol no es deporte para señoritas?; [2] ¿Deporte «masculino» y deporte «femenino»?; [3] ¿Italianas que juegan al fútbol?; [4]  Una nueva práctica social: la afición femenina; [5]  Un pasatiempo para las ciudadanas (¡y para los milaneses!); [6] Tifosinas bastante polémicas; [7]  Las preguntas de Ninì: de la afición pasiva al fútbol activo; [8]  A la luz del día: las condiciones del fútbol; [9] La lucha fuera del campo por el derecho a jugar; [10] Los prejuicios de 1933; [11] Hacerse un hueco en la Italia fascista; [12] El final del sueño, el retorno de la política; [14 ] La motivación olímpica; [15] Cae el telón; [16] Viejos prejuicios difíciles de eliminar.

El ensayo se puede descargar en: http://altamarea.es/historiadeunalucha.pdf
Para adquirir un ejemplar de "Las futbolistas que desafiaron a Mussolini": https://altamarea.es/producto/las-futbolistas-que-desafiaron-a-mussolini/
Lydia Bongiovanni (1914-1998) and Elda Franco (1924-2013) were two sportswomen from Turin who had a great career in the 1920s-1940s' Italian athletics movement, whom the Fascist Regime greatly supported. Nevertheless, during World War II... more
Lydia Bongiovanni (1914-1998) and Elda Franco (1924-2013) were two sportswomen from Turin who had a great career in the 1920s-1940s' Italian athletics movement, whom the Fascist Regime greatly supported. Nevertheless, during World War II they both joined the Italian Resistance in their hometown. The essay is focused on the first part of Lydia Bongiovanni's life and career. Lydia, the younger sister of mathematician Emilia, was trained firstly by the Società Ginnastica Torinese (SGT), which was still influenced by Andreina Sacco. Then Lydia won her first medals, such as her SGT mates (Giovanna Virengo, Margherita Scolari, Ellen Capozzi, Vittorina Vivenza), before leaving SGT and joining the GUF Torino. In 1933, Lydia won two gold medals at the International University Games held in Turin.
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Le atlete torinesi Lydia Bongiovanni (1914-1998) ed Elda Franco (1924-2013) vissero da protagoniste la felice stagione dello sport femminile sotto il regime fascista, interessato al suo sviluppo per fini eugenetici: durante la Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, militarono entrambe nelle fila della Resistenza cittadina. Il saggio ricostruisce la prima parte della vita e dalla carriera di Lydia Bongiovanni (sorella minore della matematica Emilia), dall’avviamento allo sport presso la Società Ginnastica Torinese dominata ancora dalla figura di Andreina Sacco, ai primi successi (soprattutto nei salti, e nella staffetta) assieme a sodali quali Giovanna Viarengo, Margherita Scolari, Ellen Capozzi e Vittorina Vivenza, fino al passaggio al Guf Torino e alle due medaglie d’oro conquistate ai Giochi Universitari Internazionali, disputati a Torino nel settembre 1933.
Uno studio che problematizza alcuni aspetti del paradossale esperimento di calcio femminile milanese del 1933, boicottato dal regime eppure al contempo figlio di quella temperie. Sommario: [1] Abbandonare il mito, entrare nella... more
Uno studio che problematizza alcuni aspetti del paradossale esperimento di calcio femminile milanese del 1933, boicottato dal regime eppure al contempo figlio di quella temperie.

Sommario:
[1]  Abbandonare il mito, entrare nella stori(ografi)a
[2] "Un'idea": e perché no?
[3] Giochi d'estate: iniziative femminili e maschili
[4] Chiedere permessi: dall'Ufficio milanese al CONI romano
[5] Ritagliarsi uno spazio nella terra di nessuno delle istituzioni sportive
[6] Il sostegno di Arpinati
[7] I cambi della guardia estivi e il turning point di fine luglio
[8] Reprimere il calcio femminile italiano, cioè boicottarlo
[9] Conclusioni
Articolo dedicato alla rappresentazione della donna alpinista nel fascicolo "La Paula" (1934), firmato da Vittorio Varale.
The Milan State Archive contains several sources for the history of sports that are still unused by researchers, such as a file on Gabriella “Gaby” Angelini’s death (1932/1933). Gaby was a young Milanese aviator, the first Italian woman... more
The Milan State Archive contains several sources for the history of sports that are still unused by researchers, such as a file on Gabriella “Gaby” Angelini’s death (1932/1933). Gaby was a young Milanese aviator, the first Italian woman to fly alone to several North-European countries in the summer of 1932. A few months later, while flying from Rome to Delhi, she died in an airplane crash in the Libyan Desert. The file preserved in the Milan State Archive sheds light on how the Fascist regime was able to control the news about Gaby’s death, and on the funeral ceremonies held in Milan in mid-December 1932, when public rituals previously reserved to men were extended to this young girl, a sporting symbol of the Fascist “new woman”.
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L’Archivio di Stato di Milano contiene molte fonti per la storia dello sport tuttora non studiate, fra cui un fascicolo sulla morte di Gabriella “Gaby” Angelini (1932/1933). Gaby era una giovane aviatrice di Milano, la prima italiana a volare da sola, in un tour nord-europeo che la tenne occupata per l’estate del 1932. Qualche mese dopo, durante il raid Roma-Delhi, Gaby morì in un incidente nel Deserto Libico. Il fascicolo conservato nell’Archivio di Stato di Milano fa comprendere le modalità tramite cui il regime fascista riuscì a controllare il flusso di informazioni sia riguardo alla tragedia, sia riguardo i funerali, celebrati a Milano a metà di dicembre. A Gaby, incarnazione sportiva della “donna nuova” vagheggiata dal Fascismo, furono estesi rituali pubblici solitamente riservati agli aviatori maschi.
The Venetian political writer Paolo Paruta presented Filippo Mocenigo, the last Catholic Archbishop of Nicosia (Cyprus) before the Ottoman conquest, as an important character of his 1579 dialogue Della Perfettione della vita politica.... more
The Venetian political writer Paolo Paruta presented Filippo Mocenigo, the last Catholic Archbishop of Nicosia (Cyprus) before the Ottoman conquest, as an important character of his 1579 dialogue Della Perfettione della vita politica. Mocenigo, a most prominent member of the contemplative party, is depicted by Paruta as a sort of bishop-philosopher, very optimistic about the fact that Aristotelian philosophy (as it was still taught in the University of Padua in the mid-16th century) could help the search for human reason. Yet, Mocenigo was persecuted by the Roman Inquisition for his not-fully orthodox religious beliefs. In the essay, a comparison between Mocenigo as historical man and Mocenigo as Perfettione’s fictional character is developed.
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All'interno del suo dialogo Della Perfettione della Vita Politica (1579), lo scrittore politico veneziano Paolo Paruta utilizza Filippo Mocenigo, ultimo vescovo cattolico di Nicosia (Cipro) prima della conquista ottomana. Mocenigo, membro importante del gruppo dei contemplativi della Perfettione, è dipinto da Paruta come una sorta di vescovo-filosofo, assertore del fatto che la filosofia aristotelica possa aiutare la ricerca della ragione umana. D'altra parte, nel corso della sua esistenza storica, Mocenigo venne perseguitato dall'Inquisizione Romana a causa del suo credo eterodosso. Il saggio sviluppa dunque un confronto fra il Mocenigo-uomo reale , e Mocenigo-personaggio di Paruta.
Articolo sulla ricezione giornalistica della morte dell'aviatrice milanese Gaby Angelini, che riprende e rielabora l'intervento al Convegno Nazionale SISS di Treviso 2018, sul quale vd.... more
Articolo sulla ricezione giornalistica della morte dell'aviatrice milanese Gaby Angelini, che riprende e rielabora l'intervento al Convegno Nazionale SISS di Treviso 2018, sul quale vd. https://www.storiasport.com/file/convegno-treviso-abstract-book.pdf
Articolo su "Voce di Giovinezza", interessante rivista milanese, pubblicata fra il novembre e il dicembre 1933 dalla Tipografia Vecchi, e dedicata nello specifico alle adolescenti. Si analizza in particolare il grande spazio dato allo... more
Articolo su "Voce di Giovinezza", interessante rivista milanese, pubblicata fra il novembre e il dicembre 1933 dalla Tipografia Vecchi, e dedicata nello specifico alle adolescenti. Si analizza in particolare il grande spazio dato allo sport, ed una inchiesta fra le lettrici su questo argomento: "Quale sport preferite e quale vi sembra più elegante e per- ciò meglio adatto alla grazia femminile? E qual è il vostro ideale sportivo?".
Paolo Paruta (1540–1598) may be considered the mouthpiece of late Renaissance Venice. In his dialogue Perfettione della vita politica (1579), readers are introduced to the sphere of the Venetian ruling class. Paruta emphasizes its unity:... more
Paolo Paruta (1540–1598) may be considered the mouthpiece of late Renaissance Venice. In his dialogue Perfettione della vita politica (1579), readers are introduced to the sphere of the Venetian ruling class. Paruta emphasizes its unity: Venice must show just one face, since the public image of a harmonious ruling class ought to be maintained. Living within this closed inner sphere is an art that must be taught, as demonstrated in a juvenile causa ‘debate’ between Paruta and his friend Angelo Dolfin, about the Republic’s policy during the Great Siege of Malta (1565). At the same time, Paruta, as a sort of Venetian champion, had to face the external sphere of Florence: his Discorsi politici (1599) show that – as a political writer in the age of the Counter-Reformation – Paruta had to respond to what Machiavelli had written; as a historiographer of the Wars of Italy, he could not ignore Guicciardini’s opinions about Venice’s deeds. In order to secure total victory, Paruta decided to use his enemies’ linguistic weapons; but he did not realize that those weapons were poisoned with the new, modern outlook spreading from the pen of those two Florentine authors.
Il ritrovamento dell’archivio personale di Giovanna Boccalini Barcellona e la riscoperta di due interviste concesse dalla stessa e dalle sue sorelle Marta e Rosetta permettono di comprendere alcuni aspetti della storia della famiglia... more
Il ritrovamento dell’archivio personale di Giovanna Boccalini Barcellona e la riscoperta di due interviste concesse dalla stessa e dalle sue sorelle Marta e Rosetta permettono di comprendere alcuni aspetti della storia della famiglia Boccalini. Durante la propria infanzia a Lodi i due fratelli e le cinque sorelle strinsero infatti forti legami con lo scultore socialista Ettore Archinti, per il quale posarono come modelli e modelle; d’altra parte, l’insegnamento spirituale dello scultore influenzò per il resto dell’esistenza i sette figli. Nel 1927 la famiglia si trasferì a Milano: ciascuno prese la sua strada, assieme ai rispettivi compagni e compagne di vita (Giovanna sposò un immigrato siciliano, Giuseppe Barcellona). Ciò nonostante, tutti quanti provarono a vivere la propria esistenza adulta nella Milano fascista degli anni Trenta con quanta più libertà possibile: la fondazione della prima squadra di calcio femminile in Italia (e la sua gestione, anche dopo il boicottaggio da parte del regime, addirittura fino ai primi mesi del 1934) va considerata all’interno di questo tentativo più ampio. Durante la Seconda Guerra Mondiale, qualche membro della famiglia entrò a far parte della Resistenza, mentre la loro guida spirituale veniva arrestata e deportata dalle forze nazi-fasciste nel campo di Flossenbürg.
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The discovering of Giovanna Boccalini Barcellona’s personal archive, and 2 oral interviews with Giovanna and her sisters Marta and Rosetta cast some light on some aspects of Bocca- lini’s family history. During their childhood in Lodi, the 2 brothers (Mario, Umberto) and the 5 sisters (Giovanna, Teresa, Luisa, Marta, Rosetta) had strong personal ties to Socialist sculptor Ettore Archinti, who used them as models; on the other hand, Archinti’s spiritual legacy had a strong impact on their life. In 1927 the Boccalini family moved to Milan: sons and daughters scattered all around the city with their new partners (Giovanna mar- ried a Sicilian immigrant, Giuseppe Barcellona). Nevertheless, they all tried to live their adult lives in the 1930s Fascist Milan with as much freedom as possible: the foundation of the first-ever women’s football team in Italy (and the managing of the team even after the regime’s boycott, until early 1934) should be considered inside of this wider attempt. Dur- ing WW2, some members of the family joined the Italian Resistance, while their spiritual guide was arrested and then deported to Flossenbürg camp by the Nazi-Fascists forces.
Anteprima delle prime pagine del saggio posto in calce al romanzo "Giovinette" di Federica Seneghini, Milano, Solferino, 2020.
https://www.amazon.it/Giovinette-Federica-Seneghini/dp/8828204486
Research Interests:
Articolo dedicato al rapporto fra omosessualità (vera, presunta, rappresentata, dichiarata, nascosta) e calcio femminile italiano contemporaneo, alla luce dei cambiamenti avvenuti prima e dopo il Mondiale di Francia 2019.
In 1933 the first women's football team in Italy was founded by some men's football female fans, eager to transform their passive fan supporting faith to more active sporting activity. Female fandom was a sociological fact, during the... more
In 1933 the first women's football team in Italy was founded by some men's football female fans, eager to transform their passive fan supporting faith to more active sporting activity.
Female fandom was a sociological fact, during the Fascist Ventennio (1922-1943): the regime didn't ban the entrance to the Italian stadiums, so girls were free to attend the male football's matches, and they did it, above all in the more developed and open-minded cities such as Milan, Turin, Bologna, Naples. Fighting against a lot of prejudices, they thought they had the right to support their football idols such as Giuseppe Meazza and Angelo Schiavio: they depicted themselves as expert, enthusiastic, ladylike female fans. They were the umpteenth incarnation of the donna nuova 'new women' of the Fascist ideology, different both from the last generation of Italian women (who didn't attend the football stadiums) and from the decadent 1920s' model coming from abroad.
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Nel 1933 alcune tifose di squadre maschili di calcio fondarono la prima squadra di calcio femminile in Italia: la loro intenzione era quella di far evolvere la loro fede calcistica passiva in qualcosa di più attivo.
La presenza di tifose era una realtà sociologica radicata, durante il Ventennio: dal momento che il regime non glielo impediva, le ragazze erano libere di andare alle partite delle squadre maschili, e in effetti lo facevano, soprattutto nei centri urbani dalla mentalità più aperta, come Milano, Torino, Bologna, Napoli. Lottando strenuamente contro moltissimi pregiudizi, le tifose ritenevano di avere il diritto di tifare i loro beniamini calcistici come Giuseppe Meazza e Angelo Schiavio: si autorappresentavano come supporters esperte, passionali e femminili. Erano insomma l’ennesima incarnazione della donna nuova desiderata dal Fascismo, diversa sia dalla generazione delle madri (che non usavano andare allo stadio), sia dal modello decadente e importato dall’estero della donna degli Anni Venti.
Torquato Tasso e lo scrittore politico veneziano Paolo Paruta (1540-1598) ebbero molto in comune, a partire dalla formazione universitaria presso lo Studio di Padova - risultano ad es. essere stati entrambi allievi di Carlo Sigonio. La... more
Torquato Tasso e lo scrittore politico veneziano Paolo Paruta (1540-1598) ebbero molto in comune, a partire dalla formazione universitaria presso lo Studio di Padova - risultano ad es. essere stati entrambi allievi di Carlo Sigonio. La biografia letteraria di Paruta è segnata dalla pubblicazione, nel 1579, della prima edizione della "Perfettione della Vita Politica", dialogo in tre libri nel quale molti prelati e laici veneziani, durante le pause del Concilio di Trento alle sue ultime battute (1562-1563), discutono, sulla falsa riga dell’Etica Nicomachea aristotelica, di vari temi etici. Fra questi, quello della nobiltà, a cui Tasso aveva dedicato uno specifico dialogo, "Il Forno overo de la Nobiltà". La cronologia dell’opera tassiana appare importante: scritto da Tasso fra il 1578 e il 1579, Il Forno fu pubblicato nel 1581, revisionato nel 1585 e infine pubblicato di nuovo nel 1587. Nel frattempo anche Paruta, per scrupoli d’ordine morale, revisionava il proprio dialogo, mandando alle stampe nel 1582 una seconda edizione, rivista. Come appare evidente, le cronologie delle due opere appaiono saldamente intrecciate. Al cuore sia de "Il Forno" sia di una specifica sezione del Libro Terzo della "Perfettione" parutiana dedicata a questo tema vi è una domanda circa la corretta definizione della nobiltà, laddove la risposta non può che essere aggiornata all’Italia del Secondo Cinquecento. Quali sono quindi i punti di contatto e le differenze fra le opere di questi due autori?
ABSTRACT ITALIANO Grazie alla strabiliante performance della Nazionale femminile (capace di raggiungere i quarti di finale della Coppa del Mondo femminile in Francia), l’estate del 2019 ha rappresentato il punto più alto dello sviluppo... more
ABSTRACT ITALIANO
Grazie alla strabiliante performance della Nazionale femminile (capace di raggiungere i quarti di finale della Coppa del Mondo femminile in Francia), l’estate del 2019 ha rappresentato il punto più alto dello sviluppo del calcio femminile in Italia, aiutato massicciamente dalla sua piena integrazione nella macchina organizzativa della FIFA (sponsor e media compresi). Questo saggio cerca di indagare la qualità e la quantità di questa influenza esterna, globale. I filtri di genere, geografici e storici verranno utilizzati per una migliore comprensione del fenomeno. L’analisi sarà basata principalmente su blog sportivi, giornali on-line, interviste con le calciatrici, tweets dei tifosi, così da far emergere una visione il più possibile realistica della realtà sociologica del movimento calcistico femminile italiano. Le tendenze globalizzanti, i modelli (compresa una immagine innovativa della donna sportiva) e i valori (come il female empowerment e la diversity) hanno modellato la rappresentazione della Nazionale femminile italiana trasmessa dai media al pubblico italiano, non abituato a vedere delle ragazze giocare a calcio. D’altro canto, le calciatrici azzurre, che hanno approfittato dell’influenza globale per migliorare la propria condizione, sono riuscite a loro volta a modellarla (ad esempio mostrando un’immagine della calciatrice grintosa, piuttosto che quello della calciatrice arrogante di stampo statunitense). Quanto accaduto in Italia nell’estate del 2019 appare quindi a tutti gli effetti un interessante caso di successo di glocalizzazione interno allo sport femminile, raggiunto in un contesto per altro a tal punto sbilanciato dal punto di vista del genere quale quello italiano.

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ENGLISH ABSTRACT
Thanks to the stunning performance of the Italian national team (who reached the quarter-finals of the FIFA Women's World Cup in France), the summer of 2019 was the apex in the development of women's football in Italy: it was greatly helped by its integration into the huge FIFA system (including sponsors and media). This essay tries to investigate the quality and quantity of this external, global influence. Gender, geographic, and historical filters will be used to gain a better understanding of the phenomenon. The analysis will be based mainly on sports blogs, on-line newspapers, interviews with footballers and supporters' tweets, in order to capture the most realistic view of the sociological reality of the Italian women's football movement. The globalizing tendencies, models (a new image of women in sport), and values (such as female empowerment and diversity) shaped the representation of Italy's national team as broadcasted by media to the Italian audience, unaccustomed to viewing young women playing soccer. On the other hand, the Italian female footballers, who took advantage of the global influence in order to improve their condition, were successful in shaping it (for example, by showing an image of the hard-headed footballer, rather than the arrogant one coming from the USA). What happened in Italy during the summer of 2019 seems like an interesting (and successful) case of glocalization in women's sports, played out in such a gendered context as the Italian one.

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SOMMARIO
(1) INTRODUZIONE
(1.1.) La necessità di una prospettiva globale (e di genere)
(1.2) La glocalizzazione del calcio contemporaneo
(1.3) Note di metodo

(2) IL CALCIO ITALIANO FEMMINILE E L’ESTERO: CAMBIAMENTI DI PARADIGMA
(2.1) Quando non conveniva citare l’estero: Italia, 1933
(2.2) Un nuovo contesto globale, e la governance ancora al maschile
(2.3) Prendere il controllo del calcio femminile globale
(2.4) Critiche alla governance globale maschile
(2.5) Il Boom mediatico
(2.6) Diventare celebrità
(2.7) Raddoppiando le squadre
(2.8) Modernizzare la narrazione
(2.9) Un momento di transizione

(3) LE ITALIANE CHE EMIGRA(VA)NO
(3.1) Flussi transnazionali di calciatrici
(3.2) Dai panifici alla Coppa del Mondo
(3.3) L’American Dream delle calciatrici italiane
(3.4) La disconnettività cosciente delle italiane

(4) QUESTIONI DI SPONSOR E DI MEDIA
(4.1) Il triangolo sport - media - sponsor
(4.2) Gli investimenti
(4.3) Gli sponsor a caccia delle azzurre
(4.4) Le azzurre e le regole di comportamento mediatico
(4.5) L’ideologia progressista degli sponsor e della FIFA
(4.6) “Quel che faccio ora è già politica”

(5) UNA NUOVA ICONOGRAFIA
(5.1) Rappresentare il corpo delle sportive contemporanee
(5.2) Dai tacchi a spillo allo sguardo da dure (passando per il fango)
(5.3) La nuova immagine delle azzurre
(5.4) Mostrare i muscoli
(5.5) Entrare nella complessità
(5.6) L’iconografia delle azzurre proposta dalla FIFA

(6) LE AZZURRE DENTRO LE POLEMICHE MONDIALI
(6.1) Porte più piccole? No, grazie
(6.2) “Si sa che le americane sono fate a modo loro …”
(6.3) Toste, non aggressive
(6.4) Sorseggiando il tè con Alex Morgan

(7) VOCI FUORI DAL CORO
(7.1) I Mondiali del livellamento sessuale
(7.2) Fra individualismo e maternage spirituale
(7.3) Tutto fumo e niente arrosto?

(8) CONCLUSIONI
Thanks to a passage of Coryat’s Crudities (1611), where the English traveller describes his visit to Brescia (August 1608), now is possible to reconstruct a lost commemorative plaque, once placed upon the internal wall of the local... more
Thanks to a passage of Coryat’s Crudities (1611), where the English traveller describes his visit to Brescia (August 1608), now is possible to reconstruct a lost commemorative plaque, once placed upon the internal wall of the local Broletto (City Hall). The inscription upon that marble plaque, dated 1591, was erased almost one hundred years later (1692) by the authorities of Venetian Republic, worried for the growing self-glorification of patrician magistrates. Luckily Coryat transcribed the inscription, dedicated to Paolo Paruta (1540-1598), statesman and historiographer of the Venetian Republic, capitano of Brescia from 1590 to 1592, when he was appointed as Ambassador to Rome. Starting from the discovery of this lost inscription, this essay tries to investigate how Paolo Paruta, a refined political writer but also an able states- man, took his 2 year office in Brescia, at that time the second city of Venetian Terraferma.

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Grazie ad un passo delle Coryat’s Crudities (1611), in cui il viaggiatore inglese descrive la sua visita a Brescia (svoltasi nell’agosto del 1608), è ora possibile ricostruire una lapide commemorativa che si trovava un tempo sul muro interno del Broletto locale. L’iscrizione, che si trovava sulla lapide marmorea (datata 1591), fu cancellata quasi un secolo dopo (1692) dalle autorità della Repubblica di Venezia, preoccupate per la crescente auto-glorificazione dei magistrati patrizi. Per fortuna, Coryate trascrisse l’i- scrizione, dedicata a Paolo Paruta (1540-1598), uomo politico e storiografo della Re- pubblica di Venezia, capitano di Brescia dal 1590 al 1592, quando fu nominato Ambasciatore a Roma. Partendo dalla riscoperta dell’iscrizione perduta, il presente lavoro cercherà di comprendere come Paolo Paruta, un acuto scrittore di politica ma anche un abile uomo di stato, svolse il proprio incarico a Brescia, allora per importanza la seconda città della Terraferma veneziana.
Grazie alla scoperta di «Ricordando...», un dattiloscritto di 25 pagine steso da Marta Boccalini (1911-2008), si può ora ricostruire la storia della famiglia Boccalini, partendo dalle sue radici ottocentesche. Francesco Boccalini e... more
Grazie alla scoperta di «Ricordando...», un dattiloscritto di 25 pagine steso da Marta Boccalini (1911-2008), si può ora ricostruire la storia della famiglia Boccalini, partendo dalle sue radici ottocentesche. Francesco Boccalini e Antonietta Salvarani, entrambi lodigiani, possono essere considerati gli iniziatori della famiglia: lavorando duramente per i loro 7 figli, questa coppia di genitori socialisti, aiutati dallo scultore Ettore Archinti, cercò di insegnare l’importanza dello studio ai loro 2 figli maschi e poi alle successive 5 figlie femmine. Nel 1927 la famiglia si trasferì a Milano, città in cui diede i suoi frutti la seconda generazione dei Boccalini: le figlie più giovani (Luisa, Rosetta e Marta) parteciparono alla prima squadra di calcio femminile in Italia (1933); durante la Seconda Guerra Mondiale Marta e Giovanna entrarono nella Resistenza, mentre proprio quest’ultima divenne successivamente una politica nel PCI.
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Thanks to the discovering of “Ricordando...”, a 25-page type-written text written by Marta Boccalini (1911-2008), the history of Boccalini family can be reconstructed, starting from its 19th-century roots. Francesco Boccalini and Antonietta Salvarani, both coming from Lodi, could be considered as the founders of the family: working hard for their 7 children in early 20th-century Lodi, this couple of Socialist parents, helped by sculptor Ettore Archinti, tried to instill into their 2 boys and then 5 girls the importance of studying. In 1927 the family moved to Milan, where the second generation flourished: the youngest girls (Luisa, Rosetta, and Marta) joined the first female football team in Italy (1933); during World War II Marta and Giovanna fought in Italian Resistance, then the latter became a politician for the PCI (Italian Communist Party).
In questa ricerca verrà indagato, attraverso l'analisi delle fonti giornalistiche e di quelle memoralistiche, il ruolo positivo o al contrario negativo della famiglia italiana rispetto all'accesso alla pratica sportiva durante il... more
In questa ricerca verrà indagato, attraverso l'analisi delle fonti giornalistiche e di quelle memoralistiche, il ruolo positivo o al contrario negativo della famiglia italiana rispetto all'accesso alla pratica sportiva durante il Ventennio fascista. Di fronte all'inedita promozione di una pratica profondamente estranea alla tradizione nazionale, molte famiglie reagirono tentando di impedire alla proprie figlie; altre, invece, concessero di buon grado tale libertà alle ragazze, le quali seppero ritagliarsi dei piccoli spazi di libertà e di crescita non solo personale, ma - quel che più conta - comunitaria, extra-famigliare.
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Family played (and still play) an important role in the sport emancipation of 20th century Italian women: fathers and mothers could decisively support or repress their daughters’ will to practice sport, above all controversial such as athletics (in 1930s’ Italy) or football (still in the last decades of the century). During the Fascist Ventennio (1922-1943), the regime, due to its eugenic aim, supported women’s sport and introduced a real female practice of P. E. in schools, thanks to ONB’s Piccole and Giovani Italiane: out of blue, Italian girls earned a strong ally for their family debates; on the other hand, both women’s sport supporters and enemies tried to won parents (for example, explaining them their pros and cons about women’s swimming). Inside the parents' couple, most of the times fathers were their daughter’s allies: quite surprisingly, mothers (such as Ondina Valla’s one) were the strongest opponent of women’s sport, probably due to their introjection of the sexist prejudices against it. In the last part of the article, the influence of sport in the family’s vision is explored: 1) women trainers seen as spiritual guides; 2) sisterhood among teammates; 3) sport motherhood.
Il saggio presenta tutti i dati disponibili utili al ritrovamento di un testo per ora fantasma, quale la Risposta di Paolo Paruta (Venezia, 1540-1598) alla Lettera XXX dello pseudo-Dante, falso d'autore editando il quale nel 1547 il... more
Il saggio presenta tutti i dati disponibili utili al ritrovamento di un testo per ora fantasma, quale la Risposta di Paolo Paruta (Venezia, 1540-1598) alla Lettera XXX dello pseudo-Dante, falso d'autore editando il quale nel 1547 il fiorentino Anton Francesco Doni scatenò una violenta polemica politica anti-veneziana. Nuove ricerche dimostrano come nella celebre biblioteca padovana di Gian Vincenzo Pinelli fosse conservata una copia della Risposta. Paruta e Pinelli, infatti, condividevano molti interessi e conoscenze negli ambienti della Padova e della Venezia del Secondo Cinquecento.
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The essay provides all available data useful for the discovering of an up-to-now lost text by Paolo Paruta (Venice, 1540-1598), the Risposta [Reply] to Lettera XXX by Pseudo-Dante, a fake letter published in 1547 by Florentine Anton Francesco Doni, in order to arouse a bitter anti-Venetian controversy. New evidence shows that one copy of Paruta's Risposta lay in Gian Vincenzo Pinelli library (located in Padua). In fact, Paruta and Pinelli shared a lot of interests and friends in the middle and late 16 th century Padua and Venice.
La straordinaria impresa dell’Italia al Mondiale Femminile di Francia 2019 non solo è stata un successo mediatico, ma pure generato una polemica linguistica fra i parlanti italofoni circa l’uso di alcune forme femminili innovative per i... more
La straordinaria impresa dell’Italia al Mondiale Femminile di Francia 2019 non solo è stata un successo mediatico, ma pure generato una polemica linguistica fra i parlanti italofoni circa l’uso di alcune forme femminili innovative per i ruoli calcistici, quali ad es. portiera (al posto di portiere), e difensora/difenditrice (al posto di difensore). Durante l’estate del 2019, media basati su Internet quali giornali on-line, blog e Twitter sono stati il terreno di scontro di un nuovo capitolo della polemica sul linguaggio di genere: coloro che sostenevano le forme innovative (blogger femministe, giornalisti, linguisti) hanno incontrato la resistenza di un’ampia fetta dei parlanti italiani, che hanno espresso attraverso tweets e commenti i loro dubbi.
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The exploit of Italy National Team at 2019 FIFA Women's World Cup was not only a media success but it also gave birth to a linguistic controversy among Italian speakers about the use of some innovative female terms for football positions, such as portiera (instead of portiere) 'goalkeeper', and difensora/difenditrice (instead of difensore) 'defender'. During the summer of 2019, Internet-based media such as online newspapers, blogs, and Twitter were the battlefield of a new chapter of the gender language controversy: innovators such as feminist bloggers, journalists, and linguists met the resistance of a wide part of Italian speakers, who expressed their doubts throughout tweets and online comments.
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Ulteriori materiali linguistici sull'uso effettivo delle calciatrici italofone contemporanee possono essere reperiti all'indirizzo:
https://twitter.com/calciatrici1933/status/1208481176148758531
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ERRATA CORRIGE:
A) A pag. 16:
Mattarella, il 4 luglio > Mattarella, il 4 agosto
B) A pag. 22:
comprender > comprende
C) A pag. 38, nota 64:
non valutare > da valutare
D) A pag. 54:
tradizionalmente femminile > tradizionalmente maschile
E) A pag. 69:
Gheno, V. (2009) > Gheno, V. (2019)
Articolo sulla polemica (fine 1933) fra l'Osservatore Romano e Il Littoriale (testata portavoce del CONI) riguardo alla liceità o meno delle gare pubbliche di 'atletica leggera femminile, volute in quel momento dal regime fascista in... more
Articolo sulla polemica (fine 1933) fra l'Osservatore Romano e Il Littoriale (testata portavoce del CONI) riguardo alla liceità o meno delle gare pubbliche di 'atletica leggera femminile, volute in quel momento dal regime fascista in Italia.
In 1933 the Italian national press wrote extensively about the first ever women’s football team in Italy, Gruppo Femminile Calcistico, founded in February of that year in Milan. In September 1933 a second women’s football team was founded... more
In 1933 the Italian national press wrote extensively about the first ever women’s football team in Italy, Gruppo Femminile Calcistico, founded in February of that year in Milan. In September 1933 a second women’s football team was founded in Alessandria (Piedmont), helped by a local men’s football club. The Piedmontese calciatrici (women’s football players) followed almost all the rules of the Milan club, which tried to polish male football and make it more suitable for the girls in Mussolini’s Italy. After a few training matches played against a team of male kids, the calciatrici from Alessandria organized the first national women’s football match in Italy: on October 1st, 1933 they were supposed to play in Stadio del Littorio (Alessandria) against Gruppo Femminile Calcistico. However, fascist authorities banned the match, and the Piedmontese team ended its activity in 1934. Nevertheless, Amelia Piccinini, the best player among the calciatrici from Alessandria, went on to have a brilliant sports career: at the 1948 Summer Olympics in London, she won the silver medal in shot put.
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Nel 1933 la stampa nazionale italiana offrì una ampia copertura mediatica alla prima squadra di calcio femminile in Italia, ossia il Gruppo Femminile Calcistico, fondato nel febbraio 1933 a Milano. Nel settembre dello stesso anno, ad Alessandria, venne creato un secondo nucleo di calcio femminile, all'interno di una squadra dilettantistica maschile locale. Le calciatrici alessandrine seguivano quasi tutte le regole in vigore fra le milanesi: regole orientate a ingentilire il rude gioco del football, rendendolo così più accettabile per delle ragazze fasciste. Dopo qualche partita di allenamento giocata contro una squadra di "pulcini" maschi, le alessandrine organizzarono quella che sarebbe stata la prima partita di calcio femminile inter-cittadina in Italia: il 1° ottobre avrebbero dovuto giocare contro le milanesi nello Stadio del Littorio di Alessandria. Le autorità fasciste, tuttavia, impedirono lo svolgimento del match, e la squadra alessandrina venne sciolta nel corso del 1934. Ciononostante, Amelia Piccinini (la più promettente di quelle calciatrici), andò avanti a praticare sport, riuscendo ad avere un'ottima carriera come atleta: alle Olimpiadi di Londra (1948), infatti, Amelia conquistò la medaglia d'argento nel getto del peso.
Edizione integrale commentata della bozza di espurgazione che un anonimo dell'Inquisizione romana stilò probabilmente negli anni Ottanta del XVI secolo sulla Perfettione della Vita Politica (prima edizione: Venezia, 1579) del veneziano... more
Edizione integrale commentata della bozza di espurgazione che un anonimo dell'Inquisizione romana stilò probabilmente negli anni Ottanta del XVI secolo sulla Perfettione della Vita Politica (prima edizione: Venezia, 1579) del veneziano Paolo Paruta (1540-1598). Uno studio utile per comprendere meglio i punti di attrito fra il repubblicanesimo veneziano e il cattolicesimo romano della Controriforma, dopo la conlcusione del Concilio di Trento. Nella seconda parte, si mostra l'influenza che potrebbe aver avuto il cardinal Agostino Valier (conoscente del Paruta) nell'insabbiamento della censura, e il lavorio di entrambi, durante il pontificato di Clemente VIII, per mediare le istanze più repressive dell'Indice.

Per la semplice trascrizione del testo: http://bit.ly/2Rwkl0c
In late 1933, L'Osservatore Romano fuelled an argument against Il Littoriale, mouthpiece of the Fascist sport policy, about women’s sport: the Vatican Italian-speaking newspaper was against the public women’s athletic meetings, and the... more
In late 1933, L'Osservatore Romano fuelled an argument against Il Littoriale, mouthpiece of the Fascist sport policy, about women’s sport: the Vatican Italian-speaking newspaper was against the public women’s athletic meetings, and the “immoral” shorts dressed by the young Italian athletes, such as Ondina Valla, going-to-be the first Italian woman to win an Olympic gold medal (1936, Berlin). Which was the situation of Italian female sports, at that time? Which was the influence of new women models coming from US? What was considered “immoral” by conservative people in 1933 Italy watching a women’s athletic or swimming meeting? How Hollywood stars could help Ondina and her mates on the road of female emancipation? These are the questions this essay is going to answer, helped by a lot of historical images, useful to reconstruct a whole collective imagination.
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Alla fine del 1933, L’Osservatore Romano scatenò una polemica sullo sport femminile contro Il Littoriale (all’epoca portavoce della politica sportiva del regime fascista): il giornale vaticano si dichiarava contrario agli incontri pubblici di atletica femminile, e in particolare agli “immorali” pantaloncini indossati dalle ragazze  italiane partecipanti, fra cui Ondina Valla, ossia colei che a Berlino, nel 1936, sarebbe andata a vincere la prima medaglia d’oro femminile della storia.
Qual era la situazione generale dello sport femminile italiano, a quell’altezza storica? Che influenza avevano i nuovi modelli di donna che provenivano dagli Stati Uniti? Cosa veniva considerato “immorale” dai tradizionalisti nell’iItalia nel 1933 intenti a guardare un meeting di atletica o di nuoto femminile? Come le stelle di Hollywood potevano aiutare Ondina e le sue compagne a percorrere la strada dell’emancipazione? Tali le domande a cui questo saggio proverà a rispondere, con l’aiuto di molte immagini, necessarie per ricostruire un intero immaginario collettivo, sia verbale sia visuale.
The analysis of several unpublished letters by, to or about Paolo Paruta (1540-1598) could be very useful to revalue this underrated Venetian political writer, author of the dialogue Perfettione della Vita Politica ('About Perfection of... more
The analysis of several unpublished letters by, to or about Paolo Paruta (1540-1598) could be very useful to revalue this underrated Venetian political writer, author of the dialogue Perfettione della Vita Politica ('About Perfection of Political Life’) and Ambassador for the Republic of Venice at the Papal Court (1592-1595). In fact, these letters shed some light on the daily life of Paruta’s political praxis: his travels, his duties as ambassador, his relationships with foreign sovereigns and with Venetian fellow citizens, his growing reputation; thanks to them, we could understand why Ugo Foscolo wanted Paruta to be studied in university courses as politico pratico. Some other letters (such as the one about the dedication of Discorsi Politici’s first edition, 1599), written by Paruta’s brother and sons, proof the hard economical situation of the ambassador’s heirs after Paolo’s death. In the last part of the essay there’s an analysis of a passage of a letter by Polish political writer Krzysztof Warszewicki about the project of a Latin translation of Paruta’s political work: then comes a comparison between Warszewicki’s and Paruta’s political thought.
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L'analisi di diverse lettere inedite di, dirette a o su Paolo Paruta (1540-1598) può risultare utile nell'ottica di una generale rivalutazione critica di questo sottostimato scrittore veneziano, autore del dialogo "Della Perfettione della Vita Politica" e Ambasciatore a Roma per la Repubblica di Venezia (1592-1595).  Tali lettere permettono di capire meglio la realtà che sta dietro i testi politologici parutiani: i suoi viaggi, i suoi offici da ambasciatore, i suoi rapporti coi sovrani stranieri e coi suoi concittadini veneziani, la crescente stima che lo stava circondando; grazie a questi elementi, possiamo capire come mai Ugo Foscolo desiderasse che Paolo Paruta venisse studiato dagli universitari come "politico pratico". Altre lettere (come quella sulla dedica della prima edizione dei "Discorsi Politici", 1599), scritte dal fratello e dai figli di paruta, testimoniano la dura situazione economica degli eredi al momento del decesso dello scrittore. Nell'ultima parte dell'articolo viene proposta l'analisi di un passaggio tratto da una lettera dello scrittore politico polacco Krysztof Warszewicki, circa un progetto di traduzione latina dell'opera politica parutiana, seguito da un confronto fra il pensiero politico del polacco e quello del veneziano.
Lo sport femminile era causa di attriti, nell'Italia fascista degli anni Trenta. Da una parte, esso veniva promosso dal regime, perché ragazze più sane sarebbero diventate un giorno madri più sane, in grado quindi di dar vita ai futuri... more
Lo sport femminile era causa di attriti, nell'Italia fascista degli anni Trenta. Da una parte, esso veniva promosso dal regime, perché ragazze più sane sarebbero diventate un giorno madri più sane, in grado quindi di dar vita ai futuri soldati del Duce. Tuttavia una parte consistente della società italiana (capeggiata dai cattolici conservatori) si opponeva a tali pratiche, come ad es. le gare pubbliche femminili di atletica leggera e di nuoto. Alla fine del 1933 scoppiò una grave polemica sull'abbigliamento sportivo femminile-giudicato "immorale"-fra il giornale sportivo Il Littoriale (portavoce della politica sportiva del regime) e L'Osservatore Romano (quotidiano del Vaticano). Un aspetto interessante di tale polemica è l'uso di figure femminili sia storiche sia mitiche tratte dalla Classicità, quali Clelia, le Amazzoni, Atalanta e Nausicaa, sfruttate sia dai fascisti sia dei conservatori come archetipi della donna sportiva. Fra di esse, Nausicaa pare essere stata la più usata, perché più rispondente al modello fascista della donna nuova desiderata dal Fascismo: giovane, dotata di un corpo sano, pronta al suo destino "naturale" di madre. Il corpus testuale usato per l'analisi proposta è composto da articoli di giornale (quotidiani e riviste) e da un romanzo sportivo, con lo scopo di valutare la diffusione di questi archetipi nei mass media dell'epoca: se voleva imporre una nuova immagine della donna sportiva, il regime doveva infatti trovare qualche immagine femminile popolare, la cui comprensione risultasse facile per tutti.
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Women's sports were quite controversial in 1930s Fascist Italy. On the one hand, the regime promoted them: healthier girls would in time become healthier mothers, who would one day give birth to Mussolini's future soldiers. Yet a large part of Italian society, led by conservative Catholics, protested the most innovative activities, such as public athletics and swimming competitions. In 1933, a big controversy broke out between Il Littoriale (sports newspaper, mouthpiece of Fascist sports policy) and L'Osservatore Romano (Vatican newspaper) about "immoral" women's sportswear. An interesting feature of this controversy was the use, by both Fascists and conservatives, of Classical (both mythological and historical) women, such as Cloelia, the Amazons, Atalanta, and Nausicaa, cited as archetypical figures of sportswomen. Nausicaa seemed to be the most frequently used and diverse archetype, because she was better suited (more than Cloelia) to the Fascist vision of the future Italian donna nuova "new woman": she was young, she had a healthy body, she was ready to embrace her "natural" fate (being a mother). The corpus used for the analysis is composed by journalistic texts (newspapers and magazines) and a sports novel, in order to test the spread of these archetypes in 1930s mass media: in order to fix this new image of the sportswoman, the Fascist regime had to find some well-known female figures that could be easily admired by the Italian people.
In December 1933, the Italian sport newspaper "Il Littoriale" published an interesting letter, wrote by some Giovani Italiane (the Fascist female juvenile organization, 12-18 year-old girls). The Giovani Italiane (who played athletics,... more
In December 1933, the Italian sport newspaper "Il Littoriale" published an interesting letter, wrote by some Giovani Italiane (the Fascist female juvenile organization, 12-18 year-old girls). The Giovani Italiane (who played athletics, rowing and gymnastics in their Lombardy small town) wanted to join the male on-going male debate about women’s sport between Il Littoriale and L’Osservatore Romano (November-December 1933) thanks to their own female experience.
They tried to describe a lot of controversial elements of women’s sport debate from their personal point of view, such as the need of public women’s athletics competitions, the need of comfortable female sportswear, the spirit of camaraderie among women and men during sports activities.
The Giovani Italiane were proud Catholic girls, too: contrary to what L’Osservatore Romano and some priests they met thought, women’s sport and religious faith matched so good: for instance, since they started to play sports, they improved their frankness in testifying publicly their Catholic faith.
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Nel dicembre del 1933, il giornale sportivo "Il Littoriale" pubblicava una interessante lettera, scritta da alcune Giovani Italiane (appartenenti cioè all'associazione femminile di regime riservata alle ragazze dai 12 ai 18 anni), le quali, praticando atletica, canottaggio e ginnastica nella loro piccola città della provincia lombarda, volevano dir la loro (e portar la loro personale esperienza femminile) nella polemica esclusivamente maschile sviluppatasi in quei mesi (novembre-dicembre 1933) fra "Il Littoriale" e "L'Osservatore Romano".
Partendo dalla loro esperienza personale, le scriventi tentarono di dir la loro circa una serie di punti controversi  del dibattito sullo sport femminile: le pubbliche gare di atletica leggera, la necessità di un abbigliamento comodo, lo spirito di "cameratismo" coi colleghi uomini durante le attività sportive.
Le "Giovani Italiane" si dichiaravano inoltre cattoliche: al contrario di quanto sostenuto da "L'Osservatore Romano" e da alcuni sacerdoti che avevano incontrato, secondo loro non c'era contrasto fra lo sport femminile e la loro fede religiosa, anzi, come dimostrato ad esempio dal fatto che, facendo sport, si sentivano più a loro agio nel mostrare pubblicamente la loro identità cattolica.
A Venezia, nel 1572, venne pubblicata una "Oratione funebre" per i patrizi veneziani morti durante la Battaglia di Lepanto. Il suo autore, Paolo Paruta (1540-1598), era in quel momento pressoché sconosciuto; tale testo continua a rivelare... more
A Venezia, nel 1572, venne pubblicata una "Oratione funebre" per i patrizi veneziani morti durante la Battaglia di Lepanto. Il suo autore, Paolo Paruta (1540-1598), era in quel momento pressoché sconosciuto; tale testo continua a rivelare tratti misteriosi, per almeno due motivi: 1) la sua storia editoriale; 2) il suo status diamesico.
1) Nel 1584 l’opera venne ripubblicata da Altobello Salicato, probabilmente senza il consenso dell’autore.
2) Molto probabilmente l’orazione non venne mai pronunciata (come invece hanno pensato quasi tutti i critici, fino a questo momento): come già ipotizzato da Marazzini nel 1998, una grande molte di prove storiche e retoriche fanno credere che al contrario l’"Oratione Funebre" parutiana un testo intrinsecamente scritto, e non orale. Tale la conclusione di un’approfondita analisi delle fonti storiche riguardanti i festeggiamenti a Venezia in occasione della vittoria di Lepanto (1571).
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In 1572, an "Oratione funebre" for the Venetian noblemen fallen in the Battle of Lepanto (1571) was published in Venice. At that time its author, Paolo Paruta (1540-1598), was an unknown writer, and this text is still problematic, for almost two reasons: 1) its editorial history; 2) its diamesic status.
1) In 1584 a second edition of "Oratione Funebre" was published by Altobello Salicato, probably without Paruta’s consent.
2) Up to now, the most part of scholars believed that the oration was delivered, yet most likely it wasn’t: as assumed by Marazzini 1998, a lot of historical and rhetorical evidences proof that Paruta’s "Oratione Funebre" is just a written text, not an oral one. This is the final result of a thorough examination of the historical sources about the Venetian celebration for the victory of Lepanto (1571).
A metà degli anni Sessanta del XVI secolo, Paolo Paruta (1540-1598), futuro Ambasciatore a Roma (1592-1595) per la Repubblica di Venezia e autore dei tre libri "Della Perfettione della Vita Politica" (Venezia, 1579) scrisse alcune poesie:... more
A metà degli anni Sessanta del XVI secolo, Paolo Paruta (1540-1598), futuro Ambasciatore a Roma (1592-1595) per la Repubblica di Venezia e autore dei tre libri "Della Perfettione della Vita Politica" (Venezia, 1579) scrisse alcune poesie: la canzone "Donna, che fosti tra le donne un Sole", e tre sonetti. La prima fu successivamente pubblicata nelle "Rime di diversi nobilissimi et eccellentissimi autori, in morte della Signora Irene delle Signore di Spilimbergo" (Venezia, 1561) di Dionigi Atanagi; gli altri vennero inseriti nella antologia curata da Diomede Borghesi per Cinzia Bracciaduro Garzadori (pubblicata poi a Padova nel 1567, senza i sonetti parutiani).
Scrivendo queste poesie giovanili e facendole poi circolare all'interno dei circoli letterari cittadini (come ad esempio quello di Domenico Venier), Paruta era alla ricerca non solo di un'approvazione artistica, ma pure di una visibilità sociale: la canzone e i sonetti erano cioè parte di una più ampia strategia di ascesa sociale all'interno della classe dirigente patrizia veneziana.
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During the mid-1560s, Paolo Paruta (1540-1598), future Ambassador of the Republic of Venice in Rome (1591-1595) and author of the three books of Perfettione della Vita Politica (Venice, 1579) wrote some poems: the canzone Donna, che fosti tra le donne un Sole, and three somnets. The for-mer was then published in Dionigi Atanagi’s Rime di diversi nobilissimi et eccellentissimi autori, in morte della Signora Irene delle Signore di Spilimbergo (Venice, 1561), the latters were insert in Diomede Borghesi’s anthology for Cinzia Braccioduro Garzadori (then published in Padua, 1567, without Paruta’s somnets).
Writing those juvenile poems and making them circulate among the Venetian literary circles (such as Domenico Venier’s), Paruta was looking not only for artistic approval, but also for social visibil-ity: the canzone and the somnets were part of his wider strategy for social climbing inside Venetian patrician ruling class.
L’articolo affronta per la prima volta la rappresentazione di un curioso episodio della storia sportiva del nostro Paese, ossia il primo esperimento di calcio femminile italiano, avvenuto fra la primavera e l’autunno del 1933. Alcune... more
L’articolo affronta per la prima volta la rappresentazione di un curioso episodio della storia sportiva del nostro Paese, ossia il primo esperimento di calcio femminile italiano, avvenuto fra la primavera e l’autunno del 1933. Alcune tifose decisero infatti di organizzarsi in un sodalizio chiamato Gruppo Femminile Calcistico, ricevendo anche un temporaneo permesso da parte delle autorità sportive fasciste, a patto che le loro partire mantenessero sempre un carattere privato e non pubblico. Il successo del sodalizio, però, portò le calciatrici milanesi all’organizzazione di veri e propri incontri pubblici, che decretarono la prevedibile fine dell’esperimento.
Il lavoro, prendendo in analisi tutti gli articoli, vignette e fotografie pubblicate nel corso dell’anno dal giornale milanese Il Calcio Illustrato, prova a indagare la retorica adottata dalle calciatrici per presentare la propria attività non solo come accettabile ma addirittura come ideale agli occhi di un pubblico fascista (per questo motivo verranno interrogate, con gli strumenti della Storia della Lingua Italiana, alcune espressioni-chiave). Si analizza infine il dialogo instaurato fra queste calciatrici e un giornalista della redazione nel corso di una inchiesta sul campo.
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This essay is the first attempt to study an unique case in the History of Italian Sports: the first experimental women football team (Spring-Fall 1933). Some football fans set up a team called “Gruppo Femminile Calcistico” (GFC), and they obtained a temporary permission from the Fascist sport authorities, as long as GFC shouldn’t play public matches. Yet the team was so successful that the GFC started to play public matches: that’s how their adventure ended.
The essay analyses all the articles, comic strips and photos published during that year (1933) by Il Calcio Illustrato, a Milanese sport magazine. The main aim is to investigate the GFC’s rhetoric, focusing on keywords and linguistic expressions: the women tried to introduce their activity as an admissible, and even ideal activity for the Fascist audience. At the end of the essay there’s an analysis of the dialogue between the women and a male reporter of Il Calcio Illustrato, who wrote a reportage about GFC.
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For an English sum of this research, see also: https://goo.gl/N1bVwN
L’articolo indaga le modalità verbali e iconografiche usate dai giornali sportivi dell’epoca per raccontare la vicenda del Gruppo Femminile Calcistico (GFC), un gruppo di coraggiose ragazze che nella Milano fascista del 1933 tentò di... more
L’articolo indaga le modalità verbali e iconografiche usate dai giornali sportivi dell’epoca per raccontare la vicenda del Gruppo Femminile Calcistico (GFC), un gruppo di coraggiose ragazze che nella Milano fascista del 1933 tentò di organizzare la prima società calcistica femminile in Italia.
Dopo una prima parte dedicata al mondo delle “tifose” (supporters ancora passive del calcio maschile dell’epoca) [2], l’articolo presenta l’analisi di una serie di lettere ai giornali sportive dell’epoca, grazie alle quali la portavoce del GFC ebbe modo di difendere le ragioni del il neonato gruppo [3], grazie anche al supporto di un apposito testo programmatico (il “programma”) [4]. Vengono poi analizzati due diversi approcci da parte degli inviati (maschili) di due giornali sportivi dell’epoca (La Gazzetta dello Sport e Il Calcio Illustrato) [5], soffermandosi poi sulle interessantissime interviste alle calciatrici proposte dal secondo [6]. Si passa quindi all’analisi intertestuale dell’articolo autobiografico di una cestista milanese (sfruttata probabilmente dal regime in chiave anti-GFC) [7], per poi concludere con un piccolo studio sulla rappresentazione visiva (fotografie, vignette e relative didascalie) della donna sportiva in Italia in quell’epoca [8].
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The essay analyses the verbal and iconographical tools used by sport magazines to tell their audience about GFC (Gruppo Femminile Calcistico, ‘Women Football Club’), a group of brave girls who tried to organize, in 1933 Fascist-Milan, the first female football club in Italy.
After a first part about the social phenomenon of tifose (‘female supporters’ of contemporary male football, not yet active players) [2], the essay analyses some letters written to sport magazines by the mouthpiece of GFC: she wrote them in order to stand up for the new-born group [3], quoting  GFC’s manifesto, called programma [4]. Then the analysis of the different ways sport journalists of La Gazzetta dello Sport and of Il Calcio Illustrato used to write about GFC’s matches [5] comes; the second journalist conducted some interesting Il Calcio Illustrato interviews with the female players [6]. Intertextuality would be very useful to understand a contemporary autobiographical article by a female basketball player: she was most likely exploited by the Fascist regime against GFC [7]. The last part of the essays is about the iconographical representation (photos and captions, cartoon and captions) of the sport woman in 1930s’ Italy [8]. 
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For an English sum of this research, see also: https://goo.gl/N1bVwN
Intervento che riassume gli studi dell'autore (incominciati con la tesi di dottorato, "Paolo Paruta_ Il lessico della politica", consultabile su academia, e continuati successivamente con vari articoli) sul lessico politico parutiano,... more
Intervento che riassume gli studi dell'autore (incominciati con la tesi di dottorato, "Paolo Paruta_ Il lessico della politica", consultabile su academia, e continuati successivamente con vari articoli) sul lessico politico parutiano, dalle sue radici veneziane fino all'incontro con Fiorentini (Machiavelli e Guicciardini), prendendo in questo caso come parola-chiave di paragone il sostantivo "stato".
Paolo Paruta's entry for Encyclopedia of Renaissance Philosophy. Paolo Paruta (Venice 1550–1598) was the mouthpiece of the Venetian political system in the Age of Lepanto (end of the sixteenth century). Born in Venice of a family from the... more
Paolo Paruta's entry for Encyclopedia of Renaissance Philosophy.
Paolo Paruta (Venice 1550–1598) was the mouthpiece of the Venetian political system in the Age of Lepanto (end of the sixteenth century). Born in Venice of a family from the low nobility, he studied at the University of Padua, the main center of Italian Aristotelianism. In his first book, the dialogue Della perfettione della vita politica (first edition: 1579), Paruta uses the Aristotelian structure of the Nicomachean Ethics to set up a dialogue among Venetian laymen and churchmen at the Council of Trent (1563), in order to revamp the choice for the active life in the service of the Venetian State, seen as the historical embodiment of the ideal republic. In the posthumous Discorsi politici (1599), Paruta left behind this idealistic and traditional vision of politics, in order to dialogue with the Florentine sixteenth-century tradition (Machiavelli and, above all, Guicciardini): the Myth of Venice is not dismissed, but it needs to come to terms with the power of history. In these 25 texts, Paruta tries to defend his beloved Republic (he was the historiographer of state), justifying it in all her political and military choices (i.e., neutrality), because of her quality of adaptation to historical conditions – prudenza is the most important political virtue, for this author. In his Soliloquio (1599) Paruta shows all the anguish suffered from his choice of the vita activa: in this sort of counter-text of Della perfettione della vita politica, the Venetian author reconsiders critically the choice that he himself has taken.
In 1597 Minuccio Minucci (Archbishop of Zara) wrote a letter to the former Venetian Ambassador at the Papal Court, Paolo Paruta, describing his own project for a trade route from the Duchy of Bavaria to Venice, in order to carry to the... more
In 1597 Minuccio Minucci (Archbishop of Zara) wrote a letter to the former Venetian Ambassador at the Papal Court, Paolo Paruta, describing his own project for a trade route from the Duchy of Bavaria to Venice, in order to carry to the Most Serene Republic all the grain the Venetians needed. Before examining in details the text of the letter, the author sums up the historical and economic context of the late XVI century grain trade in Venice. After that, he tries to show how the letter written by Minucci is in tune with the political and economical vision of Paolo Paruta (i.e. his interpretation of prudenza as the pragmatic virtue typical of the republican government of Venice).

Nel 1597 Minuccio Minucci, allora Arcivescovo di Zara, scrisse una lettera all’ex Ambasciatore presso la Corte Papale, Paolo Paruta, in cui descriveva il proprio progetto: una tratta commerciale che dal Ducato di Baviera conducesse a Venezia tutto il grano di cui i Veneziani avevano bisogno. Prima di analizzare nel dettaglio il testo della missiva, l’autore riassume il contesto storico-economico dell’approvvigionamento granario nella Venezia del tardo Cinquecento. Dopo l’analisi, egli tenta di mostrare come la lettera minucciana potesse essere in sintonia con il pensiero politico ed economico di Paolo Paruta (per esempio nell’interpretazione della prudenza come virtù pragmatica,tipica del governo repubblicano di Venezia).
In the 15th of his Discorsi Politici (Venice, 1599), Paolo Paruta wrote about Athenian Ostracism, wondering whether it was a righteous procedure, and whether it could solve the problem of Republican equality. Outwardly, it seems to be a... more
In the 15th of his Discorsi Politici (Venice, 1599), Paolo Paruta wrote about Athenian Ostracism, wondering whether it was a righteous procedure, and whether it could solve the problem of Republican equality. Outwardly, it seems to be a Discorso about a distant historical topic, written by some man of culture such the official historiographer of Venetian Republic was.
Nevertheless, the former Venetian Ambassador to the Papal Court (1592-1595) used the ancient Ostracism to investigate some subjects of burning topicality. Was political exile a good thing? Was it capable of reaching the equality needed by a good aristocratic Republic (such his Venice aimed to be), in order to avoid oligarchy? Was it possible to rule the balancing power of Ostracism, most of the time used by populist leaders against nobility? Which was the right role of outstanding citizens? Were they doomed to be tyrants or scapegoats? Walking back among the ruins of ancient Athens, Paruta depicted the never-ending struggle between the interests of individuals and the common good.
In this diatribe Paruta was not alone. Returning to a subject discussed by Aristotle, the mouthpiece of Late Renaissance Venice, clear enemy of Machiavelli, used not only a lot of Machiavellian categories, but even the keywords of the author of Il Principe. Furthermore, the diatribe went on after Paruta’s death (1598): in his Della Ragion di Stato Libri Sette (Milan, 1627), Lodovico Settala answered to Paruta’s Discorso about Ostracism. Even in seventeenth century Milan under the Spanish rule, writing about this ancient Athenian procedure was not just talking about the past.
About Commedia, Paradiso, XXIII-XXVII (Heaven of the Fixed Stars).
This research delves into the origin and the meaning of many geo-food names (food denominations with geographical marks) [1.0]. In fact, most of their marks indicate a geographical origin, but what do we mean by 'origin' [1.3]? Then,... more
This research delves into the origin and the meaning of many geo-food names (food denominations with geographical marks) [1.0]. In fact, most of their marks indicate a geographical origin, but what do we mean by 'origin' [1.3]? Then, geo-food names may not be recognized, because of their arbitrariness [2.1], a formal or semantic darkening [2.2 and 2.3] or other ambiguities. But there are many geo-food names which were not generated because of a geographical value, but because of ingredient transfer [3.1], ideological reference [3.2 and 3.3], visual analogy [3.4], or error [3.5]. This field of gastronomic lexis is going to show us again the power of language in building its fictional reality in front of our eyes; in fact, geo-food names are part of a geographical semantic system that, even if typical of each language researched (Portuguese, Spanish, Catalan, French, Italian, Romanian, English and German), seems to be more or less shared across most of European cookery.
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S., che mostra come ancora nel 1966 in Italia fosse difficile, sia nella pratica che nella mentalità, coniugare l'attività sportiva femminile e la maternità, con evidente ritardo rispetto ai paesi... more
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S., che mostra come ancora nel 1966 in Italia fosse difficile, sia nella pratica che nella mentalità, coniugare l'attività sportiva femminile e la maternità, con evidente ritardo rispetto ai paesi dell'Europa Settentrionale.
Recensione di "Una vita in fuorigioco" di Katia Serra per Vita Sportiva. Il pezzo si propone anche come spoglio utile per la storia dello sport, e del calcio femminile italiano in particolare. I tre temi su cui ci si sofferma di più sono:... more
Recensione di "Una vita in fuorigioco" di Katia Serra per Vita Sportiva. Il pezzo si propone anche come spoglio utile per la storia dello sport, e del calcio femminile italiano in particolare. I tre temi su cui ci si sofferma di più sono: gli allenamenti; gli infortuni; gli abusi sessuali. La versione caricata su Academia è dotata anche - in nota - dei rimandi bibliografici precisi, assenti nella versione on-line.
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. su un curioso episodio occorso a Milano, e da datare a fine anni Venti, avente come protagonista l'alpinista Ninì Pietrasanta (1909-2000), la quale a quanto pare provò a fare sci nautico nel Naviglio,... more
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. su un curioso episodio occorso a Milano, e da datare a fine anni Venti, avente come protagonista l'alpinista Ninì Pietrasanta (1909-2000), la quale a quanto pare provò a fare sci nautico nel Naviglio, con l'aiuto degli amici Vitale Bramani (1900-1970) e Leopoldo Gasparotto (1902-1944).
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. su come nel 1968, mentre infuriava la contestazione giovanile, il presidente del CONI Giulio Onesti provava a proporre lo sport come antidoto positivo contro la corruzione moderna, simboleggiata... more
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. su come nel 1968, mentre infuriava la contestazione giovanile, il presidente del CONI Giulio Onesti provava a proporre lo sport come antidoto positivo contro la corruzione moderna, simboleggiata secondo lui dai "cantanti da strapazzo". L'imminente nascita dei Giochi della Gioventù è simbolo di un paternalismo in cui si possono intravvedere antichi modelli dirigisti tipici del Ventennio fascista.
Articolo per Vita Sportiva che raccoglie un po' di informazioni sparse sia sulla politicizzazione degli sportivi triestini nell'immediato Secondo Dopoguerra, sia un profilo particolare del cestista Cesare Rubini. Questa versione, a... more
Articolo per Vita Sportiva che raccoglie un po' di informazioni sparse sia sulla politicizzazione degli sportivi triestini nell'immediato Secondo Dopoguerra, sia un profilo particolare del cestista Cesare Rubini. Questa versione, a differenza di quella on-line, contiene in nota i riferimenti bibliografici.
Articolo divulgativo per Vita Sportiva a partire da una citazione delle memorie di Massimo Caprara, in cui il dirigente del PCI e storico segretario di Togliatti ricorda un dialogo avuto nel 1964 a Roma con Ernesto "Che" Guevara: al... more
Articolo divulgativo per Vita Sportiva a partire da una citazione delle memorie di Massimo Caprara, in cui il dirigente del PCI e storico segretario di Togliatti ricorda un dialogo avuto nel 1964 a Roma con Ernesto "Che" Guevara: al centro del ricordo, la diversa considerazione sociale degli scacchi e del baseball a Cuba e in Italia.
Recensione divulgativa per Vita Sportiva del romanzo sportivo "Area piccola" di Giorgia Bernardini, contenente qualche riflessione sul basket femminile italiano all'inizio del Terzo millennio: la fine definitiva del paradigma della... more
Recensione divulgativa per Vita Sportiva del romanzo sportivo "Area piccola" di Giorgia Bernardini, contenente qualche riflessione sul basket femminile italiano all'inizio del Terzo millennio: la fine definitiva del paradigma della "grazia"; la pratica dell'allenamento, incentrato sul lavoro muscolare in palestra; l'importanza, per le giovani protagoniste del romanzo, di avere una madre cestista (le dinastie femminili di cestiste, fenomeno italiano?); la descrizione delle partite di allenamento miste maschi-femmine; la tentazione dello sport totalizzante.
Articolo divulgativo di La-CRO.S.S. sulla partita di calcio femminile fra Genova/Liguria e Torino/Piemonte, disputata domenica 13 luglio 1947 all'Arena Civica di Milano
Articolo divulgativo per Vita Sportiva sull'uscita di scena, ai Mondiali femminili di Australia e Nuova Zelanda 23, delle calciatrici statunitensi Megan Rapinoe e Alex Morgan. Contiene estratti (aggiornati) dal libro "Capitane coraggiose"... more
Articolo divulgativo per Vita Sportiva sull'uscita di scena, ai Mondiali femminili di Australia e Nuova Zelanda 23, delle calciatrici statunitensi Megan Rapinoe e Alex Morgan. Contiene estratti (aggiornati) dal libro "Capitane coraggiose" (2023).
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. contentente qualche fonte di difficile reperibilità su un tema finora assai poco studiato, negli studi sulla storia dello sport femminile dell'immediato Secondo Dopoguerra, ossia come il rischio della... more
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. contentente qualche fonte di difficile reperibilità su un tema finora assai poco studiato, negli studi sulla storia dello sport femminile dell'immediato Secondo Dopoguerra, ossia come il rischio della promiscuità con gli sportivi maschi fosse agitato da molti per ostacolare la pratica sportiva femminile in Italia.
Articolo per Gli Eroi del Calcio, estratto rimaneggiato ed aggiornato di "Capitane Coraggiose": versione con links (assenti nella versione web)
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. che spiega come il coro che accompagna l'huddle iniziale della Nazionale di calcio femminile degli Stati Uniti abbia un'origine italiana, ossia il tifo italiano che sostenne le calciatrici americane a... more
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. che spiega come il coro che accompagna l'huddle iniziale della Nazionale di calcio femminile degli Stati Uniti abbia un'origine italiana, ossia il tifo italiano che sostenne le calciatrici americane a Jesolo, durante il Mundialito del 1985: da qui la distorsione linguistica dello stesso.
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S su un paio di passaggi di «Brasile» nei quali Stefan Zweig critica lo sport contemporaneo di massa.
Articolo divulgativo per La.CRO.S.S. che, partendo da alcune statistiche pubblicate nel 1965 in un volume sull'atletica leggera, dimostra come nell'immediato Secondo Dopoguerra l'offerta sportiva al femminile in Basilicata conobbe un... more
Articolo divulgativo per La.CRO.S.S. che, partendo da alcune statistiche pubblicate nel 1965 in un volume sull'atletica leggera, dimostra come nell'immediato Secondo Dopoguerra l'offerta sportiva al femminile in Basilicata conobbe un drammatico restringimento.
Seconda parte dell'analisi dei passi (post-1947) dell'autobiografia di Lea Pericoli "Maldafrica" più pregnanti per la storia dello sport: l'educazione ricevuta presso il collegio cattolico Loreto Convent di Nairobi; l'arrivo in Italia, e... more
Seconda parte dell'analisi dei passi (post-1947) dell'autobiografia di Lea Pericoli "Maldafrica" più pregnanti per la storia dello sport: l'educazione ricevuta presso il collegio cattolico Loreto Convent di Nairobi; l'arrivo in Italia, e l'inizio della carriera come tennista.
Prima parte dell'analisi dei passi (post-1947) dell'autobiografia di Lea Pericoli "Maldafrica" più pregnanti per la storia dello sport: la nascita a Milano (1935); l'infanzia passata con la famiglia in Etiopia, per la maggior parte ad... more
Prima parte dell'analisi dei passi (post-1947) dell'autobiografia di Lea Pericoli "Maldafrica" più pregnanti per la storia dello sport: la nascita a Milano (1935); l'infanzia passata con la famiglia in Etiopia, per la maggior parte ad Addis Abeba; l'incontro col tennis.
Recensione divulgativa per Libri di Sport della biografia per ragazzi di Ondina Valla.
Research Interests:
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. su come la pallacanestro femminile rinacque a Sorrento (NA) nel 1949, quando il vecchio coach d'epoca fascista richiamò alcune veterane del Ventennio, mischiandole con le nuove leve.
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. che rilegge criticamente un'intervista del 1958 di Antonio Ghirelli alla mezzofondista napoletana Gilda Jannaccone: uan testimonianza utile per capire lo stato (penoso) dello sport femminile nel... more
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. che rilegge criticamente un'intervista del 1958 di Antonio Ghirelli alla mezzofondista napoletana Gilda Jannaccone: uan testimonianza utile per capire lo stato (penoso) dello sport femminile nel Mezzogiorno a fine anni Cinquanta.
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S su come Gianni Brera, allora inviato a Londra per "La Gazzetta dello Sport", descrisse imprese e fallimenti della rappresentanza italiana di atletica leggera
Articolo divulgativo su come Gianni Brera raccontò, per i lettori della Gazzetta dello Sport, le gesta delle atlete azzurre impegnate nelle gare delle Olimpiadi di Roma 1960.
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. su come, nei primi anni Cinquanta, la pallacanestro fosse ormai, dopo la diffusione nell'era fascista, percepita socialmente come una disciplina per brave ragazze, tanto da essere praticata negli... more
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. su come, nei primi anni Cinquanta, la pallacanestro fosse ormai, dopo la diffusione nell'era fascista, percepita socialmente come una disciplina per brave ragazze, tanto da essere praticata negli istituti religiosi, solitamente impermeabili allo sport.
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. su come Gianni Brera, allora inviato della Gazzetta dello Sport, descrisse le gesta sportive dell'italiana Amelia Piccinini e delle sovietiche agli Europei di atletica leggera di Oslo 1946.
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. contenente l'analisi di tutti i passaggi interessanti per la storia dello sport dellle memorie della deportata comasca Ines Figini (1922-2020), ossia "Tanto tu torni sempre" a cura di Giovanna Caldara... more
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. contenente l'analisi di tutti i passaggi interessanti per la storia dello sport dellle memorie della deportata comasca Ines Figini (1922-2020), ossia "Tanto tu torni sempre" a cura di  Giovanna Caldara e Mauro Colombo (Zolfo Editore, Milano, 2021). La prima puntata è incentrata sulla passione per la montagna, e sulla partecipazione alla squadra dopolavoristica di pallavolo femminile della Tintoria Comense. Per la seconda puntata: https://bit.ly/3OgZR7F
La capitana che disse "Non è giusto!" Spigolature sportive dalle memorie di Ines Figini (II) Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. contenente l'analisi di tutti i passaggi interessanti per la storia dello sport dellle memorie della... more
La capitana che disse "Non è giusto!" Spigolature sportive dalle memorie di Ines Figini (II)

Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. contenente l'analisi di tutti i passaggi interessanti per la storia dello sport dellle memorie della deportata comasca Ines Figini (1922-2020), ossia "Tanto tu torni sempre" a cura di  Giovanna Caldara e Mauro Colombo (Zolfo Editore, Milano, 2021). La seconda puntata è incentrata sulle vicende della Seconda Guerra Mondiale. Per la prima puntata: https://bit.ly/3RGyC9c
Selezione di domande e risposte dall'intervista a Natalina Ceraso Levati, per Gli Eroi del Calcio. Per l'intervista integrale: https://www.academia.edu/82241869/Intervista_a_Natalina_Ceraso_Levati_23_06_2022_
Recensione divulgativa per Libri di Sport del volume "Le protagoniste. L'emancipazione femminile attraverso lo sport"
Recensione divulgativa di "Ragazze dell'Europa", il libro di Gaia Brunelli e di Monica D'Ascenzo dedicato alla Nazionale di calcio femminile impegnata agli Europei d'Inghilterra 2022
Intervista a Natalina Ceraso Levati, svolta a Monza il 23 giugno 2022, circa la storia del calcio femminile, della società Fiammamonza, del padre Reno Ceraso e del marito Fabrizio Levati, della presidenza della Divisione Femminile della... more
Intervista a Natalina Ceraso Levati, svolta a Monza il 23 giugno 2022, circa la storia del calcio femminile, della società Fiammamonza, del padre Reno Ceraso e del marito Fabrizio Levati, della presidenza della Divisione Femminile della LND.
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. su una lettera di protesta pubblicata da un giornale nel 1974, firmata dalla campionessa europea del 1938 Bruna Bertolini, che contestava la critica sminuente alle azzurre del 1938.
Rassegna di fonti e materiali utili per la storiografia degli sport femminili in Italia. Contiene: I. La cestista Giuliana Bertea I.1. Giocatrici compagne di squadra di Giuliana Bertea (SS Parioli Roma - SS Bruno Mussolini Roma - Indomita... more
Rassegna di fonti e materiali utili per la storiografia degli sport femminili in Italia. Contiene:
I. La cestista Giuliana Bertea
I.1. Giocatrici compagne di squadra di Giuliana Bertea (SS Parioli Roma - SS Bruno Mussolini Roma - Indomita Roma)
I.2. Numeri di maglia delle cestiste dell’Indomita Roma (1949/1950)
Research Interests:
Recensione divulgativa per Libri di Sport del volume di Giorgia Bernardini dedicato all'uso dell'hijab in ambito sportivo, e al rapporto fra sport e Islam.
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. dedicato allo spoglio di alcuni articoli giornalistici di Delio Tessa, che analizza come il vecchio poeta dialettale milanese disprezzasse lo sport moderno, considerato una diavoleria anti-umanistica,... more
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. dedicato allo spoglio di alcuni articoli giornalistici di Delio Tessa, che analizza come il vecchio poeta dialettale milanese disprezzasse lo sport moderno, considerato una diavoleria anti-umanistica, e in particolar modo la sovraesposizione dello sport femminile (c'è un riferimento alla vittoria olimpica di Ondina Valla a Berlino 1936) voluta dal regime fascista.
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. contenente lo spoglio delle informazioni d'interesse sportivo presenti in "Chiare memorie" (Napoli, Lettere Italiane, 1999), autobiografia della toscana Ilva Domenici Baracchi (n. 1917). In questa... more
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. contenente lo spoglio delle informazioni d'interesse sportivo presenti in "Chiare memorie" (Napoli, Lettere Italiane, 1999), autobiografia della toscana Ilva Domenici Baracchi (n. 1917).
In questa terza ed ultima parte (1938-1942) si parla dell'entrata di Ilva nella prestigiosa Accademia di Educazione Fisica di Orvieto, del suo rapporto con Elisa Lombardi e del rocambolesco tirocinio del 1940 a Coriza (Albania) come insegnante di educazione fisica.
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Prima parte: https://bit.ly/3wdB6mO
Seconda parte: https://bit.ly/3Pjq2w2
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. contenente lo spoglio delle informazioni d'interesse sportivo presenti in "Chiare memorie" (Napoli, Lettere Italiane, 1999), autobiografia della toscana Ilva Domenici Baracchi (n. 1917). In questa... more
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. contenente lo spoglio delle informazioni d'interesse sportivo presenti in "Chiare memorie" (Napoli, Lettere Italiane, 1999), autobiografia della toscana Ilva Domenici Baracchi (n. 1917).
In questa seconda parte si parla della scherma, con qualche riferimento al canottaggio e alla sua partecipazione al cortometraggio "Cronaca" di Angelo Gianni (1937).
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Prima parte: https://bit.ly/3wdB6mO
Teerza parte: https://bit.ly/3FPeQ5O
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. contenente lo spoglio delle informazioni d'interesse sportivo presenti in "Chiare memorie" (Napoli, Lettere Italiane, 1999), autobiografia della toscana Ilva Domenici Baracchi (n. 1917). Nella prima... more
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. contenente lo spoglio delle informazioni d'interesse sportivo presenti in "Chiare memorie" (Napoli, Lettere Italiane, 1999), autobiografia della toscana Ilva Domenici Baracchi (n. 1917). Nella prima parte si parla dell'infanzia a Camaiore e dell'istruzione scolastica a Viareggio, città in cui inizia a pratica ginnastica e pallacanestro (Unione Sportiva Vezio Parducci, poi il GUF di Pisa, col quale partecipa ai Littoriali dello Sport di Torino 1933).
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Seconda parte: https://bit.ly/3Pjq2w2
Teerza parte: https://bit.ly/3FPeQ5O
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. sulla pratica, diffusasi in questi ultimi anni fra le sportive italiane, di dipingersi di azzurro o di verde-bianco-rosso le unghie durante le manifestazioni sportive. Per una gallery visuale:... more
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. sulla pratica, diffusasi in questi ultimi anni fra le sportive italiane, di dipingersi di azzurro o di verde-bianco-rosso le unghie durante le manifestazioni sportive.
Per una gallery visuale: https://twitter.com/calciatrici1933/status/1504889758987784202
Recensione divulgativa per il sito Libri di Sport del volume di Jo Araf "La Coppa Dimenticata", dedicato alla storia della Coppa dell’Europa Centrale (Mitropa Cup) fra il 1927 e il 1940
Recensione divulgativa per il sito Libri di Sport del volume di Sergio Giuntini "Liberarsi correndo", dedicato alla biografia dell'atleta Paola Pigni
Recensione divulgativa per LibriDiSport.com del romanzo di Marco Ballestracci dedicato ai Vigili del Fuoco, vincitori del campionato di guerra Alta Italia 1943/1944.
Articolo divulgativo contenente l'analisi dei passaggi di "Frammenti di vita fiumana" (Udine, Dal Bianco, 1994) di padre Sergio Katunarich SJ (1923-2015) dedicati allo sport a Fiume/Rijeka durante il Ventennio, in particolar modo... more
Articolo divulgativo contenente l'analisi dei passaggi di "Frammenti di vita fiumana" (Udine, Dal Bianco, 1994) di padre Sergio Katunarich SJ (1923-2015) dedicati allo sport a Fiume/Rijeka durante il Ventennio, in particolar modo l'atletica leggera e la sua partecipazione ai Ludi Juveniles di Firenze 1940 (lancio del disco).
Articolo divulgativo su un passaggio di "Suite Francese" di Irène Némirovsky, nel quale la scrittrice mette in scena, nella Francia del 1940, i dubbi di due suore rispetto all'uso della bicicletta: una piccola ma interessante... more
Articolo divulgativo su un passaggio di "Suite Francese" di Irène Némirovsky, nel quale la scrittrice mette in scena, nella Francia del 1940, i dubbi di due suore rispetto all'uso della bicicletta: una piccola ma interessante testimonianza storica delle problematiche che le donne europee dell'epoca dovevano vivere rispetto all'uso di questo mezzo di locomozione.

Ripubblicato in «Il Mondo. Periodico di cultura, politica e tempo libero», III, 1 (gennaio-febbraio 2022), p.51.
Recensione divulgativa de "L'ossessione della memoria. Bartali e il salvataggio degli ebrei: una storia inventata", di Marco e Stefano Pivato (Castelvecchi, 2021), per il sito Libri di Sport
Recensione divulgativa del libro autobiografico di Silvia Biasi (con Antonella Stelitano), "Volevo solo giocare a pallavolo", sul sitting volley in Italia, pubblicato dal sito Libri di sport.
Recensione divulgativa del volume "Cinque cerchi di separazione" di Federico Greco per il sito Libri di Sport.
Discorso pronunciato a Milano il 12 giugno 2021, in occasione dell'inaugurazione della via Calciatrici del '33, dedicata alle calciatrici del Gruppo Femminile Calcistico, pioniere del calcio femminile in Italia (vd.... more
Discorso pronunciato a Milano il 12 giugno 2021, in occasione dell'inaugurazione della via Calciatrici del '33, dedicata alle calciatrici del Gruppo Femminile Calcistico, pioniere del calcio femminile in Italia (vd. https://sorelleboccalini.wordpress.com/extra_gfc_la-toponomastica-sportiva-femminile-in-italia/?frame-nonce=270366276f ).
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. su un passaggio del discorso pronunciato da Benito Mussolini il 24 giugno 1943 davanti al Direttorio del PNF, nel quale il Duce critica le "signore sfollate di Rapallo" che avevano "organizzato una... more
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. su un passaggio del discorso pronunciato da Benito Mussolini il 24 giugno 1943 davanti al Direttorio del PNF, nel quale il Duce critica le "signore sfollate di Rapallo" che avevano  "organizzato una partita di "golf" con ben ventidue buche", le quali a suo parere avrebbero meritato "di essere mandate, e saranno mandate, a lavorare nelle fabbriche o nei campi".

And 70 more

La storiografia dello sport femminile in Italia ha spesso, per comodità di indagine, isolato il Ventennio fascista come oggetto autonomo di studio, al massimo collegandolo al precedente periodo dell’Italia liberale, in cui la pratica... more
La storiografia dello sport femminile in Italia ha spesso, per comodità di indagine, isolato il Ventennio fascista come oggetto autonomo di studio, al massimo collegandolo al precedente periodo dell’Italia liberale, in cui la pratica sportiva al femminile nel nostro paese quasi assente, e di fatto riservata ad un numero veramente esiguo di italiane. Fra il 1922 e il 1943, al contrario, la sportivizzazione di massa di bambine e di ragazze, pensata non certo per un’emancipazione di genere bensì per i noti obiettivi demografici del regime mussoliniano, spalancò di fatto le porte degli stadi, delle piscine e dei campi da basket a moltissime giovani, che trovarono in Ondina Valla un modello da emulare: lasciando che il loro corpo di future madri venisse forgiato dalla pratica sportiva, esse di fatto forgiarono anche il loro carattere, spesso con esiti del tutto fuorvianti rispetto ai desideri del regime, come dimostrato dalle sportive che aderirono alla Resistenza.
L’intervento, incentrandosi sulle interviste rilasciate durante la carriera e sulla successiva memorialistica, proverà a recuperare la voce delle sportive, nel tentativo di ascoltare dalle dirette interessate (più che dalle centinaia di pubblicisti uomini che in quegli anni si accapigliavano sulla stampa circa la liceità o meno della pratica sportiva per le donne d’Italia) in che cosa consistesse la libertà che andarono guadagnandosi col sudore degli allenamenti e la fatica delle gare. Saranno indagate in particolare alcune esperienze ricorrenti in quegli anni, in primis quella della trasferta, vissuta da moltissime come esperienza preziosissima di libertà, di uscita assieme alle compagne di squadra o di società sportiva dal ristretto nido familiare.
Nella seconda parte si proverà ad indagare la continuità di alcuni fenomeni già individuati come tipici dell’epoca fascista anche ben dopo il 1945, partendo dalla numerosa congerie di pregiudizi come quello contro le ragazze desiderose di giocare a calcio, e analizzando anche alcune decisioni dei dirigenti federali e di società che mostrano come il patriarcato profondo della società italiana abbia tentato di impedire e/o di ostacolare le sportive anche in età repubblicana. Bisognerà aspettare i pieni anni Sessanta per iniziare a cogliere qualche timido vento di cambiamento: ma nel frattempo un’altra generazione di sportive, orfana di qualsiasi patronato politico e/o sociale, sarà stata irrimediabilmente perduta.
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Most of the time Italian Sports Historians treated the Fascist "Ventennio" (1922-1943) as if it were an independent object of study, or just linked it to the previous era when just a few Italian women had had real access to sports. Instead from 1922 to 1943 Mussolini's regime attempted to develop sports among girls and young women, not for women's empowerment but for the well-known demographic target, which was a larger and healthier population. The regime's policy gave Italian girls access to sports fields, swimming pools, and basketball courts: Olympic champion Ondina Valla was their model. Not only their body but their spirit was shaped by sport, often with unintended outcomes: some of those girls joined the anti-Fascist Resistance during World War II.
Using interviews released during their sporting career and later written memories we should try to discover the sportswomen's voice, and to listen to them, more than those Italian men who during those years wrote a lot of articles and books about the legitimacy of women's sports. We should try to understand what kind of freedom was that gained through training and competition. The research will focus on some common experiences of those years, above all travels, that were for a lot of girls a valuable experience of personal freedom (joined with their teammates) from the small family nest.
Then the research will move after 1945 when a lot of features of the Fascist sporting mentality survived, such as the opposition to women's football. Analysing some policies acted by the male managers of women's Italian sports, we will understand how the deep patriarchate of Italian society had prevented or hindered the development of women's sports even during the Republican era. During the mid-1960s a wind of change started to blow: meanwhile, a whole generation of Italian sportswomen was irremediably lost.
La storiografia ha ampiamente illustrato l’importanza che il regime fascista ebbe nello sviluppo dello sport femminile del nostro paese, fino a metà anni Venti ancora limitato ad un numero assai esiguo di ragazze dei ceti più alti e... more
La storiografia ha ampiamente illustrato l’importanza che il regime fascista ebbe nello sviluppo dello sport femminile del nostro paese, fino a metà anni Venti ancora limitato ad un numero assai esiguo di ragazze dei ceti più alti e abitanti in qualche città del Settentrione. La pratica sportiva nelle associazioni femminili di regime non è stata ancora a sufficienza studiata. Soprattutto negli ultimi anni del Ventennio infatti il regime sfruttò le Piccole Italiane, le Giovani Italiane, le Giovani Fasciste, i Gruppi Universitari Fascisti e l’Opera Nazionale Dopolavoro per attuare la sportivizzazione di massa della gioventù femminile italiana, tutt’altro che disinteressata visti i già citati fini eugenetici. Finita l’epoca delle polemiche ad es. contro il Vaticano e assestatosi anche il quadro delle discipline accettate come femminili (e quelle invece rigettate come maschili), a partire da metà anni Trenta un numero sempre più crescente di ragazze ebbe, se interessata, accesso alla pratica della ginnastica, dell’atletica, del nuoto, della pallacanestro, dello sci, del pattinaggio (sia su ghiaccio che su rotelle), della scherma. L’asticella sociale si abbassò, e così anche le figlie del ceto impiegatizio e della piccola borghesia cittadina ebbero accesso a quanto era stato fuori dalla portata delle loro madri e sorelle maggiori. All’interno dei vari gruppi della GIL, dei GUF e dell’OND le italiane trovano non solo una sponda per resistere le resistenze familiari, ma soprattutto istruttori, allenatori, accompagnatrici delle squadre e delle rappresentative. Dirompente fu inoltre l’assetto geografico di questa sportivizzazione di massa: mentre in precedenza le società sportive private che avevano aperto le porte alle ragazze si concentravano in grandi centri urbani quali Torino, Trieste, Bologna, Milano, Genova, Roma e Napoli, la stessa struttura burocratica e nazionale delle associazioni di regime iniziò a pretendere che ogni filiale locale, anche del Centro-Sud e delle Isole, mandasse delle rappresentanze di sportive ai vari raduni nazionali, ove le ragazze avevano occasione di incontrare coetanee da tutto il paese, in un momento quindi importante non solo a livello meramente agonistico, ma più ampiamente sociale. Infine si proverà a indagare anche l’aspetto numerico di tale sport associazionistico, sia per cercare di quantificare l’aumento rispetto ai primi anni Venti, sia soprattutto per cercare di capire che fine fece, dopo il 1945, questa paradossale ma al contempo reale stagione espansiva della pratica sportiva al femminile in Italia.
Abstract dell'intervento del 16 aprile 2021 presso i Cantieri della Resistenza 2021, organizzati dall'Istituto Parri di Milano. Un'anteprima video dell'intervento è visionabile all'indirizzo https://youtu.be/JWgBi9a9V-s
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Abstract dell'intervento presentato il 15 aprile 2021 all'interno del seminario SISSCO "Chi comanda nel calcio?".
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Abstract per l’intervento al Seminario di ricerca SISSCO «L’Italia e il calcio: prospettive storiografiche. Calcio, identità e territori» (Palermo, 4 dicembre 2020).
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Paper presentato il 7 febbraio 2020 a Bologna all'incontro «La storiografia del calcio», all'interno del Seminario di ricerca Sissco 2019-2020 «L’Italia e il calcio: prospettive storiografiche».
Nel 1933, a Milano, un intrepido gruppo di giovani donne auto-denominatosi “Gruppo Femminile Calcistico” (GFC) tentò di organizzare la prima società di calcio femminile in Italia. L’intervento, oltre a fornire elementi utili per una... more
Nel 1933, a Milano, un intrepido gruppo di giovani donne auto-denominatosi “Gruppo Femminile Calcistico” (GFC) tentò di organizzare la prima società di calcio femminile in Italia.
L’intervento, oltre a fornire elementi utili per una ricostruzione storiografica complessiva della vicenda, vuole concentrarsi soprattutto sulla retorica e quindi sull’ideologia delle calciatrici milanesi, tramite lo spoglio completo degli articoli che la rivista sportiva Il Calcio Illustrato dedicò all’avventura del GFC in quel 1933. Al centro della ricerca ci saranno quindi le parole: non soltanto le parole (maschili) dei giornalisti della rivista, ma soprattutto le parole delle dirette interessate, nella forma sia di manifesti e lettere inviate al giornale, sia di quelle interviste che servirono poi ad un inviato del Il Calcio Illustrato per assemblare un (preziosissimo, col senno di poi) reportage sul campo. Oltre all’aspetto verbale, grande spazio verrà dato anche a quello iconografico, tramite l’analisi delle irriverenti vignette del giornale dedicate alla GFC, nonché alle fotografie dello stesso proposte ai propri lettori. Dato il momento storico, le calciatrici si rendevano ben conto dell’assoluta fragilità del loro tentativo. Pur avendo trovato insperati appoggi in una società milanese evidentemente ancora - nonostante tutto - abbastanza open-minded per sostenere le proprie figlie e sorelle che volevano semplicemente giocare quello che nel Belpaese era il gioco maschile per eccellenza, le giovani sportive erano coscienti del loro status di rivoluzionarie. Tramite la loro semplice compagine sportiva stavano minando alle fondamenta l’immagine della donna dell’Italia fascista, la rigida settorializzazione sessuale della sua ideologia, la limitazione dell’attività sportiva femminile ad alcune “convenienti” discipline.
Proprio per questo motivo, nei vari interventi delle calciatrici è possibile individuare un’implicita quanto precisa strategia retorica: vedendosi già condannate alla sconfitta (che effettivamente arriverà nel giro di qualche mese), decisero di giocare all’attacco, presentando la loro attività non solo come innocua per il regime fascista, ma addirittura come fascistissima. In uno strabiliante black-out ideologico che passava prima di tutto attraverso la ri-semantizzazione di alcune parole chiave dell’ideologia sportiva fascista, le calciatrici, da una parte educate sin dalla giovane età all’attività sportiva (per quanto non ancora agonistica) nelle scuole del Regno, e dell’altra appassionate tifose di quel calcio maschile sul quale il regime stava puntando sempre di più le proprie fiches come strumento di propaganda popolare, chiedevano semplicemente di tirare le fila di quella educazione sportiva che lo stesso Fascismo aveva proposto loro. Se avevano giocato a tutto, perché non potevano ora dedicarsi allo sport nazionale? Perché doveva rimanere una prerogativa dei maschi, quando anche loro, data qualche precauzione legata soprattutto al contatto fisico, potevano viverlo da vere donne sportive fasciste?
Il tentativo rivoluzionario delle calciatrici milanesi verrà represso delle autorità sportive del regime nel giro di qualche mese. Ciò nonostante, il loro straordinario (e per nulla ingenuo) esperimento merita di essere studiato a fondo: provarono a cambiare dall’interno, sfruttando le stesse parole e idee della dittatura che le reprimeva, la società in cui era toccato loro di vivere.
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Sull'argomento sono ora disponibili due argomenti, ossia:

https://www.academia.edu/35514299/_Amo_moltissimo_il_giuoco_del_calcio_._Storia_e_retorica_del_primo_esperimento_di_calcio_femminile_in_Italia_Milano_1933_I_really_love_football_._History_of_the_first_experimental_female_football_team_in_Italy_Milan_1933_

https://www.academia.edu/35514573/Le_nere_sottanine_e_la_congiura_del_silenzio_Lingua_e_immagini_nelle_polemiche_giornalistiche_sul_Gruppo_Femminile_Calcistico_milanese_1933_Black_skirts_and_the_silence_plot_Language_and_pictures_in_paper_war_about_Gruppo_Femminile_Calcistico_Milan_1933_
Panel presentato giovedì 24 novembre 2016 a Bologna, all'interno della IV edizione del seminario Attraverso la Storia (organizzato da SISEM-Società Italiana per la Storia dell'Età Moderna). Contiene i seguenti abstract: 1. Marco Giani,... more
Panel presentato giovedì 24 novembre 2016 a Bologna, all'interno della IV edizione del seminario Attraverso la Storia (organizzato da SISEM-Società Italiana per la Storia dell'Età Moderna).
Contiene i seguenti abstract:
1. Marco Giani, "La Porta e il grandissimo stato di questo Signore:
i rapporti gerarchici all’interno dell’Impero ottomano nelle Relazioni da Costantinopoli veneziane cinquecentesche"
2. Cristina Setti, "Frontiere d’acqua: ibridazioni giurisdizionali e costruzione dell’alterità ottomana nelle comunicazioni tra il Levante veneziano e Costantinopoli (secoli XVI-XVII)"
3. Umberto Signori, "Il ruolo delle risorse legali prodotte da Costantinopoli nelle dispute diplomatiche tra ufficiali ottomani e consoli veneziani"
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A linguistic enquiry about the semantic fields of neutrality and balance in Paolo Paruta's political works.
On 7 March 1573, after only three years, the Holy League (mainly Spain, Papacy and Venice) split up. The Most Serene Republic came to an agreement with the Ottoman Empire it had defeated just two years before in the glorious Battle of... more
On 7 March 1573, after only three years, the Holy League (mainly Spain, Papacy and Venice) split up. The Most Serene Republic came to an agreement with the Ottoman Empire it had defeated just two years before in the glorious Battle of Lepanto (1571). There was a general outcry from all Europe: Venice, the merchant Republic, sold out its dominion (Cyprus) and its dignity to the enemy. Was it the truth? Why Venetians would have act like that, if they were the driving force of the Holy League (formed after Ottoman attack against Venetian Cyprus, 1570)? Paolo Paruta, a young writer, wrote a Discorso in order to justify this decision: a linguistic and rhetorical analysis of this work is going to help us to understand Venice’s reasons. Paruta, an honest spokesman of his city’s mentality in early 1570s, can introduce us to each matter (pro pace or pro bello) of this hard contention the Lion Republic had to face in this turning point of its history.
In his Discorsi Politici (1599) the Venetian Ambassador Paolo Paruta (1540-1598) analyzes several topics from ancient and modern History. Writing during the passage from Late Renaissance to the Age of Raison d’État, Paruta has the... more
In his Discorsi Politici (1599) the Venetian Ambassador Paolo Paruta (1540-1598) analyzes several topics from ancient and modern History. Writing during the passage from Late Renaissance to the Age of Raison d’État, Paruta has the opportunity to face the new Renaissance warfare: mercenary troops, modern State armies, gunpowder and fortifications. As Ambassador of the Most Serene Republic in Rome, he announced to Pope Clement VIII the building of Palmanova fortress (1593); as political writer, he shows a deep aware of this historical turning point for Venice. The Lion Republic, harshly defeated in the Battle of Agnadello (1509), can aim no more for an offensive war, it has just to try to defend its territory from the Hapsburg and the Turks. So politics and military tactics match together: as mouthpiece of the Venetian neutrality, he opts for defensive tactics. This basic choice works as historiographical criteria, too: Charles V was right in not attacking Suleiman the Magnificent during the two Sieges of Vienna (1529, 1532); the Venetian Republic was betrayed during the Italian Wars by its offensive commanders, such as Bartolomeo d’Alviano. The last sentence of Paruta’s book («[W]here the business is doubtful and difficult, we must rather adhere to that which holds us from doing any thing, then to what eggs us on») is very far from the final, offensive exhortation of Machiavelli’s Principe: Venice and Florence have different points of view not only in the Parliament, but in the battlefield too. Yet the whole Italian Renaissance is on its last legs, under the Spanish dominion of the Peninsula. No more place for Scipio Africanus: the wise Parutian politician should follow the example of Fabius Maximus in his struggle to save the borders of the State.
Review of: Luigi Robuschi, La croce e il leone. Le relazioni tra Venezia e Ordine di Malta (secoli XIV-XVIII) (2015)
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Trascrizione (priva di apparato critico) del testo della scrittura espurgatoria romana della Perfettione della Vita Politica di Paolo Paruta. Il testo è commentato in http://bit.ly/2J5yNIL
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Trascrizione dei tre libri "Della Perfettione della Vita Politica", dialogo di Paolo Paruta, pubblicato per la prima volta a Venezia nel 1579. Il testo segue l'edizione Monzani del 1852. Ultimo aggiornamento: 02/09/2017.
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Trascrizione dei due libri dei "Discorsi Politici" di Paolo Paruta, pubblicati per la prima volta (postumi) a Venezia nel 1599. Il testo segue l'edizione Monzani del 1852.
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Trascrizione (fondata sulla edizione Alberi) della Relazione dell'ambasciatore della Repubblica di Venezia Paolo Paruta, tornato dall'ambasceria presso la Santa Sede (1592-1595), durante il pontificato di Clemente VIII. Ultimo... more
Trascrizione (fondata sulla edizione Alberi) della Relazione dell'ambasciatore della Repubblica di Venezia Paolo Paruta, tornato dall'ambasceria presso la Santa Sede (1592-1595), durante il pontificato di Clemente VIII. Ultimo aggiornamento: 16/01/2017.
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Trascrizione della "Lettera di Gentiluomo Veneziano" (questo il titolo tradizionale), lettera indirizzata nel 1581 da Paolo Paruta ad uno dei tre Capi di X (con molta probabilità Antonio Tiepolo), circa la decisione di passare dal latino... more
Trascrizione della "Lettera di Gentiluomo Veneziano" (questo il titolo tradizionale), lettera indirizzata nel 1581 da Paolo Paruta ad uno dei tre Capi di X (con molta probabilità Antonio Tiepolo), circa la decisione di passare dal latino all'italiano nella scrittura della Historia Vinetiana.
Il testo segue l'edizione Monzani del 1852.
Ultimo aggiornamento: 14/05/2017.
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Trascrizione della "causa" disputata nel 1565 fra Paolo Paruta e Angelo Dolfin sul ruolo della Repubblica di Venezia durante l'Assedio di Malta (1565).
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Trascrizione degli unici tre sonetti di Paolo Paruta finora editi, pubblicati originariamente da Moschetti nel 1895: 1. "Alma real di vera gioia erede"; 2. "Se potesse la rima in presso al vero"; 3. "Mancano i versi e già secca è la... more
Trascrizione degli unici tre sonetti di Paolo Paruta finora editi, pubblicati originariamente da Moschetti nel 1895:
1. "Alma real di vera gioia erede";
2. "Se potesse la rima in presso al vero";
3. "Mancano i versi e già secca è la vena".
What Paolo Paruta said in 1589 about "Annali" by Venetian Secretario Ambrogio Ottobon. Ultimo aggiornamento: 03/04/2016.
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Trascrizione della lettera dedicatoria (Giovanni Paruta e fratelli a Francesco Barbaro, 01/08/1599) dei "Discorsi Politici" di Paolo Paruta (Venezia, 1599). Il testo segue l'edizione Monzani del 1852
Indice dei Nomi dei tre volumi contenenti i dispacci scritti fra il 1592 e il 1595 dall'allora Ambasciatore Ordinario di Venezia, Paolo Paruta (1540-1598), presso la corte di Clemente VIII a Roma - compreso link per consultarli... more
Indice dei Nomi dei tre volumi contenenti i dispacci scritti fra il 1592 e il 1595 dall'allora Ambasciatore Ordinario di Venezia, Paolo Paruta (1540-1598), presso la corte di Clemente VIII a Roma - compreso link per consultarli integralmente. Ultimo aggiornamento: 02/09/2015.
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Lista completa delle varianti d'autore fra la prima (1579) e la seconda (1582) edizione della Perfettione dela Vita Politica di Paolo Paruta, secondo l'edizione di Tiziano Zanato (1982).
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Riassunti paragrafati delle cinque opere politiche analizzate durante la stesura della tesi di dottorato " Paolo Paruta: Il lessico della politica ", ossia: 1) Oratione funebre per i nobili venetiani caduti a Lepanto 2) Discorso sulla... more
Riassunti paragrafati delle cinque opere politiche analizzate durante la stesura della tesi di dottorato " Paolo Paruta: Il lessico della politica ", ossia:
1) Oratione funebre per i nobili venetiani caduti a Lepanto
2) Discorso sulla pace col Turco
3) Della Perfettione della Vita Politica
4) Discorsi Politici
5) Discorso sulla guerra coi Persiani
Ultimo aggiornamento: 18/08/2017.
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Elenco ragionato di tutte le opere edite di Paolo Paruta disponibili su Internet, dalle edizioni cinquecentesche a quelle di inizio Novecento.
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Spoglio linguistico dei termini "Aristotele", "peripatetico(-i)", "il filosofo" (quando riferito ad Aristotele) nella "Perfettione della Vita Politica" di Paolo Paruta.
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Database contenente una raccolta di tutte le marche pinelliane finora disponibili. Per una migliore visualizzazione, si consiglia di scaricare il file. Prima di consultare il database, ci consiglia di leggere... more
Database contenente una raccolta di tutte le marche pinelliane finora disponibili.
Per una migliore visualizzazione, si consiglia di scaricare il file.
Prima di consultare il database, ci consiglia di leggere
https://czasopisma.uni.lodz.pl/escripta/article/view/5948
Trascrizione dell'inventario  (conservato in: Venezia, Archivio di Stato, Archivio Proprio Pinelli, 2) dei testi sequestrati dalla Repubblica di Venezia in casa di Gian Vincenzo Pinelli dopo la sua morte, nel 1601.
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