Milano, 25 ottobre 2014 - 16:49

Fausto Leali, il «negro-bianco» compie 70 anni

Sta preparando un nuovo disco mentre si gode la vita da neo-sposino, con il terzo matrimonio celebrato a giugno, e continua a esibirsi tra Italia ed Europa

di Redazione online

Fausto Leali con la sua terza moglie Fausto Leali con la sua terza moglie
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Negli anni Sessanta fu ribattezzato, per la sua voce roca e potente, il Negro Bianco. Un soprannome che oggi sarebbe considerato «politicamente scorretto». Fausto Leali però, 70 anni il 29 ottobre, a quel nomignolo è rimasto legato. La sua voce profonda e soul ha attraversato gli anni, ma di andare in pensione non ne vuole proprio sapere, e dopo più di 50 anni passati sui palchi e negli studi di registrazione, sta preparando un nuovo disco mentre si gode la vita da neo-sposino, con il terzo matrimonio celebrato a giugno, e continua a esibirsi tra Italia ed Europa. La musica del resto è una costante della vita del cantante di Nuvolento, provincia di Brescia.

La carriera iniziata a 13 anni

È amore a prima vista e a 13 anni Leali già partecipa al suo primo concorso musicale. Nel ‘65 dopo aver inciso un paio di cover dei Beatles, venne chiamato ad aprire il tour italiano dei Fab Four assieme a Peppino Di Capri, Le Ombre, i New Dada. Il primo grande successo arriva nel 1967 con la sempreverde A chi, versione italiana della canzone americana «Hurt» cantata da Roy Hamilton nel 1954, rilanciata negli Usa nel 1960 dalla cantante Timi Yuro e incisa nuovamente anni dopo anche da Francesco De Gregori. La sua ugola potente va a segno e il brano vende oltre 4 milioni di copie e conquista 4 dischi d’oro. La popolarità e le classifiche gli aprono le porte di Sanremo: l’anno successivo partecipa con il brano Deborah, il nome della sua prima figlia, con il quale arriva quarto. Una posizione con la quale dovrà fare diverse volte i conti al Festival: su 13 partecipazioni rimane ai piedi del podio ben quattro volte (oltre all’edizione del ‘68, anche in quella dell’anno successivo e poi nell’’87 con Io amo e nel 2002). La rivincita nella cittadina ligure se la prende nel 1989 in coppia con Anna Oxa: Ti lascerò non ha rivali e vince il Festival, fissandosi come una delle sue canzoni più famose. Ma anche senza vittoria, sono diversi i brani che porta sul palco dell’Ariston e che ancora oggi riecheggiano nell’aria: la già citata Io Amo, scritta da Toto Cutugno che conquistò 2 dischi di platino, ma anche Mi manchi del 1988 che arriva quinta e qualche anno dopo viene ricantata da Andrea Bocelli. L’ultima apparizione a Sanremo è del 2009 con Una piccola parte di te: si piazza tra i finalisti. Oltre a Bocelli e Cutugno sono tanti gli artisti con i quali si confronta e collabora: da Mina a Enzo Jannacci, passando per Lucio Battisti, Loredana Berté, Francesco De Gregori, Franco Califano, Claudio Villa, Zucchero, Renzo Arbore, Teo Teocoli, Diego Armando Maradona. Nel suo curriculum anche qualche incursione in tv: nel 2006 con il reality show di Rai2 Music Farm, mentre nel 2012 partecipa alla prima edizione del talent di Rai1 Tale e Quale Show. Per celebrare le sette decadi, ma anche l’oltre mezzo secolo di carriera, quest’anno è stato pubblicato anche il suo primo libro autobiografico, «Notti piene di stelle», scritto a quattro mani con il giornalista Massimo Poggini). (ANSA/Claudia Fascia)

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