BOMBE SULL' ISTRIA

ZAGABRIA - La guerra jugoslava continua ad avanzare, e colpisce per la prima volta l' Istria, a poche decine di chilometri dai confini italiani. Secondo Radio Zagabria, due Mig-21 hanno sganciato ieri alcune bombe sull' aeroporto turistico di Orsera (fra Parenzo e Rovigno), a circa 60 chilometri da Pola, mentre a Pisino, nel centro dell' Istria, un allarme aereo è stato lanciato intorno a mezzogiorno. Fonti ufficiali hanno dato notizia di una serie di attacchi contro diverse località sulla costa adriatica, dalla zona di Pola a nord, a quella di Zara a sud. Altre offensive sono state segnalate a Perusic, nei pressi di Gospic, a 200 chilometri a sud di Zagabria, e a Otocac, a 120 chilometri dalla capitale croata. Gli aerei federali hanno colpito anche Velika Gorica. Non si segnalano vittime. Anche in Slavonia, a Osijek, sono proseguiti gli attacchi dell' artiglieria serba, e una nuova offensiva è stata portata sulla città di Daruvar, dove venti cannonate sono cadute nello spazio di mezz' ora. Intanto, in Bosnia Erzegovina, l' etnia serba ha deciso di costituirsi in repubblica autonoma inserendo nel già pesante quadro della situazione jugoslava un nuovo, esplosivo fattore di conflitto, mentre a Belgrado quanto resta del Parlamento federale sotto controllo serbo denunciava aspramente la decisione della Comunità europea di riconoscere la Croazia e le altre repubbliche indipendentiste. L' annuncio della grave iniziativa dei serbi della Bosnia Erzegovina è venuto da Sarajevo, dove l' assemblea della minoranza, peraltro consistente, rappresentata dalla etnia serba ha diffuso un documento con cui si proclama la "Repubblica della Bosnia Erzegovina serba". Da tempo gli osservatori occidentali a Belgrado hanno messo in guardia contro un possibile bagno di sangue qualora la Bosnia Erzegovina, con la sua esplosiva miscela etnica di croati, serbi e musulmani, venisse coinvolta nella guerra civile che già infuria in Croazia lungo i confini settentrionali e occidentali. La comunità serba controlla più della metà del territorio della Bosnia Erzegovina e la sua decisione è sicuramente destinata ad innescare una durissima reazione fra croati e musulmani. Giovedì, l' etnia serba in Croazia aveva preso l' iniziativa di proclamare la repubblica serba della Krajina. Il Parlamento federale, ridotto a una assemblea scheletrica per il boicottaggio di tutte le repubbliche tranne Serbia e Montenegro, ha così approvato un documento di aspra denuncia contro la decisione annunciata la settimana scorsa dalla Cee di riconoscere l' indipendenza di quelle repubbliche jugoslave che si impegnino al rispetto dei diritti umani, delle minoranze e dei confini interni della Jugoslavia. La dichiarazione di Bruxelles, afferma la risoluzione del miniparlamento di Belgrado, "viola le norme del diritto internazionale e alimenta il proseguimento degli scontri armati, oltre a pregiudicare direttamente la pace e la sicurezza internazionali negando la realtà della Jugoslavia, uno dei paesi fondatori delle Nazioni Unite". La mossa dell' etnia serba in Bosnia Erzegovina ha, verosimilmente, anche il significato di una risposta alla decisione del governo di Sarajevo di chiedere il riconoscimento della Cee allineandosi così a Croazia, Slovenia e Macedonia. Il progressivo sfaldamento della federazione jugoslava riceverà un' altra spinta dalla decisione delle autorità croate di emettere una propria moneta a partire da domani.