Benvenuto

IN RICORDO DI PAOLO BERTI


24 giugno 2013

Oggi è venuto a mancare Paolo Berti, primo violino ne La Mascotte e infaticabile guida dell'orchestra. Con lui abbiamo condiviso la difficoltà di quel percorso, in lui ho trovato tante volte un sostegno e un incoraggiamento. Ai problemi anteponeva le soluzioni, con serenità e schiettezza: proprio le difficoltà erano l'occasione per una battuta, e molte volte ho avuto il privilegio di riderne assieme. Insomma, credo che non saremmo arrivati in fondo senza la sue capacità di organizzatore, la sua cortesia e contemporaneamente la forza con cui era capace di sostenere le sue posizioni.
Una gran bella persona, insomma. Non so se la produzione de La Mascotte avrà un futuro, vorremmo tutti fare delle repliche e portare in altri teatri la nostra Mascotte. Se ci riusciremo, so già che Paolo sarà un'assenza difficile da sostituire.
Mi mancherà molto: come persona, come compagno, come primo violino e come amico.

Maurizio Canovaro


Caro Amico,

navigando, navigando, sei giunto sul sito de La Mascotte.

La Mascotte è un'opera buffa di Edmond Audran che è stata rappresentata per la prima volta a Parigi, al Teatro dei Buffes -Parisiens, il 29 dicembre 1880.

La composizione ha la struttura dell'operetta, con alternanza di recitato e di cantato, e narra la storia d'amore di Bettina, guardiana di tacchini, e Pippo, guardiano di pecore. Bettina è una mascotte - nell'opera, si dice, uno di quegli angeli creati dal buon Dio per combattere contro le forze del male nel mondo, in buone parole un "portafortuna" - e l'opera ebbe talmente fortuna che nel giro di un paio di anni a Parigi aveva fatto oltre 500 repliche. Nei primi mesi del 1881 era già pronta una traduzione inglese per il debutto a New York, e poi Londra (1881), Roma (1882): alcuni anni dopo era rappresentata persino a Melbourne e a Manhaus, in Amazzonia.

Il successo fu tale che il termine "mascotte" - che aveva esordito nella letteratura francese alcuni anni prima, introdotto dal poeta Frédéric Mistral (premio Nobel per la letteratura nel 1904) - si diffuse in tutto il mondo per indicare una persona o un animale che porta fortuna.

Ma c'è un'ultima partiicolarità: l'opera trova la sua ambientazione in una immaginaria Piombino del 1500.

Chissà perché proprio Piombino! Forse a causa della dominazione napoleonica: Bonaparte aveva concesso il Principato di Lucca e Piombino alla sorella Elisa, e Piombino, nel secolo XVIII, doveva essere ben conosciuta in Francia. Alcune fonti riportano che un avo di Audran fosse al seguito del principe Felice Baciocchi, sposo di Elisa Bonaparte.

Quale ne sia stata la ragione, nasce da qui la volontà di una città, Piombino, di giungere ad una messinscena dell'opera. Un allestimento volutamente popolare, che coinvolge trasversalmente molti settori dell'associazionismo culturale. Così, la sollecitazione dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Piombino, raccolta in primis dall'Università delle 3 età di Piombino, ha visto il coinvolgimento del Teatro dell'Aglio, della Corale P. Mascagni e del Gruppo Cameristico G.F. Haendel, integrato per l'occasione ad orchestra.

Il debutto del nostro allestimento è stato martedì 4 dicembre 2012, alle 21,00, al Teatro Metropolitan di Piombino (LI), alla presenza di oltre 500 spettatori.


© Maurizio Canovaro 2012-2013