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La rarissima Rosa di Trieste spezza l’oblio e rispunta a sorpresa sulle colline di Muggia

Un esemplare del fiore bianco, icona della città a fine ’800, è comparso nel terreno della signora Maida dopo un secolo di silenzi

2 minuti di lettura
la Rosa di Trieste riapparsa a Muggia 

La Rosa di Trieste rispunta a sorpresa dopo un secolo

MUGGIA Nata a Trieste alla fine dell’Ottocento e diventata il simbolo della città nel contesto dell’impero austroungarico, al punto da assumere il nome di uno dei padri fondatori dell’Ungheria, Ferenc Deák. Dimenticata per quasi un secolo, dopo la fine del primo conflitto mondiale, e ritrovata una prima volta in Istria, nella piccola cittadina di Pregara, sei anni fa.

Ricomparsa ora sulle colline di Muggia, quindi a pochi chilometri da dove vide la luce, grazie alla perseveranza di un grande appassionato del settore, l’artista triestino Ugo Vicic.

La signora Maida con l’artista Ugo Vicic, suo vicino di casa e amante delle rose, e l’esperto Vladimir Vremec, che ha certificatro il fiore. Con loro pure il mitico acquerello. 


È una vera e propria odissea quella che accompagna la vita della Rosa di Trieste, straordinario esemplare di rosa bianca frutto di una mutazione spontanea avvenuta, al tramonto appunto del 19.mo secolo, nel giardino situato alle spalle dell’attuale Sanatorio triestino, di proprietà di Giulio Perotti. Quest’ultimo era nato nel 1841 a Ueckermunde, in Germania. Intrapresa la carriera di cantante lirico, dopo aver studiato in Italia diventò un famoso tenore. Avendo deciso di stabilirsi a Trieste, nel 1879 la sua famiglia aprì un vivaio e un negozio, noto in città fino a pochi anni fa. Perotti, oltre all’amore per la musica, ne coltivava un altro, con altrettanta passione: quello per le rose. E fu proprio mentre accarezzava le sue splendide rose Bougère, di colore rosa, nel giardino di famiglia, che notò la mutazione di un ramo che ne produceva di bianche. Dovendo recarsi a Budapest per un contratto con l’Opera della capitale magiara, Perotti decise di sottoporre quel magnifico esemplare alla valutazione dei maggiori vivaisti ungheresi.

Giulio Perotti, il cantante lirico appassionato di fiori che per primo scoprì a fine ’800 la Rosa bianca di Trieste 


Fu tale l’apprezzamento per il neonato esemplare che si decise di dargli appunto il nome di Ferencz Deák, per ricordare il protagonista del processo politico che, nel 1867, aveva portato al superamento del centralismo asburgico e all’istituzione della duplice monarchia.

Ma il crollo dell’impero trascinò con sé la Rosa di Trieste. Per ritrovarne traccia bisogna fare un salto nel tempo di un secolo e fare riferimento a un altro grande appassionato rodologo, Vladimir Vremec, studioso di Architettura del paesaggio all’Università di Vienna, creatore, assieme a Franco Rotelli e Giancarlo Carena, del Roseto di San Giovanni, per anni responsabile del Verde pubblico del Comune di Trieste. Proprio nel corso di un pubblico incontro nel Roseto, nel 2015, Vremec, che qualche anno prima aveva ricevuto in dono da Eva Kigyossy Schmidt un acquerello che ritraeva la Rosa di Trieste, fu avvicinato da Marta Markezic, una gentile signora istriana che gli disse di avere, nel suo giardino di Pregara, un esemplare che assomigliava molto all’oggetto dell’acquerello.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Sboccia dopo un secolo la rosa bianca di Trieste fiore antico dell’impero]]

Vremec non perse tempo e fece fare le analisi dell’esemplare: l’analisi morfologica dei petali, dei sepali, degli steli, delle foglie, delle spine e dei piccioli lo confermarono. La Rosa di Trieste era rinata, dopo chissà quali tortuosi percorsi della natura, in Istria. A quel punto mancava solo un anello per completare la catena del tempo e della storia: ritrovarne un esemplare a Trieste.

E qui entra in gioco Ugo Vicic. Autore e attore di teatro, scrittore, insegnante, Vicic ama le rose e conosce la storia della Rosa di Trieste.

«La mia passione per questi bellissimi fiori è fortissima – spiega – e fra i miei desideri più reconditi coltivavo quello di scoprire un esemplare unico. È perciò facile immaginare qual è stata la mia gioia quando la signora Maida, proprietaria di un terreno vicino al mio, mi ha segnalato la presenza di una rosa bianca simile alla Rosa di Trieste. Convocato rapidamente Vremec per un sopralluogo, la sua valutazione è stata immediata. È proprio lei, la Rosa di Trieste».—


 

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