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Alpi, le regioni di sette Paesi per il cuore verde d’Europa

Alpi, le regioni di sette Paesi per il cuore verde d’Europa
Abbattere i confini che corrono sui crinali delle Alpi, cooperare tra regioni di Stati diversi per lingua e cultura, trovare soluzioni comuni. Questo è Eusalp, la strategia europea per la macroregione alpina
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Abbattere i confini che corrono sui crinali delle Alpi, cooperare tra regioni di Stati diversi per lingua e cultura, ma i cui abitanti vivono nelle valli o ai piedi dei massicci montuosi, trovare soluzioni comuni alle questioni ambientali, economiche, agricole, alla ricerca, al turismo, ai trasporti. Questo, in sostanza, il senso di Eusalp, la strategia europea per la macroregione alpina.

 

In concreto: nove azioni per una strategia comune. Qualche esempio: creare un network per la ricerca scientifica transnazionale, puntare sul turismo del benessere, sostenere modalità di trasporto sostenibile, ridurre il consumo di suolo, incrementare la produzione di energia rinnovabile. Insieme. Attori: le regioni alpine di Francia, Italia (Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Province autonome di Trento e Bolzano), Germania, Austria, Slovenia, più Svizzera e Liechtenstein.

 

Eusalp è la più giovane tra le strategie macroregionali messe in campo dall'Unione europea. In Germania, all'interno del futuristico Bmw Welt di Monaco, si sono tenuti un Forum e l'assemblea conclusiva dell'anno di presidenza bavarese, la seconda dopo quella slovena del 2016. Nel 2018 toccherà al Tirolo austriaco. Nata su richiesta delle stesse regioni, e non per imposizione dell'Unione, ha alcune caratteristiche uniche: rappresenta un territorio geografico unito e interdipendente, al di là dei confini nazionali, è l'incrocio di tre culture (latina, tedesca, slava), affronta concretamente problemi comuni che si risolvono solo condividendoli, include regioni di due Stati non Ue per i quali questa conferenza ”potrebbe essere un buon training per diventare membri dell'Unione«, scherza (ma un po' ci spera) Walter Deffaa, direttore generale delle politiche regionali della Commissione europea.

 

Numeri impressionanti

Ottanta milioni di abitanti in 48 regioni, 120 milioni di turisti l'anno, 180 gruppi montuosi, 30mila specie di animali e 13mila piante, le Alpi rappresentano il 39% della flora europea. Ma i problemi da affrontare, soprattutto quelli ambientali, non mancano. A partire dai cambiamenti climatici: la catena montuosa più importante del Vecchio continente risente più di altre regioni dell'aumento delle temperature: la biodiversità è in pericolo, nonostante l'incremento della superficie dei boschi. Le riserve d'acqua diminuiscono per effetto della fusione dei ghiacciai e delle minori precipitazioni annue.

 

Anche l'inquinamento, in territori così popolati, è notevole: l'autostrada del Brennero che collega Alto Adige e Tirolo austriaco, per esempio, ”sopporta un traffico che ha ormai raggiunto limiti umani e naturali« sostiene Günter Platter, presidente del Tirolo. Due milioni e 200mila Tir l'anno, il doppio rispetto a quelli che passano per la Svizzera, spingono ad accelerare misure di regolamentazione del flusso, in attesa dell'apertura della galleria prevista per il 2026. Sempre sul versante italiano non se la passano meglio le strade e i passi delle Dolomiti: l'adozione di una mobilità sostenibile non è più dilazionabile.

 

Corina Cretu, commissaria europea per la politica regionale e urbana, crede fortemente in Eusalp e spinge per un impegno maggiore delle Regioni e degli Stati dell'Unione europea: ”Serve un approccio più coeso in modo che tutti i programmi marcino nella stessa direzione. Le Regioni alpine sono tra le più ricche d'Europa, dunque anche dopo la Brexit, con meno risorse economiche a disposizione, potranno raggiungere ottimi risultati«. L'Unione, assicura Cretu, continuerà nella sua opera di facilitazione.

 

Azioni concrete

Tra le azioni già in campo nell'ambito della strategia Eusalp, la rete delle città con infrastrutture verdi. Cinque città alpine hanno firmato un memorandum d'intesa per avviare un network sul tema, per collegare in modo più stretto le aree urbane e i paesaggi rurali, attraverso fiumi, boschi periurbani e altri elementi naturali, e per garantire il mantenimento di un'alta qualità della vita per il futuro. Conservare e valorizzare le risorse alpine e gestire il rischio inondazioni nell'ambito delle foreste di protezione sono altri due progetti già attivi.

 

Un'altra segnalazione va al progetto MountErasmus, che mira alla creazione e allo sviluppo di una rete tra gli istituti agrari con l'obiettivo di migliorare la qualità dell'offerta educativa e favorire la collaborazione e gli scambi tra le scuole. Dalla Svizzera italiana un'idea per valorizzare la cucina e i prodotti alimentari di alta qualità delle valli: con l'ambizione di far riconoscere le ricette alpine come patrimonio dell'umanità dall'Unesco. ”Se lo è la cucina messicana, non vedo perché la nostra debba essere da meno«, afferma Cassiano Luminati, il capofila di questa iniziativa.

 

Il progetto è in fase embrionale

Marcello Modica è un giovane dottorando milanese in forza alla Tum, l'Università tecnica di Monaco. Architetto e pianificatore, coordina un progetto transfrontaliero ambizioso, pronto per un finanziamento europeo. ”A Milano non mi avrebbero mai dato un ruolo di così alta responsabilità, ma in Germania il mondo accademico mi ha dato fiducia«. È al Forum come osservatore e per prendere contatti con i burocrati di Bruxelles. ”Vogliamo intervenire sui siti industriali dismessi o in via di chiusura disseminati nelle nostre Alpi«, racconta alla Stampa. ”Stiamo individuando quattro siti pilota: l'Italcementi di Borgo San Dalmazzo in provincia di Cuneo, un'ex fonderia di alluminio vicino a Briançon in Francia, un'industria tessile nella valle della Sava in Slovenia e un altro sito in Austria«. Coinvolti altri Atenei europei: il Politecnico di Milano, le Università di Verona, Vienna, Salisburgo e Lubiana.

 

Il progetto prevede la riconversione dei siti e mette in gioco competenze che vanno dalla pianificazione del territorio alla tutela dell'ambiente, dall'economia alla sociologia: un tema trasversale non ancora affrontato sistematicamente, ma che merita attenzione soprattutto nelle regioni come Piemonte e Lombardia che nel passato hanno fortemente industrializzato le loro valli. La dead line per il finanziamento è fissata ad aprile 2018, ultima call del ciclo 2014-20, in attesa che, come tutti sperano, la Ue confermi il suo interesse per le Alpi, cuore verde del continente.

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