I dialoghi della scienza di Sardegna Ricerche: “I sardi hanno caratteristiche genetiche uniche”

Perché in Sardegna si soffre di talassemia molto più che nel resto del mondo? Esiste davvero il gene dell’aggressività? E il record di ziu Antoni Todde, morto a Tiana a 113 anni, era merito di un buon bicchiere di vino o esiste piuttosto una predisposizione alla lunga vita? Prova a dare delle risposte, o quanto meno a sottolineare l’immensa mole di dubbi ancora aperti sulla ricerca genetica in Sardegna il primo appuntamento dei “Dialoghi di scienza” organizzato da Sardegna Ricerche e Sissa Medialab nello spazio dei Sette Vizi alla Mediateca di Cagliari.

“Il DNA è la molecola che ci rende unici, e la ricerca sui Sardi è particolarmente interessante per le caratteristiche peculiari della nostra isola” spiega Francesco Cucca, direttore dell’Istituto di Ricerca Genetica e Biomedica del CNR. Risposte sul passato e sul presente, sulle malattie endemiche come diabete e talassemia, ma anche i dati sulla lunga vita dei sardi soprattutto ogliastrini sono alcuni dei temi che la scienza sta affrontando oggi, a oltre dieci anni dalla prima lettura completa del genoma umano. Attualmente è stato sequenziato il patrimonio genetico di tremilaquattrocento isolani, di questi oltre duemila sono completamente analizzati grazie anche al contributo del supercalcolo del CRS4: “i risultati ci dicono che abbiamo caratteristiche uniche ma con una grande variabilità genetica, a differenza delle credenze comuni. Queste caratteristiche rispecchiano quelle degli Europei antichi, migrati in Sardegna durante l’ultima glaciazione”.

Tanti progressi negli ultimi anni, ma la scienza va di pari passo con la questione etica: “uno dei punti più controversi è il tema della privacy: ecco perché stiamo coinvolgendo giuristi ed esperti nel nostro percorso, mancano per adesso delle norme precise e rivolte soprattutto al futuro. Deve essere garantito l’anonimato dei dati che si analizzano, e la diffusione delle informazioni deve essere limitata e controllata. I danni di un uso improprio di questi dati sono inimmaginabili, pensiamo ad esempio ad aziende che per potrebbero diffondere interpretazioni sbagliate per ragioni meramente economiche; per non parlare dei kit fai-da-te per conoscere il proprio patrimonio genetico, che danno l’illusione di sapere come moriremo”. Ma esiste davvero il dna della lunga vita in Sardegna? “Non abbiamo un’aspettativa di vita superiore rispetto ad altri paesi, eppure in alcune zone c’è una grande concentrazione di anziani e persone che invecchiano meglio di altre. Abbiamo analizzato circa duecento centenari barbaricini ma più che sul gene della longevità stiamo indagando sui fattori specifici dei rischi di invecchiamento: i risultati sono estremamente interessanti perché mostrano un sistema immunitario particolare. Ma abbiamo ancora tanto lavoro da fare”.

Francesca Mulas

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