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30 maggio 2018 - 08:57

Cottarelli: «Possibile un governo politico». Di Maio: «Altrimenti subito al voto», e sale al Quirinale

Il premier incaricato pronto a rinunciare: «Può nascere un governo politico». Di Maio boccia l’astensione sulla fiducia: «Esecutivo Conte o elezioni anticipate». Salvini non molla su Savona all’Economia e punta alle urne: «Mattarella ci dia una data»

di Giuseppe Gaetano

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«Sono emerse nuove possibilità per la nascita di un governo politico. Questa circostanza, anche di fronte alle tensioni sui mercati, ha indotto il premier incaricato, d’intesa con il presidente della Repubblica, ad attendere gli eventuali sviluppi». Questo l’esito del colloquio informale di mercoledì mattina al Colle, tra Carlo Cottarelli e Sergio Mattarella. Ma proprio colui che prima di Giuseppe Conte era stato indicato come il possibile presidente del Consiglio di un esecutivo M5S/Lega, Giancarlo Giorgetti, frena le voci definendole «fantasiose»: «Non si poteva tre giorni fa, non vedo come si possa oggi» afferma il capogruppo del Carroccio alla Camera, che Mattarella avrebbe gradito anche al posto di Paolo Savona all’Economia. Anche perché Salvini ha detto e ripetuto che non rinuncerà mai al nome del professore anti-euro, che aveva già fatto saltare il primo tavolo: «O si beccano il programma e la squadra che abbiamo presentato oppure ci facciano votare» ha ripetuto anche oggi. I 5 Stelle non vogliono saperne neanche di astenersi sulla fiducia a Cottarelli: una mossa che, concordata con gli altri partiti, avrebbe concesso all’ex commissario alla spending review il tempo di varare una finanziaria light e traghettare il Paese alle elezioni in autunno. «Governo politico o voto» ha ribadito Di Maio, che alle 16.30 ha avuto un incontro privato di circa mezzora con Mattarella.

Le due opzioni

Ed è esattamente questo il dilemma di fronte a cui si trovano i gruppi parlamentari: esecutivo politico o urne a settembre? Le turbolenze dello spread e delle Borse europee, la richiesta di voto anticipato e l’intenzione dei 5 Stelle di far ripartire la formazione di un governo con la Lega smorzano - da un lato - l’ipotesi di una legislatura di transizione fino a nuove elezioni. Mentre la bocciatura, da parte di Salvini, della proposta di Di Maio di riannodare i fili della trattativa con Mattarella, incoraggia - dall’altro lato - più il ritorno alle urne che l’ipotesi del ripescaggio di una maggioranza “carioca”. «Non ostacoleremo soluzioni rapide per affrontare le emergenze» comunica via Bellerio lasciando aperto uno spiraglio, ma l’obiettivo resta «ridare la parola agli italiani il prima possibile».. «Ci sono solo due strade - osserva Di Maio -: far partire il governo Conte o elezioni subito». Cottarelli è a un bivio: rimettere il mandato, per concedere un’ultima chance ai “gialloverdi”; oppure affrontare un voto in Parlamento dall’esito scontato, che - sia in caso di sfiducia che di astensione - aprirebbe di fatto l’iter per le prossime politiche.

Salvini: «Di Maio riapre? Non siamo al mercato»

Salvini abbraccia decisamente l’opzione del voto anticipato e si appella direttamente a Mattarella: «Presidente, ci dia la data delle elezioni e gli italiani faranno giustizia in cabina elettorale di quello che è successo in queste settimane». «Quello che non ci hanno fatto fare adesso lo faremo a furor di popolo tra due, tre mesi - aggiunge il leader leghista in comizio a Pisa -. Speriamo non a fine luglio, perché ci sono le sacrosante ferie degli italiani, ma prima si vota meglio è». E respinge l’invito di Di Maio a riprendere in mano il “contratto”: «Non siamo al mercato ed è anche una questione di dignità, non svendiamo l’Italia». Escludendo categoricamente il Pd, Salvini guarda già alle alleanze: «Andremo al voto con chi sostiene il nostro programma - annuncia -, se non cambiano alcune regole europee è finita» . I toni in effetti sono, o meglio restano, da campagna elettorale: «Ci è stato detto no perché a qualcuno a Bruxelles non siamo simpatici - sostiene -. Dobbiamo essere liberi, i tedeschi si facciano gli affari loro, all’Italia pensiamo noi». Salvini ha lanciato anche una raccolta firme, domenica prossima nelle piazze italiane, per la legge di iniziativa popolare sull’elezione diretta del capo dello Stato: «Tanto fa quello che vuole lo stesso, e allora tanto vale che lo eleggano i cittadini».

Gabrielli: «Nessuna preoccupazione per le piazze»

Parole dure, che rischiano di eccitare gli animi in vista delle manifestazioni del 2 giugno? Non per il capo della Polizia, Franco Gabrielli, che assicura di star affrontando «questo momento particolare che vive il Paese con la dovuta attenzione, ma anche con la giusta calma: non c’è nessun innalzamento delle misure di sicurezza».

Ue e Ocse

La Commissione Ue intanto nega che ci siano stati contatti recenti con Mattarella: «Formare il governo è una questione che risolve il popolo italiano» dichiara il portavoce di Juncker, confermando «piena fiducia nell’Italia». Il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, confessa invece che c’è «preoccupazione» rispetto all’attuale instabilità; ma ammette che è una «pazzia» cambiare linea politica ogni giorno, basandosi sulle reazioni quotidiane dei mercati.

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