Lei ha la doppia cittadinanza italiana e statunitense, lui è belga ma si definisce cittadino del mondo. Sono Mariana Mazzucato e Gunter Pauli, i due nuovi consiglieri economici di Palazzo Chigi nominati nel pieno dell’emergenza coronavirus, che fanno dell’innovazione il proprio marchio di fabbrica. Entrambi hanno già esperienza di consulenza ad alcuni governi, ma rappresentano visioni dell’economia molto diverse. Diretta dall’alto quella della Mazzuccato, che si affida a un nuovo rapporto tra pubblico e privato. Emergente dal basso quella di Pauli, che punta invece sulla creazione di ricchezza e lavoro attraverso l’economia circolare.

Nata a Roma nel 1968, Mazzucato a quattro anni si trasferisce nel New Jersey, dove il padre si insedia al Plasma Physics Laboratory dell’Università di Princeton come ricercatore sulla fusione nucleare. Laurea in storia e relazioni internazionali presso la Tufts University, master e dottorato alla New School di New York, inizia la sua attività accademica alla fine degli anni ‘90. E, dopo una borsa Marie Curie alla London Business School, ottiene incarichi su entrambe le sponde dell’Atlantico (compreso un biennio di docenza in Bocconi) fino a diventare, nel 2017, professore all’Università di Londra in Economia dell’innovazione e del valore pubblico, e a fondare all’interno dell’ateneo l’Institute for Innovation and Public Purpose, di cui è attualmente direttrice. Dal 2016, e tuttora in carica, è consigliere economico del governo scozzese, e dallo scorso settembre anche di quello sudafricano, oltre a essere presente in diversi organismi sovranazionali. In Scozia ha lavorato alla creazione di una Banca d’investimento nazionale (Snib), che sarà operativa entro l’anno. Il governo trasferirà al nuovo istituto due miliardi di sterline nella prossima decade, per finanziare progetti di lungo termine in un periodo compreso tra i prossimi 10 e 15 anni, con l’obiettivo di rendere la Scozia un Paese a emissioni nette zero.

“Con il presidente Conte abbiamo parlato di progetti concreti per la trasformazione industriale verso un Green Deal, un concetto innovativo di sviluppo a cui sto lavorando anche in altri Paesi”, ha detto Mazzucato. Nulla a che vedere con l’emergenza sanitaria delle ultime settimane, ma una collaborazione che “mira piuttosto a creare le premesse per un piano di sviluppo del Paese sostenibile e all’insegna dell’innovazione, nel segno dunque di una visione di più ampio respiro e di più lunga durata”. Nel suo paper di marzo 2019, intitolato A mission-oriented framework for the Scottish National Investment Bank, Mazzucato sottolinea l’importanza di una “finanza strategica paziente”, con il ruolo di guida del pubblico nella soluzione delle grandi sfide collettive. Un orientamento “mission driven” opposto a quello dell’attuale Cassa Depositi e Prestiti, il cui mandato “è più statico, focalizzato allo sviluppo economico e alla competitività, senza indicare una direzione desiderata per l’economia, e questo si riflette nelle sue attività che sono maggiormente inerziali”. Il neoconsigliere di Palazzo Chigi ha invece affermato di apprezzare l’Istituto per la Ricostruzione Industriale. In un podcast di fine 2018 con Russ Roberts, economista di Stanford, ha parlato dell’Iri come di “una delle più innovative organizzazioni in Italia durante la transizione dall’economia agricola a quella industriale”, in grado di realizzare l’Autostrada del Sole in soli quattro anni. Per Mazzucato sono tre le fasi dell’Iri: “Pubblica e non politicizzata, pubblica e super-politicizzata – in cui ogni partito ha messo le mani, e poi privatizzata. La seconda e la terza fase sono state ugualmente negative, rispetto alla sua capacità di essere realmente ambiziosa e innovativa”.

Ha invece già superato la green economy il guru belga dell’economia circolare Gunter Pauli, classe 1956 e autore, tra gli oltre 20 libri pubblicati, de “L’economia blu: 10 anni, 100 innovazioni, 100 milioni di posti di lavoro”. Laurea in economia all’Università di Anversa e Mba all’Insead di Fontainebleau, Pauli è il fondatore della “Zero Emissions Research and Initiatives” (Zeri), network globale partito dalla United Nations University di Tokyo. Zeri promuove un modello ispirato alla biomimesi, ovvero allo studio dei processi biologici e biomeccanici della natura per il miglioramento delle attività e tecnologie umane: una scienza, in gran parte empirica, già esplorata dagli antichi egizi e da Leonardo da Vinci. “Tutto è cominciato con il mio senso di frustrazione nei confronti dell’economia verde. Nei primi anni ’90 sono stato tra i pionieri dell’introduzione dell’economia verde nel mercato. Fondai un’azienda ecologica (Ecover) impegnata nella fabbricazione di prodotti biodegradabili a partire da risorse rinnovabili e, in seguito, capii che si trattava di una soluzione non ancora sostenibile”, ha detto Pauli in un’intervista riportata dalla Commissione europea. Economia blu perché la Terra vista dallo spazio è blu. Così come il cielo e gli oceani sono dello stesso colore. “Dobbiamo modificare il nostro concetto di produzione e consumo, passando da un modello lineare di input-output a uno di tipo circolare, in cui qualsiasi elemento ha una nuova vita e ciò che non viene consumato è assimilato in un altro processo”. Nel 2017 Pauli e il network Zeri avevano avviato una collaborazione in Argentina con il ministero dell’Ambiente e dello sviluppo sostenibile del governo di Mauricio Macri, insieme ad altri corpi intermedi. Nel suo libro “Piano A: Trasformazione dell’economia argentina” presenta dieci proposte per creare decine di migliaia di nuovi posti di lavoro, sviluppando distretti produttivi innovativi nel Paese, attraverso l’utilizzo o lo sfruttamento di larve di mosche, alghe, funghi da scarti del caffè, biosistemi integrati, carta di pietra, il riciclo del vetro e i lieviti della Patagonia.

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