Dante Crippa morto per Covid, se ne va uno degli ultimi re del dribbling

Aveva 83 anni ed era da tempo in ospedale: il virus non lo ha risparmiato. Giocò in granata 4 stagioni nella seconda metà degli anni Sessanta

Dante Crippa era un’ala sinistra di gran classe

Dante Crippa era un’ala sinistra di gran classe

Reggio Emilia, 28 febbraio 2021  - E’ stato uno degli idoli del Mirabello. Dante Crippa, piedi talentuosi e intelligenza sopraffina, ha fatto impazzire i tifosi granata nella seconda metà degli anni Sessanta. L’ex giocatore era entrato in ospedale qualche tempo fa per risolvere alcuni problemi. Ma ha trovato il Covid che non gli ha lasciato scampo. La funambolica ala sinistra, originaria di Ronco Briantino (Monza), viveva a Brescia e avrebbe compiuto 84 anni il 10 marzo. Lascia la moglie Bruna e quattro figli. I funerali si svolgeranno domani a Brescia.

Dante Crippa
Dante Crippa

Alla Reggiana Dante Crippa arrivò nel 1966 proveniente dalla Spal del grande Paolo Mazza. Giocò in granata quattro stagioni, tutte in Serie B (con l’ultima concusa con la retrocessione): primo anno 29 presenze e 6 reti, poi 35 con 10 centri (con sei penalty realizzati) nella stagione seguente. l terzo anno 33 gettoni e altre 7 reti, per poi chiudere con 31 apparizioni e 6 gol. Totale: 29 reti in 129 presenze. Numeri da applausi, ma le emozioni Dante le regalava quando dribblava gli avversari ed esaltava la palla con tocchi sopraffini.

Crippa iniziò la carriera al Fanfulla, prima di passare al Brescia; dopo la parentesi lombarda, approdò al Padova, allenato da Nereo Rocco, e alla Juventus (aveva 26 anni e mise insieme 16 presenze e una sola rete), prima per l’appunto di far tappa alla Spal e chiudere in granata.

A Ferrara sostengono che le sue grandi qualità impedirono lo sbarco a casa Spal di un giovane Gigi Riva, che allora giocava nello stesso ruolo. A Ferrara rimase per due stagioni. Nella prima la Spal cadde in serie B dopo 13 anni di A e Dante giocò quasi sempre, a volte impiegato anche da falso centravanti, ma non lasciò il segno. Fu invece importante nella successiva, che riportò la Spal in A. Crippa segnò due reti decisive proprio nel finale di stagione firmando il 2-0 di Modena alla terz’ultima e quello al Catanzaro alla penultima.

Appese le scarpe al chiodo fondò a Brescia insieme all’ex compagno di squadra Enrico Nova la società sportiva Club Azzurri, che ha sede a Mompiano. Chiudiamo con il ricordo di Mauro Del Bue: "Dante Crippa è stato il giocatore più grande della storia della Reggiana. Del Grosso riuscì a strapparlo alla Spal nell’estate del 1966 approfittando di un litigio avuto col presidente Mazza. Massimo Manzotti ed io gli dedicammo, senza mai averlo visto giocare, uno striscione con scritto Crippa show che farà epoca. Crippa rimase a Reggio fino al 1970 e segnerà una fase felice del calcio granata, in quegli anni sempre collocato nelle prime posizioni della serie B, tranne l’ultimo (ma Crippa aveva un utilizzo part time perché aveva deciso di coadiuvare il suocero nella conduzione della sua azienda a Brescia). Crippa era il calcio spettacolo con le sue finte e il suo passo doppio coi quali seminava gli avversari. Non era solo un giocatore ma un artista e in quei tempi al teatro del Mirabello il pubblico era tutto per lui.