Italia e Malta si rimpallano una nave delle Ong con 629 migranti a bordo, recuperati al largo della Libia nel fine settimana. La Aquarius, di Sos Meditérranée e Medici senza Frontiere, naviga da ieri nel Canale di Sicilia dopo aver superato Malta in direzione Messina in attesa del «Pos», il porto sicuro in cui sbarcare i migranti. Ma il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha inviato una nota urgente al governo della Valletta con cui chiede che la Aquarius venga fatta approdare a Malta con il suo carico di disperati e, nel contempo, chiude alla nave della Ong francese i porti italiani. Una decisione che ha sorpreso lo stesso equipaggio della Aquarius, visto che le persone a bordo erano state soccorse non solo da loro ma anche da navi mercantili e perfino da tre motovedette della nostra Guardia costiera che, da Roma, aveva coordinato i 6 diversi interventi. Un portavoce del governo maltese ha replicato che il salvataggio «è avvenuto nella zona libica di ricerca e soccorso ed è stato coordinato dal centro di soccorso a Roma. Malta non è né l’autorità che coordina ne ha competenza sul caso».

MAPPA La rotta dell’Aquarius nel Mediterraneo

Lo stop

«Da oggi anche l’Italia comincia a dire no», ha twittato Salvini. Il suo stop arriva dopo il diniego delle autorità di Malta di far attraccare un’altra nave di Ong, la Seefuchs della tedesca Sea-Eye, che dopo aver salvato 119 migranti (un altro è annegato), era in difficoltà per le condizioni del mare. Nonostante sia dalla nave sia dall’Imrcc, il centro di coordinamento dei soccorsi della Guardia costiera di Roma, fossero partite richieste di «Pos» alla sala operativa della Valletta, la risposta era stata negativa e alla fine sabato mattina la piccola nave ha attraccato nel porto di Pozzallo, quasi in contemporanea con la Diciotti della Guardia costiera che, a sua volta, aveva a bordo altri 109 migranti. E’ probabile che la mancanza di collaborazione da parte di Malta per questo episodio possa aver indotto il ministero dell’Interno alla decisione di negare alla Aquarius un «Pos» italiano e di chiedere a Malta di farsene carico. Al ministro Salvini potrebbero essere arrivati anche rapporti da parte della polizia di Stato che sabato ha sentito a sommarie informazioni, a Pozzallo il comandante della Seefuchs, Klaus Kladler, e a Reggio Calabria il comandante della Sea Watch 3, della omonima Ong tedesca, che quasi in contemporanea aveva sbarcato 232 migranti. «Il comandante Kladler ha mostrato alle autorità italiane lo scambio di mail con Malta - racconta l’avvocato Rosa Emanuela Lo Faro che assiste il team della Sea Eye - ha fornito documenti e una relazione da cui si evince che Malta non voleva permettere lo sbarco, assicurando solo di poter fornire assistenza per casi singoli». Dichiarazioni dello stesso tenore sarebbero arrivate anche dalla Sea Watch 3 alla polizia di Reggio Calabria, dove la nave è rimasta ferma per più di 12 ore anche perchè la polizia ha chiesto ai giornalisti a bordo di consegnare i filmati che avevano girato.

In alto mare

Le due navi per ore avevano navigato una accanto all’altra in attesa del porto sicuro, con la più grande che proteggeva la Seefuchs da onde alte e pericolose, aiutata da una petroliera che ha fatto da schermo a entrambe. Era stata la stessa Guardia costiera italiana a suggerire alla Seefuchs di prendere contatti con Malta e, d’altronde, anche da Roma erano partite richieste verso la Valletta. Inutilmente. Fino a ieri mattina sulla Aquarius erano convinti che dovessero portare tutti in Sicilia. In serata il premier Conte ha inviato due motovedette con medici per portare aiuto ai migranti a bordo dell’Aquarius. Ne avranno bisogno. Negli stessi minuti la sala operativa della Guardia costiera dava disposizione alla nave di mantenere la posizione: 35 miglia dall’Italia e 27 da Malta.

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