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Coronavirus, l'Abruzzo diventa zona rossa. Ma le scuole restano aperte

Marco Marsilio 
Il cambio di colore con le relative restrizioni in vigore da mercoledì 18 novembre fino al 3 dicembre. Dalla Basilicata alla Valle d'Aosta, ecco le altre regioni che hanno deciso di intervenire con misure più rigide
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Abruzzo in 'zona rossa' da mercoledì 18 novembre, ma le scuole restano aperte. Lo ha anticipato il presidente della Regione, Marco Marsilio, durante la visita all'ospedale San Raffaele di Sulmona. Il tema delle scuole aveva generato aspre polemiche nelle ultime ore. "Abbiamo assunto la decisione di firmare un'ordinanza che applica alla Regione Abruzzo la disciplina contenuta nell'articolo 3 del Dpcm e cioè quella delle cosiddette zone rosse e non di più", ha detto Marsilio. Così, al momento, l'Abruzzo diventa regione rossa insieme a Toscana, Campania, Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta, Calabria e Alto Adige.


Oggi in Abruzzo si registrano 642 contagi da Covid-19 risultati dai 3.576 tamponi effettuati, con il numero dei decessi, undici, che cresce ancora.Il governatore Marsilio ha firmato l'ordinanza, in vigore da mercoledì 18 novembre e fino al 3 dicembre, "salvo diverso provvedimento", anche se asili, elementari e prime classi delle scuole medie resteranno aperte, contrariamente al parere del Comitato tecnico scientifico regionale.

I motivi della decisione

"Sulla scuola - ha detto Marsilio - la discussione è stata molto ampia come è giusto che sia. Siamo tutti d'accordo in Giunta e in maggioranza non possiamo accogliere, anche volendo, la richiesta che il Cts ci ha fatto. Chiudere le scuole di ogni ordine e grado non consentirebbe alle famiglie di affrontare i problemi con i bambini in casa non avendo congedi parentali e bonus baby sitter. Sarebbe un peso letteralmente insostenibile. Per questo riteniamo che sia sufficiente un atto di responsabilità, applicando il principio di precauzione, cioè quello di dichiarare l'Abruzzo zona rossa da mercoledì, misura che adottiamo principalmente con l'ottica di dare sostegno agli ospedali".

"Siamo convinti nell'adottare che prima cominciamo prima ne usciamo - ha detto ancora il governatore - e forse riusciamo a salvare la stagione natalizia che anche sotto il profilo economico è ossatura del commercio e dell'economia del territorio e del Paese". Sui ristori, ha infine sottolineato, "è in corso l'interlocuzione con il Governo".

Anche altre amministrazioni decidono una stretta

Intanto, oltre all'Abruzzo, anche altre regioni hanno deciso di intervenire autonomamente con misure più stringenti. Il governatore della Basilicata, ad esempio, ha deciso lo stop alle scuole primarie e secondarie di primo grado che resteranno chiuse fino al 3 dicembre. "Abbiamo monitorato da subito i trend dei contagi derivanti dalla riapertura delle scuole - ha spiegato Vito Bardi - e cercato fino all'ultimo di evitare queste ulteriori misure restrittive, sia perché siamo pienamente consapevoli che la didattica in presenza è di fondamentale importanza per la crescita di questi studenti, in un momento delicato della loro formazione, sia perché siamo consapevoli che la chiusura delle scuole comporta un notevole disagio ai genitori costretti a riorganizzarsi per rendere compatibile il lavoro con l'assistenza ai propri figli".


Dal 6 novembre è regione rossa anche la Valle d'Aosta. Che sta valutando l'ipotesi di chiusura totale delle scuole e domani ne discuterà in Giunta. Inoltre, sarebbe anche prevista una campagna di test rapiti cui sottoporre tutti i docenti valdostani. Su un totale di circa 17 mila studenti, nella regione alpina ne risultano positivi 74 e in isolamento 729. Gli insegnanti contagiati sono 51 (216 in quarantena).


Il Trentino, invece, resta 'zona gialla' ma da oggi sono scattate misure ancora più stringenti in tre Comuni: Castello Tesino, Bedollo e Baselga di Pinè sono zona rossa perché l'indice di contagio è superiore al 3 per cento. Non solo. Un ulteriore irrigidimento delle restrizioni è stato adottato dalla Provincia di Bolzano che già nei giorni scorsi aveva dichiarato "zona rossa" l'intero Alto Adige che, secondo i parametri nazionali, sarebbe invece rientrato tra le zone gialle. La giunta provinciale di Bolzano passa da un approccio difensivo a uno più attivo con misure più restrittive per la scuola e le attività economiche ed un piano di test antigenici rapidi a tappeto a partire dagli ultimi giorni della prossima settimana. "L'obiettivo è di effettuarne 350.000, così da individuare i positivi asintomatici", ha detto Arno Kompatscher, governatore della provincia autonoma di Bolzano.
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