Politica

L'analisi

Conte, Di Maio e Zingaretti schierano i 5S per il sì a Draghi. Ma il governo politico può essere un ostacolo

(fotogramma)
L'avvocato accoglie la richiesta del Pd di aprire al tentativo dell'ex presidente Bce e di rilanciare l'alleanza giallorossa. E si mette alla guida del Movimento annunciando la  svolta in stile populista. Ma la richiesta di un esecutivo sostenuto dalla coalizione giallorossa può irrigidire Forza Italia e ancora di più la Lega, creando difficoltà al premier incaricato
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Qualcuno l'ha paragonato al "predellino" di Berlusconi del 2007 in piazza San Babila, ad altri è tornato alla mente il balcone di palazzo Chigi dal quale i ministri grillini festeggiarono il via libera al reddito di cittadinanza. Sicuramente la scelta estemporanea della piazza per annunciare una svolta politica è in pieno stile populista. Ma non c'è dubbio che la dichiarazione di Giuseppe Conte fuori da palazzo Chigi rappresenti un passaggio cruciale, sia per la trattativa sul governo Draghi, sia per il suo futuro e di quello del Movimento 5Stelle.


Prima di tutto Conte, che sembra si sia consultato con Grillo prima di pronunciarsi, prova a schierare i 5Stelle a favore del tentativo dell'ex presidente della Bce di formare un nuovo governo, ribaltando l'iniziale stop dei grillini. "Da me nessun ostacolo", dice il premier dimissionario, "non sono un sabotatore". Anzi auspica la nascita di un nuovo governo "solido e  politico." Rilancia l'alleanza con Pd e Leu come un progetto strategico che deve andare avanti. E si mette anche alla guida del Movimento ("io ci sono e ci sarò"), o comunque lancia un'opa pesante sulla sua leadership e sul ruolo di futuro candidato premier della coalizione.

In questo modo l'avvocato accoglie l'appello che il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha lanciato a lui e ai 5Stelle perché l'alleanza giallorossa sostenga unita il tentativo di Draghi. La richiesta di un governo politico punta a favorire questa convergenza, a fare in modo che i partiti non si sentano "commissariati" dai tecnici, a rassicurare i ministri uscenti che potrebbero avere ancora un ruolo nel futuro esecutivo. E che la dichiarazione fosse stata discussa e pianificata insieme lo dimostrano gli apprezzamenti dello stesso leader del Pd, di Dario Franceschini e di Luigi Di Maio che hanno subito accompagnato l'uscita di Conte.

La richiesta di un governo politico però può essere anche un'arma a doppio taglio, un elemento che potrebbe creare problemi al premier incaricato: la missione affidatagli da Mattarella è infatti quella di verificare la possibilità di far nascere "un governo di alto profilo che non debba identificarsi con alcuna formula politica". Dunque al di là delle maggioranze e degli schieramenti. E non c'è dubbio che la riproposizione del patto giallorosso rende molto più difficile l'adesione della Lega o anche della sola Forza Italia.
 

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