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M5s, via alla rifondazione dopo il vertice con Grillo. Conte dice sì: parteciperà con un ruolo ad hoc

All'hotel Forum di Roma il conclave dei big con il fondatore. Presenti anche Di Maio, Fico, Crimi, Taverna, Patuanelli, Fraccaro e Bonafede. Nel tardo pomeriggio il comitato di garanzia per eventuali modifiche dello statuto
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Sì a un ruolo di Conte nel futuro del Movimento Cinque Stelle. E l'esito del ristrettissimo vertice, iniziato alle 11.30 e durato tre ore, dei big pentastellati con il fondatore e Garante Beppe Grillo: un conclave che si sarebbe dovuto tenere a Marina di Bibbona nella villa del  fondatore del  Movimento e invece è stato spostato a Roma dopo una fuga di notizie. I pentastellati si sono infatti riuniti all'hotel Forum di Roma, albergo normalmente scelto da Grillo per i suoi soggiorni nella capitale.

Alla fine fonti grilline hanno fatto sapere che per l'ex presidente del Consiglio sarebbe pronto un ruolo ad hoc all'interno del Movimento. E di conseguenza nelle prossime ore non si escludono nuove decisioni su eventuali modifiche allo Statuto, il Comitato di garanzia è al lavoro. Conte ha raccolto l'invito a elaborare nei prossimi giorni un progetto rifondativo e per il suo ingresso formale ai vertici Movimento mancherebbe comunque poco. Magari solo il tempo di sciogliere qualche nodo legale sullo strumento da usare per la rifondazione.

Per il M5s si tratta ora di riorganizzare a 360 gradi la  struttura interna, e con ogni probabilità il rapporto con la piattaforma Rousseau. Il giudizio sull'incontro è stato positivo: "Bellissima giornata - ha twittato Grillo - tutte le cose che non verranno pubblicate sono vere", ha scritto in polemica con i giornalisti. Poi, sul suo blog, ha aggiunto: "Transizione ecologica vuol dire futuro, non solo per salvare il pianeta ma per garantire un buon futuro a tutte le persone", ha scritto. E in serata è arrivato il post del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: "Sono anni che ci danno per morti, sbagliando. Il MoVimento 5 Stelle non solo è vivo, il MoVimento è il presente e scriverà il futuro di questo Paese".

Il summit

Come anticipato in questi giorni da Repubblica, all'incontro hanno partecipato in presenza, oltre a Conte, anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il capo politico reggente Vito Crimi, il presidente della Camera Roberto Fico, la vicepresidente del Senato Paola Taverna, i capigruppo al Senato e alla Camera, Ettore Licheri e Davide Crippa, e Alfonso Bonafede. Collegato in video, invece, il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli. L'ex presidente del Consiglio ha lasciato il vertice qualche minuto prima delle 15. Dopo di lui Grillo è andato via che, indossando un casco da astronauta, è uscito dall'hotel circondato dai giornalisti, fotografi e telecamere, ma non ha rilasciato dichiarazioni.

M5S, Grillo a Roma per il "conclave" del Movimento. Esce dall'hotel con il casco da astronauta

Il summit è stato convocato per ripensare le fondamenta del Movimento e tentare di dare al partito una nuova guida dopo le ultime defezioni (tra cui quella di Alessandro Di Battista) e le espulsioni dei dissidenti alla Camera e al Senato. In molti, a partire da Grillo, pensano infatti che Conte sia il nome più giusto per guidare il Movimento e per conferirgli un incarico i pentastellati potrebbero decidere di cambiare il loro statuto. "Conte è il leader naturale del Movimento", ha confermato oggi nell'intervista a Repubblica il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli: "Ha il profilo giusto per una manutenzione straordinaria del partito".

Conte come capo unico del Movimento

L'idea è di Grillo è di conferire all'ex premier un ruolo come unico capo unico. Secondo quanto riferisce l'Adnkronos, durante il vertice nella Capitale alcuni 5 Stelle avrebbero sollevato la necessità di affiancare al ruolo politico uno o due vice, per non centralizzare troppo il potere nella mani di un'unica persona. Non solo. Altri, tra questi Crimi, avrebbero sottolineato la necessità di non ignorare il voto della base, che ha indicato la strada di una 'governance' a 5 al posto del capo politico, votando la modifica dello statuto in tal senso. Uno dei possibili compromessi, potrebbe essere quello di trasformare il cosiddetto comitato direttivo in una sorta di segreteria politica, da affiancare a Conte.

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