Il presidente dell’Ucraina, la sua villa in Toscana e gli intrallazzi dei Pandora Papers

Il presidente dell’Ucraina, la sua villa in Toscana e gli intrallazzi dei Pandora Papers

17 Febbraio 2022 0

Se l’invasione russa del 16 febbraio (tanto sbandierata dai media occidentali) fosse avvenuta per davvero, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sarebbe rimasto a Kiev a difendere fino all’ultimo la capitale oppure si sarebbe rifugiato in un luogo più tranquillo e sicuro? Magari un posto più soleggiato rispetto alle foreste e alle fredde pianure dell’Ucraina, ad esempio un luogo come… la Toscana. Sì, perché occorre ricordare che Zelensky possiede una lussuosa villa in provincia di Lucca, precisamente a Forte dei Marmi, prestigiosa località turistica frequentata soprattutto da VIP. Ironia della sorte, in caso di fuga il presidente ucraino sarebbe scappato dalla guerra ma non dagli invasori russi: il Forte notoriamente è infatti meta degli straricchi di Mosca, oltre che di tanti altri miliardari di diverse nazionalità. È insomma una località balneare in cui stanno diventando una minoranza i turisti italiani o italianizzati, come ad esempio i numerosi ucraini che vivono e lavorano in Italia, fuggiti dalla miseria e dall’instabilità del proprio Paese, e che oggi formano una comunità di immigrati che per dimensioni è la quinta dello Stivale: immaginiamo che i coniugi Zelensky, quando scelsero di prendersi una villa al mare a Forte dei Marmi, sapessero che come vicini di ombrellone non avrebbero avuto una coppia di ucraini in cui lei fa la badante e lui l’autista di camion, ma degli oligarchi, magari sul genere di quelli che l’attuale presidente aveva promesso di combattere.

La sua campagna elettorale del 2019 era infatti improntata alla lotta contro la corruzione e contro lo strapotere dei miliardari, con la promessa di consegnare stabilmente allo Stato l’autorità e la capacità di mantenere la giustizia nei rapporti sociali ed economici. E in parte Zelensky lo ha fatto per davvero, ma in patria molti lo accusano di aver tolto potere agli oligarchi (specialmente quelli filo-russi) non per darlo al popolo ucraino, ma per rinforzare il proprio gruppo di interesse e contemporaneamente togliendo di mezzo degli avversari politici. C’è da dire, comunque, che la villa in Toscana l’aveva comprata ben prima di “scendere in campo”. Zelensky si presentava agli elettori come uomo del popolo ma era già diventato ricchissimo come attore e produttore. L’atto di acquisto risale infatti al 2015 e nel 2018 la sua valutazione (stando alla dichiarazione dei redditi dello stesso Zelensky) era di 3 milioni di euro. Oggi la villa è intestata alla moglie Elena, o per meglio dire alla San Tommaso s.r.l., società italiana con sede a Cantù che fa capo alla signora Zelensky. Negli ultimi tempi la casa è stata data in affitto a 12mila euro al mese; al momento pare vi risieda un cittadino statunitense con la famiglia. Non solo: la villa è statta messa in vendita alla modica cifra di 4,5 milioni di euro, come da annuncio pubblicato su siti Internet dedicati a immobili di lusso.*

La questione della villa è stata ampiamente dibattuta sui media ucraini, ma su Zelensky grava il sospetto di non aver dichiarato subito la proprietà al fisco. La sua ricchezza è un argomento tornato alla ribalta da qualche mese, a seguito dello scandalo internazionale dei Pandora Papers: questo nome designa le carte che inguaiano molti nomi della politica e dello spettacolo di tutto il mondo perché contengono gli elenchi dei detentori di società offshore che si erano fino a quel momento mantenuti “riservati”. Con tali società, costoro hanno fatto lucrosi affari stando al riparo dalle mani del fisco del proprio Paese e hanno fatto circolare denaro senza doverlo dichiarare. Per quanto riguarda Zelensky, a quanto risulta è stato titolare di una casa di produzione e distribuzione di film e programmi televisivi registrata in un paradiso fiscale. E lo è stato per diversi anni, almeno a partire del 2012, anno in cui la sua azienda ha iniziato a fornire con regolarità materiali e contenuti per i canali televisivi detenuti da Ihor Kolomoysky, magnate di vari settori, tra cui quello bancario, in passato persino governatore della oblast’ (regione) di Dnipropetrovsk e oggi messo dagli Stati Uniti nella lista dei sanzionati con pesanti accuse di truffa e appropriazione indebita. Proprio a un mese dalle elezioni del 2019 che lo videro vincitore, Zelensky avrebbe ceduto la società a un amico, trovando comunque il modo di far arrivare alla sua famiglia i proventi degli affari ai cui ufficialmente aveva rinunciato. Quell’amico era Serhiy Shefir, che è stato poi nominato consigliere alla presidenza e che recentemente è sfuggito a un attentato (lo scorso settembre hanno sparato alla sua auto più di dieci colpi di fucile automatico mentre lui era a bordo). La cessione delle quote è avvenuta a beneficio della Maltex Multicapital Corp., società detenuta da Shefir e registrata alle Isole Vergini Britanniche, territorio d’oltremare del Regno Unito nel Mar delle Antille, la cui economia si basa sul turismo e sulla presenza delle società offshore. Come è saltato fuori da Pandora Papers, Zelensky e la sua cerchia avevano ben più che una sola società nei paradisi fiscali: avevano – o hanno ancora in maniera indiretta, forse un giorno sarà stabilito – un’intera rete di società grazie alla quali concludere affari di vario genere, tra cui l’acquisto di immobili nel centro di Londra. Da qui alle elezioni del 2024 Zelensky potrebbe avere molte gatte da pelare, se gli inquirenti decideranno di fare maggiore chiarezza sulla sua partecipazioni ad affari “schermati” dalle società paravento e se i suoi contendenti proveranno a sfruttare le ombre gettare da questa faccenda.

*Il nostro giornale ha provato a contattare sia l’agenzia immobiliare che sta seguendo l’affare sia la stessa San Tommaso s.r.l., ma entrambe hanno rifiutato di rilasciare dichiarazioni.

Martin King
Martin King

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