Partiamo dal 2014, quando viene deposto il presidente ucraino Janukovyč che stava stringendo accordi con Putin e che quindi nel bene o nel male avrebbe posto fine allo scontro tra Ucraina e Russia. Arriva un presidente filoeuropeista – potremmo dire filoamericano – che invece chiude ogni accordo con Mosca, aprendo invece agli accordi con l’Unione Europea. Ora, l’obiezione legittima che mi viene spesso sollevata è la seguente: “Non credi che un paese e soprattutto i suoi giovani aspirino a un modello di vita e ad un modello economico occidentale?”. Assolutamente sì. Tutto legittimo.
Anzi, io credo fermamente che la volontà di gran parte dei giovani ucraini sia di aspirare ad un modello diverso. Purtroppo però quella loro legittima aspirazione è stata completamente strumentalizzata per interessi sovranazionali da apparati americani per imporre un proprio fantoccio. I giovani ucraini a mio parere non vogliono finire nella morsa dei russi, ma non credo neanche che vogliano essere guidati da un fantoccio filoamericano che porta avanti interessi estranei al popolo ucraino.

Eppure l’ingerenza degli statunitensi in quei fatti del 2014 non è certo una teoria del complotto, essendo ormai tutto documentato.
Io non voglio usare la parole “golpe” come fanno molti dei miei colleghi, ma non intendo sminuire il ruolo genuino e concreto di una parte della piazza. Non ci sono dubbi – e lo dimostreremo coi dati ufficiali – che il nuovo Governo sia stato poi deciso unicamente dagli Stati Uniti e dai suoi partner, e la conseguente deriva filoatlantista intrapresa dall’Ucraina è stata completamente eterodiretta.
Pensate che il parlamento di Kiev dal 2014 ha approvato per la prima volta nella storia la nomina di cittadini stranieri nel Governo. Avete capito bene: come ministro delle Finanze hanno scelto la statunitense Jaresko, che era soltanto di origine ucraina, ma che è nata a Chicago e amministratore delegato di un fondo di investimenti. Le hanno concesso – pensate – la cittadinanza ucraina soltanto poche settimane prima che fosse nominata ministro, e non ha dovuto rinunciare neanche alla doppia cittadinanza americana.

Il Ministero dell’Economia è andato invece a un banchiere lituano, il quale ha ricoperto incarichi nel dipartimento di Stato americano. Ma la cosa più assurda è che la scelta dei candidati stranieri per il nuovo esecutivo ucraino è stata seguita da società straniere, in particolare la Fondazione Renaissance del miliardario speculatore americano George Soros, che come riportato da “Il Sole 24 Ore” avrebbe pagato 80mila dollari per sostenere le società coinvolte nella selezione dei membri del governo. Ritenete che questo sia accettabile? In pratica gli apparati americani hanno palesemente commissariato il governo ucraino, tutto questo sotto gli occhi di Putin.

Nell’articolo de Il Sole 24 Ore si legge addirittura che Soros avrebbe sfacciatamente confessato a Zakaria della CNN di aver contribuito a rovesciare il governo filorusso.
– “Una cosa che molti le riconoscono” domanda Zakaria a Soros “è l’aver finanziato gruppi e attività di dissidenti nell’est Europa, in Polonia e in Repubblica Ceca durante le rivoluzioni del 1989, avendo dunque un ruolo nella caduta del Muro di Berlino e nella fine della Guerra Fredda (e ovviamente nella dissoluzione dell’Unione Sovietica), poi” domanda il giornalista, “sta facendo la stessa cosa in Ucraina?“.
Soros risponde: “Ho una fondazione in Ucraina da prima che diventasse indipendente dalla Russia, questa fondazione è sempre stata in attività e ha giocato un ruolo determinante negli eventi di oggi“.

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