È morto a Milano, a 90 anni, il poeta Franco Loi. Nato a Genova nel 1930, si era trasferito a Milano giovanissimo, dove aveva iniziato a produrre le sue poesie in dialetto milanese, tra l’epica popolare e l’intimismo lirico. Oltre che essere considerato uno dei maggiori poeti del Dopoguerra, Loi era anche critico letterario. In un’intervista a Tempi, all’età di 81 anni, dichiarò: “Scrivo perché mi è necessario e lo scrivere apre dentro una strada che diventa profonda e consapevole. Scrivere poesie mi fa più cosciente di me stesso. Fa risorgere qualcosa di dimenticato”. Dopo la notizia della sua morte, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in un post scrive: “Apprendiamo con tristezza la notizia della sua scomparsa. Milano ricorderà la sua straordinaria lirica colma di realismo, capace di mescolare diversi elementi e influenze”.

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Il rapporto padre-figlio è sempre complesso. Lo sapeva bene pure Tiziano Terzani

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Perdere la testa per la lirica, dove la realtà diventa “più reale”. Perché l’opera è il luogo ideale dopo i lockdown (anche per chi non la conosce)

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