Category:Calesse di Resina

From Wikimedia Commons, the free media repository
Jump to navigation Jump to search
Italiano: "Corricolo è sinonimo di calessino; ma poiché non vi è sinonimo perfetto, spieghiamo la differenza che passa tra il corricolo ed il calessino. Il corricolo è una specie di tilbury, originariamente destinato a contenere una sola persona e a essere tirato da un sol cavallo; vi si attaccano invece due cavalli e trasporta da 12 a 15 persone. E non si creda che vada al passo: esso va al galoppo (...) e percorre le vie di Napoli sprizzando scintille da un selciato di lava vesuviana e sollevando una polvere di cenere. (...) Abbiamo detto che questo tilbury destinato ad una sola persona, ne trasporta ordinariamente da 12 a 15: ciò richiede una spiegazione. (...) Anzitutto e quasi sempre, un grosso monaco è seduto nel mezzo e forma il centro dell'agglomerato umano (...) Su uno dei ginocchi del monaco siede una fresca nutrice d'Aversa o di Nettuno, e sull'altro una bella contadina di Bacoli o di Procida. Ai due lati del monaco, tra le ruote e la cassa, si tengono in piedi i mariti di queste signore. Dietro il monaco si rizza sulla punta dei piedi il conducente o il proprietario del corricolo, stringendo nella mano sinistra le redini e nella mano destra la lunga frusta con la quale eccita la corsa dei cavalli. Dietro di lui si aggruppano a loro volta, alla maniera dei valletti delle case patrizie, due o tre lazzaroni che salgono, scendono, si succedono, si rinnovano, senza che si pensi mai a domandar loro un prezzo qualsiasi in cambio del servizio reso. Sulle due stanghe sono seduti due monelli raccolti sulla via di Torre del Greco o di Pozzuoli, ciceroni soprannumerarii delle antichità di Ercolano e Pompei, guide color cioccolato delle antichità di Cuma e di Baia. Infine, sotto l'asse della vettura, tra l'una e l'altra ruota, in una rete a grosse maglie che va sballottando dall'alto al basso e da un lato all'altro, brulica qualche cosa di informe che ride, che piange, che grida, che borbotta, che si lamenta, che canta, ma che è impossibile distinguere tra la polvere sollevata dai cavalli: sono tre o quattro marmocchi che appartengono non si sa a chi e che vanno non si sa dove, che vivono non si sa di che, che sono là non si sa come e che vi restano non si sa perché. Addizionate il monaco, le contadine, i mariti, il conducente, i lazzaroni, i monelli, i marmocchi, aggiungete il poppante dimenticato e avrete, in totale, 15 persone. Accade a volte che il fantastico veicolo, carico come è, passi su una pietra e si rovesci. Allora tutti i passeggeri si sparpagliano ai due lati della strada, ognuno lanciato più o meno lontano dal suo stesso peso. Ma ciascuno si leva e dimentica il suo accidente per non occuparsi che di quello del monaco, lo si tasta, lo si gira, lo si rigira, lo si solleva, lo si interroga. Se egli è ferito, tutti sospendono la loro corsa e il monaco è sostenuto, trasportato, messo a letto e curato. Il corricolo è accantonato in un angolo di un cortile, i cavalli messi in una improvvisata scuderia; per quel giorno il viaggio è finito; si piange o si prega. Ma se al contrario il monaco è sano e salvo, nessuno si sente male; egli si rimette al suo posto, la nutrice e la contadina riprendono posizione sui suoi ginocchi, ciascuno si ristabilisce, si raggruppa, e al solo grido eccitatore del cocchiere, il corricolo riprende la sua corsa, rapido come il lampo e instancabile come il Tempo. Ecco che cosa è il corricolo." (Alexandre Dumas in "Il Corricolo").

English: "Corricolo is synonymous with calessino; but since there is no perfect synonym, we explain the difference between corricolo and calessino. Corricolo is a kind of tilbury, originally intended to contain a single person and to be pulled by a sol horse; instead two horses attach themselves and it carries from 12 to 15 people. And do not believe that it keeps pace: it gallops (...) and runs through the streets of Naples, sparking sparks from a pavement of Vesuvian lava and raising a dust of ash. (...) We have said that this tilbury destined for one person, routinely carries 12 to 15: this requires an explanation. (...) First and foremost, a large monk is seated in the means and forms the center of the human agglomeration (...) On one of the monk's knees sits a fresh nurse from Aversa or Nettuno, and on the other a beautiful peasant woman from Bacoli or Procida. On both sides of the monk, between the wheels and the box, the husbands are standing i of these ladies. Behind the monk, the driver or owner of the corricolo stands on tiptoe, clutching the reins in his left hand and the long whip with which he excites the horse race in his right hand. Behind him group in turn, in the manner of the valets of the patrician houses, two or three lazar who rise, descend, succeed, renew themselves, without ever thinking about asking them for any price in exchange for the service rendered. On the two poles there are two little boys gathered on the way to Torre del Greco or Pozzuoli, supernumerary ciceroni from the antiquities of Herculaneum and Pompeii, chocolate-colored guides from the antiquities of Cuma and Baia. Finally, under the axle of the car, between one and the other wheel, in a network with large meshes that is tossing from top to bottom and from one side to the other, swarms with something shapeless that laughs, that she cries, who screams, who mumbles, who complains, who sings, but that it is impossible to distinguish between the dust raised by the horses: there are three or four brats who belong to it is not known to whom and who go they do not know where, who live not we know of what, who are there we don't know how and what remains there we don't know why. Add the monk, the peasants, the husbands, the driver, the lazzaroni, the brats, the brats, add the forgotten baby boy and you will have, in total, 15 people. Sometimes it happens that the fantastic vehicle, loaded as it is, passes over a stone and overturns. Then all the passengers scattered on both sides of the road, each launched more or less far from its own weight. But each one rises and forgets his accident so as not to concern himself with that of the monk, one touches it, turns it, turns it over, lifts it up, questions it. If he is injured, everyone stops running and the monk is supported, transported, put to bed and cared for. The corricolo is set aside in a corner of a courtyard, the horses placed in an improvised stable; for that day the journey is over; we cry or pray. But if on the contrary the monk is safe and sound, nobody feels bad; he puts himself back in his place, the nurse and the peasant girl take up a position on his knees, each one restores himself, regroups, and at the excitement of the coachman only, the corricolo resumes its run, quick as lightning and tireless as Time. Here is what the corricolo is. "(Alexandre Dumas in" Il Corricolo "). per Google