Achille Ottaviani, morto a 73 anni l'editore, politico ed ex giornalista veronese

diLillo Aldegheri

Si è tolto la vita l'ex sindaco di Soave. Fu anche parlamentare con la Lega. Creatore di tv e giornali, fu condannato per diffamazione a Carlo Cracco

Ottaviani

Achille Ottaviani aveva 73 anni (archivio)

Si è tolto la vita, a Verona, Achille Ottaviani. Aveva 73 anni. Editore, uomo politico e giornalista, Ottaviani ha avuto una vita tumultuosa, tra intuizioni di successo e cadute disastrose, ma è stato comunque, per molti anni, un protagonista della vita pubblica veronese. Nato da famiglia di possidenti terrieri di Cadidavid, aveva scelto la strada del giornalismo, affiancata poi da quella dell’impegno politico e parlamentare. Tra gli anni ’70 e ’80 aveva collaborato a L’Espresso, La Repubblica, Lettera Finanziaria ed altre testate nazionali. Fondatore di decine di testate scaligere (Verona Magazine, Verona sette, Il Mattino di Verona, La Cronaca) aveva creato una serie di pubblicazioni (Verona Protagonista ed altre) cui avevano collaborato le firme più note del giornalismo di quegli anni. 

La televisione e la politica

Nel 1979 aveva fondato l’emittente televisiva TeleArena, che aveva poi avuto uno sviluppo in quei tempi imprevedibile. Nel 1992 era stato eletto senatore della Lega Nord, parte della pattuglia dei primi tre rappresentanti veronesi del Carroccio (assieme a lui arrivarono in Parlamento Enzo Flego e Mauro Bonato). Nello stesso periodo era stato anche sindaco di Soave (anche in questo caso, uno dei primissimi sindaci leghisti nel Veronese) incarico che aveva mantenuto solo per pochi mesi. Vicinissimo a Umberto Bossi (aveva tra l’altro ideato il “passaporto padano” ai tempi in cui il Carroccio puntava sulla secessione) aveva sfiorato anche un incarico governativo. Risalgono ad allora molte delle sue polemiche che erano debordate fino ad arrivare sulla stampa nazionale (era stato lui a coniare, per Alba Parietti, la definizione di “coscia lunga della sinistra”). Come in quasi tutte le sue iniziative, peraltro, al momento del massimo successo era seguita una brusca caduta, e la sua carriera politica si era rapidamente conclusa. 

L'accusa a Cracco

Tornato all’editoria, aveva lanciato una miriade di nuove iniziative, ma era incorso anche in una serie di guai giudiziari con diverse condanne. Su tutti i giornali erano finite le sue accuse (seguite da condanne) nei confronti di un sacerdote veronese e dello chef pluristellato Carlo Cracco, che lui aveva definito” il Re Sole della padella”. Gli ultimi anni della sua vita sono stati decisamente difficili, e non solo sul versante economico. Il mondo politico e quello editoriale erano diventati una cosa molto diversa da quella che aveva consentito le sue impennate. 

Il gossip

Le “sue” formule informative, basate sulla conoscenza (e la benevolenza) di tutta la “Verona che conta”, sempre più spesso sconfinavano verso il gossip (non a caso al gossip era dedicata una delle sue rubriche più note) mentre le sue capacità di contatti coi “piani alti” perdevano colpi, gli impegni si addensavano su di lui come nuvole sempre più nere, trasformando in ostacoli insuperabili quelli che per lui erano stati quasi dei “giochi” da affrontare con una disinvoltura che spesso, anche per chi lo conosceva bene, aveva dell’incredibile. E anche dell’insopportabile. Il confine tra ironia e sarcasmo, quello tra malizia e cattiveria, quello tra indiscrezione e acredine si facevano sempre più vaghi. Moltissimi avevano scelto di allontanarlo. 

La solitudine

Le serate di festa, dall’Elba a Cortina, erano via via diventate serate di solitudine. E come è stato scritto, la solitudine genera altra solitudine. Fino all’ultimo giorno, quando non si riesce più a sopportarla, decidendo di farla finita in un angolo di quelle Torricelle, che avevano visto trascorrere, tanto tempo addietro, le sue giornate più luminose. 

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2 giugno 2023 2023