Bruce Springsteen
Bruce Springsteen Jemal Countess/Getty Images
Il commento

È giusto che Bruce Springsteen faccia il suo concerto a Ferrara?

La città è al confine dei territori più colpiti dall'alluvione dell'Emilia Romagna, il sistema dei sicurezza è sotto pressione e ci sono danni per miliardi: l'opportunità di un concerto dalla pratica alla morale

Il piano è duplice. Da un lato c’è la questione pratica, dall’altro quella morale. Il concerto di Bruce Springsteen al parco urbano Bassani di Ferrara si farà: stasera, dopo sette anni, il rocker statunitense tornerà a suonare in Italia. L’occasione, per l’alluvione in Emilia Romagna e per il paese, non poteva essere più luttuosa, con i nove morti delle esondazioni seguite al violento ciclone che si è accanito su parte della regione e migliaia di persone evacuate, danni per miliardi di euro e forze dell’ordine e sanitari sotto pressione. Fuori dalle polemiche da social, è giusto chiedersi se non fosse il caso di cancellare ed eventualmente rinviare l’evento – che conta oltre 50mila biglietti venduti – così come è stato fatto per altri grandi appuntamenti, incluso il gran premio di F1 di San Marino a Imola in programma nel fine settimana.

Soccorsi per l'alluvione in Emilia Romagna
Secondo Arpa Emilia-Romagna, sono 22 i fiumi esondati, altri 10 oltre la soglia di allarme. In 37 comuni si registrano degli allagamenti, 250 le frane segnalate

Se è vero che Ferrara è ai confini dell’area colpita dalle violente piogge degli ultimi giorni e, come spiega Claudio Trotta, capo della Barley Arts e promoter di Bruce Springsteen per l'Italia, “le scuole non sono state chiuse e per il meteo si prevede miglioramento. Lavoriamo per una giornata memorabile”, è altrettanto vero che siamo a un passo da un'area disastrata. E che in termini di forze di sicurezza, compresi i vigili del fuoco, e operatori sanitari forse sarebbe stato sensato lasciare il sistema di soccorso regionale con meno “pesi” ed eventi possibili da gestire almeno per questa settimana. Si chiama saper fare un passo indietro.

Ci sono poi da considerare la viabilità devastata da giorni di allagamenti, compresa l’autostrada A14, e i collegamenti ferroviari interrotti o a singhiozzo: a quanto pare decine di biglietti del concerto sono stati messi in vendita nelle ultime ore, perché è evidente che fra gli acquirenti e i fan ci fossero anche persone della zona che stanno combattendo col maltempo e hanno priorità ben diverse che una pur “memorabile”, come dice Trotta, serata. E forse ci sarà pure chi – giustamente – non se la sente proprio di mettersi in viaggio con un quadro tanto grave e una devastazione così imponente sotto gli occhi.

Questo, infatti, è il passaggio più delicato: pur ammettendo di riuscire a gestire un appuntamento così complesso in termini logistici e di organizzazione, ha senso confermarlo due giorni dopo i fatti più gravi, mentre a 80 chilometri la gente è ancora sott’acqua? Come sempre sul punto ci si divide in modo sanguinoso: c’è chi condanna senza scampo la scelta di non bloccare la macchina in corsa e chi, invece, inquadra questi eventi come immediate occasioni di riscatto e sollievo dal trauma.

La verità è che in questi casi c’è solo una persona che può intestardirsi e, in virtù della propria sensibilità e delle proprie risorse, decidere per il sì, per il no e soprattutto per il come. Ed è l’artista, specialmente quando è un mito assoluto come il Boss. Evidentemente in questo caso se Springsteen ha ricevuto le rassicurazioni che voleva sul lato organizzativo - le dichiarazioni di Trotta ce lo confermano - su quello dell’opportunità o meno di suonare ha deciso di andare avanti. Speriamo solo che l’evento non sottragga risorse prezioso ai territori più colpiti: ognuno, poi, parteciperà a modo suo. Nessuno può ordinarci come elaborare i traumi ma certo qualche conto con la realtà che ci circonda bisognerebbe farselo.