«Il nostro lavoro è garantire risposte immediate, non è il momento delle passerelle. Sono scesa in posti diciamo così a caso», ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti all’esterno della prefettura di Ravenna. Meloni ha anticipato il suo rientro dal Giappone dove si trovava per il G7 e si è recata subito in Emilia-Romagna. Lo ha fatto cinque giorni dopo le piogge torrenziali che hanno devastato ampie aree della regione e ha deciso di farlo in sordina.

Le conferenze

Dopo una settimana di conferenze stampa dei suoi ministri che si sono alternati nelle zone alluvionate, la premier ha optato per una visita quasi riservata: una piccolissima delegazione composta dal fidato viceministro alle Infrastrutture, Galeazzo Bignami, e pochi membri del suo staff. Un’occasione per ribadire ai cittadini, come ha detto al sindaco di Cesena Enzo Lattuca in una telefonata, che «il governo c’è».

Meloni ha incontrato il presidente della regione Stefano Bonaccini al casello di Forlì, prima di visitare alcuni dei comuni più danneggiati. Il pomeriggio è finito incontrando il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio in prefettura. «È ancora difficile fare una previsione delle stime dei danni, ma so che sono ingenti», ha riferito Meloni ai giornalisti, però «finché non siamo sicuri che la situazione si fermi diventa molto difficile». In ogni caso «andranno mobilitate molte risorse».

Bonaccini le ha ripetuto che in vista dell’incontro per il prossimo Consiglio dei ministri di domani ha già preparato un documento con richieste specifiche redatto insieme a imprese e sindacati, vorrebbe ottenere «rimborsi al cento per cento e procedure veloci». Il presidente, oltre alla sospensione degli adempimenti fiscali, preme perché vengano usate tutte le linee di credito europee possibili, incluso il Pnrr. Resta implicita la richiesta che lui in prima persona venga nominato commissario per la ricostruzione.

La premier resta cauta, e dopo giorni di promesse dei ministri, ha spiegato che lunedì sarà il giorno per «ottimizzare i provvedimenti». Ha ringraziato tutti, ma adesso dovrà decidere cosa mettere nel decreto per far fronte all’emergenza. Come già anticipato dal vicepremier Matteo Salvini, l’esecutivo non pensa di ricorrere al Piano nazionale di ripresa e resilienza: «Le risorse che il Pnrr destina a questa fattispecie viaggiano intorno ai 2,5 miliardi ma in alcuni casi sono già mobilitate su progetti esistenti e vanno spese entro il 2026».

La visita riservata

«Si vedeva anche dai video, ma con i propri occhi è diverso», ha detto Meloni ai giornalisti al termine del sopralluogo. Atterrata a Rimini intorno alle 12, è rimasta in incognito per diverse ore. «Nessuno sa dove sia la premier Meloni oggi e questo però io penso sia un fatto molto apprezzabile», ha detto il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, nessuno vuole «passerelle con codazzi di centinaia di persone».

I sindaci preferiscono le azioni concrete e una convocazione ufficiale da parte di palazzo Chigi. Tra le tappe «quasi a caso» di Meloni, Ghibullo frazione di Ravenna, dove, ha detto un cittadino commosso, non si erano visti ancora né Bonaccini né il sindaco. Selfie, strette di mano e abbracci. «Siete molto bravi a portare le cose da mangiare. È molto bello quello che fate, mi dispiace», ha detto lei dopo essersi affacciata al finestrino dell’auto dei soccorritori.

Meloni, oltre a complimentarsi con i volontari, ha evitato l’incontro con i contestatori. Fuori dalla prefettura di Forlì l’aspettava un gruppo di attivisti per il clima di Fridays for Future con cartoncini a comporre la scritta «Non è maltempo, è crisi climatica». «Il governo - ha detto Agnese Casadei di FfF - si sta macchiando del sangue delle vittime, 14 vittime accertate di questo disastro. In passato non hanno fatto altro che ignorare la comunità scientifica, quindi tutti i governi passati sono responsabili dei disastri che stanno avvenendo adesso».

Il clima e l’allerta

Anche papa Francesco ha affrontato il tema. Dopo il Regina Coeli ha fatto distribuire copie della sua enciclica sull’ecologia integrale Laudato si’ ai fedeli in piazza San Pietro. «Invito tutti a collaborare per la cura della nostra casa comune: c’è tanto bisogno di mettere insieme competenze e creatività! Ce lo ricordano anche le recenti calamità, come le inondazioni che hanno colpito in questi giorni l’Emilia-Romagna, alla cui popolazione rinnovo di cuore la mia vicinanza».

I romagnoli sono ancora in piena emergenza anche se ieri sono diminuite le persone che hanno dovuto lasciare la propria casa a causa dell’alluvione: 26.324, circa diecimila in meno rispetto al giorno precedente. Un numero ancora molto alto, così come quello dei comuni coinvolti dagli allagamenti, 43. In molte zone è confermata l’allerta rossa anche per lunedì. Attive circa 305 frane in 54 comuni. Dove è arrivata, l’acqua non ha risparmiato nulla, è stato distrutto anche il cimitero di Faenza.

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