Economia

Servono 5 miliardi: la conta dei danni tra campi, aziende, strade e turismo

Servono 5 miliardi: la conta dei danni tra campi, aziende, strade e turismo
(fotogramma)
Per gli agricoltori ci vorranno anni e fino a 2 miliardi. Salvini stima 620 milioni per strade e ferrovie. Irraggiungibili
ancora tanti capannoni
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CERVIA - Le campagne romagnole in questi giorni sembrano sconfinate risaie. Solo che dall’acqua emergono vigne, peri, pesche nettarine o piante di kiwi. Poi c’è tutto quello che invece non emerge proprio come il grano, le patate o le bietole. Il conto dei danni provocati dall’alluvione non può che partire dai campi dove le piante stanno soffocando. Consapevoli però che alla somma finale bisogna aggiungere strade interrotte e ponti crollati, i capannoni allagati, i macchinari danneggiati, le aziende che lavorano a ritmo ridotto e gli alberghi, che stanno ricevendo disdette per le vacanze. Oltre che i cumuli di rifiuti riemersi dalle case allagate.

"Parliamo di miliardi", suggerisce prudente l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, che non azzarda cifre. Le stime del resto sono molto difficili da fare, con parte della Romagna ancora sott’acqua. Gli agricoltori calcolano ricadute che vanno da 1 a oltre 2 miliardi a seconda delle associazioni e dei comparti, per le strade e le infrastrutture la Regione e i ministri Salvini e Piantedosi ieri hanno stimato 620 milioni di danni ma senza contare le strade comunali. Poi vanno aggiunti turismo, industria e servizi. Per l’alluvione del 2 e 3 maggio la Regione aveva parlato di almeno un miliardo di danni. Stavolta l’area colpita è molto più ampia. Il calcolo potrebbe quindi facilmente raggiungere o superare i 5 miliardi.

Intanto tutte le associazioni di categoria e i sindacati dell’Emilia-Romagna, riuniti nel Patto per il lavoro e per il clima, stanno lavorando assieme alla Regione alle richieste da presentare martedì al governo che li riceverà. L’elenco provvisorio comprende, ovviamente dopo la messa in sicurezza delle persone, la sospensione delle scadenze tributarie e contributive, il blocco dei mutui, l’attivazione di una linea straordinaria del Fondo di garanzia, la sospensione dei processi e del pagamento delle utenze, la sistemazione delle strade e contributi vari per ricostruzione e delocalizzazione temporanea delle attività colpite. Oltre che la proroga per i lavori in Superbonus e ammortizzatori sociali straordinari.

Gli agricoltori sono i più preoccupati. Secondo Coldiretti l’alluvione ha compromesso produzioni che valgono 1,5 miliardi e sono andati persi 400 milioni di chili di grano, ma la raccolta della frutta è danneggiata per almeno 4-5 anni perché molte piante andate in asfissia radicale andranno espiantate. Coldiretti calcola 5mila imprese agricole colpite e 50mila posti di lavoro a rischio. "Ripiantare un frutteto costa 50mila euro all’ettaro, per un vigneto ce ne vogliono 40mila - calcola Andrea Betti, vicepresidente di Confagricoltura Emilia-Romagna - Secondo me potremmo arrivare ai 2,5 miliardi di danni solo per l’agricoltura".

Ai campi si collega l’industria della trasformazione. Nello stabilimento di Barbiano di Conserve Italia 80 centimetri d’acqua hanno sommerso succhi di frutta in lavorazione, macchinari e imballaggi. "Gli impianti potrebbero essere compromessi. E i 7mila soci agricoltori che ci forniscono la frutta hanno i campi allagati", ragiona Maurizio Gardini, che è presidente di Conserve Italia e di Confcooperative: "Ci sono vigneti franati in collina, allevamenti di polli e ovaiole sommersi. Servono interventi celeri".

A tutto questo si aggiungono le difficoltà di rifornimento: Caviro a Forlì non ha subìto danni ma imbottiglia un milione di brick e bottiglie al giorno, che però devono arrivare, mentre Orogel attende i prodotti da surgelare e Amadori i mangimi per i polli. Ma con le strade interrotte si rischiano rallentamenti.

Il turismo è invece preoccupato, più che per le mareggiate (ieri il Comune di Riccione ha postato su Facebook la foto di una spiaggia già rimessa a nuovo) dalle disdette che stanno arrivando. "All’estero si pensa che sia impossibile fare le vacanze qui, ma non è vero", spiega Tiziano Samorè, di Confartigianato Ravenna, mentre Marco Pasi, Confesercenti, racconta che "piovono disdette anche per il mese di luglio. E una volta perse, non si recuperano". Per questo la Regione sta pensando a una campagna pubblicitaria ad hoc, specie verso la Germania, tradizionale bacino di turisti della Romagna.

Infine, l’industria. "Serviranno giorni per la stima dei danni - sottolinea Annalisa Sassi, presidente di Confindustria Emilia-Romagna - Per questo chiediamo ammortizzatori sociali, tassi agevolati per le spese urgenti, la sospensione delle imposte e la deroga al regime Ue di aiuto alle imprese". Per farsi un’idea dei danni patiti dalle famiglie basta invece farsi un giro per Bagnacavallo, Cesena, Faenza o Forlì: davanti alle case ci sono tonnellate di rifiuti, mobili ed elettrodomestici da buttare.


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