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IL CASO

Canada, primo stato eugenetico

Nel giro di pochi giorni il parlamento canadese prima boccia una proposta di legge per vietare l'aborto selettivo (a danno delle femmine) e poi avvia l'iter per accelerare l'introduzione dell'eutanasia per i malati mentali.

Vita e bioetica 15_06_2021
Il primo ministro canadese Justin Trudeau

Il Canada è primo paese dove l’eugenetica di Stato si impone. Bocciata la proposta di legge che vietava gli aborti selettivi (per le femmine), nonostante la popolazione la sostenesse. E avviato l’iter parlamentare per anticipare l’eutanasia per i malati mentali, nonostante gli esperti siano contrari.

Una proposta di legge della deputata conservatrice Cathay Wagantall che proponeva di vietare l'aborto selettivo in base al sesso del nascituro, modificando il Codice Penale, è stata sonoramente bocciata dal Parlamento del Canada lo scorso 2 giugno con 248 voti contrari e solo 82 favorevoli. La proposta di Legge C-233 era stata discussa in prima lettura il 26 febbraio 2020 ed in seconda lettura dal 23 settembre 2020 allo scorso 10 maggio. Il consenso appariva sufficiente anche in Parlamento, visto che l’84% dei canadesi si era dichiarato a favore della proposta e contrario alle forme di aborto selettivo (in base al sesso), tutt’ora consentite nel paese.

Il Primo Ministro canadese Justin Trudeau aveva dichiarato la propria contrarietà e aveva volutamente strumentalizzato la proposta dicendo che “mentre il leader dell'opposizione sta permettendo l'introduzione di un disegno di legge anti-aborto, il nostro governo ha, e sempre difenderà, la scelta riproduttiva delle donne in Canada". Il leader dei Conservatori Erin O'Toole, in un gioco vergognoso sulla pelle delle bambine, si era detto altrettanto contrario alla proposta di legge ed aveva assicurato agli abortisti canadesi che non avrebbe mai votato la proposta della propria collega.

Nonostante la contrarietà espressa dai leader dei due maggiori partiti, c’erano speranze fondate per un voto favorevole che mettesse fine al ‘paradiso dell’aborto selettivo’, così era stata descritta la diffusione della pratica nel paese dalla Associazione Medica Canadese in un suo report del 2012. Non è stato così, lo scorso 2 giugno la Camera dei Deputati del Canada ha votato nettamente contro la proposta di divieto degli aborti selettivi nel paese, in una votazione che ha dimostrato la profonda spaccatura del Partito Conservatore, nel quale il leader Erin O'Toole ha votato contro la legge, ma 81 dei 119 deputati hanno votato a favore della introduzione del divieto.

Liberali, Verdi, rappresentanti del Quebec e centristi liberali di NDP tutti contrari al divieto di aborto selettivo, tutti contrari a riconoscere alle femmine gli stessi diritti di nascere che hanno i maschi. L’appello di moltissime organizzazioni di diversa ispirazione ideale o religiosa è stato inascoltato. Orecchi da mercante anche della grande coalizione ai diversi attori sociali organizzatasi per promuovere la legge, ‘We Need a Law’, che aveva auspicato il comune interesse a battersi almeno "contro la disuguaglianza di genere tra maschi e femmine" e ha ribadito, dopo la bocciatura della proposta, che ‘il dibattito contro l’aborto selettivo e forme di restrizione dell’aborto proseguirà senza sosta e con maggior impegno’.

E’ la seconda volta che il Parlamento canadese respinge il divieto di aborti selettivi: già nel 2012 un disegno di legge simile era stato respinto. Ciò che si apre nel paese sarà un seria riflessione sul futuro del Partito Conservatore e soprattutto sulla leadership di O’Toole, leader su posizioni politiche censorie, liberticide ed eugenetiche sempre più identiche a quelle di Trudeau.

Solo pochi giorni dopo, al Senato ed in particolare al Comitato Misto Speciale sull'assistenza medica alla morte (MAiD), si è cominciato a forzare i tempi per approvare la riforma che permetta l’eutanasia per coloro che soffrono di malattie mentali. Il Comitato, composto da deputati e senatori, era stato nominato per rivedere le disposizioni MAiD, in particolare sulla eutanasia per i minori ‘maturi’, le richieste anticipate, le malattie mentali, lo stato delle cure palliative in Canada e le misure di protezione dalla eutanasia per i cittadini con disabilità. Dopo che la Corte Suprema del Quebec nel settembre 2019 aveva aperto alla eutanasia per i malati mentali e il Parlamento aveva approvato una tale norma, prevedendo l’entrata in vigore nel prossimo 2023, ora invece si sta accelerando e si vorrebbe anticipare la possibilità di eutanasia anche per i malati mentali prima delle prossime elezioni federali del 21 ottobre.

L’accelerata del Parlamento canadese sulla eutanasia giunge negli stessi giorni in cui vengono pubblicati i dati in crescita del 17% dei morti per eutanasia nel paese e sono arrivate al 2.5% del totale delle morti del 2020. La nuova legge C-7, che abbiamo ampiamente descritto, è entrata in vigore lo scorso fine marzo 2021. Ora, con il febbrile lavorio del Parlamento nazionale si vorrebbe anticipare la possibilità per i malati di mente o coloro che abbiano disagi mentali di essere uccisi con l’eutanasia. Tutto ciò, a fronte di numerosi pareri di esperti di malattie mentali che, in più occasioni, denunciano i tagli della sanità pubblica per il contrasto al suicidio e la cura delle malattie mentali ed il grave messaggio pubblico che una riforma tale diffonderebbe verso tutti coloro che soffrono di disturbi mentali: ‘Non hai speranza, chiedi l’eutanasia, ucciditi’.

Dunque il Canada del liberale Trudeau getta la maschera, bocciando l’aborto selettivo e facilitando forme estreme di eutanasia, il paese delle ‘giubbe rosse’ si erge a primo Stato eugenetico del XXI secolo. Sappiamo tutti quale sarà il risultato, lo abbiamo visto nel secolo scorso: si comincia con gli inadatti, malati mentali e i disagiati, si arriva ai Gulag sovietici e ai Campi di concentramento Nazisti.