Tra entusiasmo e polemiche esposte le spoglie di padre Pio

Intervista ad Andrea Tornielli, vaticanista de “il Giornale”

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di Antonio Gaspari

ROMA, giovedì, 24 aprile 2008 (ZENIT.org).- Ha suscitato scalpore l’ostensione delle spoglie di san Pio da Pietralcina avvenuta questo giovedì a San Giovani Rotondo.

Entusiasmo e commozione tra i fedeli, che hanno fatto registrare quasi 800.000 prenotazioni. Sconcerto, accuse di fanatismo, derisione della devozione popolare da parte di una certa cultura miscredente e radicale.

Così la figura di padre Pio, il santo confessore, è stata al centro del confronto tra credenti e scettici.

Per contrastare la popolarità del santo di Pietralcina, lo storico Sergio Luzzatto ha scritto un libro “Padre Pio. Miracoli e politica nell’Italia del Novecento” in cui accusa padre Pio di essere un impostore che si è procurato volontariamente le stimmate.

Le accuse di Luzzatto sono state smontate da Saverio Gaeta e Andrea Tornielli in un volume intitolato “Padre Pio l’ultimo sospetto”.

Per cercare di comprendere le ragioni che stanno alla base di questo dibattito e scoprire il perché di tante polemiche nei confronti di padre Pio, ZENIT ha intervistato Andrea Tornielli, vaticanista de “il Giornale” che ha svolto accurate indagini sulla vicenda.

Come valuta la decisione di riesumare ed esporre le spoglie di Padre Pio?

Tornielli: Notoriamente la ricognizione canonica viene fatta prima della beatificazione o della canonizzazione. Per padre Pio non era stata mai fatta, dato che erano state usate come reliquie da donare al Papa delle escare provenienti dalle stimmate raccolte quando il frate era ancora in vita. Mi sembra un atto doveroso e "normale". Quanto all'esposizione, ci sono tantissimi corpi di santi esposti. Il beato Giovanni XXIII giace sotto una teca di cristallo in San Pietro. Non mi sembra di ricordare critiche così accese per quella esposizione...

Perchè tante critiche nei confronti di padre Pio? E' una rivolta contro il santo o contro la Chiesa ed il popolo che venerano i santi?

Tornielli: Bisogna certamente evitare ogni fanatismo: la venerazione per il santo e per le reliquie del santo è finalizzata a rafforzare la nostra fede in quel Gesù che il santo ha seguito e a constatare come attraverso la fragilità di povere membra destinate a diventare polvere sia passata la grazia di Dio.

Detto questo, però, vedo tanta spocchia intellettuale da parte di chi si sente di giudicare, da parte di certe "intellighenzie" che ritengono la venerazione dei santi, la devozione popolare, etc. come espressioni di una fede bambina, puerile, rozza. Insomma, qualcosa da guardare dall'alto in basso. Peccato che sia stata proprio queste fede semplice e potente, attraverso i santuari, a mantenersi anche durante l'intemperie post-conciliare. Credo si tratti di una critica al popolo che venera i santi.

Lo storico Sergio Luzzatto ha scritto un libro per dimostrare che le stimmate di padre Pio sono un trucco, e che il santo in questione fosse un falsario. Insieme a Saverio Gaeta lei ha scritto un libro “Padre Pio l’ultimo sospetto” per chiarire l'inconsistenza di queste insinuazioni. Può spiegarci quali sono le questioni più rilevanti?

Tornielli: Luzzatto ha sollevato sospetti senza andare a fondo di alcuno di essi. Ha lanciato il sasso e nascosto la mano. Ha letto parzialmente i documenti, ha commesso svarioni ed errori grossolani. Ha citato documenti dai quali si evince che padre Pio chiese a una farmacista dell'acido fenico e della veratrina, ma non ha spiegato che sulla base di altri documenti e testimonianze appariva chiarissimo l'uso che ne doveva fare.

Lo "storico del XXI secolo", come Luzzatto ama definirsi, non ha ritenuto di sfogliare un manuale di medicina dell'epoca: avrebbe scoperto che quegli acidi non possono provocare le stimmate, né tantomeno tenerle aperte e sanguinanti per cinquant'anni. Anzi, è vero l'opposto: avrebbero avuto un effetto cauterizzante.

Nel libro di Luzzatto padre Pio viene presentato come un'icona del clerico-fascismo: una tesi indimostrata e indimostrabile, basata sul nulla, anzi su un vero gravissimo errore storico, dato che il "professore" non sa leggere i documenti e "dimentica" di scrivere che durante i moti di San Giovanni Rotondo nel 1920 morì un carabiniere, assassinato dai manifestanti socialisti e che questa morte fu l'elemento scatenante della dura repressione dei militi. Insomma, dal punto di vista storico, l'immaginifica presentazione di Luzzatto fa acqua da tutte le parti.

Che cosa c'è nella santità di padre Pio e nella proclamazione dei santi invocata dal popolo e verificata dalla Chiesa cattolica che non piace a una certa cultura moderna?

Tornielli: Non piace la fisicità, non piace che si parli del bene e del male, del paradiso e dell'inferno, non piace che esistano delle figure in grado di attrarre le folle, di portare tante anime a Dio, di convertire.

Non piace che ci sia chi parla del demonio come una persona che opera nella nostra vita e nella storia, non piace che un uomo semplice, del popolo, che non aveva lauree né collaborava alla pagina culturale di qualche giornale né aveva titoli accademici, mostrasse così chiaramente la bellezza e il fascino dell'esperienza cristiana e della vita di preghiera. Non piace il rovesciamento che leggiamo nel Magnificat: "Ha deposto i potenti dai troni, ha esaltato gli umili".

Dopo tanti studi su padre Pio, che idea si è fatto del frate che ha passato gran parte della sua vita a confessare i peccati della gente?

Tornielli: Il suo vero, grande miracolo non è stato l'ospedale Casa Sollievo della Sofferenza né sono state le innumerevole grazie che ha ottenuto da Dio per la gente che gliele chiedeva incessantemente. Il suo vero grande miracolo è stato l'aver passato la vita a soffrire e a pregare, e soprattutto ad attrarre anime a Dio.

L'altro aspetto che più mi colpisce è quello dell'obbedienza: in un mondo in cui qualsiasi veggente o presunto tale si sente libero di fare ciò che vuole e di disubbidire all'autorità della Chiesa, padre Pio insegna che il vero mistico accetta sempre quell'autorità. Anche in questo il frate di Pietralcina è un esempio e un modello di santità vera.