Questo di Laing è un libro veramente importante a mio avviso: bagliore di un racconto di clinica fenomenologica, il libro si pone come un modo alternativo (alla psichiatria di allora ma direi anche di oggi) di trattare, entrare in contatto, conoscere e interpretare - in qualche mondo - i mondi psicopatologici delle psicosi: nel loro potenziale passaggio dallo stato schizoide a quello francamente schizofrenico si arriva a comprendere cosa non ha funzionato nella psicosi e cosa non funziona nel presente, o meglio, piuttosto che parlare di funzionare, si potrebbe dire che si arriva a comprendere come, a partire da particolari casi di psicosi descritti da Laing, le psicosi si esprimono, su quali basi, con quali linguaggi e come differiscono, questi linguaggi, da quelli della personalità "sana". Lo metto tra virgolette questo termine, perché il libro dimostra, o suggerisce, che solo entrando in contatto con le proprie potenzialità psicotiche interne il clinico che si avvicina alle psicosi possa capirci qualcosa di queste ultime. In un certo senso, la dicotomia salute-malattia sparisce e subentra quella di comprensibile-incomprensibile.
Per chi si occupa di clinica psicologica o psichiatria credo che l'insegnamento del giovane Laing possa contribuire ad una riflessione sul modo di comprendere più a fondo la personalità psicotica e i suoi racconti.
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