Milano

Coronavirus in Lombardia, 40 persone guarite. I medici nella zona rossa: "Noi lasciati soli"

(ansa)
Lo comunica il capo della Protezione civile Borrelli. Riapre il Duomo di Milano ai turisti, ma niente messe. Contagiato anestesista del San Paolo di Milano. Fake news sulla proroga della chiusura delle scuole
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Sono dati che, come dice l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, "cominciano a rincuorarci": sono 403 i contagi da coronavirus a oggi in Lombardia, di questi 216 sono in ospedale ma tutti gli altri sono a casa. E il capo della Protezione civile Angelo Borrelli aggiunge un dato importante: "Iniziamo da una buona notizia che arriva dalla Lombardia: ci sono 3 guariti, con un totale in regione di 40 persone". Anche se, aggiunge, "Dalla regione lombardia ci vengono segnalati tre nuovi decessi, si tratta di persone ultraottantenni: due persone di 88 anni e una di 82. Persone che comunque avevano un quadro clinico delicato e importante", che si vanno ad aggiungere ad altre due morti comunicate questa mattina. Complessivamente i decessi in Lombardia, relativi a pazienti in stato di salute già molto compromesso, è di 14 persone, la maggioranza dei quali era ultraottantenne. Spiega ancora Gallera: "Il 25 febbraio sono stati 44 gli ospedalizzati e oggi le persone ospedalizzate sono state 39. Quindi l'ospedalizzazione dei pazienti con coronavirus è in calo e ci fa sperare in una traiettoria discendente".


La situazione è in evoluzione. Riunione questa mattina alla prefettura di Milano di tutti i prefetti della Lombardia per fare il punto sul coronavirus nella regione. Alla riunione ha preso parte anche l'assessore Gallera, mentre alcuni collaboratori del presidente Attilio Fontana non erano presenti perché in isolamento prudenziale dato che una collaboratrice del governatore è risultata positiva al tampone.

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Coronavirus, i medici della zona rossa di Lodi: "Malati lasciati soli, troppi di noi in quarantena"

Lettera di denuncia, diffusa dall'Ordine dei Medici, di due dottoresse di medicina generale dalla zona rossa in Lombardia: i 4 medici di base della zona del Lodigiano dove si trovano sono in quarantena o ricoverati. I pazienti positivi al coronavirus con polmonite ma non gravi e quindi lasciati a casa, così come tutti gli altri malati - oncologici, cronici - non hanno la possibilità di essere visitati. In sostituzione ai medici di famiglia in isolamento, per un bacino di 6mila abitanti, ne è stato mandato soltanto uno, con in dotazione solo 2 mascherine.

"Siamo due colleghe di un paese nell'epicentro dell'epidemia. Siamo in quarantena da venerdì - si legge nella missiva inviata al presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli e al Presidente dell'Ordine dei Medici di Lodi, Massimo Vajani - e tutti i pazienti che abbiamo visitato a domicilio dal 10 febbraio per patologie respiratorie sono risultati positivi al coronavirus. Io ne ho visti 7, e 6 la mia collega. Due di loro sono morti e 6 di cui abbiamo notizia sono in rianimazione", scrivono, "abbiamo pazienti con polmoniti da Covid-19 accertati, lasciati a domicilio perché non gravi, ma devono essere visitati. Anziani malati, oncologici a domicilio a cui hanno annullato tutte le visite e si sentono abbandonati". E ancora: "Per senso di responsabilità abbiamo deciso di non muoverci dall'ambulatorio per poter rispondere alle centinaia di chiamate che da venerdì e soprattutto tra sabato e domenica hanno affollato i nostri telefoni, per alleggerire il gravoso lavoro degli altri operatori". "Già da domenica - raccontano - abbiamo segnalato la situazione e trovato due medici disponibili ad aiutarci. Ne è stato mandato uno solo per due paesi, con due mascherine in dotazione. Noi due da remoto facciamo le ricette, ma tutto il personale della farmacia è in quarantena e le titolari servono un paziente per volta dalla finestra, le code sono chilometriche". Le due dottoresse, che preferiscono non far comparire i loro nomi, descrivono una situazione decisamente difficile: "Ieri il collega appena arrivato, nonostante i cartelli, si è trovato in ambulatorio un paziente febbrile e dispnoico. È arrivato il 112 adeguatamente protetto, ma lui con la sua unica mascherina ha dovuto pulire poi la sala d'attesa". Intanto, "la mia collega qui con me in ambulatorio ha fatto il tampone domenica 23 e ancora non le è stato comunicato il risultato". Le due dottoresse a conclusione della lettera chiedono che venga inviato subito un medico dotato di adeguate misure di protezione che possa visitare anche le persone con febbre. La riapertura del Pronto Soccorso di zona (Codogno o Casale) e dei laboratori di analisi: "Lodi scoppia - dicono - abbiamo vissuto altre emergenze e sempre si si sono aperti ospedali da campo, qui ne abbiamo 2 semivuoti e sono stati chiusi". Infine chiedono che gli ospedali vicini si facciano carico dei pazienti gravi, specie quelli oncologici, non positivi.


Coronavirus a Milano, anche il capo dei vigili come Fontana in "isolamento"

Come il presidente della Lombardia Attilio Fontana, è in 'isolamentò anche il capo della polizia locale di Milano Marco Ciacci, che avrebbe avuto contatti in unità di crisi con la collaboratrice del governatore. Si tratta della stessa forma di isolamento annunciata dal presidente dopo il tampone negativo, ovvero lavoro in ufficio, pochi spostamenti e pochi contatti con altre persone.


Coronavirus, contagio al San Paolo di Milano, situazione critica all'ospedale di Cremona

Il covid-19 mette a dura prova ospedali lombardi, che faticano a mantenere i contingenti minimi di assistenza ai pazienti a causa dell'emergenza. Al San Paolo di Milano un anestesista è risultato positivo al nuovo coronavirus: ha iniziato a presentare i primi i sintomi mercoledì ed è stato sottoposto al tampone. Oggi, giovedì, il risultato delle analisi è arrivato ed è positivo: il medico è ricoverato al San Paolo in isolamento, e presenta qualche linea di febbre. Le sue condizioni complessive sarebbero però buone. Per capire se possa aver contagiato qualcun altro sono stati sottoposti alle analisi un centinaio di persone tra medici, infermieri, operatori del San Paolo nonché pazienti entrati in contatto con lui negli ultimi giorni. Nel frattempo, l'ospedale ha avviato la procedura di sanificazione della struttura a partire dal blocco operatorio.

Una situazione difficile, che non è l'unica in queste ore: a Cremona a ieri i pazienti contagiati dal Covid-19 e ricoverati erano 81, di cui oltre la metà con polmoniti. Diversi pazienti nella notte tra mercoledì e giovedì si sono aggravati, rendendo necessario il loro trasferimento in Terapia Intensiva: dato che quella dell'ospedale non poteva accoglierli tutti (i posti complessivi sono otto), almeno 4 malati, come spiegato stamattina dall'assessore al Welfare Giulio Gallera, sono stati trasferiti in altri ospedali. Già nei giorni scorsi per far fronte al maxi-afflusso di pazienti a Cremona, la protezione civile regionale aveva organizzato una tenda di triage davanti all'ospedale per non intasare il pronto soccorso.

L'allarme di Federalberghi sul coronavirus a Milano

Occupazione crollata dall'abituale 85% medio nei giorni da lunedì a giovedì all'attuale 10%, che vuol dire circa 25.000 Camere al giorno di differenza rispetto ad una settimana normale con una perdita giornaliera di oltre 3.000.000 di euro per il solo ricavo camere. Lo ha fatto sapere il presidente di Federalberghi Milano (Confcommercio Milano) Maurizio Naro che nel pomeriggio ha incontrato il sindaco Beppe Sala con l'assessora alle attività produttive Cristina Tajani. "Le nostre aziende sono in ginocchio - dichiara Naro - stiamo ricevendo solo cancellazioni e ogni giorno è sempre peggio. Le poche prenotazioni che arrivano sono per settembre/ottobre, ma quanti hotel ci saranno dopo l'estate? faremo la nostra parte, come sempre, nell'aiutare milano a ripartire modulando responsabilmente, come ci ha chiesto il sindaco sala, l'offerta tariffaria a sostegno degli eventi fieristici riposizionati nel calendario, a partire dal salone del mobile. Ma in questo momento la mia preoccupazione è di non essere grado d'indicare quante, delle attuali strutture alberghiere, saranno ancora sul mercato, stante la gravità della situazione". "Per questo motivo - conclude Naro - contiamo sull'impegno preso dal sindaco di fare ogni possibile sforzo per garantire adeguate misure di sostegno al settore ricettivo. Fra di esse importante è anche il contrasto all'illegalità del turismo in appartamento. Va imposto ai portali di cancellare le inserzioni che non rispecchiano la normativa regionale ed occorre avviare un'azione di controllo efficace. Nell'immediato chiediamo che il sindaco si batta affinché le manifestazioni private all'interno delle strutture congressuali, importanti per i viaggi d'affari, possano essere nuovamente consentite con standard di sicurezza dal punto di vista sanitario".


Coronavirus, no alla zona rossa a Cremona

Non verrà istituita una nuova zona rossa a Cremona, perché i casi in quella provincia sono comunque legati al focolaio originario nel Lodigiano, mentre si sta valutando la zona di Alzano, nella Bergamasca. Lo ha chiarito l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, al termine della riunione in Prefettura. "Il focolaio strutturato e vero è quello del Lodigiano e anche i casi del Cremonese che sono quelli più numerosi dopo Lodi sono ancora legati a quel focolaio. C'è un tema bergamasco su cui stiamo ragionando, che è l'area di Alzano. I tecnici stanno verificando e valutando se ci sia questa necessità o se il tema dell'isolamento sia sufficiente".

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Coronavirus, a fine settimana decisione su riapertura scuole e stadi: diffusa una fake news

La decisione se riaprire o meno le scuole in Lombardia sarà presa nel fine settimana. Lo ha annunciato il presidente Fontana intervenendo a Rtl. Fontana ha spiegato che per vedere i risultati delle ordinanze, come gli ha spiegato anche il virologo Roberto Burioni, ci vuole una settimana e dunque "ci ritroviamo per fare il punto sulla situazione e decideremo se si nota un'inversione o è troppo presto". Stesso discorso per l'apertura degli stadi. "Entro domenica faremo la nuova ordinanza - ha detto l'assessore Gallera - già da oggi stiamo iniziando a ragionare tra di noi e con le altre Regioni. Sabato in qualche modo avremo predisposto i provvedimenti perché domenica scade l'attuale ordinanza".

L'ufficio scolastico regionale ha diffuso una nota per smentire il falso avviso diffuso sui social media con la firma del dirigente dell'ufficio scolastico di Lodi che preannunciava la proroga della chiusura delle scuole fino a domenica 8 marzo. Un avviso, scritto in modo grossolano e in pessimo italiano (e con lo stemma del Ministero al contrario) che è "una notizia destituita di ogni fondamento che contribuisce pericolosamente a generare disinformazione in una situazione estremamente seria e delicata. Al riguardo, si ribadiscono le raccomandazioni in tema di circolazione di informazioni sul coronavirus pubblicate sul sito del Ministero dell'istruzione".

Coronavirus, Fontana in autoisolamento

Fontana da ieri è in autoisolamento, pur essendo risultato negativo al test, dopo che una sua stretta collaboratrice è risultata positiva al coronavirus. "Da oggi qualcosa cambierà - ha detto lo stesso Fontana in un video su Facebook - perché anche io mi atterrò alle istruzioni date dall'Istituto Superiore della Sanità, per cui per due settimane cercherò di vivere in sorta di autoisolamento che soprattutto preservi le persone che lavorano con me".

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Coronavirus, l'appello di Gori per Bergamo

"Bergamo non ti fermare!". Inizia così l'appello del sindaco Giorgio Gori, su Facebook, ai propri concittadini. "Questi giorni ci hanno messo a dura prova - osserva Gori - Le notizie sulla diffusione del virus e le prescrizioni che a partire da domenica hanno limitato tanti aspetti della nostra vita hanno generato un clima di preoccupazione che è andato molto al di là del necessario. E' come se il nostro spirito attivo e positivo fosse improvvisamente spento e intimidito. La città sembra sospesa. Io credo sia giusto seguire le indicazioni, ma al tempo stesso dobbiamo andare avanti con intelligenza e buon senso, senza allarmismi. Sono convinto che un virus non fermerà Bergamo, né oggi né in futuro, e noi che amiamo questa città dobbiamo ridarle presto coraggio e vivacità".

Coronavirus, rinviata fiera del fumetto

Cartoomics, l'evento di Fiera Milano dedicato al mondo del fumetto, dell'editoria e dell'intrattenimento, previsto inizialmente dal 13 al 15 marzo, è stato posticipato dal 2 al 4 ottobre 2020 nei padiglioni di Rho. La manifestazione si svolgerà, per la prima volta, in concomitanza con Milan Games Week, la più importante manifestazione italiana dedicata al gaming. La scelta di posticipare Cartoomics, giunto alla sua 27esima edizione, afferma una nota, è dettata dal senso di responsabilità degli organizzatori al fine di tutelare al meglio la salute di chi parteciperà.