Parma

Coronavirus, "Confinati sì, isolati no": il racconto dei liceali di Parma dalle loro camere

"Pensavo che questi giorni sarebbero stati come di vacanza, invece ho capito che è esattamente come essere a scuola se non addirittura più stressante"
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"Da studente di terza superiore trovo che questa momentanea chiusura delle scuole possa servire per migliorare le modalità d’ insegnamento online e-learning ed essere un più che fedele test avente come obiettivo ultimo quello dell’ autoresponsabilizzazione. Solo ora mi accorgo infatti di quanto sia difficile studiare, anche solo per qualche giorno, da 'autodidatti' senza aver ricevuto prima un’infarinatura generale a lezione in classe, quale la semplice azione del sottolineare e del riconoscere le informazioni fondamentali da quelle invece superflue. Dall’altra mi fermo ancora un’ ennesima volta a riflettere sulla tecnologia: con potenzialità distruttiva da una parte, ma imprescindibile dall’altra".

Così Mattia, studente del liceo Bertolucci di Parma, riflette sul magazine on line dell'istituto sulle conseguenze della chiusura della scuola decisa dalla Regione per l'emergenza Coronavirus.

"La chiusura materiale delle scuole, ha scritto il preside Aluisi Tosolini in una lettera rivolta a tutte le componenti della comunità scolastica, non deve essere occasione per una "vacanza" dai propri impegni ma opportunità per mettere alla prova "il senso concreto del dirci una comunità di apprendimento sperimentando nuove metodologie innovative all’insegna della creatività".

"Stamattina non mi sono alzata troppo presto, non mi son vestita in fretta, non sono corsa alla fermata dell’autobus, non sono stata in ansia per arrivare in orario a scuola perché oggi a scuola non ci sono andata, o meglio non ci sono andata fisicamente. Mi sono alzata più tardi, ho fatto colazione e sono andata alla scrivania in camera mia dove mi attendeva il lavoro già organizzato dalle professoresse. Pensavo che questi giorni sarebbero stati come di vacanza, invece ho capito che è esattamente come essere a scuola se non addirittura più stressante poiché si avverte maggiormente il peso del lavoro individuale" osserva Sabrina.

"Ora ci troviamo davanti a delle consegne e a delle scadenze senza essere controllati da nessuno - ammette Marianna -; sta a noi decidere come comportarci. In mezzo a tutto il panico che si è creato, questa esperienza ci insegnerà il valore della consapevolezza di ciò che siamo capaci di fare anche senza essere controllati cinque ore al giorno e dimostrerà come lasciare più libertà e autogestione ai ragazzi, possa, a volte, portare più soddisfazione".

"Studiare da casa, lo dico per chi non fosse più nell’ambito, implica non aver un insegnante a cui chiedere ogni cosa come si fa in aula alzando la mano, implica non potersi aiutare tra compagni di banco, implica gli immancabili problemini tecnici e anche l’eventuale poca chiarezza delle consegne o delle risposte, ma è sicuramente un’opportunità per noi studenti. In realtà i problemi principali di questo metodo sono tranquillamente aggirabili, se non risolvibili: ad esempio la mancanza dell’insegnante non è totale, infatti tutti, nelle loro possibilità, si sono resi disponibili a rispondere alle nostre domande e chiarire i quesiti" aggiunge Cleo.

"Attraverso Classroom, Hangouts, posta elettronica, videolezioni, professoresse e professori hanno fatto rete intorno a noi studenti dando prontamente indicazioni e materiali per la gestione delle lezioni online - racconta Ludovica -. Ciò ci ha dato così la possibilità di sperimentare percorsi di apprendimento in modalità e-learning rendendoci così protagonisti attivi del nostro percorso di apprendimento, mantenendo sempre aperta la relazione educativa che credo sia alla base di qualsiasi sistema educante".

"La più grande differenza - secondo Filippo - è il rapporto umano, infatti nel lavorare in casa si perde il dialogo e il confronto con altre persone che si trovano all’interno della propria aula. I fattori positivi sono: decidere il tempo da dedicare per ogni compiti, essere più concentrati, stare più vicino alla propria famiglia. Se devo decidere tra fare lezione a scuola oppure lezione a casa preferisco di gran lunga stare in aula con i miei compagni perchè riescono ad aiutarmi e a rendere interessante qualsiasi lezione".