4 febbraio 2020 - 23:07

Coronavirus, controlli con gli scanner termici negli aeroporti italiani

I dispositivi misurano la temperatura corporea dei passeggeri in arrivo dai voli internazionali. Saranno utilizzati anche i termometri a pistola

di Leonard Berberi

Coronavirus, controlli con gli scanner termici negli aeroporti italiani
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È iniziata ieri pomeriggio negli aeroporti italiani l’introduzione degli scanner termici e dei termometri a pistola per misurare la temperatura dei passeggeri in arrivo con voli internazionali. Il provvedimento secondo il governo italiano dovrebbe bloccare il coronavirus. Ogni struttura «installerà gli scanner alle uscite o nell’area controllo passaporti», ha detto Angelo Borrelli, capo della Protezione civile e neocommissario per la gestione dell’emergenza. Negli scali senza la strumentazione le verifiche saranno effettuate da centinaia di volontari medici e paramedici della Croce rossa e di altre associazioni di Protezione civile con i termometri a pistola.

A Fiumicino e Malpensa

Questi dispositivi non indicano chi ha il coronavirus, ma soltanto se ha la febbre. In queste ore c’è la corsa a comprare gli scanner termici. Aeroporti di Roma spiega di aver posizionato 11 scanner termici a Fiumicino: tre al Terminal 1 e otto al Terminal 3 (tre all’area arrivi Schengen, cinque in quella dei collegamenti intercontinentali). Ogni corsia è presidiata dagli addetti sanitari dotati di un tablet. Per ogni passeggero l’intera procedura dovrebbe durare 1,5-2 secondi. Negli aeroporti milanesi ci saranno tre canali di controllo al Terminal 1 di Malpensa, uno al Terminal 2 e uno nello scalo di Linate. In attesa dell’installazione degli scanner termici verranno utilizzati i termometri a pistola dal personale medico reperito dagli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf).

Come funzionano

Gli scanner termici misurano istantaneamente la temperatura del corpo e le tipologie più utilizzate sono due. Una, in bianco e nero, indica all’altezza della testa di ciascuna persona filmata la temperatura. L’altra tipologia attribuisce al corpo umano diversi colori, dal blu (22-24 gradi centigradi) al giallo-arancione (32-34 gradi), dal violaceo (38 gradi) al bianco (40 gradi). Questi scanner hanno bisogno di essere calibrati: la soglia d’allarme di solito viene fissata sui 38-38,3 gradi.I termometri a pistola vengono puntati verso la fronte o verso la mano del viaggiatore a una distanza massima di 15 centimetri e l’algoritmo fornisce un numero sul display. Gli scanner termici sono stati introdotti negli scali in modo estensivo nel 2002-03 durante l’epidemia di Sars e poi nel 2014 in Africa durante Ebola. La tecnologia venne usata la prima volta nella guerra di Corea nel 1950-53 per individuare i soldati nemici al buio.

L’attendibilità

Ma quanto sono accurati questi strumenti? Due esperti che lavorano negli aeroporti italiani spiegano al Corriere che tutto ciò che si frappone tra la persona e il dispositivo può interferire sul dato (umidità, corrente d’aria, polvere). Non solo. Poiché tendono a misurare la temperatura superficiale chi è scottato (per il troppo sole) risulterà segnalato, mentre chi ha preso antipiretici finisce per non esserlo. Risultati sballati potrebbero dare anche le persone con problemi cardiovascolari. Secondo il database della London School of Hygiene & Tropical Medicine — aggiornato al 2 febbraio — su cento passeggeri infetti con il coronavirus provenienti da un volo di dodici ore gli scanner termici sarebbero in grado di individuarne soltanto otto.

lberberi@corriere.it

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