31 gennaio 2020 - 00:03

Coronavirus, primi due casi in Italia: due turisti cinesi, marito e moglie. In Italia da 7 giorni (atterrati a Milano)

La chiamata al 118: venite, stiamo male

di Rinaldo Frignani

Coronavirus, primi due casi in Italia: due turisti cinesi, marito e moglie. In Italia da 7 giorni (atterrati a Milano)
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I primi colpi di tosse nel pomeriggio di mercoledì. Poi in serata un repentino peggioramento delle condizioni di salute. «Ci ha contattato la moglie, diceva che il marito aveva la febbre alta e stava male. Così abbiamo chiamato l’ambulanza», spiega Enzo Ciannelli, direttore dell’Hotel Palatino in via Cavour, dove per due giorni hanno alloggiato i coniugi cinesi della provincia di Wuhan, ricoverati all’istituto nazionale per le malattie infettive «Lazzaro Spallanzani» e risultati ieri positivi al coronavirus. I primi in Italia, anche se in serata la polizia ha scortato nello stesso ospedale dalla Ciociaria un pullman con una quarantina di connazionali con il medesimo tour operator.

Giovedì i saloni del Palatino erano vuoti, anche se l’hotel era aperto, con 200 ospiti all’interno. «La stanza occupata da marito e moglie è stata sigillata per la disinfestazione da parte della Asl — aggiunge il direttore —, il nostro personale ha indossato mascherine e guanti per le pulizie. Comunque i due ospiti non hanno frequentato le zone comuni, uscivano solo per fare brevi passeggiate, poi rientravano e rimanevano in camera».

In realtà le stanze sigillate sono due — la 105 e la 106 — perché i turisti avrebbero chiesto il cambio per ragioni ancora da chiarire. Sessantasette anni lui, sessantasei lei, marito e moglie sono arrivati in Italia il 23 gennaio con un volo atterrato a Milano Malpensa. Tuttavia non hanno visitato Milano: si sono spostati direttamente a Verona, poi a Parma, fino ad arrivare a Roma martedì scorso. Nella Capitale si sarebbero spostati per il centro storico, visitando musei e luoghi d’interesse turistico.

D’altra parte a due passi dal Palatino ci sono il Colosseo, i Fori Imperiali e l’area archeologica. Viaggiavano da soli, anticipando il resto della comitiva rintracciata dalla polizia vicino Cassino, dove era andata per una gita, e attesa sempre nello stesso albergo. Ci sarebbe anche un altro gruppo di cinesi proveniente sempre dall’epicentro dell’epidemia in Cina che avrebbe come destinazione la stessa struttura ricettiva. E anche in questo caso scatteranno analisi e profilassi, mentre decine di cinesi residenti a Roma si sono già presentati spontaneamente allo «Spallanzani» per farsi visitare.

Nella Capitale è scattato il piano di Difesa civile coordinato dalla Prefettura, che fra le varie emergenze, prende in considerazione anche le epidemie, dalla Sars al nuovo coronavirus. È stato aggiornato alla fine di novembre e consegnato a metà dicembre alle forze dell’ordine e alla Protezione civile.

Mercoledì sera, all’arrivo dell’ambulanza del 118 con il personale medico in tuta isolante, il 67enne appariva piuttosto stanco. Un cappellino da baseball, un gilet marroncino, gli occhiali da vista e la mascherina a proteggere le vie respiratorie. Gli infermieri lo hanno fatto sedere a bordo, poi il mezzo di soccorso è partito alla volta dello «Spallanzani». Lì sono stati portati anche i tre inservienti che si sono occupati delle pulizie delle due camere, ma da rintracciare ci sarebbero altre persone venute a contatto con i turisti. «La sorveglianza sanitaria è già stata attivata - spiegano dalla Regione Lazio -, al momento le persone sono tutte asintomatiche e non destano preoccupazioni».

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