l’ordinanza

Coronavirus, come funziona la quarantena e cosa rischia chi la viola (l’arresto)

Trattandosi di un provvedimento di un’autorità adottato per ragioni d’«igiene e sicurezza pubblica» rientra tra le fattispecie punibili secondo l’articolo 650 del codice penale

di Marzio Bartoloni

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2' di lettura

C’è un aspetto da tenere conto ora che la quarantena non riguarda più solo pochi singoli casi ma sempre più persone. E cioè che l’obbligo previsto dall’ordinanza del ministero della Salute non va presa sotto gamba anche perché trattandosi di un provvedimento di un’autorità adottato in questo caso per ragioni d’«igiene e sicurezza pubblica» rientra tra le fattispecie punibili secondo l’articolo 650 del codice penale con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a duecentosei euro.

L’obbligo di quarantena nell’ordinanza
L’ultima ordinanza del ministero della Salute, quella del 21 febbraio, pubbicata sulla Gazzetta ufficiale ha deciso la quarantena obbligatoria in isolamento per chiunque abbia avuto contatti con un caso risultato positivo al coronavirus. «È fatto obbligo - si legge nell’ordinanza - alle Autorità sanitarie territorialmente competenti di applicare la misura della quarantena con sorveglianza attiva, per giorni quattordici, agli individui che abbiano avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva COVID-19». Non solo: «È fatto obbligo a tutti gli individui che, negli ultimi quattordici giorni, abbiano fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato nelle aree della Cina interessate dall’epidemia, come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanità, di comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria territorialmente competente».

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LA MAPPA DEL CONTAGIO IN ITALIA

A quel punto « l’Autorità sanitaria territorialmente competente provvederà all’adozione della misura della permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva ovvero, in presenza di condizione ostative, di misure alternative di efficacia equivalente». In pratica chi è tornato dalla Cina nelle ultime due settimane dovrà mettersi in autoquarantena a casa, segnalando il suo caso alla Asl competente.

Cosa accade a chi non rispetta l’obbligo di quarantena?
«Il mancato rispetto delle misure previste - riporta la nota stampa diffusa dal ministero della Salute - costituirà una violazione dell’Ordinanza». Violazione che rientra nella fattispecie dell’articolo 650 del codice penale. L’articolo recita così: «Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall'Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l'arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a duecentosei euro». Dunque chiunque sarà sottoposto a obbligo di quarantena (perché ha avuto contatti con un contagiato o perché rientrato dalla Cina negli ultimi 14 giorni) potrà incorrere nelle conseguenze previste dall’articolo 650 del codice penale. Discorso diverso per i cittadini dei comuni dell’area del contagio che sono stati invitati a restare a causa a scopo precauzionale. Per loro non c’è un obbligo e quindi non c’è il rischio di violare l’ordinanza.

Per approfondire:
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