Cronaca

Coronavirus, terza vittima in Italia: è una donna ricoverata a Crema. 152 casi positivi

Carabinieri del Nas e personale medico specializzato a Castiglione d'Adda  (ansa)
La paziente, con una situazione già compromessa, si trovava in oncologia. I dati aggiornati. Oltre 50 mila persone in quarantena in 11 comuni. Un cittadino della "zona rossa" di Vò Euganeo, uno dei focolai veneti: "Sembra di essere in guerra". Chiuso il Duomo di MIlano.Stop al carnevale di Venezia
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ROMA - Di ora in ora. Mentre aumentano i casi di positività al nuovo coronavirus in Italia, una paziente è morta a Crema. E' "una donna che era ricoverata in oncologia con una situazione molto compromessa e aveva anche il coronavirus", ha riferito l'assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera. Si tratta del terzo decesso in Italia per contagio da Covid-19. Il numero delle persone ammalate sotto osservazione è salito a 152 persone in cinque regioni: 112 malati in Lombardia (con due decessi), 22 in Veneto (con un decesso), 9 in Emilia Romagna, 6 in Piemonte, 3 in Trentino Alto Adige (si tratta di tre turisti lombardi) e 3 nel Lazio (con un guarito).

Complessivamente ci sono 55 persone ricoverate con sintomi, 25 in terapia intensiva, 19 in isolamento e 27 in verifica.  Il conteggio definitivo- va detto - non contempla le tre vittime - due in Lombardia e una in Veneto.

Dall'ospedale Spallanzani di Roma arrivano buon notizie. "La coppia di cittadini cinesi provenienti dalla città di Wuhan, casi confermati di Covid-19, continua a essere ricoverata nel nostro istituto", dicono i sanitari del nosocomio romano. "Il marito sta meglio, non necessita di terapia con ossigeno, si alimenta autonomamente e ha ripreso la deambulazione autonoma con appoggio. Risulta negativo ai test per la ricerca del covid-19. La moglie, vigile e orientata - aggiunge - è in respiro spontaneo è ancora ricoverata in terapia intensiva, e non necessita più di supporto ventilatorio. Ha ancora bisogno di monitoraggio per la presenza di patologie preesistenti. Il giovane studente italiano proveniente dalla città di Wuhan è ancora ricoverato ed è in ottime condizioni di salute e di umore".

Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene all'Università di Pisa, spiega che "è presumibile che il nuovo coronavirus SarsCoV2 abbia cominciato a circolare in Italia verso la fine di gennaio, quando ancora l'allerta non era al massimo e i voli non erano bloccati: vari soggetti avranno preso l'infezione magari senza accorgersene. Dunque, quella che vediamo ora è già la terza generazione di casi". Il numero di casi infatti, chiarisce l'esperto, "si raddoppierebbe circa ogni 7 giorni e questo spiegherebbe il numero attuale di casi in Italia".

Coronavirus, il sindaco Sala: "A Milano scuole chiuse per una settimana"

Scuole e università chiuse

Scuole e università sono state chiuse in alcune regioni, gite scolastiche sospese, eventi sportivi cancellati. Non apriranno per una settimana, in via cautelativa, gli istituti scolastici di ogni ordine e grado in Piemonte, in Lombardia, in Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e asili e università in Trentino Alto Adige. Nelle stesse regioni, a cui si aggiunge Genova, si fermano le Università. In Lazio il Campus Bio-Medico ha disposto il rinvio della prova di ammissione al Corso di laurea in Medicina e Chirurgia previsto per martedì 25 febbraio. Il Miur: sospendere gite in Italia e all'estero. Dove si sono verificati i contagi vengono messe in pratica le misure di contenimento previste della autorità. E se ne programmano altre.

Per precauzione la Regione Liguria ha disposto con ordinanza la chiusura di scuole e musei fino al primo marzo a partire dalla mezzanotte di lunedì. Sono state sospese le manifestazioni pubbliche o aperte al pubblico, i viaggi di istruzione e i concorsi pubblici.

Oggi è iniziato alle 13 un summit, non previsto, in Protezione civile del presidente del Consiglio Giuseppe Conte con il capo del Dipartimento di Protezione civile, Angelo Borrelli e il ministro della Salute, Roberto Speranza.  Ed è stato firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, un decreto che dispone misure per i prossimi 14 giorni

Sospeso il Carnevale a Venezia, chiusa Fenice e Basilica di San Marco

I due recenti casi a Venezia e i 24 casi complessivi, hanno spinto le autorità della regione a fermare i festeggiamenti del carnevale. Mentre il patriarcato della città ha sospeso le messe fino al 1 marzo. "Da questa sera è previsto il blocco del Carnevale di Venezia e di tutte le manifestazioni anche sportive fino al 1 marzo compreso", dice  governatore del Veneto Luca Zaia. Che poi parla delle indagini sanitaria per individuare il punto di partenza dei focolai in Veneto. "Non abbiamo novità sul paziente zero e abbiamo i due casi a Venezia città storica che ci preoccupano non poco, perché sono pazienti che non hanno alcuna storia clinica e sociale riferita alla comunità cinese e di persone che venivano la zona infetta. Le linee guida ci dicono che è più efficace effettuare i test per cerchi concentrici a partite dai casi, e non a tappeto sulla popolazione", aggiunge il governatore spiegando che si sta lavorando per "ricostruire la storia" dei contatti dei due casi veneziani. Intanto il patriarcato ha deciso la cancellazione di tutte le celebrazione pubblica di Messe, incluse quelle del Mercoledì delle Ceneri e domenicali, sacramenti (inclusa la celebrazione di battesimi, prime comunioni e cresime), sacramentali, liturgie e pie devozioni quali la Via Crucis. Il Comun ha sospeso l'attività dei musei comunali e della Fondazione Muve, del Teatro La Fenice, Malibran, Toniolo, Momo, delle ludoteche e delle biblioteche comunali, nonchè della sospensione dei servizi educativi e dell'infanzia, oltre che delle scuole di ogni ordine e grado, fino al primo marzo.
 

Chiuso il Duomo a Milano

Mentre a Milano è stato chiuso il Duomo e il teatro alla Scala ha deciso di sospendere "tutte le rappresentazioni a titolo cautelativo in attesa di disposizioni".
Bar, locali notturni e qualsiasi altro esercizio di intrattenimento aperto al pubblico saranno chiusi dalle ore 18.00 alle ore 6.00. E verranno definite misure per evitare assembramenti in tali locali i nella cosiddetta zona gialla, cioè fuori dai 10 Comuni completamente isolati nella zona rossa.

Cintura di protezione della zona rossa

Sono circa 500 gli uomini e le donne delle forze di polizia e delle forze armate che verranno inviati in Lombardia e Veneto per presidiare gli accessi alle aree focolaio del coronavirus e che devono restare isolate. E in serata è scattata la cintura di protezione della zona rossa, nel Lodigiano, prevista dalle misure annunciate dal governo per l'emergenza. Da questo momento le forze dell'ordine hanno allestito sulle strade posti di controllo per informare gli automobilisti che chi entra nel territorio non potrà più uscire. Allo stesso modo chi si allontana non potrà più fare ritorno.

Interi paesi chiusi

In Veneto e in Lombardia ci sono poi interi paesi "chiusi" per quarantena, in entrata e in uscita. Provvedimenti che riguardano le zone dei focolai più importanti e misure restrittive per qualcosa come 50 mila persone. Sono undici i comuni del Lodigiano e del Veneto in quarantena, interessati dall'emergenza coronavirus e dai relativi provvedimenti delle autorità per impedire la diffusione del virus.

Coronavirus, strade deserte nel lodigiano anche fuori dalla zona rossa

Sono Vò Euganeo, Codogno, Castiglione d'Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano.

Coronavirus, con le mascherine in fila davanti al supermercato di Casalpusterlengo

Dice un cittadino di Casalpusterlengo: "Sembra di essere in guerra: siamo fermi, i negozi sono chiusi, solo i supermercati sono aperti qualche ora al giorno. Entriamo scaglionati, ma qui carne non ce n'è più e non sanno quando arriverà perché arriva tutto da fuori. La gente ha paura. Non ci sono posti di blocco e si può circolare liberamente, ma solo all'interno dei comuni del cerchio rosso. A presidiare - racconta l'uomo - ci sono le forze dell'ordine e mi hanno detto che sul ponte di Piacenza c'è anche l'esercito".
Territori dove vivono oltre 50 mila persone, trasformati in zone rosse a tutti gli effetti: non si entra e non si esce. Non solo: all'interno delle zone focolaio "l'accesso ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l'acquisto di beni di prima necessità è condizionato all'utilizzo di dispositivi di protezione individuale". E a tutti coloro che hanno avuto "contatti stretti con casi confermati" dovrà essere applicata la "misura della quarantena con sorveglianza attiva".

Coronavirus, Borrelli: "Nessun problema di strutture per i ricoveri, pronti a utilizzare anche alberghi"

Nei comuni della provincia di Lodi interessati dalla limitazioni imposte dal Coronavirus, fa sapere la Prefettura di Lodi, sono "da ritenersi essenziali" e quindi "escluse dalla sospensione dell'attività lavorativa e di trasporto" le attività commerciali di "supermercati, ipermercati, negozi alimentari e quelle connesse al trasporto connesse al rifornimento di prodotti alimentari in quanto tese all'approvvigionamento di beni di prima necessità per la popolazione".

Coronavirus, Conte "Stop a ingressi e uscite in zone focolaio. L'Italia non diventerà un lazzaretto"

Sempre in applicazione delle direttive del governo, il ministero dell'Istruzione informa che, "in attesa dell'adozione formale dell'ordinanza prevista dal decreto approvato in consiglio dei Ministri, per motivi precauzionali i viaggi di istruzione vanno comunque sospesi a partire già da oggi domenica 23 febbraio 2020". Lo stop alle uscite didattiche e ai viaggi di istruzione, sottolinea il Miur, riguarda sia le mete in Italia sia all'estero.

Intanto Fs ha fatto sapere che sui treni ci saranno "installazione di dispenser di disinfettante per mani" e "consegna al personale di apposito equipaggiamento protettivo (mascherine con filtro e guanti monouso".

Coronavirus, la desolazione di Codogno: saracinesche abbassate e scuole chiuse

"Siamo in attesa di ulteriori disposizioni da parte della Prefettura di Lodi che pubblicheremo appena possibile", si legge sul sito del Comune di Codogno, uno dei principali centri del lodigiano, diventato una città fantasma dopo le disposizioni del governo prese ieri sera per contenere la diffusione del virus.
E il presidente della Lombardia Attilio Fontana, parlando a Mezz'ora in più su Rai3, ha detto che se la situazione dovesse "degenerare", "nella fase due si potrebbero assumere iniziative più drastiche e rigorose" che in Cina sono state adottate "a Wuhan", ma sono "convinto che non si arriverà a questo".