Cronaca

Coronavirus, 325 casi in Italia. Altri tre morti in Lombardia e uno in Veneto, le vittime diventano 11

Un supermarket a Palermo (ansa)
I dati aggiornati della protezione civile. Casi in 9 regioni. Primi contagi in Toscana e a Palermo e due in Liguria. Ricciardi (Oms): "Ridimensionare l'emergenza". Sulle misure per i Comuni della zona rossa e
per le imprese è atteso venerdì un decreto del governo. Che intanto impugna l'ordinanza delle Marche sulla chiusura di scuole e manifestazioni fino al 4 marzo.
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ROMA - La Lombardia è la regione italiana più colpita dal coronavirus. In termini di contagiati e vittime. Nelle ultime ore sono decedute tre delle persone contagiate, secondo i dati della protezione civile, facendo salire il totale delle vittime nella regione a 9. E' morta anche la donna 76enne che era in rianimazione a Treviso. Le vittime in Italia sono dunque 11 (9 in Lombardia e 2 in Veneto) per lo più anziani già indeboliti da altre patologie. Aumentano anche i contagiati, che in Italia sono 323 e tra questi anche tre persone colpite dal virus in Sicilia. L'incremento dei 28 casi nuovi registrati in Lombardia portano il totale nella regione a 240. Altri 45 casi di contagio in Veneto, 26 in Emilia Romagna, due in Toscana, tre nel Lazio, tre in Piemonte, tre in Sicilia, uno in Alto Adige, due in Liguria.

Rezza: "Focolai circoscritti"

Il coronavirus circolava in Italia già diversi giorni prima che venisse fuori il cosiddetto "paziente 1": "Ormai è un dato certo", ha spiegato il capo del dipartimento malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, Gianni Rezza, al punto stampa in Protezione Civile. "Per fortuna - ha aggiunto - al momento abbiamo dei focolai abbastanza circoscritti".

L'Iss: Italia anziana, ecco perché 2-3% di morti

Per Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, "in Italia c'è una popolazione anziana e si spiegano così i tassi di mortalità del 2-3%. Gli anziani sono più fragili, lo vediamo con l'influenza. Da quest'ultima possiamo proteggerli con il vaccino; non essendoci il vaccino per il Coronavirus c'è la mortalità. L'unica maniera per proteggerli è circoscrivere i focolai come si sta facendo". 

Ricciardi (Oms): "Ridimensionare l'emergenza"

C'è poi l'appello di Walter Ricciardi dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) in conferenza stampa alla Protezione civile a Roma: "Dobbiamo ridimensionare questo grande allarme, che è giusto, da non sottovalutare, ma la malattia va posta nei giusti termini". E ha spiegato perché, ribadendo i numeri di questa epidemia di coronavirus: "Su 100 persone malate, 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi seri ma gestibili in ambiente sanitario, il 5% è gravissimo, di cui il 3% muore. Peraltro sapete che tutte le persone decedute avevano già delle condizioni gravi di salute".

Coronavirus, Ricciardi (Oms): "Dobbiamo ridimensionare allarme: 95% dei malati guarisce"


Sempre il medico italiano: "In Italia, dopo i primi casi di Roma gestiti in maniera antologica, c'è stata una frammentazione" nell'azione contro il coronavirus, con "regioni che facevano tamponi ad asintomatici e altre ai contatti. In questo modo - ha spiegato - si è persa l'evidenza scientifica. L'Oms dice che bisogna fare i tamponi solo ai sintomatici e a coloro che sono stati in determinate zone", ricordando che "la Francia ha fatto 300 tamponi, noi 4.000, e il Regno Unito 6.000, ma con una metodologia e seguendo un protocollo rigoroso". Ricciardi ha pure affermato che in questa fase "le mascherine di protezione non servono alle persone sane". Mascherine la cui distribuzione in Italia, a detta del capo della Protezione civile Angelo Borrelli farà capo al " Dipartimento della Protezione civile (...) così da venire incontro alle richieste delle Regioni".

Borrelli: l'acquisto delle mascherine sarà centralizzato

"C'è l'esigenza di accentrare in capo al Dipartimento della Protezione civile l'acquisizione di Dispositivi di protezione individuale (Dpi), come mascherine. Lo prevediamo in un'ordinanza di Protezione civile che firmerò nei prossimi minuti. Veniamo così incontro alle richieste delle Regioni".

A parte la Lombardia, nel resto dell'Italia si registra il primo caso di positività al coronavirus, a Firenze e a Pistoia, e a Palermo. Arriva anche il primo caso in Liguria, ad Alassio, una settantenne che proviene da una zona a rischio. Il fiorentino è un imprenditore di 63 anni che ha aziende in Oriente. L'uomo ieri pomeriggio si è presentato all'ospedale di Santa Maria Nuova, nel centro cittadino. Nella notte il tampone ha rivelato la presenza del coronavirus Covid -19. Il paziente è stato trasferito nel reparto malattie infettive dell'ospedale di Santa Maria Annunziata a Ponte a Niccheri e gli ambienti del Pronto soccorso di Santa Maria Nuova sono stati sanificati.
L'imprenditore di Firenze sarebbe rientrato dall'Oriente ai primi di gennaio e si sta cercando di capire se possa essere stato contagiato in Italia da un suo dipendente che stava male alcune settimane fa. La persona contagiata a Pistoia invece, un informatico di 49 anni già in isolamento volontario, sarebbe appena tornata da Codogno. Ieri, in seguito a un picco febbrile, ha contattato i servizi sanitari.

E' risultata positiva al coronavirus anche la turista di Bergamo in vacanza a Palermo che ieri sera è stata ricoverata nell'ospedale Cervello per i controlli dopo aver mostrato sintomi influenzali. E' stata disposta la quarantena per il gruppo di amici della donna e per le persone che sono state a stretto contatto coi turisti. Questo è il primo caso di coronavirus accertato nel Sud Italia. "Il campione esaminato al Policlinico di Palermo - ha spiegato il governatore Nello Musumeci - verrà immediatamente inviato allo Spallanzani per ulteriori verifiche. La signora, che è stata posta in isolamento al reparto di malattie infettive dell'Ospedale Cervello, è pienamente cosciente e mi è stato riferito che non presenta particolari condizioni di malessere. Ringrazio tutti gli operatori perché la macchina sanitaria regionale si è mossa con prontezza ed ha dimostrato di essere pienamente allertata. Al termine degli accertamenti daremo tutte le informazioni necessarie". Nelle Marche una persona è stata trovata positiva alle prima analisi, ma servono conferme. "E' stato diffuso da pochi minuti il risultato positivo di un campione analizzato nel pomeriggio di oggi, 25 febbraio", ha fatto sapere la Regione Marche. "Il campione, proveniente dalla provincia di Pesaro, sarà inviato nelle prime ore di domani mattina al Centro diagnostico di riferimento nazionale dell'Istituto superiore di sanità. Solo al seguito di questo secondo controllo si potrà effettivamente confermare il caso di Nuovo Coronavirus". Ora il "paziente è stato isolato a domicilio e in buone condizioni di salute".

Caccia al paziente zero

Potrebbe essere uno dei tanti casi 'invisibili' l'introvabile paziente zero che avrebbe dato inizio in Italia all'epidemia da coronavirus SarsCoV2. E' proprio nel fenomeno dei casi di portatori del virus impossibili da riconoscere il perché sia praticamente impossibile rintracciare il caso che ha innescato il focolaio di Codogno, così come non è noto il legame tra i casi del Veneto e quelli della Lombardia. Se le persone portatrici del virus stanno bene "non si riesce a identificare i casi", ha rilevato il fisico esperto di sistemi complessi Alessandro Vespignani, direttore del Network Science Institute della Northeastern University di Boston. "Se in Italia non si riesce a trovare il paziente zero è perché questi potrebbe essere asintomatico, magari incontrato in un aeroporto o in una stazione", ha osservato.

Le misure per le cosiddette zone rosse sono pienamente in vigore. Oggi sono arrivati anche i militari dell'Esercito per presidiare i check point del Lodigiano. Il Governo punta ora a definire bene cosa devono fare le altre Regioni, per evitare che procedano in ordine sparso e con provvedimenti poco sensati. Il premier Conte ha spiegato che un'ordinanza - molto probabilmente venerdì - definirà tre linee di condotta: "Uno per le zone focolaio (i 10 Comuni lodigiani e Vò, in Veneto), un secondo livello che si estende alle aree circostanti che presentano episodi da contagio che sono state indirettamente coinvolte, un terzo che è il resto d'Italia, dove non c'è bisogno di adottare misure restrittive". L'esempio fatto da Conte è quello della scuola: "Non si giustifica - ha rilevato - la chiusura delle attività scolastiche in Italia, semmai possiamo sospendere le gite, ma sicuramente non ha ragione di esistere la sospensione si attività scolastiche e produttive". Non lo ho però ascoltato il governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, che disposto la chiusura di scuole e manifestazioni fino al 4 marzo. Ordinanza che il governo avrebbe già deciso di impugnare. Il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, dell'Istruzione Lucia Azzolina e dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, in una nota congiunta, spiegano: "Con la sua decisione unilaterale di firmare un'ordinanza per la chiusura di tutte le scuole e Università della Regione Marche, il Governatore Luca Ceriscioli si sfila dall'accordo che era stato raggiunto solo poche ore prima nel corso dell'incontro tra governo e Regioni tenutosi alla Protezione Civile e viene meno all'impegno preso con tutti gli altri Governatori che invece si stanno attenendo alle disposizioni concordate".